venerdì 11 marzo 2016

VEDI NAPOLI...


Golfo da Castel dell'Ovo
Piazza del Plebiscito

.. e capita che prenoti un Frecciarossa andata e ritorno, porti tua moglie a vedere il Cristo Velato, che non l'ha mai visto, ti godi la sua meraviglia e te la ribalti su di te, e poi vi sparate Napoli in lungo e in largo, sei ore di cammino a spulciare il possibile, dal neogotico che ricorda tanto Gaudì al maiolicato di Santa Chiara, da vicoli labirintici di panni stesi e motorini rombanti  a mare improvvisamente spalancato che ti illumina i polmoni, da frittini ad ogni angolo di via alla gente che ti sgomita con non chalance, da centinaia di presepi vivi, alla metropolitana che sprizza colore come fosse una festa, da orge di barocco "napoletano" a quiete barche ormeggiate fino in strada.
Bastioni di Castel dell'Ovo

E alla fine sei ubriaco di bellezza. Occhi e cuore colmi. E col sorriso di lei, esausta come mai, che ti si addormenta su una spalla, mentre torniamo a Roma.

Nuovo look per la stazione Centrale

Chiostro di Santa Chiara




Caffè al pistacchio e coroncina di noccioline.
Puro sturbo al vetro.

Scorcio di quartiere spagnolo
L'arco di Castel dell'Ovo






Maschio Angioino

Ormeggio creativo




Nuova metro rutilante...


...ma il traffico rimane...   ;)


sabato 5 marzo 2016

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT (SUPEREROEDENOANTRI)



Rielaborare un supereroe a uso e consumo metropolitano è sempre un azzardo sovrumano.
Il contesto e i caratteri che Mainetti ritaglia per la propria opera prima invece, sono studiati con estrema cura, disegnati in maniera congeniale adagiando su un feroce telaio di criminalità comune, una copertina di estrema sensibilità, che spulcia e sfrutta indole e umori delle sfaccettate personalità protagoniste, a partire da un Santamaria cupo e misantropo che dona al suo jeeg di periferia tratti da mIstery fragile e imbarazzato, una fascinosa e tenera Ilenia Pastorelli nel ruolo della disagiata sognatrice che offre, da coprotagonista, linfa vitale alla storia filmica, il cattivo di turno, narcisista molesto e maniacale Luca Marinelli, con l'amuchina da borsetta, gestisce un costante, schizzatissimo sopra le righe, perfettamente cucito sul personaggio dell'esaltato cronico.


Tre personaggi che si arrotolano tra loro e una città di sottoeroi che ne decreta passato e futuro, una Roma da salvare, ghettizzata e delinquente, affogata di scorie, sogni malati e dormitori.

Una favola uscita dal delirio che vaga disordinata tra tutte le storture dell'emarginazione e del degrado tipiche di una periferia romana e, sfruttandone debolezze, vizi, contraddizioni e sentimenti feriti e mai curati, confeziona un sogno gualcito come un vestito da principessa o come una maschera da eroico cartoon da indossare quando tutto è perduto.


Il nostro supereroe di periferia è un disadattato cronico senza amore e senza amici.. ma la sensibilità gliela scardinano proprio questi poteri inaspettati e subito sfruttati, ovviamente, per fare cassa.
Ma sarà l'incontro con la fragilità di questo personaggio femminile permeato di candida ingenuità a decretare la svolta, l'unica persona che penetra la corazza di Enzo, l'unica che riesce a giudicare compatibile la sua nuova identità con la sua unica e possibile missione: “salvare la gente”.


Questa la chiave di lettura più plausibile e che mi piace individuare, non l'uomo che assurge a supereroe, ma questa etica da supereroe che viene a sporcarsi di bassa umanità, ispirando nuova dignità e sentimenti.


E persiste costante un fattore di tenerezza estrema a rendere confidenziale questo clima di vita borderline, pur nell'esaltazione violenta, dove la poesia si lascia comunque individuare e accarezzare con immagini spesso contrastanti, tra uno yogurt e un camerino, fino a indossare fantastici epiloghi.


mercoledì 2 marzo 2016

PAURA E FEDE



Camminando in una giornata tiepida e assolata, Fede si fermò ad un bar lungo la strada con diversi avventori intenti a sorseggiare qualcosa nel tepore della luce chiara.

A uno dei tavoli scorse Paura: “Ciao, come stai? Io vado a Felicità.. e tu?”

Anch'io.. ma mi sono seduta qui.. si sta bene.. tranquilli.. non ti rompono se non ordini.. ti lasciano in pace.. io non chiedo e loro non pretendono... diciamo che sto riacquistando serenità...”

Quindi non vai più verso la tua meta?!”

