martedì 10 settembre 2013

STORIA DEL CINEMA


L'impresa è ardua, lo ammetto, ma è ora che si faccia luce sulle reali origini della settima arte. Anche se in parecchi s'industriano ripetutamente nell'illustrarci gli albori di questo fenomeno giustamente affrancantosi in appena cento anni da ogni altra influenza, e con estrema personalità. 

Tutto nacque, come pochi sanno, da un'intuizione di Louis Lumière che vide il fratello, Auguste, il fatidico 30 novembre 1895, lanciare in aria rabbiosamente una cinquantina di incisioni da dagherrotipo ritenute inguardabili. 



L'orbitale ellissi che disegnò in aria un susseguirsi magico d'immagine semovente, illuminò la fervida fantasia di Auguste. Provarono per una ventina di giorni a lanciare foto in maniera strategica per dare continuità e senso al filotto visivo ottenendo solo un protocortometraggio lynchano; provarono anche a far passare molto velocemente alcuni spettatori volontari davanti ad un centinaio di foto appese (inventando comunque i cento metri piani sequenza) ma ebbero successo solo presso alcuni Centri di Atletica. 

La mossa vincente fu quella di rubare il visorino già inventato da Edison (cfr.”Molla la cinepresa”, Goliardi editore - 1926 -) e proiettarlo su una parete. Se ne ruppero irrimediabilmente una ventina, dopodiché l'illuminazione definitiva e vincente. Era solo l'immagine creata all'interno dell'apparecchietto a dover essere proiettata sulla parete. 

Fu successo immediato. 



La folla rimase strabiliata alla proiezione dell'Arrivo del treno alla Stazione di Ciotat , soprattutto perché, quel treno, non era mai arrivato in orario prima di allora. 
Ma i Lumière abbandonarono presto l'impresa quando non trovarono nessuno disposto a finanziare la loro invenzione successiva, tranne Charles Pathé, ricco di genio ma povero di soldi: il multisala. (cfr. “Più sale ma occhio alla pressione”, Parodi edizioni - 1905 -). 
  
Di lì a poco il macchinario diavoleria, invero poco tutelato e male impiegato (cfr. “Origini della moka”, Nespresso edition - 1911 -) si diffuse all'estero e del suo utilizzo selvaggio (specie in Corea, Russia, Ungheria, Danimarca) paghiamo dazio a tutt'oggi.


 
Ma le più grandi applicazioni legate alla cinematografia rimasero legate agli esordi, basti pensare al primo pianononostante la continua evoluzione della macchina cinema, non si è andati mai oltre: ce n'è stato un primo, di piano, ma quello è rimasto. 



Misteri...

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