mercoledì 8 luglio 2015

NUTELL(IN)E



Non immaginate le chiacchiere in frigo. Specie quando è chiuso, e la lucetta, come temono certi miei amici genovesi, rimane accesa...

Almeno mi tenesse nella credenza! Invece qui! Non solo in questo freddo assurdo, ma anche assieme a confezioni immigrate da ogni dove, e persino a surrogati di creme di nocciole che al massimo, nel loro misero peregrinare, hanno visto uno scaffale da discount!


La confezione di mininutella da 30 gr. che avevo abilmente sottratto al buffet del resort maldiviano, in beato clima esotico, soffriva ormai da tempo di un freddo indicibile, nel frigo di casa; e si lamentava con la Nutellina abituata ai breakfast su e giù per le crociere nei fiordi, la quale invece, se ne stava appena a suo agio in quella che considerava la sua temperatura ambiente.. "Io l'abbasserei ancora 'sto termostato.. ma guarda un po' tu.. "

Due Nutelline appena arrivate guardavano le colleghe piene di ammirazione e più che una punta di invidia: "Noi eravamo in un alberghetto a Formia.. bel mare si.. ma sarebbe piaciuta anche a noi una traversata avventurosa, anche spiaccicate tra interstizi di zaini e valige, dopo aver troneggiato su megabuffet sconosciuti di paesi incredibili.. vi ascolterei tutta la vita.. ma per caso si riparte mai da questo frigo?!?"

Senti un po’ tu”, esclamò una confezioncina di Crema di Nocciole Imperiali delle Langhe, sottratta in un favoloso B&B delle Cinque Terre, “ il fatto che ti conoscano in tutto il mondo solo grazie al fottuto marketing non ti autorizza affatto alla chiacchiera a vanvera.. affoghi nell'olio di palma e nello zucchero forse neanche raffinato, il cacao lo vedi giusto col binocolo, e surrogata sarà tua sorella!! Su quelle tue pseudonocciole poi.. stenderei un pietoso velo..

Il pacioso barattolino di marmellata di agrumi, accomodato sull'ultimo ripiano del frigo, a questo punto intervenne sedando una pericolosa escalation:

Io, intanto, partecipo al rito della Colazione tutte le sante mattine, arrivo dal supermarket all'angolo e mi consumo in una settimana, massimo due., certo non ho girato il mondo e non so neanche quanto c'è da vedere oltre questo frigo e le tovagliette allegre e colorate del mattino.. ma a voi si che vi tengo d'occhio, tutte belle impilate in attesa di un peccato di gola che non sempre trova sfogo.. imbellettate e saputelle: statevene serene, che prima ancora del proprietario vi farà fuori 
..la scadenza





p.s.   ..e sentiti ringraziamenti al cugino Domenico che in visita a Roma, disquisendo amabilmente al desco della prima colazione, mi ha fornito il goloso assist per il post.. 

sabato 27 giugno 2015

MAL DI CORSICA

Col Bavella

Per tanti versi una piccola Sardegna.
Per infiniti altri no.


Troppo l’amore per il mare, troppe le vette, i boschi e i corsi d’acqua a renderla intricata.

Parlano francese ma sono cortesi e disponibili, e sfoggiano spesso un accettabilissimo italiano.
Sono Corsi. Ci tengono. Fino a sverniciare orgogliosi - e capillarmente - la pronuncia in francese su tutta la segnaletica stradale bilingue francese/corso.



Innumerevoli le assonanze con l’architettura delle cinque terre. 
Qui Genova l’ha fatta da padrona per lungo tempo. Il mare splendido è un’estensione naturale dell’incredibile affinità con l’entroterra
E i paesi sospesi a metà tra cielo e acqua, rimangono a salda testimonianza.



Mentre gli odori di montagna aspra e vera che fanno capolino dopo pochi tornanti, strappano in un attimo dai climi esotici e proiettano in dimensioni tolkeniane.

Ma non voglio farla tutta splendida.
I prezzi sono proibitivi, certe strade inerpicate senza guard rail improponibili, e le mucche che ti attraversano la strada in piena notte, un mezzo infarto testato dal vivo.



Però il mal di Corsica esiste. La nostalgia al distacco e la sintonia con quella apparente confusione, il mare così prepotente e la montagna che preme a un passo, e laghi in mezzo a chiedere - e ottenere - gli spazi risicati dove infilare tutti i panorami possibili, le mozzature di fiato, le sorprese continue. 

Certo torno sabato sera a casa e in tv c’è Mediterraneo di Salvatores.
Il cuore impastato di isole greche mi si squaglia sul video.

Ma questa è un’altra storia...







Porto Vecchio



Fiordo di Bonifacio



giovedì 25 giugno 2015

DUE ANNI TRECENTO POST



Posso farne a meno ormai?

Assolutamente no. Dipendenza assoluta.
Dalla voglia di scrivere, di leggere, di confrontarmi, di scoprirvi.

Grazie a quest'invenzione che permette di tenere assieme sensazioni, ricordi, esperimenti.

E grazie a tutti voi.

Franco

mercoledì 17 giugno 2015

BENTORNADO A CASA!!

