domenica 22 settembre 2024

STORIE

 

Erano le storie che venivano a cercarmi,
alcune a forma di gattino minuscolo
desideroso solo di coccole e punti e virgola.

Storie randagie animate solo da istinto e curiosità,
ma digrignano i denti a volte, soffiano insofferenza,
graffiano l’anima a non stare accorti.

Che poi le vado solo narrando,
addobbandole da raccontino,
e dove le metto poi?
Avrei aperto il blog proprio per accatastarle meglio,
ma loro stanno chiudendoci me, in realtà.
Le faccio respirare e loro tolgono fiato, consistenza:
mi svuotano.

Creo mondi che non esistono fuori da me
e fanno fatica ad imporsi visione, lettura, interpretazione.

Sembrano universi rovesciati, mappe indecifrabili.

È l’altro lato dello scrivere per se stessi,
quello inopportuno,
creatore di mostri che mi sfamano
ma poi vagano in cerca di cibo per loro,
e mi tengono buono
affinché riproduca altre storie fameliche,
per muoversi in branco, abbagliare un lettore casuale,
e sbranarlo
mentre incauto rimane affascinato da una tela invisibile.

Lui accarezza il micio e l’artiglio lo squarcia.

2 commenti:

  1. è così, i racconti ci vengono a cercare che sono ancora piccoli e innocui come micetti appena nati.
    ma poi ci crescono in testa, ci graffiano la mente, insistono tra gioco e ossessione fino a che non li stendiamo su carta o li fissiamo sui pixel. E da quel momento abbandonano chi li ha scritti per prendersela, un po' per gioco un po' per non morire, con chi li legge.
    ml

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  2. Scrivere storie è terapeutico perché rendiamo visibili : pensieri, paure, rimpianti e spesso in esse primeggia l'amore. E' magia e chi sa apprezzare, ne beneficia. Serena domenica.

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