venerdì 17 febbraio 2017

DI UNA SENSAZIONE


Dopo quasi sette mesi in compagnia della nuova, e permanente, protesi in titanio al posto della testa dell'omero destro, e sventata una nuova operazione a causa di un'infezione alla protesi medesima, eccomi finalmente all'appuntamento con la riabilitazione in acqua, che doveva iniziare, senza contrattempi, già a Settembre.
Nel frattempo fisioterapia al lumicino, per scongiurare ogni focolaio di infezione, e antibiotici a palla per tre mesi.

Ma vi sto annoiando. Era di una sensazione che volevo scrivere.



Mi avevano avvisato che la terapia in acqua ha del miracoloso, quasi bere una pozione magica, in un certo senso.
Gesti soltanto teorizzati - in condizioni normali - diventano realizzabili grazie all'effettiva perdita di peso, immersi in acqua, che alleggerisce ogni resistenza e rende incredibilmente docili i movimenti, è quasi un volare e, per chi come me, amante del mare, è abituato a sentirsi a casa, in acqua; è come un ritrovare se stessi, legami forti, consapevolezze che in sette mesi si erano come assopite quando non dissolte.

Il deltoide, il muscolo che permette di alzare il braccio in alto e lateralmente, è ridotto a uno straccetto logoro.

Ma già ieri, al primo appuntamento in piscina, mi brillavano gli occhi assistendo ad una vitalità impensabile fuori da quella dimensione... è stato un tornare bimbo, un riassaporare antichi entusiasmi, e alla fine, riattraversando tutta la vasca per guadagnare la scaletta di uscita, anche l'approcciare un paio di bracciate - tentativo subito appesantitosi di dolore vivo - , mi ha comunque riempito di gioia, vera, di ricontatto con una realtà fino allo scorsa estate normale routine, passionale consuetudine...



Sono uscito dalla mia prima piscina con la stessa felicità del tizio che ha attraversato la Manica a nuoto la prima volta.

Euforicamente orgoglioso.


Godiamoci sempre le piccole cose, quelle che ci sembrano serenamente alla portata di mano (o di spalla). 


mercoledì 15 febbraio 2017

IL CANE AMA. MA NON VOI IN PARTICOLARE.


Vista la polemica innescata su facebook, replico a beneficio della comunità blogghereggia:

Pensavo a tutti quelli che esaltano il proprio cane dolce, fedele, intelligente e di compagnia.
E che inconsciamente credono di meritare tutto questo bene incondizionato.
Be'.. volevo avvisarvi che il vostro cane vi tributerebbe tutto l'amore del mondo anche se lo affamaste prendendolo a cinghiate.


Ribadisco ancora che non voglio affatto sminuire chi ha un cane e lo tratta da fiaba, solo evidenziare magari qualche tratto in comune con chi fa, ad esempio, la Comunione sapendo (o pensando di sapere) che poi andrà in Paradiso.
Insomma... siamo fatti male. Col cane o senza.

Anche senza scomodare il "culto ossessivo" (che comunque lega con la similitudine religiosa), è da sottolineare il rapporto squilibrato uomo/animale che non tiene conto che per il cane, il do ut des non è affatto un elemento di rapporto.




martedì 14 febbraio 2017

ELEMENTARY... WOW!


Una serie che mi sta prendendo sempre più.

Lo Sherlock Holmes più indovinato (il fenomenale Jonny Lee Miller), genialmente paranoico con problemi di disintossicazione da alcool e droghe, sotto terapia e anche qualche problema con la giustizia, ed al suo fianco un'azzeccatissima versione femminile ed orientale di Watson (Lucy Liu), un padre ingombrante, ambiguo e scostante; amori complicatissimi, casi pazzeschi risolti ogni volta con classe, metodo, genio e nella modalità tipica - e fascinosamente eccentrica - di un fuoriclasse dell'investigazione alternativa.


Una serie “oltre”.

