mercoledì 12 settembre 2018

WONDER. COME TI ARRUFFIANO IL PUBBLICO.



Un film che tifa spudoratamente, se non proprio per il “bello”, sicuramente per il buono e per il gentile, che se sparati a pioggia, alla fine - bello - ti fanno diventare comunque.

Un tipo di cinema molto ruffiano cui piace vincere facile.
Lo inquadro nella bacheca delle forrestgumpate: quindi una narrazione che si esalta coi presunti perdenti sistemandogli ben bene le carte per farli uscire vincitori.



Il nostro August, protagonista di un romanzo di Palacio, non sfugge alla regola, nato col viso deturpato per cause genetiche, sarà sottoposto a svariati interventi per addolcirne la deformità, nonché amato visceralmente dalla sua famiglia, che gli assicurerà affetto, sostegno ed istruzione evitandogli contatti prematuri ed imbarazzanti con i coetanei.
Ma i dieci anni, e la prima media, sono arrivati: per il nostro Auggie, cresciuto con ambizioni lunari (gira infatti con un casco della Nasa che gli garantisce sogni spaziali e immunità visiva), è giunta l’ora di farsi vedere dal mondo.

E allora ci prepariamo ad un’ampia selezione di stereotipi: dai bimbi che si scansano al passaggio del “mostro”, all'immancabile bulletto di scuola con la sua cricchetta spavalda, alla sorella che soffre l’assenza di attenzioni, riservate tutte al fratellino menomato, e che farà coppia con un nero (tanto per omaggiare anche in questo caso la politically correct) dopo essere stata bistrattata dalla confidente del cuore che prima la molla per machiavellici motivi e poi si pente con colpo di “scena”, al bel ragazzino perfettino, prima comprensivo, poi voltafaccia, poi di nuovo amichetto, fino ai genitori invidiabili, onnipresenti, indulgenti e protettivi, senza mai un cedimento.



August si muove in questo panorama, a volte svicolando, ed altre cadendo, in trappole scontate; è forte della sua intelligenza, e di quella gentilezza citata ad inizio film: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se essere giusto o essere gentile, scegli di essere gentile”.

Un atteggiamento che deve permettere il “cambio di sguardo” nei suoi confronti, come auspicato dal preside ispirato, ma che non può ammantarsi di sfacciata smielatezza da far sciogliere come neve al sole tutti i nodi che il film, artatamente e qualche volta senza filo logico, crea mano a mano ad esaltare risaputi cliché hollywoodiani, fino all’epilogo finale dell’applauso scolastico a scena aperta…

In definitiva, parodiando il precetto prima citato: “Se proprio dobbiamo scegliere tra un film giusto, ed uno buonista. Scegliamo quello giusto”





34 commenti:

  1. Io onestamente visti i trailer ho scelto di non vederlo perché mi sembrava un "già visto" solo con più melassa. Non sono contro questo genere, ma deve essere fatto davvero bene, toccare l'anima ma anche la testa e non giocare sul facile e fin troppo scontato dolore e dispiacere che tutti noi proviamo, oltre ad una simpatia immediata, per il personaggio colpito dalla malattia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me sapeva di deja vu lontano un chilometro.. l'ho ribeccato adesso per "volontà di famiglia", ma almeno approfitto per stroncarlo un pochino... ;)

      Elimina
  2. Ah ecco dove l'avevo sentito: è un libro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi in questi casi verrebbe voglia di leggere il romanzo originale per dare una speranza alla storia... ma proprio non ce la faccio...

      Elimina
  3. Se August avesse frequentato la scuola dell’infanzia, probabilmente sarebbe andato nei cicli successivi di scuola con già tanti amichetti e amichette. I bimbi insegnano a noi adulti a guardare e andare oltre l’aspetto esteriore, ci insegnano ad andare al cuore delle persone, al cuore delle cose.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima analisi, hai centrato il problema principale: i bimbi non sono condizionati.. sono gli adulti che gli rovinano la vita...

      Elimina
  4. Buonismo e stereotipi...ah, l'hai stroncato bene :D

    RispondiElimina
  5. Io ho visto il trailer e ho lasciato perdere, pareva qualcosa di già visto e rivisto.
    La recensione direi che lo conferma :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo avevo messo direttamente tra gli scartati.. ma poi me l'hanno fatto vedere per forza... ben gli sta..

