sabato 16 luglio 2022

YOU DON'T KNOW ME SERIE NETFLIX

 

You don't know me  -  serie Netflix

A noi piacciono le serie legal drama. I thriller d’aula di tribunale, dove una sana requisitoria può far cambiare idea ad un’intera giuria oltre a te, sbragato sul divano.

Non ci piacciono però quelle serie tipo dieci puntate dove ti affliggono all’infinito e  arrivi alla fine che quasi quasi  vuoi andarci tu, nel braccio della morte.

Il paradosso di questo You don’t know me, è che lo abbiamo scelto anche per le “sole” quattro puntate previste.
Una cinquantina di minuti l’una, con trailer che prometteva scintille e cotillons, storia accattivante:
un giovane nero imputato di omicidio, con una caterva di prove schiaccianti contro, e lui che  licenzia l’avvocato e decide di autodifendersi dichiarandosi innocente.
Ci solleticava un bel po’ ma..

Primo errore. Il thriller ci sarebbe pure, i colpi di scena anche (e fin troppi), ma la struttura è ingannevole, il finale non risolutorio, si rimane con il più classico dei “ma che davero?!”

Secondo errore: la lentezza pazzesca della narrazione riduce di brutto tutta la pazienza e l’entusiasmo accumulati nel corso dell’auto requisitoria che il protagonista/imputato rifila a pubblico e giuria per la praticamente totalità della serie: quattro puntate che in alcuni momenti pensi si sia bloccato il modem e vai lì a smuoverlo.

Terzo errore: personaggi ammantati di pressapochismo e palpabile irrealtà: i buoni troppo buoni, i cattivi quasi cartoni animati, le situazioni tutte al limite, le soluzioni esagerate, gli escamotages che fanno acqua da tutte le parti, e il finale “aperto” che non fa solo storcere il naso, ma anche tutto il resto.

  


martedì 12 luglio 2022

CASACCIO (SCRIVERE A)

 


Scrivere a casaccio di cose che passano per la mente e trovano comunque modo di arenarsi su un foglio bianco, senza fuggire via come da una finestra spalancata.

Una soluzione funzionale, ammesso che chi legga ne tragga spunto, profitto, piacere, sorpresa, traccia, memoria.
O non è necessario?
Basta quel gusto liberatorio di chi riesce a scrivere esprimendosi, in effetti.
Il lettore giunge sempre dopo, e anche lo scrivente che rilegge, giunge comunque a giochi fatti.

Se ci appelliamo all’assioma che chiunque legga è già a conoscenza - per esperienza, tradizione, cultura - dei diversi strati di letteratura, di fantasia, di personalità allo sbando che si concepiscono su carta come elementi spesso lontanissimi da noi, anche dal nostro personale assemblarli,  apparendo a volte assurdi e indefiniti o invece particolarmente arguti, possiamo credere di non dover fornire, a nessuno, noi compresi, spiegazione alcuna, nessun appiglio.

E possiamo quindi semplicemente scrivere o leggere, dare sfogo di cose che non esistono se non per il fatto che sgorgano da noi, luci che adombrano, tempeste che rasserenano, videocitofoni che digitano il nostro interno, elementi che ci spariscono sotto il naso, o dentro, chissà.. tutte robe che si adoperano solo per acquisire forma, utilizzando noi che le originiamo (e noi che le leggiamo), sogni che ricordiamo appena, strazi della mente che atterrano convulsi tra pixels e inchiostro.

Perché trattasi di sensazioni, sfumature di pensiero che si sostengono l’un l’altra senza una base di partenza, o un tentativo di conclusione.
E molti considerano questa, letteratura: il pieno e partecipe, forse unico coinvolgimento di chi legge e interpreta ciò che magari avrebbe voluto, con sorpresa, generare.