Quelle trombe d'aria fantastiche che vedevo al telegiornale, quei twister devastanti con quella zona di calma piatta all'interno, a ribadire che il famoso “occhio del ciclone”, esiste eccome.

Questo, pensavo, ci vorrebbe; appena vagamente rinfrancato dal ritmico e noioso palare del mio ventilatore a piantana. 
L'ennesima notte di calura ossessa mi stava consumando sonno e neuroni.

E chissà, sarà stata la disperazione a suggerirmi quell'idea folle. Quella che avrebbe sostituito il caldo appiccicoso, con l'apocalisse.

Presi i tre ventilatori di casa e la pompa di calore portatile che d'inverno alleviava le temute uscite dalla doccia bollente.
Li disposi a cerchio nel salone, fianco angolo cottura.
Spalancai ancor più le finestre da dove non entrava che afa appiccicosa dalla palpabile umidità equatoriale.
Accesi tutti gli apparecchi convogliando quell'ulteriore massa densa di calore verso il frigo.
Mentre sudavo cercai di immaginare cosa diavolo potesse mai succedere aprendo di botto il freezer.

Ma non ebbi quasi tempo...
Perché accadde.

L'aria fredda in discesa, a contatto con quella calda vorticosamente in salita creò un turbine in miniatura che mi lasciò senza fiato, la tenda si accartocciò ad esso, ma questo minivortice in un istante abbandonò la presa dirigendosi al centro della stanza e scuotendo, ma senza poter far molto, al passaggio, piante e cuscini del divano.

Si stava ingrossando, ma soprattutto velocizzando..
l'impatto con la libreria fu devastante, i volumi di piccolo e medio cabotaggio furono letteralmente risucchiati, ninnoli e suppellettili scaraventati nel delirio..
chiusi d'istinto il frigo ma la giostra era innescata.

Quella notte d'estate immobile si stava indemoniando.
E io ora sudavo freddo cercando di immaginare una via d'uscita.. la porta di casa!!
Devo arrivarci, pensai, mi spostai lateralmente schivando oggetti di cui non immaginavo neanche l'esistenza.. dovevo farcela e nel caos notai che, si!.. stava addirittura piovendo!!

Si era auto generata una nube sul soffitto e il cicloncino sbatteva impazzito di parete in parete trascinando ormai anche quadri, cuscini, intravidi anche un bicchiere che per poco non mi colpì... anzi no, mi colpì. In pieno.


Non si spiega altrimenti quel livido e quel mal di testa qualche ora dopo, appena sveglio.
Un maledetto incubo!..
Ed un'arsura feroce.. mi alzai uscendo intontito dalla camera da letto... 
e il sole mi trafisse come un dardo..

la cucina non c'era più!!..
potevo addirittura scorgere quel pino secolare da sempre accanto al portone.

Era goffamente disteso. Sopra la mia auto.





venerdì 12 giugno 2015

IL PAPA CHE SCIALA


Il Vaticano raschia il fondo del barile a Roma e recupera un immobile di proprietà abbandonato offrendo 30 (leggasi trenta) posti letto a poveri, clochard e, volendo, anche, rifugiati, forestieri, espatriati, clandestini, stranieri, etc.


Direi che il problema immigrazione può considerarsi archiviato.

E anche le suore, eventualmente bloccate in ascensore, avranno soccorso in un battibaleno...


domenica 7 giugno 2015

REDENTORE DAL LATO OVEST

Scalare il Redentore sembrerebbe impresa da anime pie, ma noi vagamente più profani, lo abbiamo raggiunto in un paio d'ore, partendo da sopra Maranola, delizioso borghetto medievale tra Formia e i primi avamposti degli Aurunci,  seguendo il percorso che affaccia la parete a uno squarcio di splendido Tirreno, fino a 1300 metri, in splendida panoramica su Ischia, Ventotene e Ponza.

Cosa chiedere di più ad un caldissimo fine maggio foriero di precoce estate?

Null'altro in effetti.
Ci godiamo l'aria rarefatta, i fragorosi silenzi, l'occhio perso all'orizzonte, i gheppi a velocità di crociera, il respiro che si regolarizza, brandelli di nubi curiose,  pizza  mortazza e banane, tutto senza fretta.
Che le magliette asciughino il sudore in beata altitudine

Poi un affettuoso stringere i lacci e si riscende tra chiacchiere di amici veri, pensando alla meritata stramagnata di pesce e bufala che ci attende la sera in quel della magica Gaeta..

La parete chiama..

Paesaggi altrosistemici


Aurunci lato est



San Michele. La chiesa nella roccia


Scolliniamo?

In cima



A tu per tu con le nuvole

Ischia in lontananza, giuro.

Ecco a voi: il Redentore. In bronzo e ossa

Particolare di Maranola


Gaeta nottambula

sabato 30 maggio 2015

AMO L'ATTESA



Non so cosa cerco,
cosa attendo apparire
nel buio riciclato
o dai silenzi che affastellano
ricordi di sonno perso.

Potrei scrivere di stelle luminose
emerse dall’oscurità,
o di pensieri allagati di vento
che mi portano regolarmente
in riva ad un mare.

In realtà amo l’attesa.

E il suo attendermi.