      Elimina
  6. Mamma mia che commentatori seri che hai...
    Beh, io sarò sempre la voce fuori dal coro.
    Non pagherei un biglietto al cinema per vederlo, ma se lo dessero in tv lo guarderei volentieri. Perché si sa, a noi donne, o quantomeno a me, piace farci del male.
    Non a caso, uno dei miei libri e poi film preferiti è "I passi dell'amore".. Goliardia allo stato puro.
    Beh ragazzone, passami sti fazzolettini e fai poco il cinico, tanto non ti credo per niente! :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credere bimba.. sono anche capace di piangere al cinema, e proprio per film stroncati da quasi tutti.. come Collateral Beauty, ad esempio... ma questo no.. mi dispiace..

      Elimina
    2. Vediamo di trovare una via di mezzo..
      A million dollar baby.
      Io ci ho pianto. Ti piace?

      Elimina
    3. Assolutamente no. Ecco cosa ne penso: www.filmtv.it/film/27930/million-dollar-baby/recensioni/239358/#rfr:film-27930

      Elimina
    4. Vabbè, mi arrendo.
      Era il film femminile più maschio che conosco.
      Mica potevo citarti Sweet November. 🤣🤣
      Adesso attendo che ci sveli quale film ti ha commosso e hai meritato la tua piena approvazione (ammesso che ce ne sia uno).. 😜

      Elimina
  7. Io so solo che tre miei amici vennero con me al cinema, guardarono questo film e uscirono piangendo.
    Io vidi tutt'altro.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu guardavi Deadpool magari.. no, quello neanche ti attira...

      Elimina
  8. Franco, concordo in toto con la tua valutazione.

    RispondiElimina
  9. Io l'ho visto quando è uscito e mi è piaciuto tantissimo. Non capirò nulla di cinema ma chissenefrega😁😁😁

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio, un po' bisogna comprenderli certi meccanismi.. ad esempio tute le storie per andare a vedere la sorella a teatro quando non avrebbe dovuto neanche recitare..possibile che non ci pensa nessuno?! Bah..

      Elimina
  10. Io ho letto il romanzo e ho visto anche il film, e non sono d'accordo su tutta la linea con te.
    Certi archetipi narrativi cinematografici potevano essere gestiti meglio.
    Il nucleo della storia invece è perfetto com'è.
    Al che mi domando: perché se un bambino è invalido e subisce atti di bullismo, se decide di tenere duro, se ha dei genitori che nonostante tutto lo sostengono e non desistono, se alla fine questo bambino "diverso" viene accettato, insomma se viene lanciato un messaggio positivo non va bene?
    Non mi piace il negativismo di chi non vive e non conosce certe situazioni (in generale, non ce l'ho con te!): la vita delle persone "diverse" non è sfottio, sofferenza quotidiana e "tutto finisce male" solo per il diletto di chi non ha problemi.
    Ci sono anche i lieti fini, ogni tanto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Franco, per aver risposto al mio commento: è stato bello poter conversare e confrontarsi.

      Elimina
  11. Beh, sicuramente il tema "vende", cioè si, concordo che sia un "bongi bongi bo bo bo, ti piace vincere facile?"... poi però dovrei vederlo per giudicare a fondo, anche se mi fido (ovvio ^^) del tuo giudizio.
    E allora ti chiedo una cosa specifica sul film: ma questo Owen Wilson passato, di recente, da ruoli comedy a mezzi action e film più impegnati come lo vedi? io credo sia meglio nella sua versione "classica", o almeno, ho visto un suo film su tipo un assedio in un hotel nelle Filippine e non mi ha convinto per niente, ma magari mi potrei sorprendere, fammi sapere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lui è comico è basta, a mio avviso, non è un Bradley Cooper, per dire... ho pensato a più riprese "adesso tira fuori un Crodino..." ahahah

      Elimina
    2. Infatti, ho pensato proprio a Bradley Cooper come paragone: lui si che è credibile in qualsiasi verso, Wilson secondo me sta bene nel comico, e lì dovrebbe fermarsi.

      Elimina
  12. Ipotizzando ciò prima di vedere il film, anche perché è abbastanza lampante, non potevi evitarlo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho evitato fino a che ho potuto, ma faceva parte di una proiezione in arena da giardino improvvisata con nipoti, cognati, parenti etc etc... ai quali quasi tutti, ovviamente, è piaciuto un sacco... ;)

      Elimina

Sottolineature