domenica 18 febbraio 2024

GIOCAVAMO A PALLONE

 


Giocavamo a pallone in strada, quando le auto le contavi sulle dita di una mano ogni mezz’ora, quando le uniche ad infastidire davvero erano quelle dove si ficcava sotto un pallone male indirizzato. Passavamo  ore a divertirci. Per porte i cancelli di rampe di garage condominiali quasi dirimpettai.
Il fiato lo facevi sulla via, il dribbling lo creavi in un fazzoletto d’asfalto.
Erano campionati, tornei, intere Champions League ancora da venire; citavamo campioni brasiliani, tedeschi, inglesi. C’era un’aura esotica nelle movenze, nell’entrare nei personaggi emulati, oltre ad entrare come banditi sulle caviglie avversarie.. ci credevamo davvero.
Eppoi c’era il vini e olii dove dissetarci di spuma e gazzosa..mamma mia, ho citato tre robe introvabili oggi: vini e olii, spuma, gazzosa: e alla spina! Che goduria ragazzi.. ed é proprio di questo vini e olii che volevo raccontarvi.

Un episodio di quelli che rimangono nitidi in testa, come accaduto ieri.

Questo negozio era proprio di fianco uno dei cancelli che fungeva da porta di gioco, era fornito di porte a vetri e di vetrate scorrevoli in alto, che lasciavano giusto un mezzo metro di apertura per consentire un ricambio d’aria nelle giornate afose.
Noi eravamo mediamente attenti perché ci rendevamo conto che colpire una vetrina con una pallonata avrebbe potuto generare danni e conseguenze negativissime ma quel giorno eravamo belli infervorati e quando partì quel tiro sbilenco forse sapevamo tutti che era stata sganciata un’atomica sul quartiere.
Rimanemmo immobili a fissare il pallone che s’impennava filando dritto ed esatto nel pertugio lasciato dallo scorrevole in cristallo aperto.
Calò un silenzio tombale, un immobilismo da terrore puro, per un istante infinito nessuno fiatò, nessuno pensò, nessuno ebbe coscienza della tragedia, poi il panico ci rianimò e sparimmo tutti, perlomeno a distanza di sicurezza da qualsiasi rappresaglia potemmo immaginare in quell’istante eterno..
Tutto questo in davvero un tempo infinitamente grande e insieme incredibilmente breve.

Ora io non ricordo un prima o un dopo, ma negli occhi è rimasto solo quella palla che s’inabissava nel negozio di vini, bottiglie, vetri.. e noi come a non voler avvertire alcun suono di frantumi, sfacelo, delirio.
E forse non ce ne furono.
Ma l’immaginario percepito corrispose alla fine del mondo, di tutti i mondi possibili.

Scorgemmo solo lui, il sig. Mario, proprietario avvelenato sulla porta, col pallone tra le mani e la minaccia delle minacce: “dovete sparire, e questo non lo vedete più” indicando ovviamente il SuperTele ora in suo definitivo possesso.

59 commenti:

  1. erano piccole grandi tragedie quando il pallone finiva dove non doveva: ricorderò sempre il gestore del baruccio sulla piazza dove giocavamo. Raccattò il pallone finito tra i suoi tavolini, prese un coltellaccio con cui lo trafisse platealmente prima di tirarcelo dietro irrimediabilmente sgonfio.
    ml

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    1. Trovare un pallone nuovo ogni volta un problema.. ricordo le collette..poi in cartolibreria (che una volta vendeva tutto) a rimediare il pallone più scrauso.. peccato non ci fossero ancora i "cinesi".. ahah

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    2. E' vero. Il San Siro era più caro e forse faceva anche più danni.

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  2. Doveva essere davvero una cannonata visto che il SuperTele non era neanche tanto pesante. Io ricordo spesso una pallonata in faccia, presa giocando in porta, il sangue dal naso per due giorni di fila. Giocavamo col pallone San Siro e quella botta proprio non posso dimenticarla.

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    1. Dovecamo risparmiare.. c'era una moria di palloni dovuta agli agenti (non di polizia) più improbabili.. e finivano pure sui balconi di case abbandonate.. azz!

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  3. Io una volta, in palestra, ho centrato l'orologio appeso al muro, il vetro davanti è andato in pezzi ma le lancette continuavano a girare... Abbiamo fatto sparire i frammenti di vetro e l'orologio continuò a fare il suo dovere, nessuno si accorse mai che la polvere si depositava sulle lancette e sul quadrante...

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  4. La gazzosa al supermercato la vendono ancora anche se non ha più lo stesso appeal sui giovani d'oggi.

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    1. Ogni tanto tirano fuori gazzose e chinotti vintage.. ma le nostre erano un'altra cosa.. ;)

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  5. Mi fai ricordare le estenuanti partite a pallone, da ragazzo, sul campetto spelacchiato del paese. Cominciavano verso le due del pomeriggio e finivano la sera tardi, al buio. E non avevamo né gazzose né spuma...ma era il tempo della felicità

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    1. Hai ragione..si giocava oltre il crepuscolo finché si intuova ancora qualche traiettoria, dietro la scuola, su sterrati micidiali.. chi l'ha mai visto un campo in erba..

