martedì 30 dicembre 2025

DOVE ABITA DIO


LA FORMA DELLO SPAZIO  (da le Cosmicomiche di Italo Calvino)

Cadere nel vuoto come cadevo io, nessuno di voi sa cosa vuol dire, per voi cadere è sbattersi giù magari dal ventesimo piano d'un grattacielo, o da un aeroplano che si guasta in volo: precipitare a testa sotto, annaspare un po' nell'aria, ed ecco che la terra è subito lì, e ci si piglia una gran botta.
Io vi parlo invece di quando non c'era sotto nessuna terra né nient'altro di solido, neppure un corpo celeste in lontananza capace d'attirarti nella sua orbita. Si cadeva così, indefinitamente, per un tempo indefinito. Andavo giù nel vuoto fino all'estremo limite in fondo al quale è pensabile che si possa andar giù, e una volta lì vedevo che quell'estremo limite doveva essere molto ma molto più sotto, lontanissimo, e continuavo a cadere per raggiungerlo. Non essendoci punti di riferimento, non avevo idea se la mia caduta fosse precipitosa o lenta. Ripensandoci, non c'erano prove nemmeno che stessi veramente cadendo: magari ero sempre rimasto immobile nello stesso posto, o mi muovevo in senso ascendente; dato che non c'era né un sopra né un sotto queste erano solo questioni nominali e tanto valeva continuare a pensare che cadessi, come veniva naturale di pensare. 

Ovvio che attribuire lo scenario narrato da Calvino come ad un "dove abita Dio", sia solo una mia personale ipotesi. 

Ma sembra habitat naturale; dove nulla è definito, dove qualsiasi orizzonte, scenario, ipotesi, riferimento è impalpabile, inconsistente, invisibile.

Inimmaginabile.

Dove facciamo - dobbiamo e dovremmo fare - fatica a raccapezzarci, e senza cavarne comunque un ragno dal buco (o dal nido, rimanendo in tema calvinano..).

Dove l'autore descrive da maestro quel "nulla" che la fa da padrone, da "dio". 

E così dovrebbe essere in circostanze simili, dove una "minima" parte di creato riesce davvero a metterci in difficoltà ("non c'erano prove"), lasciarci basiti. 

Mentre nel convenzionale comune il Creatore in persona sembra proprio che no, non ci imbarazzi affatto.

E questo sì, è davvero imbarazzante.. 




5 commenti:

  1. potrebbe essere anche la descrizione di un sogno: a me è capitato spesso di sognare di cadere dall'alto e volare giù senza una fine!!! Tanti auguri per il nuovo anno!!!

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    1. Esatto.. un sogno, cui troppo spesso ci riferiamo come ad una tangibilissima realtà.
      Dovremmo fare tesori dei sogni.. auguri!!!

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    1. In effetti dovrebbe funzionare così, la casa di Dio.. ;)

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    2. Più che di contatto, ha senso parlare di rappresentazioni. La mente umana opera entro limiti biologici e cognitivi ben definiti, selezionati per gestire scale umane di spazio, tempo ed energia. Quando si confronta con sistemi immensamente più grandi o complessi, ricorre inevitabilmente a modelli, astrazioni, metafore. Non abbiamo evidenze di un’interazione diretta con “qualcosa di più grande”, ma solo costruzioni teoriche. Il rischio non è l’ignoranza: è scambiare il modello per la realtà. Ti faccio gli auguri di Buon Anno. Chiudiamo con Corvino e apriamo la porta al nuovo, al vuoto che ancora non comprendiamo, alle probabilità infinite che attendono solo di essere osservate… senza la presunzione di chiamarle realtà.

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