giovedì 25 luglio 2013

IO CHE DI TITOLI DI CODA ME NE POSSO VEDERE ANCHE OTTO MINUTI DI FILA...


ed odio quelli che si alzano, si stiracchiano, c’hanno le fregole, devono uscire per primi, si mettono la sciarpa, il maglione, il cappotto, il casco, si rifanno la messa in piega, telefonano al ristorante, alla mamma, leggono le mail delle ultime due ore e gli sms degli ultimi due giorni, e sono proprio quelli che stanno davanti a te o accanto e ti vogliono passare sopra e che, anzi, proprio non capiscono perché stai ancora seduto se il film è finito…

Perché i titoli di coda sono un must, una delicatessen, “the cherry on top”. Sono parte del film, a volte gran bella parte del film, e possono risultare illuminanti, possono farti capire che il tipo che hai pensato essere interpretato da Tizio per due ore, in realtà era Caio. E quel tal Sempronio che vedi ben scorrere ora a caratteri semicubitali, non l’avevi affatto notato, e riconoscerai i nomi dei parrucchieri che hanno pettinato la protagonista spettinata e quelli dei tre sarti che hanno vestito quel raffazzonato del coprotagonista, e ti sovverranno i doppiatori (accorgendoti che tuo cugino Filippo doppiava x e non y), e poi i meccanici, i montatori e gli smontatori, gli scenografi e gli sceneggiatori, i responsabili del catering ed i ringraziamenti al Comune di Procida per un film che credevi girato a Capri, e gli aiuto registi e gli aiuto degli aiuto  e, diciamocelo chiaro… 



volete mettere il fascino, il carisma, l’appeal dell’apparizione su mega schermo di un extra casting, di stills photographer, storyboards artist, set decorator, ed ancora  dressing propmen e cable mantenaince (altro che elettricisti…), il wardrobe supervisor, gli scanning ed i recording, i film editors, utility sound, greens foreman, il camera focus puller ed il camera clapper leader, il vision effects supervisor, il legal & business affairs manager, il dolly grip, senior and junior assistants, il re-recording mixer, l’additional editing ed il developmemt executive con l’art director, il post production accountant nonché tutti i titoli delle canzoni dei Beach Boys che pensavi fossero di Bruce Springsteen e quelle di Brian Eno che avresti stragiurato di non aver mai sentito… insomma ti si dipanerà un mondo, s’illuminerà la tenebra, farai amicizia con lo stunt, il trainer co-ordinator ed il passante uno, il passante due ed il passante tre, sarà un commiato cortese, un saluto delicato, un lieve arrivederci.

Ti guarderà storto solo l’omino di sala che indirizza il pubblico verso l’uscita. 
Lui che non c’è giorno che riesca a vederseli in santa pace 
‘stì benedetti titoli di coda…


  1. A Bug's Life - Megaminimondo (1998)Titoli di coda con i finti errori commessi dai cartoni animati... geniale!
  2. Piramide di paura (1985)Gran peccato uscire prima...
  3. Una pazza giornata di vacanza (1986)Qui è Broderick che vi caccia dal cinema...
  4. Santa Maradona (2001)... col maniaco per i titoli...
  5. I Simpson - Il film
  6. Una notte da leoni (2009)Titoli di coda rivelatori... da uccidersi dalle risate! 


martedì 23 luglio 2013

IMMAGINA UNA CITTA' MAGICA. PRAGA, AD ESEMPIO.

Immagina una città magica, con un tocco di magia in più. Puoi scorgere folletti al mattino presto coi passi attutiti dalla neve in Piazza dell’Orologio.


Il freddo incanta le vie ed il freddo srotolato guadagna tempo nascosto dietro gli angoli. Potrai passeggiare con le storie che sbucano dai muri dimessi, ad accompagnarti nell’alba livida.
Non sarai tu a sognare ma verrai sognato ad ogni svolta, una città già sospesa nell’incanto acquisirà una dimensione soffusa.


Il cielo t’inghiottirà assieme a guglie e ponti e cimiteri bisbiglianti, non distinguerai che radi orpelli nella nebbia sporcata di timida neve ed orme caute.

Ora immaginala, un’attesa di città magica, con ancora un tocco di magia in più.



C’è una Praga di nebbia
che non ho visto,
di ponte deserto
e statue a sussurrare,
di gotico indiscreto
e scale mai percorse.


C’è una Praga sempre sognata,
ragnatela di labirinti,
dove il tempo è gelato
in perenne tramonto,
la notte smania inquieta
ed il giorno, ormai,
memoria sgretolata.

