L’occhio
pigro di Rosi ci offre una Lampedusa di vecchi e bambini, alternata ed estranea
all'invasione migratoria di vivi e morti.
La
fine del turismo, i campi di accoglienza selvaggi, la convivenza forzata con un
problema mondiale divenuto fenomeno locale interessa poco.
Salvare
la pellicola affermando che il messaggio era per l’Europa poi, sembra ridicolo..
un po’ come la nonna di Samuele che ciancica un “poveri” quando la radio clava
locale parla di nuovi sbarchi…
Il
medico di Lampedusa è l’unico intermezzo che ci dona umanità affranta e
impotente verso questa sciagura immane.
Un
intermezzo reale, intenso ed efficace, relegato giustamente da Rosi a brevissimo spot..
Il
resto del documentario svaria lento come solo a Rosi riesce, tra il déjà vu e
l’inutile: saracinesche che si alzano, motorette che rombano, vecchiette a
pulire il pesce, pomodori da tagliare, visi di immigrati rigati di lacrime
nelle più convenzionali e strainutili delle riprese.
Mi
chiedo cosa sia stato a fare due anni a Lampedusa, Rosi, per cogliere il nulla
cosmico, per sottolinearlo, per esaltarlo, per farci sentire ancora una volta
come attorno a quel sacro GRA, già vilipeso a suo tempo…
Lampedusa
divisa in due.. nessuna vita
trasformata.. nessun tentativo di mostrare una convivenza difficile, solo una
malmessa e dimessa radio locale a immalinconire gli animi, e figli di pescatori
col mal di mare, un curioso controsenso che fa il paio col regista che non sapeva girare film.
Il
ragazzino coi sottotitoli che succhia gli spaghetti come Bombolo, alla fine
spara al cielo mimando un fucile a pompa.
Un
po’ come Rosi che spara a salve per tutto il docufilm cercando di far capire,
forse, all'Europa, come sia lontana da Lampedusa.. ma chi è animato di
sensibilità avrebbe voluto scorgere ben altro che lo strepitìo delle lenzuola
di cartapesta a riparare dal freddo e i primi piani di gente che sui barconi ha
lasciato un pezzo d’anima, anche se respira ancora.
Un’isola
di sogno e flemma da contrapporre alla frenesia dei corpi che si accumulano
nella fuga dai loro mondi invivibili, anche a costo della vita in acque dove
pescano di frodo anche i residenti, e dove bimbi dall'occhio pigro qualche
passerotto, alla fine, lo salvano pure loro dall'infallibile fionda.
Noi
a Rosi no. Gli mimiamo una mitragliata
come Samuele.
In
quel letto rifatto a carezze ripetute fino a sconfiggere le pieghe e nei baci
alle mille icone nella stanza, scorgiamo un quotidiano penetrato nelle ossa e
nell’anima dei residenti, ma a Rosi sfugge che esternarci la pacata lentezza di
questi isolani continua solo a rivelarci il suo modo incartato di muovere (anzi
di non muovere) la macchina da presa.
Se
Rosi resta due anni a Lampedusa per rivelarci che la zuppa di pesce bolle lenta
di sapore masticato dal tempo, ha sprecato il suo di tempo, girando pure due pseudofilm
che si incastrano pochissimo tra di loro, quasi niente.
E
se con l’ipocrita Orso d’Oro berlinese hanno fatto finta di prendere coscienza
sul fatto che esista un problema Lampedusa, sono ancor più con la coscienza
sporca.
E
di più Rosi, che approfitta delle tragedie per fare fama e soldi.
E
non ultimi, quelli che escono dal cinema con l’applauso in canna, convinti solo
ora di saperne qualcosa di più.
PEN sa QUAnti soldi hanno GIRATO sull'P.E.C.cato ORIGINALE.
RispondiElimina..stanno arricchendosi tutti.. in nome di Dio
EliminaFranco, ti rendo la visita, no, volevo proprio leggerti. Non sono stata a Lampedusa, non ho visto il film e allora cosa commento?A me spiace per i nostri migranti. Ha ragione papa Francesco, non abbiamo mai versato una lacrima. Per capire queste persone dovremmo indossare le loro scarpe....ma forse non ne posseggono! Mio figlio lo scorso anno è andato con moglie, figli e amici. Era felice. Enrico è assistente sociale e sapessi quante arrabbiature si porta a casa per come questa gente vive anche qui a Novara? Non dico di più altrimenti mi aumenta il mal di stomaco. Ti auguro che esca una bella pellicola e che ti faccia contento! Abbracci
RispondiElimina...si.. ieri ho visto Race e mi sono anche commosso... grazie del pensiero... ma sono arrabbiato anche con Francesco... troppe chiacchiere... le posso ammettere da un politico... non dal Papa.
EliminaDa BANCHI eri ... TUTTO è POLItica.
EliminaNon l'ho visto e il tuo commento mi sembra molto duro, eppure non dubito di ciò che hai scritto, perchè questo è il periodo di massimo splendore per chi tira l'acqua al proprio mulino con la massima naturalezza.
RispondiEliminaCiao.
Cristiana
Lo straniero ti permette di essere te stesso, facendo di te uno straniero […].
RispondiEliminaLa distanza che ci separa dallo straniero è quella stessa che ci separa da noi
Che questa distanza sia ponte o baratro dipende solo da noi
Enzo Bianchi – L’altro siamo noi
La tua conclusione è più che amara
Abbraccio
Amarissima, si. Mi infastidisce profondamente questo cinema.
EliminaFilm (regista) deludente
RispondiEliminaPienamente d'accordo...
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