A
Roma c'è una strada, la centralissima Via del Corso, dove è
possibile gustare il “passeggio” di svariatissime, eccentriche -
quando non decisamente bizzarre - umanità, alle prese con la
cosiddetta “vasca”.
Un
percorso da reiterare in su e giù, da Piazza Venezia a Piazza del
Popolo, in apparente stato di nullafacenza, offrendosi allo sguardo
stupito di chi capita da quelle bande giusto casualmente.
Solitamente
erano (e sono) rinomate le “vasche” che in paese o in
provincia animavano le serate dei fine settimana o dei festivi, un
bell'andirivieni per il corso principale che offre però pochi spunti
rispetto alla fauna alienamente circense riscontrabile nella
romanissima Via del Corso.
I
personaggi sono soggetti tarati esclusivamente per questa tipologia
di percorso, potenzialmente passibili di arresto se colti in altre
zone urbane dove gli indigeni di passaggio corrispondono ad una
taglia media accettabile del genere umano, senza troppi grilli per la
testa, con forse un convenzionalissimo tatuaggio, capelli con
variazioni di colore e taglio accettabili, un abbigliamento
genericamente reperibile in negozi, appunto, di abbigliamento e gli
orecchini ed altri accessori metallico/bigiottistici, di norma, solo
sulle orecchie.
Nelle
vasche invece puoi trovare umanoidi non collocabili altrove.
Gente
con gli specchi di legno a casa, soggetti dai pessimi rapporti con le gamme
di colori non sopportabili, altrimenti, in assenza di appositi
filtri, con addosso follie eccentriche che pure al Barnum ti riserverebbero più di un sussulto.
E'
incredibile una cosa però.
Questi
personaggini, nonostante la loro improbabilità e la loro manifesta
denuncia verso tutto ciò che dicesi convenzionale, sono pienamente coscienti di doversi gestire in aree delimitate, e del dover esibire
le mise, i trucchi, i colori, gli eccessi, i botulini che tracimano,
le minigonne livello pube, i tacchi puntellati, le lingue
bucherellate, solamente in apposita vasca precostituita.
Insomma questi non prendono la metro, non vanno a teatro, a messa e neanche alla Coop, non li trovi in rifugio a 2000 metri e neanche sul pattìno a Ostia, non ti battono lo scontrino in libreria e non fanno la fila in mensa.
Dove sarebbe allora 'sta sbandierata alternatività?
Nel passeggio al corso?
Una
sana passerella di paese trasformata in esibizione (in)urbana da
continuo cartellino rosso.
Rimarrebbero
a bocca aperta anche i pesci arlecchino, in “vasca” con
questi...