mercoledì 11 maggio 2016

RADIO CLANDESTINA



Ascanio Celestini, col suo defluire vocale che tracima dal palco e ci colma di sensazioni, regala un'emozione incredibile, riesce a commuovere e farci sorridere, seppur amaro, avvolgendoci di mille storie che si accavallano attorno ad un'unica, folle, storia: 
l'eccidio delle Fosse Ardeatine.


Si parte con un dispaccio di agenzia: freddo, breve, terribile.
Il 23 marzo 1944 i partigiani uccidono, in un attentato a Via Rasella, 32 soldati tedeschi, un altro, ferito, morirà nella notte successiva.
La rappresaglia sarà terribile e immediata. Il giorno dopo verranno giustiziate dieci persone per ogni tedesco ucciso. 330 persone che diverranno 335.

Ci vuole una vita per uccidere 335 persone.

Ogni anno, nella commemorazione , vengono nominati, elencati, tutti i nomi di quei morti.
E ci vuole un sacco di tempo solo per citarli, per ascoltarne l'eco.

Pensa ad ammazzarle. 
Trecentotrentacinque persone. 
- sottolinea Celestini -
Quanto ci vuole. 

Uno per uno con un colpo in testa.
A cinque a cinque, in una cava abbandonata sull'Ardeatina.
Dove noi oggi transitiamo a passo d'uomo, per il traffico.

Una montagna di morti che si ammucchiavano.
Una montagna di morte assurda.

E' una storia narrata coi ricami dei contorni, dei bambini da allontanare, dei tedeschi che ritardano, di Hitler che voleva uccidere cinquanta persone per ogni tedesco morto, dei manifesti che chiedevano ai partigiani di presentarsi per risparmiare la strage. Manifesti mai fatti stampare.

Mille storie attorno a  morti per caso. A guerra praticamente finita.
Storie che non dovremmo mai stancarci di ascoltare.

Noi che ci si lamenta sempre.
Per il traffico soprattutto.
Sull'Ardeatina non ne parliamo proprio.




sabato 7 maggio 2016

LA PAROLA NOIA




C’è una donna che non conosce monotonia,
una donna che ha sempre qualcosa da fare.
La donna dal sorriso perenne
che inonda il mondo del suo viso luminoso
e trasferisce incanto e meraviglia
a chi riesce a viaggiarle accanto.

La donna che ha sempre qualcosa da fare
-        e che non conosce il significato della parola noia     -
osserva e custodisce,
si prodiga senza fermarsi un attimo,
abbraccia e rigenera,
soggioga ed insegna,
esprime sogni di fervida fantasia 
a ritmo continuo,
per lei e per chi
non riuscirà mai a viaggiare
a quel suo ritmo fatato.









venerdì 6 maggio 2016

TRE FESTIVALS IS MEGLIO CHE ONE...



 Tre Festivals alla Nuova Fiera di Roma, sulla Roma Fiumicino, che integrano le loro essenze funzionalmente
in un mix di sapori, colori, odori, visioni, sollecitazioni
fisiche e mentali che ribaltano il visitatore lasciandolo
in balìa di infiniti spunti...


Costine, birra e fish & chips...  tanto per cominciare...


Folletti in ogni dove.. spiriti reali... 

..lasciatevi trasportare ancora il prossimo weekend...
 dalle danze al chakra, dai druidi alle spezie,
dalla birra allo zen, dai precolombiani a musiche e suoni  che abbracciano l'intero emisfero...

..passando dai massaggi agli assaggi più disparati, alle riproduzioni di Stone Henge e dei soldati cinesi di terracotta...  

brilleranno gli occhi per lo stupore accumulato... farete fatica a catalogare tutte le sorprese e le incredibili scoperte

.. sarete preda di un caos sensoriale da sovraffollamento...












..tempestati di ritmi incalzanti...

..e qua il delirio tracima ...


...e ci coloriamo all'impazzata...









...tutto da  godere questo spirito confusionale.. questo sballottamento di culture
una diversità che ti si disegna addosso donandoti, all'improvviso... nuova appartenenza...

domenica 1 maggio 2016

LE CONFESSIONI (SENZA ASSOLUZIONE...)



Confesso. 


Erano anni che non mi sorbivo tanta fuffa tutta insieme. Storia fuffosa, pretesti fuffosi, personaggi fuffosi, set fuffoso, dialoghi fuffosi.
Andava proiettato in Fiera non al cinema questo festival del nulla vestito da pseudoparacinema.
Servillo ormai si sta specializzando, serve solo da maschera buffa.
Lo puoi vestire da dandy, da prete, da giocatore di poker, allenatore di football.


