Parliamo di un lieve paesino abruzzese abbarbicato
attorno al suo castello a rivendicare, senza minimamente temere di usurparlo,
il classico titolo di “borgo tra i più belli d’Italia”.
C’è bisogno di lentezza però, sguardo posato come patina di polvere, percorrendo i suoi vicoli silenziosi, respirandone piante, angoli rientranti, crepe, sottoportici, e uno ad uno, gli archetti tra una casa e l’altra, prototipi di remote misure antitelluriche.
Il quadro d’assieme, della Pacentro presepe, può non rendere giustizia,ma l’analisi del particolare minimo, del dettaglio, dello sguardo a perdersi, del viottolo che ti incarta, della scala che si arrampica fino a non capire dove, o che scende in ghirigori di buio, è la modalità di visione che attrae.
E poi il culto dello stemma e del fiore, della
balaustra che osa, della porta scorticata dai secoli, del sanpietrino a rendere
incerto il passo, degli arboscelli irrequieti e della corolla che illumina.
Un’immersione dove perdi di vista la superficie, dove il raggio di sole deve schivare, tegole e finestrelle curiose, scale e rientri, fogliame prima ancora della pietra, e gatti che si chiedono cosa vuoi lì, nel loro regno, nella loro quiete, sbucando o riaccartocciandosi, improvvisi, da quell’angolo che non credevi esistesse.

Tavole di porte divorate dal tempo con attorno case dismesse a elemosinare sguardi, i lampioni a custodire luce adagiata tra i tetti, ringhiere spavalde affacciate sui vicoli, fessure e crepe ad ingoiare rivoli di luce sgusciante, gli orizzonti che scalano il cielo a mani nude e sostengono l’ultimo sole prima che l’ombra disegni nuovi orizzonti dal fascino perenne.
Ciao Franco
RispondiEliminache meraviglia di borgo, e le foto colorano lo sguardo di chi osserva. Molto piaciuta la descrizione, una poesia.
Un abbraccio 🥰
Chiara
E' quella realtà antica che ci piace lontana dai riflettori della modernità. E non potevi trovare parole più delicate per descriverla. Bravo, Franco!
RispondiEliminaGrazie Pino, sono parentesi di quiete incredibili..e cerchiamo di salvaguardarne i messaggi.. ;)
Eliminatutte le parole qui sono suggestive quanto le immagini, ma quelle che usi (parole e immagini) per il tramonto, gli orizzonti che scalano il cielo a mani nude e sostengono l’ultimo sole, sono uno stato di grazia assoluto. bravissimo, Franco
RispondiEliminamassimolegnani
A Pacentro, specie quando i flussi turistici massivi iniziano a scemare, te ne puoi rimanere col silenzio a gustarti tutte le variazioni di colore, e le ombre che, dopo averlo fatto col sole, ora iniziano a giocare con la luce tenue dei lampioncini che adoro, sparsi qua e là..
EliminaSempre incantata dal perfetto connubio tra parole e immagini. E il paesino ti ringrazia per la bella presentazione!
RispondiEliminaRingrazio io lui, e ogni volta l'ispirazione che fa trapelare..
EliminaHo una cliente che viene da lì.
RispondiEliminaL'ultima foto è quella che preferisco.
Dai! un'abruzzese doc.. davvero uno splendido borgo.. anche a me piace tanto quella foto, comunica costanza e tenacia..
Eliminanon vedo piante di capperi in quei muri diroccati, di certo non stiamo sul livello del mare
RispondiEliminaVolevo fotografare piante di arrosticini, che lì crescono rigogliose ma tengono un copyright molto esclusivo sui prodotti locali che fanno più trend.. il mare più vicino è quello Adriatico, però si vede il Gran Sasso nelle giornate limpide..
EliminaE' un piacere per la mente leggere le descrizioni dei tuoi viaggi, che definirei senza tema di sbagliare come " prose poetiche "; e di rimando una consolazione per il cuore pensare che esiste ancora chi si ferma a immortalare una chiocciolina.
RispondiEliminaGrazie!