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  6. E beh, anch'io ho molti ricordi di partite a pallone che il tuo post mi ha fatto tornare in mene, in strada e nei campi di calcio a Genova.

    In strada c'erano quelle partite lunghissime che finivano tipo 10 a 9. Caduti per terra ci rialzavamo subito, mica facevamo le finte perché chi faceva il furbo veniva scoperto subito. Giocavamo davanti al piazzale della chiesa e un giorno si ruppe il vetro di una finestra con una pallonata, e anche noi usavamo il pallone super tele. Hai descritto così bene la traiettoria del pallone che faceva il danno, e la tensione successiva, che ho rivisto la scena nei miei pensieri. Il sagrestano uscì in piazza, rabbiosamente prese il pallone e lo bucò con un coltello. Poi uscì il parroco e ci urlò di tutto e di più.

    Quando avevo fra i 12 ed i 17 anni praticavo due sport il calcio e l'atletica (1000 metri, 3000 siepi e 5000 metri) tesserato con le federazioni calcio e atletica. Facevo i campionati veri e propri con arbitri ecc. Di campi di calcio ne ho girato tanti a Genova e in regione. Pensa che nelle partite di calcio nell'intervallo ci davano lo sciroppo di rose caldo...fa sorridere pensando ai tempi di oggi con i vari Gatorade e altre bevande sportive. Potevo passare ai professionisti, ma per i miei genitori (ti parlo fine anni '60 e anni '70) lo sport non era mica un mestiere. Loro volevano che proseguissi negli studi e così verso i 17 anni piantai tutto lì.

    Ma il tuo post mi è piaciuto molto, proprio tanto...
    Un salutone e alla prossima

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    1. C'è stato un periodo in cui ho sognato il dilettantismo calcistico, passai anche un provino, ma finì a breve..mancava il fuoco della passione, e anche la voglia di allenarmi.. ahah.. giocavi davanti al Duomo? Coi leoni spettatori? Che fiaba..

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    2. Eh! Eh! Era una chiesa in un quartiere vicino piazza Manin...un salutone

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  7. Uh, la gazzosa! me la ricordo anch'io , in una situazione analoga, al femminile: io e le mie amiche di quartiere a giocare sotto casa con l'elastico. C'era questo panificio, che vendeva anche bibite ed era un entra/esci (soprattutto d'estate)per tutto il tempo in cui si stava giù, in cortile. Nessun guaio con presunto danno, ma tanta nostalgia di quei tempi e delle belle e sane abitudini di gioco che ormai si sono perse!

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    1. Perse per sempre.. non so più che fine abbiano fatto i ragazzini di oggi, sepolti da video di cellulare, playstation e pokemon.. si gioca in casa ormai.. si allenano pantofolari..

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  8. Tutti abbiamo qualche splendido ricordo della nostra giovinezza. Forse era proprio l'età giovanissima a farci sembrare tutto più bello, persino i momenti di panico dopo una marachella. Di fatto, sono momenti che non si scorderanno mai.

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    1. Poche ma nitide memorie.. vorreri averne di più in realtà..ma mi accorgo che la memoria cilecca.. forse per questo scrivo e ogni volta che qualcosa affiora la impiglio nella carta e rimango a guardia.

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  9. Bei tempi le partite sul campetto dietro la canonica,poi spessissimo il proprietario del pallone si arrabbiava e se lo portava via sich!

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    1. Vero anche questo, e non voleva giocare mai in porta anche se era una pippazza, e quando sceglievamo le squadre rimaneva per ultimo.. comunque sono diventato un piccolo Garrincha sull'asfalto dell'oratorio, lì l'importanza della Chiesa ha guadagnato punti..

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  10. Ti sembrerà strano ma io ho nostalgia della *spuma*.

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    1. A chi lo dici.. da Eataly ne vendono una indegna che sosta pure un occhio :(

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  11. oggi è diverso, ci sono più palloni che giocatori

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  12. I bei tempi di una volta… quelli in cui si giocava felici tra i cortili, oggi non se ne vedono quasi più di quartieri brulicanti di bimbi che giocano. Scusami, settimana scorsa piena … solo ora riesco a farmi un giro nel blog

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  13. Un ricordo bello e brutto contemporaneamente che resterà sempre impresso nella tua mente
    Un caro saluto

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    1. Son contento che riaffiori roba di altri tempi, ogni tanto.. inizio a diventare nostalgico, con l'età che avanza.. ;)

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  14. Da noi a bucare o tagliare il pallone era papà.
    Quindi prima spendeva soldi per comprarlo, poi questo pallone finiva addosso alle sue coltivazioni e lo tagliava. Tutti i palloni finivano così.

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    1. Un masochista in pratica.. però aveva ragione.. magari sperava nella vostra ravvedutezza ogni volta.. e poi i figli s' pezzi 'e core.. i palloni un po' meno.. ;)

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  15. Appartengo alla generazione che ha giocato per la strada. Quando ritornavo a casa ero esausta e non soffrivo d' insonnia come ora. Altri tempi , gli abitanti del quartiere ti controllavano, ci si conosceva tutti. Ti sentivi al sicuro nel vivere quelle esperienze.