Oltre tutto il consueto e il già visto. Che stupisce ed emoziona anche, riclassifica amicizia e amore, famiglia e lavoro, rivoluziona i canoni di troppi gialli stucchevoli che continuano a tracimare stancamente dal video.


Sta a Montalbano un po' come Sanremo ai Depeche Mode. 


lunedì 13 febbraio 2017

FRANCO BATTAGLIA PRETE...


Quella di attribuirmi atteggiamenti da prete è carina, potrei fare il novello Luciani:  mi farebbero fuori al primo accenno di voler regalare tutto ai bambini poveri (quelli famosi del Burkina Faso), quelli che la tv non la conoscono, internet nemmeno, non c'hanno un blog, e non fanno  manco playstation, ma solo la fame

Franco Battaglia prete, che  preti e suore li manderebbe tutti in missione.
Franco Battaglia prete cristiano molto poco cattolico,  prete(rintenzionale) bombarolo qualunquista, Franco Battaglia prete(nzioso) che torna a casa scosso, forse, se scompaiono Dave Gahan o Chris Martin. O Greg Lake, Pace all'anima sua..

Ma questo folletto prete sarebbe ancor più scosso, dalla scomparsa di Baricco 

o dalla notizia di  uno tsunami nel Salento? 

Perché mi dite “niente classifiche”, quando si tratta di morti? 
Dove invece  le facciamo tutti i giorni le classifiche, ci classifichiamo tutti i giorni, classifichiamo cinema TV musica libri avvenimenti, intenzioni, blog, post, utenti ed intenzioni degli utenti, commenti e contro commenti. 
Ma non sento delle "casette" zozze e usate, montate ad Amatrice... mentre la Raggi si che tira...

Soprattutto si discute sul come vivere e sul come nascondersi, dissimularsi, disilludersi. 
Ora che ci penso potrei scrivere un post: 

"Morte: tipologie ed aspettative”


Ma ora il prete(stuoso) Franco Battaglia ripensa, ad esempio, a Amy Winehouse, la (ri)scorge barcollante sul palco di Belgrado, brillantemente intossicata, 
e poi scorge un giovane morto di ipotermia sotto un quattro stelle abruzzese, E cerca agganci.

Poi vede ancora le macerie di Aleppo, e nell'altro emisfero i Lapo scagionati.

Poi i Bertone che si muovono per casa con i bus navetta, mentre una vecchietta dopo la chiusura del mercato, cerca di raccattare qualcosa tra gli scarti della mattina. Poi ancora quei cantantini sanremesi che tra una settimana ma chi se li ricorda più ... 

E poi pensa ancora che nei dieci minuti che ha impiegato ad impalcare il suo post moralistoide sono morti (di stenti, di malattia, di incuria, di ingiustizia, di egoismo, di fame o di qualsiasi altra causa che inneschi la mannaia della più cruda delle statistiche), due bimbetti anonimi nel profondo di un'Africa che possiamo solo immaginare
 
Il prete Franco Battaglia, allora si, che mette in ordine queste morti. 


Le mette in fila proprio per importanza, ci  fa il post e la povera Amy, da qualsiasi punto di vista io la guardi,  'stà macabra classifica,  è sempre in fondo; perché sarà pur vero, come fatto notare da più utenti, che la Morte livella tutti e che quella di ognuno merita tutto il Rispetto. 

Ma, a mio modo di vedere, è la vita che andrebbe apprezzata, quando ce l'hai in pugno, e garantita invece, quando nel pugno hai solo le mosche a nutrirsi del tuo scheletro.

Poi sai che c'è? Ognuno si scuota come meglio crede.  
 

giovedì 9 febbraio 2017

TUTTO QUELLO CHE FARA' LA RAGGI...

"mado' quant'è arto!!..."

