giovedì 7 agosto 2025

MI RIGIRO NEL LETTO

 


Mi rigiro nel letto.
Ho appena affermato ad una platea di un milione di ragazzi:
"Siete voi la speranza di pace per il futuro, non più spettatori ma protagonisti”.
Ma intanto si muore adesso, e io come agisco, cosa posso fare? 

Telefono a Netanyahu e dico: “Guarda che volo a Gaza, per favore sospendi i bombardamenti e ti faccio fare bella figura”, poi sento le autorità palestinesi: “Occhio che arrivo a Gaza, vedete di non farmi fuori, diventerei santo subito e voi, subito dopo, un immenso parcheggio.” 

E ammesso che ci arrivi, tra valichi di frontiera e piani aerei interdetti, dovrei ammansire anche l’Egitto e il suo controllo a Rafah, ma la mia forza è nel prenderli tutti in contropiede, qualcosa di mai visto e inaudito, li lascerei basiti, vi lascerei basiti.. tutti.
Posso proporre uno scambio di prigionieri. Una cosa  sempre fatta fin dai tempi più antichi. Perché non dovrebbe funzionare ora? Li prendo io in custodia gli ostaggi di Hamas, li porto a Tel Aviv e loro mi danno i palestinesi in galera. 

Ci penso io, chi altri sennò?
Chi altri potrebbe?
Chi altro si assumerebbe un azzardo del genere, una bega politica e diplomatica così enorme?
Procurerò un’eco mediatica mai vista, magari non risolvo, ma a quei ragazzi che invito a non essere passivi, offrirò un volano speciale, una spinta senza precedenti, un esempio soprattutto, perché è di questo che hanno bisogno. Soprattutto. Prima di ogni parola.

E mi rigiro nel letto.
Certo affascinanti e intriganti questi pensieri, ma davvero rischio di fare peggio, stuzzicare, offrire un pretesto per nuovi scontri, magari ancora più cruenti, e poi sconfinare su cieli così presidiati, spezzare protocolli inossidabili, sfidare l’egemonia di due stati comunque profondamente ostili e i rappresentanti di Hamas che neanche so bene come contattarli, magari mi vedrebbero solo in cerca di effimera gloria, malato di protagonismo giusto a consolidare un’immagine ancora acerba e fredda, schiacciata dal mio predecessore.

Mi sa che me ne vado a Castel Gandolfo, per ora.
In elicottero però, che tutta quella gente per strada irrita un pochino.


domenica 3 agosto 2025

TROLLEY DA VIAGGIO

 

Buongiorno, sono la “cappelliera”, il vano bagagli che trovate in ogni aereo, sopra le vostre teste, l’apposito spazio dove mettere il trolley autorizzato a seguirvi fino al posto assegnato, e se non trovate posto proprio sopra di voi,  magari qualche metro più in là, perché facile che chi arrivi prima mi riempia di tutt’altro: bottiglie, zaini, borse, pacchi e pacchetti.. 

Però saranno più di trent’anni che non vedo né cappelli né cappelliere.. eppure, ad ogni inizio volo, l’impeccabile steward, donna o uomo che sia, annuncia il fatidico: “Assicuratevi che tutte le cappelliere siano chiuse”.

Ma cappelliere de che, vorrei sapere?

Quando la gente girava coi cappelli e le apposite cappelliere, per inserire quelle specie di torte che mettevano in testa signore e signorine, c’erano giusto i fratelli Wright a svolazzare per i cieli!

Chissà come mai certi (c)appellativi restano in voga nonostante l’evoluzione dei tempi e degli usi.. bah! ..vallo a sapere.. intanto provate a metterci un borsalino,  un panama o un copricapo da donna di quelli a tesa larga che occupano da soli mezza fusoliera, nelle “apposite cappelliere”, che al primo trolley infilato a forza, vi diventano una focaccia genovese..

E a questo punto perché non potrei pretendere delle sedie Luigi XIV sotto di me, invece dei normalissimi sedili che non fanno per nulla pendant con la mia signorilità di cappelliera?