domenica 28 ottobre 2018

NOTTI MAGICHE (...INSEGUENDO UN FILM DECENTE)



Solo un granbellezzarsi addosso uscendo volutamente fuori le righe, dove vien da pensare che non ce ne sia uno che reciti secondo un metro accettabile. 
Ma questo, di Virzì, lo si sapeva già: gli piace eccedere, forse ha paura che i suoi personaggi rimangano anonimi, ed in questa storia di tre sceneggiatori arrivati a Roma per trovare fortuna e gloria nel mondo del Cinema, lo vedo bene - autobiograficamente - nei panni del toscano Giovanni, in fibrillazione perpetua, pseudoartistica e ormonale, così come Francesco Piccolo e la Archibugi, nei panni di Antonino - pignolo, saputello e tontolone - ed Eugenia – complessa, impasticcata ed emotivamente precaria -, avrebbero un loro perché.

E' il perché del film che non mi è chiaro: Virzì in un intervista parla di “canzonatura” dell'entourage dell'epoca, tutto concentrato sulle miserie e i ritmi di una fabbrica di cinema e produzioni sempre a mille, coi ghostwriters a sfiancarsi e i soliti nomi a dettare danze, a difendere protetti e fortino.

Ne esce un quadretto miserello, tutti personaggi eccessivi, patetici o elementari, senza uno straccio di reazione normale, pieno di schizzati, emarginati, collusi, venduti, profittatori e cialtroni dove alla fine non si salva nessuno e l'arte, la poesia, la passione sono solo a margine e quasi un pretesto.

Che poi, a pensarci bene, tutta questa frenesia dell'epoca, la vedo irrisoria e quasi un ralenty rispetto al gran cinemare che si fa oggi, con uscite che durano meno del volo di una farfalla, personaggi che appaiono e spariscono, film invisibili che non pareggiano neanche metà dei costi di produzione..una concorrenza impietosa, e spazi ristretti dove mettersi in evidenza, ad esempio i Festival da sfruttare come rampa di lancio (che qui si che ci sarebbe da fare un film per scoprire retroscena, altarini e criteri di selezione...)

Si riesce anche a fare il verso (e qui scommetterei sullo zampino di Piccolo) ad un trend di gran moda in questi ultimi tempi, con il mockumentary finale che coglie presunti protagonisti anni dopo rispetto ai loro racconti, e impegnati nell'attività dei giorni attuali.
Ad esempio Giovanni, s'è dato una calmata, chiuso i sogni nel cassetto e aperto un ristorantino a Piombino.

Ecco, ci chiediamo, nella trattoriola di Virzì si mangerebbe eccessivamente salato, o pepato, o piccante, così come cucina suoi film?









28 commenti:

  1. Vedere un film italiano, oggi, è riservato solo ai coraggiosi e a quelli che soffrono d'insonnia. Meglio del Valium.

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    1. Non sarei così drastico..anche se pure il film decretato vincitore italiano della Festa del Cinema di Roma, Il vizio della speranza, è pretestuoso e abbastanza fasullo.

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  2. Il giudizio di Gus mi sembra troppo severo, certo che se delude anche Virzì...

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    1. Io ero reduce da Il capitale umano, molto pretenzioso e anche lui molto fuori dalle righe...

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  3. Beh, mi sa sarò l'unica a cui Virzì non fa né caldo né freddo. Furbetto eh.

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  4. No, non l'hai stroncato, dai..
    Questa recensione mi fa venire una voglia immensa di guardarlo.
    Mentre dormo!
    Comunque anch'io non riesco a guardare film italiani.
    Se ne trovi uno "decente" (cit.), avvisa. 😉😘😘

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    1. Ce ne sono dai.. aspetta che ci penso un attimo... Lo chiamavano Jeeg Robot, gran bel film...

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  5. Leggendo la sinossi, il film mi incuriosisce.
    Però hanno ragione Gus e Claudia, il cinema italiano moderno più delle volte è da guardare con un cuscino e un divano bello comodo.
    Peccato, mi piace l'idea del cast di famosi che supporta dei protagonisti giovani

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    1. Ornella Muti fa un cameo davvero da vomito. Avrà avuto bisogno di soldi...

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  6. Cazzo no, volevo vederlo..... Ma dopo questa stroncatura.....

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  7. Beh, dopo questa ci metto una bella croce sopra.
    Non che pensassi di vederlo in tempi ragionevoli, ma di sicura ora non ci proverò affatto.

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  8. Non amo molto il cinema italiano, che, secondo me, è andato decadendo. Buona serata.
    sinforosa

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  9. A me incuriosisce e non poco... di Virzì voglio fidarmi, anche se mi fido pure della tua rece... :o

    Moz-

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  10. Onestamente, io amo il cinema ma per adesso non sono ancora riuscito ad andarci tranne per un film quello giapponese "Un affare di famiglia" e l'ultimo di Mission Impossible. Per il resto nulla di decente. E vedo che dal Festival di Roma non ci porti buone nuove.

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    1. Un Festival al ribasso, rispetto a Venezia, Cannes, Torino stessa a Novembre...

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  11. Io ho la cultura cinematografica di un frigorifero.

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    1. La luce di certi frigo prende una pista a tante pellicole oscurantiste.. ahah

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  12. Ciao Franco adesso nel blogroll al contrario ci sei anche tu... complimenti bello e gratificante non far parte di certi gruppi. Un abbraccio
    https://thelastshore.blogspot.com/

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    1. Scusami per il commento precedente, è stata una mia piccola reazione, sto nel mio, non vado da nessuna parte, sono mesi che non scrivo e non commento e non sai di quanta feccia ho letto scaricata su di me, ieri. Non tenerne conto, sono un gruppo pericoloso.
      Un sorriso
      Gingi

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    2. Comunque da Sabina K. sono fuggito anche io...

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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