Voglio contribuire anche io per far sapere alla maggior parte del mondo bloggereggio - poveri sfortunati che non vivono a Roma, la città più bella del mondo -, quali e quante iniziative stia partorendo la vituperata giunta Raggi per far si che si viva la caput mundi in maniera sempre più entusiastica:

Finestre anodizzate al Colosseo
Copertura del buco sulla cupola del Pantheon
Impianto di risalita sulla scalinata di Trinità dei Monti
Maxi rotatoria attorno al Raccordo Anulare per favorire l'accesso al medesimo
Riappiccicatura agli alberi delle foglie cadute
Teletrasporto del biologico con smaltimento spaziotemporale
Sottopasso per estendere il Cammino di Santiago
Allargamento delle buche in strada, almeno si vedono bene e si evitano
Rosso o verde ai semafori su responso della Giuria Popolare
Job (ar)rotation degli assessori
Stadio della Roma no, o forse si, vediamo dai...  

"Mortacci vostra.. se lo avressi saputo..." 



martedì 7 febbraio 2017

DADA 101



DADA: Movimento letterario d'avanguardia (Zurigo 5 febbraio 1916)
              fin dal nome, scelto a caso su un dizionario francese,
              è dichiarato l'atteggiamento di rifiuto della cultura
              e della morale corrente e dei sistemi convenzionali di comunicazione,
p r o p u g n a n d o
              una scrittura
              l
              i
              b
              e
              r
              a
              da ogni regola sintattica,
DADA è lo spirito libero.

Ora, già intrupparvelo a mo' di celebrazione, su questa pagina
             è tutto sbagliato.

domenica 5 febbraio 2017

SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERBLUFF


La sindrome da Una notte da leoni 2, colpisce clamorosamente ancora... vado al cinema tutto speranzoso e mi imbatto in un prodotto appena simpatico, ben strutturato, con addirittura qualche personaggio in più, come quel Morelli/Coliandro finalmente nelle sue corde (e anche qualcuno in meno.. aridatece Marcorè!), ma lontano anni luce dalla prorompente vitalità, dall'effervescenza, dalla brillantezza di gags e idee del primo episodio, che stavolta latitano di brutto, come se ci si stesse ancora rimirando allo specchio all'insegna del “ma quanto semo bravi”.


Ormai conosciamo il plot, svanito l'effetto “ricercatori disperati”, archiviato il boom della droga sintetica, ci ritroviamo in uno stallo creativo che vorrebbe vivere di rendita: i personaggi base sembrano incartati (compreso l'immenso - in tutti i sensi - Fresi), oppure sottoutilizzati, e per contare le scene di comicità “memorabile”, tra l'altro bruciate tutte dai soliti trailers anticipatori, basta meno di una mano davvero.
In più cloniamo anche il brutto vezzo di segmentare e ipotecare il futuro, girando già da subito un terzo episodio, alla stregua degli infiniti Star Wars e Signori degli Anelli, inserendone subito il trailer all'interno del film...

insomma, delusione ragazzi.. il mio eroino Edoardo Leo se la cavicchia pure, ma il disagio di fronte alle avventatezze dei suoi compagni di avventura e bisboccia, ricorda molto il mio, di disagio, che ancora con memoria viva della splendida prova d'esordio, fresca e innovativa, cerco una scintilla che mi faccia sobbalzare, come allora, sulla poltrona.


Qui ricalchiamo stancamente tracce già percorse, senza neanche quel brio che strappa risate a scena aperta, ci limitiamo al compitino. Siamo passati dal tema al dettato. A poco vale qualche escamotage, come il flashback a fumetti, o l'anticipo del terzo capitolo, tutti effetti confondenti, a rimestare un soufflé sbragato nel forno.

Al posto di Sibilia avrei mirato su un prodottino tutto nuovo, senza puntare solo alla cura di un'estetica formale.

Ma forse a lui Una notte da leoni 2 è piaciuto. 
Infatti ecco pronto il 3.
Stavolta aspetto Sky. Smetto io quando voglio.