Be’..tutto sommato.. posso anche restarmene qua.. sai che c’è? Ne ho passate tante cercando di arrivare a Felicità in passato.. che un po’ di ridimensionamento non guasta... troppe emozioni negative, troppe amarezze, delusioni, rabbie convulse tradotte in quella che sono... diventata..”

Io credo tu possa guarire... possiamo viaggiare insieme se vuoi.. anch'io non ho la certezza matematica di poter raggiungere l’obiettivo.. ma mi sostiene una forza e una visione superiore..
una componente di "te" esiste certo.. altrimenti sarei solo incosciente.. ma non può bloccarmi, non può e non deve”

Qui è come se mi avessero fornito uno scudo accanto, persone di cui posso e mi piace fidarmi, aspettative al minimo, ma anche rischio quasi azzerato, tengo il freno tirato ma almeno non scivolo, forse sacrifico qualche grillo per la testa, spiegazzo qualche sogno nel cassetto.. ma hai visto mai.. magari sarà Felicità a venire lei da me... oppure farò in modo di costruirmela io, questa fantomatica città...

anche se quella autentica l’ho vista una volta, morsa voracemente, percorsa e gustata, e mi ci sono impazzita dentro, ma è stato come un sogno fugace, fragile... assoluto delirio da  felicità.. e ho creduto che non potesse durare.. no... i sogni si frantumano, se ti cadono dalle mani, non lo sapevi?”

I sogni camminano con me, li tengo cari col cuore e il pensiero, possono realizzarsi tutti.. specialmente se li ho conosciuti un giorno...se li ho assaporati, ne ho leccato le lacrime di gioia  e ne ho svelato ogni segreto..

ora ti saluto... vado a raggiungerli, mi aspettano...”




sabato 27 febbraio 2016

IL CASO SPOTLIGHT (NON LO FATE SAPERE IN GIRO...)


Scoperchiare il caso pedofilia nella Chiesa, e in maniera così capillare e massiva, fu una bomba mediatica che all'epoca (2002) sconvolse a tutti i livelli...
Tutti meno la Chiesa.
Che forte della sua esperienza millenaria e delle malefatte collezionate in secoli di maramaldeggiamenti più o meno autorizzati/sopportati, non fece altro che trasferire il muto responsabile di quello scempio, da Boston a Roma... e nientepopodimeno che nella basilica preferita da Papa Bergoglio, Santa Maria Maggiore... hai capito che punizione!... un po' come il Marcinkus sottratto alla giustizia e spedito in Sudamerica a meditare..

Omertà e tendenza all'insabbiamento i codici di lettura contro i quali si sviluppa questa indagine,  che dovrebbe essere di esempio per tutto il giornalismo di inchiesta.



Il team investigativo del Boston Globe, Spotlight, sempre al centro di casi scottanti, si becca - a cavallo del 2001/2002, quindi anche con la rogna torri gemelle - la patata bollente degli abusi sessuali da parte di svariati preti su svariatissimi fanciulli.. casi coperti, imboscati e mai condannati, anche, e soprattutto,  con l'aiuto delle alte sfere ecclesiastiche statunitensi.

"Vuoi far causa alla Chiesa?!?" chiede un avvocato al direttore del Boston Globe. Della serie Davide contro Golia.

Si narra del probabile primo tentativo di colpire il sistema al cuore, la pratica metodica, la politica del malcostume in seno alla Chiesa,  spesso difesa dal tacito assenso, sviluppato dal senso della vergogna e dalla paura di vilipendio contro una Istituzione forte e decisa a non far trapelare nulla riducendo al minimo le responsabilità.



Quindi niente condanne, solo trasferimenti. Niente processi, solo preghiere a soprassedere, a lasciar andare. Nessun clamore o denuncia. Solo un quieto indugiare sospendendo ogni giudizio. Rimuovendo semplicemente le pedine.
Mescolamento delle mele marce,  rimettendole comunque in gioco, e lasciandole libere di avvelenare ancora.
Sofferenze, suicidi, vite spezzate.. tutto un corollario da sopportare in nome di Dio.

Spotlight da' finalmente una spallata alla struttura. 
Il metodo è stato non andare a caccia del singolo prete, volando comunque basso, ma risalire e comprendere come mai si reiterasse il sistema e nessuno venisse mai inchiodato alle sue responsabilità.
Colpire quindi la ragnatela di avvocati conniventi con le gerarchie ecclesiastiche, tutti volti a tacitare le vittime, mediante cura dei risarcimenti alle famiglie e anche invocando un'etica cappa di silenzio in nome del Timore di Dio.
All'epoca fu scandalo. E grosso.
Ma siamo sicuri che le cose siano migliorate? Fu appena una scalfittura?

