...capita che ti ritrovi a spulciare il cielo..
specialmente quando il vento pulisce a velocità forsennata
dentro e fuori dai tuoi occhi..
allora punti questi grumi di nubi disordinate,
tracimanti da una loro teorica compattezza,
che riempiono l'azzurro di straboccante panna montata,
di segni nitidi pur nel loro irrequieto abbozzo,
Come provassero a parlarti..
a sussurrarti:
distraiti Franco.
Dovrei commentare il post di Franco.
RispondiEliminaDovresti?
EliminaNoto una certa regressione.
RispondiEliminaChe succede?
Regressione intima che tentiamo di somatizzare...
Eliminaniente di irrecuperabile carissima.. beghe di vita...
...chiamala "bega" di vita...
EliminaPer regressione intendevo una sorta di involuzione. E per involuzione intendo un infantilismo che non ti si addice. Per niente.
EliminaNessuna bega, mi pare di rilevare.
..io al mio infantilismo ci tengo.. serve a dissimulare le beghe.. e ci riesce infatti.. ;)
Elimina..ma Lady aveva torto.. forse sapeva già.. era solo una bega da pianerottolo..
EliminaCome ti capisco, Franco. Lo so, stai soffrendo…:-) Ma vedi, soprattutto nelle situazioni di sofferenza e di solitudine, l’uomo sente il bisogno di ricercare un segno di felicità, un qualsiasi diversivo che lo liberi dall’angoscia; avverte sempre l’ esigenza di aggrapparsi a qualche pensiero positivo che gli permetta di superare le avversità del momento. In tali frangenti nessun dialogo appare impossibile, qualsiasi atto diventa il centro dei suoi pensieri e dei suoi affetti: può succedere, allora, che parli con un gatto o con un albero, oppure segua, senza annoiarsi, i movimenti di una mosca che volteggia sul suo corpo o una formica che faticosamente trasporta il suo cibo nella tana. E può capitare che osservi “grumi di nubi disordinate” bianchissime che volteggiano nel cielo, si allungano, si sfilacciano, assumono forme bizzarre, si intrecciano. Sembrano candidi batuffoli, onde marine che svolazzano e si rincorrono, colori immacolati che esplodono, morbidi cuscini… “come se volessero sussurrarti qualcosa”…:-)
RispondiEliminaGrazie Remigio... per la comprensione e per l'esatta analisi.. ci è di conforto tutto quando siamo malinconici..ed è la volta che scorgiamo cose mai notate prima.. ;)
EliminaLa solitudine NON è uno stato di sofferenza come NON é uno stato di piacere la duotudine o la moltitudine.
Eliminaè andropausa. poi passa.
RispondiEliminaPo' S
EliminaA me il vento da fastidio. Non mi distrae non mi fa pensare a nuvole dannose.
RispondiEliminaSto diventando anziana, lo so.
Bacio Franco.
Certo vento.. quello che te ribalta i panni sul terrazzo, come dicevo a Magnolia, me fa rode un attimo pure a me...
EliminaEggià...
EliminaI pensiero non sono leggeri come le nuvole, si spostano lenti, lentissimi.
RispondiEliminaAh voglia a vento che ci vuole.
Ti auguro sempre il meglio Franco.
Bna giornata
pensa che a me raccontano perfino
RispondiEliminaLascia perdere le nuvole, che son gentaccia.
RispondiEliminaImpossibile.. come posso ci ficco naso e occhi dentro... come posso..
EliminaGuardare "a naso in su" non accade tutti i giorni, solitamente siamo "programmati" per guardare davanti o, pure, in basso. Alzare la testa cambia le prospettive, sorprende, ferma il tempo, specie se si fissano soggetti come questi capitati a te, su cui raramente ci soffermiamo in altre occasioni.
RispondiEliminaRaccogli l'invito che ti hanno fatto queste nuvole, evidentemente è quello che, alzando la testa, senti... quindi fallo, mettilo in pratica :)
..ci proviamo Maurì.. ci stiamo provando...
EliminaTe ci riesci a distrarti?
RispondiEliminaBastassero un celo e 4 nuvole a farti dimenticare i problemi a toglierti l'ansia.
Sai la prima volta che l'ho letta me tornato in mente L'INFINITO di Leopardi...ma poi a una seconda lettura un pò piu' attenta ho capito che non ci sono cose in comune con il mare dove il poeta si lascia naufragare.
Possono essere le tue nuvole oppure la vista di un meraviglioso paesaggio di montagna o un mare che ne so?
Il problema è che per il 70 percento della tua vita sei chiuso dentro quattro pareti di cemento ,puoi uscire ma dopo inevitabilmente ci ritorni.
E il cielo resta fuori.
L'unico momento almeno per me in cui riesci davvero a distrarti son le ferie.
..il pensiero base è che non riuscivo a distrarmi.. è stato un periodo dove sbattevo la testa cieco.. il cielo accoglieva i miei voli pindarici, io sfidavo la vita, e correvo più delle nuvole.. non dovevo distrarmi..ed ero già più che distratto.
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