C’è una Praga brulicante
di fiaba appena sfogliata
persiane vive
che ti raccontano le strade,
vetrate in disordine
a colorare l’anima.

E c’è un mio ricordo,
sfuggito al bagaglio,
rimasto a disegnarsi
tra arco e crocevia.






domenica 21 luglio 2013

I CORTI

Adoro i corti. Come adoro i racconti in letteratura. Ho visto sperimentazioni visive che mi hanno colmato l’anima e letto indimenticabili romanzi di cinquanta righe. Ridurrei la vita in aforisma, potendo. E la farò breve anche qua, riuscendo.
Si è scritto molto, paradossalmente, sui corti, ma le troppe chiacchiere sono in contraddizione con l’oggetto. Ovviamente chi fa corti principalmente vuole ovviare ai costi, inutile girarci attorno, chi decide poi di specializzarsi in spot e videoclip sacrifica magari la verve artistica ma se è un fenomeno ne uscirà alla grande. Col messaggio e con la grana.
La visibilità si è moltiplicata, appunto con canali tematici (musicali), invasioni pubblicitarie e strumenti quali youtube che permettono ad un corto, altrimenti invisibile, di poter alzare la voce.
Ma apro anche uno spiraglio d’incanto con questo estratto da Anti-100 Years of Cinema Manifesto di Jonas Mekas: “In tempi di produzioni opulente, spettacolari, da cento milioni, voglio prendere la parola in favore dei piccoli, invisibili atti dello spirito umano. (…) Voglio celebrare le forme del cinema piccole, le forme liriche, la poesia , l’acquerello, lo studio, lo schizzo, la cartolina, l’arabesco, il sonetto, la bagatella e la canzoncina in 8 millimetri (…) La vera storia del cinema è la storia invisibile - una storia di amici che si trovano insieme per fare quello che amano fare - per noi il cinema inizia a ogni nuovo ronzio di proiettore, a ogni nuovo ronzio delle nostre macchine da presa, i nostri cuori balzano in avanti, amici miei!” Poesia ragazzi!.. cos’altro se non un corto per l’anima?…


La vita è un cortometraggio (Enrico Ghezzi). 
E ce ne accorgeremo tutti. Alla fine.


Ed a sigillo vi piazzo, in appena tredici minuti di video, un concentrato di grandissimo impatto emotivo, un solido thriller, poesia e commozione, musica di estrema sensibilizzazione, un perfetto montaggio che sdoppia il piano visivo e temporale coinvolgendoci in rapide dinamiche, una recitazione partecipata, il tutto calato in una fase storica che ancora deve/dovrà svelare mille segreti.
Qui andiamo oltre il corto cinematografico. Siamo vicini al miracolo.





sabato 20 luglio 2013

DI CORSA PER VITERBO


Passeggiare per Viterbo medievale,
magari per mano col tuo amore,
alla ricerca di scorci poetici e trattorie dai sapori stuzzicanti,
è esperienza da raccomandare senza mezzi termini.
Indossare scarpe da jogging invece,
ed avventurarsi a velocità da crociera
tra sanpietrini e saliscendi d'antico borgo,
indigestiona si, d'immagini; ma fibrilla anche coronarie e polmoni,
esaspera la panoramica comprimendo il rifiato;
stuzzica l'eco di gomma e muscoli,
e ne cura il rimbalzo su pareti millenarie
miscelando le distanze tra afrore e rètina,
abbraccia le mura di abbraccio ritmato,
squassa il traffico strepitante
che s'avvinghia addosso come fossato impotente,
sbucando poi, improvviso, a silenzio vergine,
attraverso squarci di varchi che inerpicano alla città vecchia,
dal respiro sopito,



al contrario del tuo desueto sfregare polmoni che, tuttavia,
s'adagiano elastici alla (nella) Storia,
e s'adattano anche di docile calpestio
sull'acciottolato sconnesso come il tuo respiro riarso,
fino ad identificarsi con l'edera ed i lampioni sghembi,
e i gerani già gonfi di colore che sbirciano da minuscole finestrelle
tifando composti al tuo vorace passaggio,
dove un vento disordinatamente di casa sbreccia l'arco
e le fontane dissetano d'arte scolpita e zampillo ricamato;



gli architravi di pietra in bilico s'issano a sorreggerti come protoenergetico
ed i portoncini di legno incupito spiano i bioritmi;
col Duomo ad accoglierti, infine, su scalinate
che hanno visto scorrere sangue e lacrime,
ed oggi s'accontentano del tuo sudore
a rendere omaggio al silenzio definitivo
di piazza immobile.





venerdì 19 luglio 2013

ENZO

Solo un amico?


