lunedì 5 febbraio 2018

HO SCRITTO CINQUECENTO POST!!!



... ma siamo matti?!

cinquecento post tra poesie e prose, viaggi e ritorni, prese in giro, racconti, recensioni, visite, analisi sociali, 
trend, mostre, denunce, 
sport, teatro e sottocultura, amori e abbandoni,
barlumi di autobiografia, burocrazia e politichese, 
bellezze e brutture, 
cucina e fotografie, risate sguaiate, magie e tristezze, 
città e paesi, acque e montagne, 
gente da irridere e gente da esaltare, soldi e miseria, 
isole da sogno, 
robe inventate e un casino di altri pensieri da mettere in ordine..

Un pentolone compagno di vita e di riflessione... 
e grazie soprattutto alle vostre sollecitazioni... ;)

...e con questo, giro di boa per i ...1000!!

sabato 3 febbraio 2018

DUE FILM CHE POTEVANO RENDERE MEGLIO


THE POST

Perché non rimarrà nella storia come Tutti gli uomini del Presidente? Forse per l'eccessiva lentezza, per la poco spettacolarità, per le non così eccelse performances di Hanks e Streep, e tutto questo nonostante le rivelazioni di The post siano, almeno a mio avviso, infinitamente più devastanti di quelle del Watergate.

Il doppiaggio italiano stavolta credo non renda ampia giustizia, specialmente a Meryl Streep. La storica Maria Pia Tempestini la dipinge alquanto lagnosetta, e anche Tom Hanks appare fumettistico e dedito al ghigno perenne.
La regia di Spielberg risulta eccessivamente pacata, da compitino sufficiente, con una prima parte addirittura propedeutica al sonnecchiamento, senza alcuno strappo alla spettacolarità, o alla zampata d'autore.
Un'ode alla libertà di stampa che viaggia senza strappi verso il classico finale.
Vero che la vicenda tocca Nixon giusto di striscio, ma è lecito pensare che senza l'immediato successivo Watergate, al Washington Post una sonora lezione, economica e politica, non sarebbe stata risparmiata, nonostante il celebrato
la stampa deve servire i governati, non i governanti”.

Il Vietnam resta una ferita tuttora aperta, una macchia indelebile, la prova di come la cocciutaggine statunitense abbia preferito ordire nell'ombra piuttosto che dare ascolto al Paese.
Ma la Stampa, quella con la S maiuscola, quella che ormai non vive più di ideali, era davvero un quarto potere allora. Poteva sovvertire il pensiero, ribaltare un'idea. Sogno campagne simili oggi, qualcuno che scoperchi il vaso di Ustica, che ci difenda dalle trame occulte, che denunci a spada tratta.

Ma sono decisamente altri tempi.
Magari è ora che il Cinema si accolli queste responsabilità.

Prima che venga imbavagliato anche lui.



L'ORA PIU' BUIA

Non posso nascondere che, alla luce della precedente visione del nolaniano Dunkirk, le vicende che vedono Churchill protagonista, rendono meno giustizia all’enfasi ed all’imponenza degli eventi.
Quest’ora buia si avviluppa tutta attorno alla personalità debordante di Sir Winston Churchill, inviso ai reali e al Governo, ma capace di far leva sull’amor proprio e sul, neanche troppo nascosto, aiuto del Nuovo Continente.

La regia ce lo introduce scenograficamente, col suo perenne sigaro a far luce sul volto trasformato di un magnifico Gary Oldman, costretto ad ore di trucco ad ogni inizio ripresa.
Magari ne esce fuori un ritratto troppo gigionistico, teso a suscitare simpatia e feeling, come nell'assolutamente inventata scena che lo vede protagonista nella metro londinese, a disquisire amabilmente con la popolazione comune, ma tutto va bene per marcare il carattere deciso e cocciuto di Churchill, la sua determinata scelta di contrastare il pericolo nazista incombente, i suoi giorni di potere decisionale scanditi tra telegrammi dettati alla fedele segretaria ed a riunioni di gabinetto militare negli infiniti cunicoli blindati dove si discutevano le sorti di una guerra incerta, e di un epilogo ancor più oscuro.

Una guerra tutta da interni. Di fumo di sigaro, di ripicche parlamentari, di alleanze e tradimenti, di urla stridule; una guerra appesa all'epica della parola.
Combatteremo sulle spiagge, sui campi, nelle strade e sulle colline”
Certo poi toccherà ad altri rimetterci la pelle.
Ma ha sempre “funzionato” così.

domenica 28 gennaio 2018

TAVolette


Voi siete proprio sicuri che i milioni di euro per le TAV e le linee che trapassano le Alpi per mirabolanti viaggi fino a Lione siano spesi dopo aver comunque assicurato tutti i carri bestiame dei pendolari?

Voi siete proprio sicuri che dopo il frontale in Puglia su una sola linea utilizzata per andare e tornare, in Italia non esistano più binari unici, o che perlomeno non siano ancora gestiti manualmente da un capostazione senza alcun supporto tecnologico?

Voi siete proprio sicuri che non ci siano altre TAVolette di legno in giro a garantire l'incolumità di persone, che non prendono il treno pagando cifre pazzesche per andare a sollazzarsi in città d'arte, ma "solo" per andare a lavorare, tutti i santi giorni.

Ne siete proprio sicuri?

venerdì 26 gennaio 2018

QUELLO CHE HO



Quello che ho è il sorriso veloce,
il sonno facile
il dimenticare, facile.

