martedì 15 maggio 2018

A BENEFICIO DEI NON ROMANI




Dopo la neve e le piogge, come tutta Italia ha saputo, Roma si era trasformata in un impressionante tappeto di buche e voragini, con ruote, gomme e cerchioni a rischio continuo.
Col tempo le cose sono andate aggiustandosi, così come accade in Italia comunque, toppe d’asfalto qua e là, a macchia di leopardo, tanto per tacitare il malcontento cittadino…

l’episodio di cui vi racconto fa parte delle “curiosità” tipiche romane:

una delle arterie che da Roma sud porta verso il centro, ad un certo punto devia con uno svincolo che si immette sulla Roma Fiumicino in un lungo viadotto.
Detto svincolo comportava un tratto di circa 300 metri assolutamente devastati dalle recenti intemperie, impercorribili senza rischiare semiassi e pneumatici, di qualsivoglia categoria.

Dopo quasi due mesi, questo scempio viene meravigliosamente (e miracolosamente) sistemato; e quindi non parlo di semplici toppe o rappezzature destinate a saltare col nubifragio successivo, ma di una vera riasfaltatura completa, trecento metri di tavola da biliardo, di autentica pista da Formula Uno, dove torna la voglia ed il gusto di “riaffondare” il piede sull’acceleratore…

unico, minuscolo, dettaglio: questo splendido accenno di circuito si blocca di botto, lasciando residui 30-metri-30 di asfalto fracassato, disconnesso e micidiale, visto che si arriva sparati, per ripiombare nell’incubo…

Ora il cittadino comune di buon senso si pone un legittimo, innocente e spontaneo, quesito: cosa ci voleva a completare l’opera asfaltando a puntino anche quegli insignificanti trenta metri di baratro stradale?!?

Passando in auto con mia moglie, ho fatto notare l’assurdità della cosa, e lei, da brava “comunale”, ha sciolto immediatamente l’enigma.

Semplice: dove hanno terminato di asfaltare è la fine di un Municipio (ex Circoscrizione), i lavori vengono sospesi esattamente al confine, oltre è un’altra competenza, un’altra buca "(“un’altra città”, aggiungo io…)

Rimango basito.

Quindi spostare uomini, mezzi, materiale e tempo, costa meno che lasciare un lavoro ignobilmente incompleto. Ecco l’assunto dell’episodio.

Se la burocrazia s’inceppa tra un Municipio ed un altro, incapace di gestire l’opera pubblica con un minimo di logica... 
come possiamo stupirci di rimanere ancora senza governo?!







15 commenti:

  1. Nelle storie di Topolino fine '80 e inizio '90 (soprattutto in quelle scritte da Giorgio Pezzin) venivano descritte situazioni paradossali come queste. Oggi la realtà ha superato il fumetto.

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  2. Eliminare i comuni e sostituirli con Area metropolitana.
    Abolire province e regioni e dividere l'Italia in 5/6 Macroregioni.

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    1. buona idea. così per farti aggiustare il lampione a cesenatico dovrai convincere qualcuno a venezia (e prima dovrai trovarlo).

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  3. Volevo lasciarti un commento "intelligente" ma sono totalmente basito da non sapere veramente cosa aggiungere alle tue parole. Sembra un incubo sembra di vivere nel paradosso in una realtà dell'assurdo. Ed invece è realtà quotidiana, è presente, è verità. Sconvolto.

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  4. Le "competenze" sono un paradosso tipicamente italiano
    massimolegnani

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  5. forse quell'altro municipio era presieduto da un grillino dissidente o che sta sul cazzo alla raggi

    a proposito di 5stelle.... contenti chi li ha votati di essere stati presi per il culo in questo modo? o ancora non basta, vista la stupidità italica?

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  6. Infatti non c'è da stupirsi. Potevano comunicare, decidere di far partire il lavoro insieme ed ultimarlo. Bah.

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    1. Quando pensi di non stupire più...ecco che ti sorprendono ancora...

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  8. Eh, è un fatto ancora più grave e assurdo di quando vedi interrompersi manti stradali perché "da questo punto non è comunale ma statale/provinciale" quindi di altre competenze...

    Moz-

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    1. Come negli uffici pubblici... "ah questo timbro è del collega, passi domani..." ahah

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  9. Credo che sia un fenomeno non solo romano, visto che dove vivo anche io (a nord, per intenderci) ci sono strade e marciapiedi simili a groviera.
    Che roba :-(

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  10. In data odierna c'è un premio per te, da me.
    sinforosa

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