Metaletteratura.
Dove oltre lo scritto, leggiamo mischiato il chi, e il come, lo
scrive.
Non è certo
il primo, Baricco, nel cimento ibrido.
Ma non so
neanche se sia lui - stavolta - a raccontare di un autore che
racconta una storia nella storia di più storie ancora.
Eppure in
copertina - ne sono certo - appare solo il suo nome.
Elegante
thriller, dove il richiamo all'eleganza è sostenuto più e più
volte (una costante che non sfugge mai).
Con quel
docile scriversi addosso che tanto inviperisce i detrattori adagiati
su camomille camillerate.
Il saltare
dalla prima alla terza persona, o col narratore in veste di narrato,
spiazza il lettore a ripetizione, finché non la si impara quella
“ripetizione”, ci si accoda agli elenchi, e ci si adegua: alla
confidenziale abitudine degli innumerevoli punti di vista, anche di
reali terzi lettori, che tuttavia giudicano e parrebbero poter
inficiare su stile e sostanza di scrittura del narratore narrato dal
narratore.
“Il
primato dello scrivere sul vivere. Come non mi stancherò mai di
ripetere”
La
Sposa giovane è accolta da una famiglia bizzarra, in attesa del
promesso sposo per ora unico assente in un festival di ossessioni ed
esorcismi spesso sfocianti in raffinata licenziosità.
E
mi piacciono da impazzire le (e i giochi di) parentesi di
(auto)critica che Baricco muove all'artefice specchiato del libro di
cui espone le vicissitudini creative.
Un
autore dalla incombente cupezza che riferisce di una promessa Sposa
tormentata, ma efficace, puntuale, curiosa, memore, indubbia, certa.
Attorno
a lei spesso stralci di delirio minuzioso e sfarfallii irrequieti che
pignoli editor casserebbero ed ex amanti giudicano eccessivamente
pruriginosi.
“Il mio
mestiere consiste esattamente nel vedere ogni dettaglio e sceglierne
pochi”
E
neanche il dottore, che in tanti consigliano all'autore inquieto, ha
potuto evitare un orologio da tavolo in testa tentando per forza di
strapparlo da un suo personaggio, forse addirittura “il”
personaggio.
Ma
a parte labili incomprensioni, incrinature grafiche, tracce che
spariscono
-
come un pc dimenticato in un taxi -
c'è
aria di esatta analisi nel libro.
Come
Modesto, il servitore di famiglia, unico a poter esibire un nome
proprio, potrebbe confermare.
A
cortese richiesta.
Con
appena due brevi colpi di tosse.
*
* *
Metaletteratura?
Cosa ha letto Franco? Dove, oltre lo Scritto, leggiamo mischiato il
chi, e il come e il cosa?
Io sono
sempre il primo nel cimento! Piacere, Alessandro Baricco.
E so
benissimo di chi racconto - stavolta - delle mie inquietudini
notturne, di un autore che pare raccontarmi, in una storia nella
storia di più storie ancora, che riesco a incardinare come scatole
cinesi.
Eppure in
copertina, non può che apparire il mio nome.
Elegante
thriller, dove sostengo il richiamo all'eleganza più e più volte
(una costante che non mi sfugge mai).
Con quel
docile scrivermi addosso che tanto inviperisce i detrattori adagiati
su tutt'altra letteratura da spiaggia.
Il saltare
dalla prima alla terza persona, col narratore in veste di narrato,
deve spiazzare il lettore a ripetizione, finché non la
impari quella “ripetizione”, si accodi agli elenchi, e si
adegui: alla confidenziale concessione dei miei innumerevoli punti di
vista, anche di virtuali terzi e quarti lettori, che tuttavia
giudicano e parrebbero poter inficiare su stile e sostanza di
scrittura del narratore narrato dal narratore, che sempre io sarò.
“Il
primato dello scrivere sul vivere. Come non mi stancherò mai di
ripetere”
E
sono io anche la Sposa giovane, mi accolgo in una famiglia bizzarra
che coltivo da secoli, in attesa del promesso sposo - del quale non
avverto alcuna necessità, essendo Sposa e anche la mia sposa - per
ora unico assente in un festival di ossessioni ed esorcismi spesso
sfocianti in quella licenziosa raffinatezza in cui tramuto
l'arida eccitazione.
E
mi piacciono da impazzire le (e i giochi di) parentesi di
(auto)critica che muovo all'alter ego del libro, di cui espongo noie
e pause e intransigenze.
Cupezza
feroce che riverso su una promessa Sposa tormentata, ma efficace,
puntuale, curiosa, memore indubbia, certa.
Come me, mentre ne delineo l'esatta importanza.
Attorno
a lei spesso stralci di delirio minuzioso e sfarfallii irrequieti che
pignoli editor (poi licenziati) casserebbero ed ex amanti (non sanno
cosa vanno perdendo giorno dopo giorno) giudicano eccessivamente
pruriginosi.
“Il mio
mestiere consiste esattamente nel vedere ogni dettaglio e sceglierne
pochi”
E
neanche il dottore, che in tanti mi hanno consigliato, ha potuto
evitare quell'orologio da tavolo in testa tentando per forza di
strapparmi da un mio personaggio, forse addirittura “il”
personaggio.
Ma
a parte labili incomprensioni, incrinature grafiche, tracce che
spariscono
-
come un pc dimenticato in un taxi -
c'è
l'esatta Analisi nel libro.
Come
Alessandro, il servitore di famiglia, unico a poter esibire un nome
proprio - addirittura in copertina - potrebbe confermare.
Con
appena un elegante cenno.