Di più, se c'è un pezzo della nostra vita che va via con lui.
Vagonate di ricordi, di viaggi, di risate, di cene, di musei, di nuotate, di passeggiate in montagna alla scoperta di orchidee selvatiche ed asparagi introvabili, tra fotografie ed infinite discussioni tra calcio, cinema e politica.


Enzo non aveva internet ma era la nostra enciclopedia vivente.
Non prendeva l'aereo ma conosceva mille posti ed alla vigilia di ogni nostro viaggio sapeva dirti esattamente cosa andare a visitare. 


Non aveva arredato casa di mobili, ma di amici.
E di attenzione costante verso tutti.
Non era un cuoco ma gestiva un ristorante: casa sua.

Da Enzo ar tredicesimo, l'avevo ribattezzato.

Una cena sempre pronta e quattro chiacchiere distensive a disinnescare stress e malinconia.


Una vita a lottare con un destino che, lui sapeva,
avrebbe presentato il conto.

Ma proprio per questo, una vita piena, con le impuntature e le cocciutaggini che ben gli conosciamo, ma con una generosità, una simpatia ed una franchezza particolari.

Solo un amico? Molto di più.

Papà” lo chiamava Luisa, adottata scherzosamente in un tempo che sembra lontanissimo ma è come fosse oggi, adesso.

Mi piacerà immaginarlo assorto davanti al suo acquario.

Ma senza più affanno.
E con un occhio sorridente su chi gli voleva, e gli vuole,
un gran bene.

Ciao Enzo.






martedì 16 luglio 2013

KOS

17 agosto 2009


Arriviamo a Kos in perfetto orario. L’albeggiare è sereno. Ci preleva un taxi. Ventotto i km fino all’albergo e l’isola si sgomitola davanti con una luce delicata che gradatamente svela curve, rettilinei, saliscendi, profili grezzi di montagne a segnalare cupa imponenza lungo il loro fianco da costeggiare, la vegetazione è modesta ma costante, l’urbanistica disordinata ed affollata ma, soprattutto, niente mare. Stiamo procedendo lungo la dorsale dell’isola, gli studi delle piantine geografiche prepartenza ci rendono sempre vagamente coscienti di luoghi, distanze e geografie altrimenti sconosciute, l’impatto è comunque guardingo e colmiamo la vista di sensazioni senza curarci di capire, immaginiamo solo, voraci e curiosi, anche se sconvolti da una notte semi insonne, ed al termine eccola la costa, con la Turchia quasi da toccare di fronte, ed il mare immobile del mattino a respirarci. Siamo arrivati Kos! Ennesima isola greca di un Egeo che non termina di appassionarci.



30 agosto 2009



Partenza da Kos. Ancora prima dell’alba stavolta, ed ancora taxi che in senso inverso ora, ci riporta in aeroporto. Ma stavolta è percorso di memoria strappata con altro spirito, album febbrilmente sfogliato. In 13 giorni l’isola si è rivelata. Come amiamo sempre dire con Lulù dopo anche solo poche ore di frenetico girovagare in nuovi luoghi: Kos non ha più segreti. Scorribandata a piedi ed in scooter in lungo e largo, alto e basso. Ogni metro è riconosciuto, ogni svolta nasconde un paesaggio, un richiamo, ogni incrocio si dischiude familiare, ogni ansa svela rivoli di strade battute che affollano memoria concitata ed ognuna moltiplica le visioni, che siano di chiesetta isolata – macchie bianche e blu affogate nel silenzio - spiaggia infinita, stradina dal convulso shopping o castello veneziano di solitaria vedetta. Ogni angolo ci saluta discreto mentre il taxi procede inesorabile e silenzioso con le nostre faccette incollate ai finestrini, è un addio confidenziale anche se di velato rammarico, un vicendevole ringraziarsi, un custodire meticolosamente impressione e sorriso ad ogni curva che dissimula storie ancora pulsanti, un tuffo nel cobalto od uno sbirciare Storia ancora irrequieta ed in un soffio affiora il ricordo delle cene al vento, quel quieto mangiare a tenue brezza d’isola che colora sapori disegnando la sera d’aromi allo tzaziki, ed ancora le ore col meltemi lieve e costante che t’assuefa al sole più spavaldo. L’isola si raggomitola discreta tra mille sfumature, e sembra augurarci quel delizioso “have a nice day” che ci ha accompagnato per l’intera vacanza, un delicato formulare il buongiorno che in questo pezzetto di paradiso risulta candidamente superfluo.

giovedì 11 luglio 2013

TOH!! UN PREMIER CHE SI DIMETTE....