Quello che ho è lo stupore.
Sapere chi mi vuole bene.

Quello che ho è sempre con me,
anche a distanza, anche senza sentirlo, vederlo, o toccarlo.

E’ un odore, un colore, un sapore, le scale di corsa,
un’aria frizzante, piena.

Quello che ho è un semaforo verde,
una risacca, una nebbia, un latte che bolle.
Una chiesa fresca, fotografare contro luce.

Un maglione caldo, una camicia stirata,
il non fare rumore mentre lei riposa,
la penna sulla carta.

E’ un pensiero che ricorre, un viaggio da fare,
un viaggio fatto, un sogno ad occhi aperti.

Quello che ho
mi aspetta la sera a casa,
con un sorriso più veloce del mio.




sabato 20 gennaio 2018

ABOLIAMO UN PO' TUTTO... PERCHE' NO?




Mattarella ha voluto sferzare il popolo italiano esortandolo a non disertare le urne il prossimo 4 marzo.. chissà.. forse teme il disastro che si va annunciando… complici le sempre più assurde promesse delle mille sigle partitiche che andranno ad addobbare quel lenzuolo di scheda elettorale che ci sarà sottoposta alle prossime elezioni…

vediamo di proporre anche noi qualche offerta elettorale anche noi.. magari qualcuno a corto di idee potrà prendere spunto:

abolizione del senso unico,
abolizione di chi ti mangia il pop corn a fianco al cinema,
abolizione delle feste che non coincidano con un ponte,
abolizione delle buste (biodegradabili o meno) che non ti si aprono mai in cassa al supermercato mentre c’è una fila folle di gente che aspetta solo te,
abolizione dei cinepanettoni,
abolizione delle Fondazioni,
dei partiti sotto il l’1 %
dei paradisi fiscali,
dei 180 sull’autostrada,
degli Ordini generalizi di tutte le suore,
abolizione della metro affollata (max venti persone a vagone),
abolizione dei camper che vanno a sessanta all’ora su per le Dolomiti,
abolizione di Barbara d’Urso
abolizione de Il segreto
abolizione di Carlo Cracco.
Abolizione dei casini.
Abolizione di Casini.

dite anche voi cosa volete abolire... mancano solo 50 giorni alle elezioni... possono prometterci ancora tanto i nostri cari politici, i più pagati al mondo... 







sabato 13 gennaio 2018

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI


Per quanto il film non mi sia dispiaciuto, sono rimasto tuttavia vagamente deluso per l'assenza di quella determinazione che avrei voluto fino alla fine.
La storia è presto inquadrata: Mildred Hayes (Frances McDormand) ha perso la figlia, violentata e barbaramente uccisa.
Dopo sette mesi decide di scuotere l'attenzione della comunità attraverso dei messaggi esposti appunto sui tre manifesti del titolo. La polizia ha brancolato, forse anche svogliatamente, nel buio, e le indagini sono ad un nulla di fatto.
Questi richiami smuovono le sonnecchiose coscienze di una tipica terra del sud, indolente, razzista, litigiosa, cinica e frustrata.
Dove il politicamente scorretto è fondante e inevitabile.


Lo sceriffo del paese (Woody Harrelson), affetto da cancro e con pochi mesi di vita, chiamato direttamente in causa sui manifesti, cerca di giustificarsi prima di togliersi la vita, stremato dal tumore, lasciando anche lettere postume un po' a tutti, dove tracima fin troppo miele.
Questo suicidio è imputato dai più alla provocazione della denuncia di Mildred, che deve anche badare da sola all'unico figlio rimasto, dopo che il marito l'ha mollata per una pupazzetta diciannovenne. Ma il suo carattere burbero e determinato sembra non lasciare scampo a niente e nessuno.

Ci sarà da far fronte soprattutto ad un problematico collega dello sceriffo (un monumentale Sam Rockwell), sadico, ritardato, razzista, violento e attaccato alla mamma.

Insomma tutti gli ingredienti per un dramma venato di humour nero, una classica commedia dagli archetipi coeniani, che a lungo andare però vira eccessivamente alla ricerca della redenzione proprio per tutti (tranne l'ex marito che si tiene stretta la diciannovenne tontolina), dove ognuno riscopre un lato buono, fino al finale dove i vendicatori si rivelano reciproci dubbi proprio alla vigilia della missione definitiva... 


sabato 23 dicembre 2017

QUEST'ANNO NATALE...


..sarà diverso, perché le aspettative sono diverse;

voglio essere più buono davvero.

Ma con me soprattutto.

Voglio godermi il 2018, riversare sorrisi a chi se li merita,
voglio credere di poter essere sereno, semplicemente dispensando serenità.

mi ci metto di buzzo buono, guardate..

il 2016 è andato di merda, nel 2017 ho rivisto la luce,
ora vorrei essere solo meno illuso.

Fare conto su poche persone, dedicarmi a ciò che piace, niente mani in pasta in mille cose, anche se lo scorso anno ero come animato dal dover recuperare tempo perso,
che perso non è stato poi,
perché mi ha aperto occhi e cuore.

Anche se può sembrare che il cuore sia indurito,
che le disillusioni campeggino spiegate come vele al maestrale.

C'è una vita da mandare avanti, persone che respirano al tuo ritmo,
che illuminano l'anima nei tuoi occhi.
Vanno custodite..

Quest'anno Natale sarà diverso.
(come si dice ogni anno,
e come non riusciamo a fare mai).

Eppure...