Gli scrittori solo un blocco di inchiostro che vaga come iceberg alla deriva.
E i lettori, orsi polari rimasti prigionieri, in attesa di un approdo significante, e condannati a vagare all’infinito finché, sperduti entrambi nell’oceano artico, un lembo di terra non si riveli, a suo dire, punto di arrivo.
O anche solo punto alla fine di periodo confuso.


sabato 9 luglio 2022

L'AZZARDO

 


I tre condomìni sorsero in piena giungla uno dopo l’altro.

Un complesso residenziale che spezzava l’ingorgo di liane e l’indisturbato volo di infinite specie animali.

L’architetto aspirava ad un microclima che coniugasse modernità e vita naturale, efficienza e quiete naturalistica.

Il primo intoppo furono le zanzariere subito divelte da scimmiette curiose, e poi i coccodrilli che venivano su dalle tubature. 

L'elemento più insostenibile, però, fu la Coop che rifiutò gli ordini a domicilio.


martedì 5 luglio 2022

CON ESTREMA CURA

 


Oggi nubi livide opacizzano il mio angolo di cielo,
emanano solo calura afosa,
è come  riflettessero la mia cantina d’anima,
quella chiusa a chiave dove non ricordo neanche più
cosa conservai - con estrema cura -
un giorno.

L’aria è sparsa di luce reduce da forno spento.
Sembra debba esplodere il giorno ma poi è solo la sera
a tornare di nuovo, ancora una volta a ordinare
memorie di cantina buia,
dove il fresco e il silenzio fanno amicizia
e stemperano tra loro ogni nuova attesa.

sabato 2 luglio 2022

AVVENTURE IN TRIBUNALE


Vengo citato ad apparire nel Tribunale di una città distante oltre duecento km dalla mia residenza, per una truffa avvenuta in banca circa dieci anni fa. Bonifici effettuati da una tizia con documenti falsi aventi per beneficiario proprio il tipo contro il quale si apre il procedimento penale nel quale sono nominato come teste.
Cose che accadono.

All’epoca fu ovviamente descritto tutto l'accaduto con dovizia di particolari tramite denuncia e verbali dei Carabinieri.
Oggi mi convocano perché "è necessario reiterare in Aula" tutto quello già ufficialmente testimoniato all’epoca.

Misteri.

Viaggio in treno (a spese del Tribunale, cioè dello Stato, cioè nostre), deposizione in aula stile telefilm (Giudice e Procuratore in toga, consulente tecnico per la registrazione delle deposizioni, microfoni e altoparlanti, cancelliere, avvocati, uscieri, polizia, praticantisti, io che leggo la magica formula “..tutta la verità, niente altro che la verità” e su tutto la scritta luccicosa ancor più ammaliante “La legge è uguale per tutti” ad incutere deferenza), il tutto a semplice convalida della Denuncia Ufficiale, e protocollata con tutti i crismi, dieci anni prima, e forse utile solo ad evitare prescrizioni incombenti, chissà..

Mi accomodo, quattro parole a conferma, tutto bene, grazie e arrivederci.

Prima del mio, ovviamente iniziato con un’ora e mezza di ritardo sul previsto, altri procedimenti tra i quali diversi rinviati a dicembre o gennaio del 2023 per assenza totale di testi e altri attori e quindi archiviati in pochi minuti (mi chiedo se tutti i convocati di tutte le cause fossero stati presenti quando mai sarei uscito da quell’aula..).

In tutto questo un pullulare frenetico di persone che entrano ed escono, testi, avvocati, uscieri, forse di polizia, forse anche solo curiosi, col Giudice, anzi “la” Giudice, come ormai di frequente uso, che ogni tanto sbatte la mano esigendo silenzio (un classico anche questo..).
L’unica cosa buona a mio avviso è che tutti hanno un’età media molto giovane e quindi si sta assicurando un futuro lavorativo alle nuove leve.

Sull’utilità di questo convulso arrabattarsi, invece, nutro serissimi dubbi.

