Sentivo parlare dei diversi punti di
vista dai quali osserviamo il mondo.
Mondi diversi quindi, diversissimi.
Ognuno a rispecchiare il nostro
carattere, le nostre aspettative,
i nostri traguardi, le felicità , le
aspirazioni, i desideri;
e le gioie respirate, le soddisfazioni
percepite, le tristezze temute,
le malinconie in agguato.
Mille mondi diversi, dicevamo.
Minimalisti e cauti, oppure selvaggi e
sfrontati.
Ad ognuno il suo, si potrebbe dire.
Eppure il mondo quello è.
Sempre uguale.
Ma è vero che ognuno può percepirlo
diversamente, interpretarlo, utilizzarlo in maniera differente. Subirlo o
cavalcarlo. Esaltarcisi o deprimersi.
Coglierlo in pieno o schivarne gli
effetti.
Fare surf o lambire la risacca al
tramonto o veleggiare in pieno oceano, sono tre modi per vivere quello stesso
mare, e ce ne sarebbero altri diecimila, sicuramente, di rapportarsi con quello
stesso elemento.
E lo vediamo ora, in quarantena, con tanti - troppi - affaticati, quasi spaventati, dalla propria costante, ingombrante, compagnia.
Un mondo che si sta riprendendo i
propri spazi, dilatandosi fuori da confini dove era costretto: per dirne solo
una, i sentieri di primavera rigonfia, dove non sta più transitando anima
umana.. a breve faticheremo a distinguerli, la vegetazione se li ringhiottirà
serenamente vorace… ed i cieli sgombri di aerei?
L’aria tersa e pulita? Le
città senza più smog… magari era una pausa necessaria, per distoglierci
dall'assurda corsa al budget, dall'ormai fisiologica incapacità di
sorprenderci..
Perché comunque il mondo non siamo noi.
Brilla di luce sua, di fiato autonomo.
Siamo solo ospiti, spesso scortesi e distratti, e troppe poche volte attenti, curiosi e meravigliati.
Io, ad esempio, l’oceano, lo
continuerò a vivere stupito.
Meglio se affacciato da una MSC...