mercoledì 19 ottobre 2022

ARGINI NUDI


Cosa strappiamo via da noi
con una poesia?

Come riempiamo il vuoto che rimane?
Forse fegato e milza si assestano meglio?

Costelliamo la carta di interrogativi
attendendo che rispondano?
O la risposta è già quel vuoto,
come di bassa marea
a lasciare gli argini nudi,
di pozzanghera a seccare al sole;
voglia di raccontarci una storia,
ricordare a noi stessi chi siamo,
o come rimaniamo
una volta esposti all’alba sorprendente.
Ecco, forse solo voglia eterna di stupirci
sorridendo alla penna che scorre.


domenica 16 ottobre 2022

RAGGIO DI SOLE

 

Adoravo stare sdraiato al sole. Potevo rimanere immobile per ore, a farmi bruciare.

Dalla mattina presto, coi raggi ancora tiepidi e obliqui, fino a mezzogiorno pieno ed oltre, col sole alto e micidiale.

Dovevo immaginare che l'avrei pagata.

Ma dato che ero il più incosciente della mia allegra famigliola di pannelli (tipi simpatici e solari).
Non volevo proprio saperne di staccare ogni tanto.
Nè di farmi revisionare il cristallino o di sostituire il silicio esausto, del resto non avevo mai conosciuto eritemi o insolazioni, nè avevo mai sentito parlare di melanomi ionizzati riferiti alla nostra categoria.

Ma i miei auspicavano, da parte mia, più cura dei circuiti: "coscienza e manutenzione" ripetevano meccanicamente.. sarebbe il caso di ricaricare le pile ogni tanto.. ma io niente, me ne rimanevo sdraiato accumulando macchie solari e melanina, ed ero infatti nero lucido da paura.
Del resto c'era sempre stata poco fotochimica coi miei ma non mi perdonarono mai quella furibonda lite in terrazza, ero diventato ultravioletto dai nervi a fior di cella, stavolta rispondevo a tono e le urla si avvertivano nel raggio solare di diversi isolati.

Finché mio padre disse: "Basta con questa gazzarra, i pannelli sporchi vanno lavati in famiglia!"

E staccò la spina. 


venerdì 14 ottobre 2022

L'ARGOMENTO DEL GIORNO


 Una delle barzellette che sembra attirare discussioni e pareri contrastanti in questa perenne campagna elettorale, è il famigerato "TETTO AL PREZZO DEL GAS".

Lo vorrebbero imporre un po' tutti.

Provate voi ad andare alla Conad dichiarando: "Salumiere buongiorno, ho bisogno del tuo prosciutto ma sappi che più di un euro all'etto non te lo pagherò, e non provare a discutere perché tutto il quartiere è d'accordo"


mercoledì 12 ottobre 2022

SONO TANTE

 


Eccole lì che ciacolano e discutono, ognuna esaltando la propria funzione, alzando inconsciamente la voce, mantenendo caparbiamente posizione e ragioni,  ognuna convinta che sia la propria, personale urgenza a determinare successo e carattere.

Ed è anche difficile dar loro torto.

Le parole fanno parte del progetto, lo hanno reso vitale, determinante, ne conoscono stile e concezione, hanno donato carattere, impronta, significato recondito.

Consce del valore collettivo,  ma anche intimamente consapevoli dell'accessorietà di molte di loro, assolutamente contrarie ad apparire semplici subordinate di un ordine super partes.

Qualcuna minaccia pure, di abbandonare o, peggio, di rimanermi a  turbare il sonno o incrinarmi i periodi, sfalsare le righe, irretire gli a capo.

Tutte vogliono entrare nel contesto del valore chiave.
Ognuna adduce un ruolo vitale, un peso cardine, e più scrivo più si accumulano pretese, nuove priorità.

E sfumature di prevalenza inizio ad averne anche io, di fronte a tale insistenza, nel discernere quali e quante di queste parole possano arrogarsi davvero il compito di una indicizzazione efficace.

Insomma, parole care, anche se ognuna di voi lo pretenderebbe, i tag li scelgo io e basta. E garantisco l'imparzialità.


Tag: parole, progetto, valore, post, carattere, creatività,
        imparzialità, balle, fuffa. 




sabato 8 ottobre 2022

SETA

Chiacchierando scopro che ancora tanti, troppi, non hanno letto Seta di Alessandro Baricco. E lo trovo perlomeno singolare.

Quindi replico, a distanza di tempo,  la mia breve rece a riguardo.