Oggi abbiamo Papa Francesco che vorrebbe tirar fuori la Chiesa dallo Ior ma non riesce neanche a tirar fuori Bertone da un attico.

Come possiamo stare sereni? La Chiesa è fatta di uomini, si dice, e sono d'accordo.

Ma se diviene luogo di silenzio e copertura per ogni errore, non la esaltiamo di certo.   


domenica 21 febbraio 2016

LA BIBLIOTECA DEI LIBRI IMPOSSIBILI



Dai, vieni con me.. ti porto in un negozio che ti piacerà.. non crederai ai tuoi occhi...”
Quando Luca si fissava non c'era verso.. dovevi seguirlo altrimenti ti avrebbe tampinato per giorni
Ora era la volta di questa biblioteca dove sembrava si potesse esigere qualsiasi libro.. si, avete sentito bene.. qualsiasi libro fosse sgorgato dalla vostra fantasia, e richiesto al box informazioni, veniva comunque, e prontamente, recapitato tra le mani del richiedente.
Volevo stare al gioco e quasi al volo partorii una “Cronistoria dettagliata della raccolta di conchiglie di Napoleone a Sant'Elena”
Ed eccolo in un battibaleno, copertinato a fuoco, coi rilievi su cuoio vivo, è proprio la mia cronistoria... la prendo in mano tremante.. penso si accendano a brevissimo i riflettori di Scherzi a parte, ma non succede.
Apro la copertina, dentro pagine ingiallite e inserti a colori sbiaditi di conchiglie oceaniche, alcune con addirittura Bonaparte disegnato sorridente a fianco.. scorro qualche riga e mi sento perso, esiliato anche io, preso a tenaglia in un mondo che dovrei aver scosso solo io, tra i miei neuroni, giusto a sfidare le fandonie che racconta Luca.. ma ora mi sento impaurito quasi ...e con una quasi isterica voglia di controprova immediata.. ancora col tomo in mano e l'odore di pelle stantìa nelle narici, mi rivolgo al giovane commesso chiedendo se per caso sia in possesso della “Guida alle micro isole sfuggite all'area eruttiva di Santorini”. Mi guarda vagamente incupito, digita rapidamente sul pc e il sorriso torna a disegnarsi subito sul volto curioso. 
Si allontana un minuto e riappare con questa guida/atlante in un'edizione di inizio secolo, con copertina rigida e una serie incredibile di tavole topografiche alla minuziosa individuazione di un centinaio di - in alcuni casi giusto scogli -  isolette a pelo d'acqua, sfuggite alla caldera minoica di Santorini...


Ora stavo sudando. 
Luca più esterrefatto di me. Ringraziai e m'incamminai verso casa. Il potere era mio o la libreria era magica? O la suggestione stava giocando scherzi incredibili? Possibile che non avessi inventato proprio nulla chiedendo di quei due vecchi libri, guidato solo da memorie sopite, edizioni magari sfogliate in gioventù durante le mie scorribande in casa degli zii?
Certo se le proiezioni della mia mente tramutano in realtà sensazioni ed elucubrazioni interiori.. chissà a sfogliarli poi, questi libri, partoriti dal subconscio, quali sviluppi e rivelazioni avrebbero potuto mai mettere a fuoco..

Il giorno dopo chiesi “La Felicità non può nulla contro la Paura”, lo divorai in una notte.. mi ritrovai in pieno con quesiti e riposte, i corollari e le intransigenze, gli incagli e gli ostacoli bene allineati ad annunciare le impossibilità di una rappresentazione che ribaltasse gli assunti.
Domande in embrione che mi tormentavano l'anima si sviluppavano in un testo mai esistito, che solo un mio desiderio evocativo di chiarezza rendeva reali..

Tornai in libreria conscio del mio potere e chiesi:
Cosa devo fare per non perderla?”

Ma il libraio cortese, stavolta, cercò invano. Nulla era edito a quel titolo.
Forse qualcosa si stava smuovendo, stava macinando terreno e sogno.

Ma bisognava essere in due a scriverlo quel libro.
In due.





lunedì 15 febbraio 2016

FANTASMI



Oggi porto a passeggio i miei fantasmi al cimitero.

Si, ogni tanto reclamano aria di casa.. posso capirli.. sempre al cinema, a cena, per mostre, teatri e happy hour si rompono un po'..

Li porto anche al lavoro a dir la verità.. ma siccome voglio che stiano buoni mi rimangono insofferenti e si divertono a sabotare il distributore di bevande calde..

Oggi no. Al cimitero starebbero ore.. e quando dico che stanno per chiudere si fanno due gran risate e mi dicono che per loro non ci sono cancelli..

Incredibile.. non ci sono più i fantasmi di una volta...