Quel
26 luglio la calura si era impadronita completamente della città.
La
circolazione, comunque considerevole, permetteva ancora un agile
manovrare nel reticolo cittadino, rispetto alla stagione invernale.
Ma
quando tutti i semafori, in piena autonomia, decisero loro i
colori da esporre...
il
delirio si rivelò improvviso.
Banditi
il rosso, il giallo e il verde, completamente svalvolata ogni
sincronizzazione, il libero arbitrio aveva preso il posto della
noiosa routine.
I
primi incidenti avvennero tra chi cercava di capire se davvero era un
rosa shocking quello che vedeva, e chi era rimasto abbagliato da un
blu elettrico indicibile.
Il
malva e il marrone invece stavano creando disastri, soprattutto tra
le automobiliste donne, più portate a cogliere le minime sfumature, ma
erano il seppiato e il turchese acceso a far impazzire di più.
Tamponamenti
a catena e frontali irrimediabili in gran parte dei casi.
Gli
incroci “semaforati” stavano diventando snodi pericolosissimi
quando non decisamente fatali.
E
se pure si rimediava all'incidente, in ogni caso si creavano
capannelli di curiosi che crocicchiavano in strada cercando di
analizzare il fenomeno.. i centralini del Comune stavano impazzendo
ovviamente
Il
sindaco, daltonico da sempre, non riusciva a capacitarsi della
problematica.
Forse
anche per questo era un convinto fautore delle rotatorie ad oltranza
Era
fuori dai gangheri ora, e stava aspettando il capo dei Vigili Urbani
che si occupava anche della Direzione tecnica, convocato d’urgenza.
Avrebbe
atteso invano però.
Si era appena schiantato contro un tir, abbagliato da un semaforo
color giada olivastra, mentre sfrecciava dal Sindaco, immaginando
che quel pistacchio anticato (che gli era sembrato di scorgere),
fosse realmente un verde pieno, solo vagamente sbiadito dal solleone
estivo.