Fare perdere una giornata ad un cittadino solo per ribadire una testimonianza rilasciata presso un Pubblico Ufficiale dieci anni prima ti fa intanto chiedere se le Forze dell’Ordine contino davvero qualcosa, se un processo in aula dove non c’è avvocato né il personaggio contro cui si eleva il procedimento, abbia il minimo senso reale, o siamo tutt’ora legati ad una burocrazia assurda che fagocita tutto il buon senso, e noi lì inghiottiti da formule, consuetudini, prassi giuridiche che rendono paradossale il tutto senza che nessuno se ne renda conto.
Un teatrino schiavo di procedure e manfrine folcloristiche che si ripetono da decenni infiniti lasciando sepolta la macchina Giustizia in un'inefficienza biblica.
Ed intanto ritardi  e attese di giudizio ben più rilevanti si accumulano, perché nel frattempo ci si dedica a ghirigori giuridici e scimmiottamenti di Perry Mason.

Potremmo mai crescere, evolverci,
restando impantanati nella fuffa?



 
 


mercoledì 29 giugno 2022

IL DIZIONARIO




Era alla sbarra: fiero e altezzoso. Una settimana prima aveva investito il Premio Strega, deliberatamente ed in piena coscienza.

A sentir lui ogni Premio di Letteratura gli apparteneva di diritto, perché lui era il master inequivocabile di qualsiasi combinazione di parole possibili.
Lui solo conteneva tutti i romanzi realizzabili; le sfumature, le interpretazioni, le divagazioni e le tendenze.
L’accostamento di vocaboli doveva essere considerato indipendente dall’ordine alfabetico col quale lui li custodiva.
Erano comunque tutti presenti, anche nelle diverse coniugazioni e nei più particolari aspetti grammaticali, diatesi compresa.

Il Dizionario reclamava solo Giustizia, e motivava il suo atto disperato come l’estrema sublimazione alla cocente delusione, incurante dell’incomprensione e indifferente dell’incapacità dei lettori che non riuscivano in autonomia a gestire e filtrare l’infinito patrimonio celato tra le sue pagine.

Era quasi riuscito a convincere la giuria sulla frustrazione che lo aveva portato ad un atto comunque scellerato, quando tutti scoprirono che all’aggiornamento della seduta, richiesto dal Giudice preposto, non era corrisposto l’aggiornamento periodico del Dizionario, e questo si palesò quando l’ultima risposta al Procuratore lasciò tutti sbigottiti.

La domanda che scatenò la crisi, al termine della requisitoria degna di uno dei migliori legal movie mai visti, era un semplice “Perché?”
Il Dizionario apparve, per la prima volta dalla sua comparsa in aula, come preso alla sprovvista,  incapace di consultarsi come brillantemente fatto fino a quel momento e proferì soltanto un:
“Vorrei spiegarlo davvero, ma non ho parole”.
La giuria vide crollare in quel preciso istante l’intero processo di supposta baldanza, e tutto quell’atteggiamento di boria appena velata, di spasmodica albagia, apparve improvvisamente sciogliersi in un empito di impotente sconforto, fino a che un silenzio devastante invase l’aula e il Dizionario comprese che al suo mancato Aggiornamento, stavolta, non avrebbe potuto davvero porre rimedio.

Forse solo un Sinonimi e Contrari avrebbe trovato magari una soluzione, un sistema, un espediente, un escamotage, un trucco, una scappatoia..

 


lunedì 27 giugno 2022

27 GIUGNO 1980 USTICA



Mi sembra di fare il verso a Moz, retronostalgico anche io oggi, a ricordare 42 anni di una strage che i ventenni/trentenni di oggi neanche sanno di che stiamo parlando.

E ci sono anche quelli saggi un po' più adulti che ricordano benissimo ma ti dicono; "Avresti preferito una guerra mondiale già all'epoca, solo per un aereo di linea abbattuto per sbaglio?"

E chissà, magari hanno ragione loro, e la guerra mondiale, nascondendo le vergogne sotto il tappeto, ce la siamo scansata fino ad oggi, e magari se mettiamo sotto il tappeto anche l'Ucraina, la svanghiamo anche stavolta, e di nuovo tutti al mare.

Tanto non c'eravamo noi su quel DC9.