Ma siamo noi che siamo fatti male? O sono gli altri paesi vagamente più seri?!?...  

Lussemburgo, il premier Juncker annuncia le dimissioni per lo “scandalo 007″

Il ministro di Stato, che era al governo del granducato da 18 anni, messo spalle al muro da un rapporto parlamentare: l' accusa è di non aver vigilato a dovere sull'intelligence, che negli ultimi anni avrebbe agito come una struttura di polizia segreta, compiendo migliaia di intercettazioni illegali

Lussemburgo, il premier Juncker annuncia le dimissioni per lo “scandalo 007″
Il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, che ha guidato il governo del granducato per 18 anni, ha annunciato che presenterà le sue dimissioni domani mattina al capo dello Stato al termine di una riunione del governo. La decisione arriva in serata come conseguenza dello scandalo 007per cui era stato messo alle strette dal Parlamento. Inutili tutti i tentativi di negare ogni tipo di responsabilità nella vicenda, alla fine Juncker ha dovuto capitolare e fare un passo indietro.  
La resa dei conti è avvenuta in aula, dove il ministro di stato (questa la dicitura ufficiale) si è difeso con le unghie e con i denti, punto per punto, per ben due ore (lui ne aveva chieste quattro, ma i deputati non gliele hanno concesse) sul dossier, dopo diverse audizioni in autunno e già un voto di fiducia un mese fa, allora superato grazie all’appoggio dell’alleato di governo socialista oggi venuto meno, e che per primo ha chiesto elezioni anticipate. “Se sudo, non è perchè ho paura ma perchè fa caldo”, ha sferzato con la consueta ironia Juncker, 58 anni, che ha respinto ogni responsabilità accusando la commissione parlamentare competente in piedi dal 2004 di non aver svolto adeguatamente il suo lavoro di monitoraggio dei servizi segreti, lo Srel. E ha gettato ai 60 deputati il guanto della sfida del voto di fiducia, il secondo in un mese, cosa mai vista dall’indipendenza del Lussemburgo nel 1848: “Se dovete votare, votate”. Il rapporto parlamentare presentato oggi inchioda Juncker in quanto formalmente a capo di un’intelligence che non ha controllato a dovere, dove emerge che quest’ultima avrebbe agito come una “struttura di polizia segreta“, compiendo migliaia di intercettazioni illegali, organizzando missioni fuori dal suo mandato e addirittura facendo affari rivendendo berline di grossa cilindrata. Juncker stesso, vittima di registrazioni (compiute in stile James Bond con orologi-registratori) da parte dell’allora capo dell’intelligence, una volta al corrente dei fatti non avrebbe però preso i provvedimenti giuridici conseguenti, ed è stato accusato anche di avere ‘infiltrato’ il suo ex autista dentro lo Srel.
Di mezzo anche accuse al Grand Duca Herni, che sarebbe stato in contatto con i servizi segreti britannici, e la costruzione di un falso dossier di pedofilia a carico del procuratore generale che voleva indagare sulla serie di attentati compiuti a metà anni Ottanta. Una storia nota come l’affare dei ‘bombaroli ‘, i ‘bommeleeer’ in lussemburghese. A questo si aggiunge il malessere politico-economico degli ultimi tre anni, covato all’ombra dell’assenza del premier occupato con l’Eurogruppo a gestire la crisi dell’eurozona, durante cui l’ ormai ex delfino e ministro delle finanze Luc Frieden ha stretto una serie di controversi accordi commerciali con il Qatar, tra cui quello su Cargolux, che ha portato il ‘gioiello di famiglia ‘ del Lussemburgo vicino al crollo. “Riguardando agli ultimi 30 anni, direi che durante i primi dieci avrei dovuto essere più indulgente nei confronti degli altri, mentre gli ultimi tre avrei dovuto esserlo meno”, ha ammesso Juncker recentemente.
“Con tutta la buona volontà – aveva replicato l’ormai ex premier in Parlamento – non posso riconoscere nessuna responsabilità personale di natura soggettiva. Concludendo: “Se ogni ministro dovesse dimettersi per ogni piccolo errore, allora dovrebbero farlo in molti”. Evidentemente l’errore non era così piccolo. A questo punto in Lussemburgo si va verso elezioni anticipate, probabilmente il prossimo 20 ottobre.