 Tornate, o morirò”



Hervé gioca coi bachi da seta e quando un’epidemia ne decima la produzione, non gli resta che recarsi fino in Giappone, terra misteriosa e sconosciuta dove l’essenza femminile orientale gli manderà cuore e cervello in tilt, rendendolo insensibile ai ritmi e alle consuetudini della vita occidentale.
Ha una moglie, Hervé, che l’attende al termine di ogni viaggio, e ne decripta, silenziosa e sfumata, sogni e desideri.

Alla moglie Hélène portò in dono una tunica di seta che ella, per pudore, non indossò mai. Se la tenevi tra le dita, era come stringere il nulla”






Hervé, al contrario, interpreta a malapena le proprie, di passioni.
Le accarezza come seta, e come seta gli sfuggono nascoste tra le elusive promesse di un paese in ebollizione storica e dalle dinamiche sentimentali simili ad un cubo di Rubik.

L'Hervé abituato ad assistere alla giostra pacata della sua esistenza occidentale, stava salendo su di un vorticoso ottovolante.

Trovò Baldabiou al biliardo. Giocava sempre da solo, contro se stesso. Partite strane. Il sano contro il monco, le chiamava. Faceva un colpo normalmente e quello dopo con una mano sola. Il giorno che vincerà il monco, diceva, me ne andrò da questa città. Da anni, il monco perdeva.”



Tornerà definitivamente a casa a sciogliere l’enigma della sua vita che distanze e misteri avevano duramente provato, facendo combaciare tasselli dimenticati ma anche indissolubili chiavi di volta.

Un racconto/romanzo dalle eloquenti pause.
Dal fare ambiguo, che cavalca sempre a margine del sentiero ed a colpi di silenzi tenta di scardinare le immobilità di lago.

- Io andrò in Giappone - disse Hervé. 
Baldabiou non se l’aspettava, era come vedere vincere il monco, all’ultimo colpo, quattro sponde, una geometria impossibile.”

Perché l'Amore - ovunque - è discreto, non fa scena, comprende tutto mantenendo un profilo bassissimo, ed i toni smorzati. 
Evita i riflettori preferendo il lavoro oscuro ma necessario.
Si nutre di un circolo vizioso condannato a rincorrersi.

Non morirà, e voi lo sapete”


















Un libro che riterrò sempre tra i migliori, una lunga poesia in prosa che commuove e stupisce.
Tutto quello che spetta all'amore, in fondo.

mercoledì 5 ottobre 2022

CORSI E RICORSI

 


Nel suo interessantissimo intervento su Robinson (Repubblica) di sabato scorso, Stefano Massini notava come patogeni e fenomeni storici sono tutti recidive di virus. 
Una biologia storica e fisica che non tiene conto dell'evoluzione,  mantenendo invariati alcuni polverosi e letali vizi che riemergono comunque anche dopo tempo apparantemente infinito.
Così puoi ritrovarti con l'herpes zoster anche a sessant'anni così come quando collezionavi i primi ormoni, o un fascista che ti governi di nuovo, o una sanguinosa guerra dietro l'angolo in nome di non sa bene quale libertà. 
E' qualcosa di davvero preoccupante, che limita la nostra coscienza, la nostra democrazia; un libero arbitrio malato, un vincolo preistorico cui pagare pegno quando meno te lo aspetti, un'indole feroce che riemerge dal fango e anche mentre sembra che intorno esista solo quieto mare cristallino, è pronta ad oscurare ogni progresso, qualsiasi buona intenzione, ogni evoluzione cosciente, e riportarti in fondo tra gorghi improvvisi.

Certo preferirei ancora mille herpes ad una testata nucleare ma sembra che le recidive viaggino a casaccio e che si debba, ahimè, sperare solo nella buona sorte.                                                                                                                                                                                                                                      

domenica 2 ottobre 2022

KEA

 


Il bianco che acceca e abbaglia,

è la Grecia che amo.

Lo scalino levigato da infinite mani di calce,

il sottopasso che crea ombra fragile,

l’orizzonte che sbuca nel blu del mare che circonda,

la porta azzurra incrostata di tempo,

il silenzio tutto attorno, la quiete densa, il calore feroce.

L’odore di kebab e  l’aroma intenso di tzatziki.

E’ terra mia, penso, sorridendo.











Italiani e greci spesso amano dire: una faccia una razza, ed hanno profondamente ragione. Mi sento legato a quella terra, a quelle isole, ai sentieri e alle chiesette, come se ci fossi vissuto in vite precedenti. Risaliamo sul traghetto, e ci prende subito la nostalgia, ancora con la salsedine addosso.