Sempre quell'espressione tiene su. Faccia da schiaffi.
Gli altri pupazzi di questo presunto G8 in versione macroeconomica invece, li prenderesti anche a calci. Protagonisti, comprimari e comparse. Tutti con in comune una recitazione approssimativa, coadiuvata anche dalla vacua sceneggiatura feisbucchesca che ci intossica per estenuanti sequenze. Si salva giusto il cane. Doppiato bene almeno lui.
Ormai si è scatenata ‘sta gara al sorrentinismo, al simbolismo lento, all’inquadratura farlocca, all’eleganza posticcia, al dico e non dico, vedo e non vedo, dormo e non dormo (lo spettatore medio, io).
“Thriller ambizioso” l’hanno definito. Due termini lontani anni luce da quest’opera inopportuna.


Un’operetta fiacca, volutamente indolente e lagnosa e dalla significanza appositamente oscura, col Servillo certosino che confessa a casaccio e barcolla addirittura quando viene messo a conoscenza delle Grandi Manovre degli otto fantocci banchieri (in teoria belve affamate, questi manovratori del Denaro Mondiale, dipinti come burattini senza nerbo). Una commediola tenuta su dai soliti cliché  new age alla Osho, che scivola man mano in quel grottesco che vorrebbe addobbare da supponente monito.

Il Dio Denaro governa il mondo e dell’etica se ne sbatte.
Siamo basiti. Grazie per averci reso edotti

C’è un’equazione ricorrente nella pellicola, ed è quella che dovrebbe sconvolgere il Mondo, ma ad una sola incognita nascosta tre la variabili, e cioè: è cinema questo di Ando’?

Riusciamo noi a fornire una soluzione matematicamente certa: no.


mercoledì 27 aprile 2016

WORKING IN SARDINIA



Quando cammini su un’isola
credi di poter galleggiare.

Qui a Sassari è diverso… neanche lo vedi il mare nell'aria rappresa...

ma la brezza è marina

-   salmastra miscela gonfia di inquietudine -







scuote austeri palazzi e chiese catalane 
come vele…








martedì 26 aprile 2016

DICONO CHE SONO TROPPO AGITATO



Quando sono in riva al mare, ad esempio, a origliare risacca sui sassi.
O quando passeggio per viottoli di storia
che mi raccontano gesta dal fascino incredibile.



Forse sono troppo agitato quando mi blocco a margine del traffico
perché un tramonto che allaga l’orizzonte merita pausa e silenzio.
E occhio grato.


  
Troppo agitato mentre sfoglio un libro,
e ricreo sensazioni attorno forgiate dalla pagina.

O mentre fisso il cielo in un suo giogo di nubi.


Dicono che sono troppo agitato,
quando assaporo un prosecco prima di cena,

o mi strappo versi dal cuore che sembrano non voler venir via,

o mentre respiro - in una quiete irreale - sogni dai capelli
del mio amore addormentato.

Si.  Forse sono troppo agitato,


perché amo.

venerdì 15 aprile 2016

ROMICS... LA SAGA CONTINUA



Il Festival del Fumetto e dell'Animazione, Romics (acronimo di Roma e Comics) è anche il festival del peterpanismo più sfrenato, della truccologia e del gioco di ruolo, del trasformismo, dal carnevale nella veste più giocosa possibile, dell'immedesimazione in un'altra dimensione, una di quelle che troppo spesso reprimiamo.. 

una festa di giochi e fumetti, dove i fumetti ormai sono soprattutto figli del fantasy e delle nuovissime generazioni colme di superoi seriali e videogames, tant'è che cercando le mitiche strisce di B.C. Di Johnny Hart (roba a cavallo tra i '70 e gli '80), mi hanno guardato come un marziano...


però è particolare muoversi tra questi cosplayers che la prendono molto sul serio e sentirsi parte di un magico cartoon a cielo aperto, respirare l'irrealtà e toccarla con mano, trascinarsi fuori da un quotidiano stantìo per proiettarsi in una dimensione ludica tutta speciale, sfogliare le proprie emozioni come i fumetti che maneggiavamo da adolescenti


come esattamente faceva notare la mia amica Cinzia De Angelis, si tratta di lasciare la propria identità nel parcheggio della Fiera per una giornata, aggirandosi coi propri sogni a tracolla e sbirciando finalmente a occhio nudo in quelli degli altri...