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    1. Vero. La strada era un'estensione di casa..ci si conosceva tutti.. c'erano le botteghe, gli artigiani.. ti chiamavano per nome.. oggi le casse automatiche al supermercato al massimo un metallico "benvenuto! Inserire la card, prego"

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  16. Il pericolo non era la strada era la portinaia che quando giocavamo in cortile minacciava con la scopa 😄
    Buona giornata
    enrico

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    1. La mia portinaia.. troppo forte.. altro che videocitofoni.. nostalgia feroce..

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  17. Anche noi femmine giocavamo a palla... e la frase che si ricorda è "... a regazzì... se non ve ne andate ve lo buco"

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    1. La figlia del fruttivendolo sotto casa giocava a pallone da dio, era più piccola di me e mi ha insegnato anche ad andare in bici.. che tempi! .. per me all'epoca non c'erano questioni di parità.. le donne erano già decisamente "avanti".. ;)

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  18. Noi eravamo troppo in mezzo alle case e alle auto, i palloni erano lievi, tipo quelli da spiaggia.

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    1. Quello in foto era proprio da spiaggia..e costava meno degli altri.. e noi ne facevamo fuori in quantitativi industriali! (ci doveva ancora entrare in testa il saggio "chi più spende meno spende"..)

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    1. Si poteva. Siamo cresciuti in maniera diversa, decisamente.. e credo anche migliore..

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  20. IL gioco col pallone! Una malattia che nn aveva il vaccino. Ancora oggi. Una famiglia di tifosi Juventini con una madre milanista!!! " Ti prego mamma, ti prego dì "forza Juve" nn sono mai riuscita ad accontentarli. oggi l'ho scritto , ma nn vale!
    Enrico (Chicco) dopo aver rotto qualche vetro dei garage si è costruito un pallone con i giornali....è riuscito ugualmente a rompere il lampadario della sua cameretta. E notate la sua "forza" Aveva un foglio con la squadra della Juve e lo aveva appiccicato sul vetro della PORTA-FINESTRA CHE dava sul balcone . Ogni mattina quando rimanevamo soli noi due, mi chiedeva: mi leggi il nome dei calciatori? inflessibile gli rispondevo che lo avrebbe fatto il suo babbo la sera. Bene: Enrico ha imparato a leggere da solo. Aveva 5 anni.Io tifo sempre Milan. Caro Franco sei proprio una cannonata di simpatia.

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    1. Sei un tesoro Lucia.. che bei ricordi.. e continua a tifare Milan!!

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  21. Guarda, sono tornata solo per dirti che le cose introvabili oggi in realtà sono quattro: quella mancante è la paura negli occhi dei ragazzetti che hanno appena commesso una bravata. Se succedesse ora, con quello che c’è in giro, probabilmente i ragazzetti sarebbero delusi di non ave frantumato tutta la vetrina.
    Comunque carino il Signor Mario, ve lo ha pure restituito il pallone, no?!

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    1. E comunque non mi dire più le parolacce sul blog che sono senZibile xD

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  22. Bellissimo rileggerti, magari proprio per averti urato la sensibilità.. ma miravo ad una scossa..e in qualche modo ha funzionato!! ;)

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  23. Buongiorno Franco non si possono riesumare le gioie così lontane e che ci hanno segnato per tanti anni. Io ero Garrincia e Pietro Vava. Vicolo nn piu largo di 2 metri e porta due sassi. Rivera e Mazzola gli avversari.
    Si arrivava a 10 cioè dalle 15 alle 19 poi a lavarsi i ginocchi e cena
    Carosello e letto

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    1. I miti dell'epoca.. ho figurine di Rivera ancora attaccate nell'armadio a muro dei miei.. ogni volta che apro lo sportello un'ondata di nostalgia.. ma anche di sorrisi spontanei..

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  24. Quanti ricordi leggendo il tuo post, ho passato pomeriggi interi a giocare a pallone in strada da bambino .... solo che noi non avevamo negozi vicini in cui fare danni. :)

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    1. Una leggerezza che sembra scomparsa.. mi sembra ci sia molta meno complicità, troppa attenzione.. cambiati i tempi decisamente..

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  25. potrei fare copia-incolla :)
    cambiando solo qualche piccolo particolare.
    lieto giorno

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  26. Mi hai riportato alla mente tante scene simili che anche io ho vissuto... e poi il Super Tele! :P Tempi diversi, dove si vedevano ancora bambini e ragazzi giocare per strada.

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    1. Quando ripasso oggi su quelle strade, davanti quei cancelli, i negozi.. mi chiedo dove e come giochino i ragazzini di oggi.. se non gli manchi qualcosa di naturale..

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  27. Tempi per tanti, troppi versi, irripetibili.. peccato..

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  28. mi hai ricordato una bambina con i suoi cugini, non la passione del pallone ma del Baseball....le prime mazze se le realizzò lei al tornio con l'aiuto del nonno (era alle prime armi) e la palla era quella che finiva sempre nei posti più insensati e ahi me pure nel vetro del laboratorio che andò in frantumi...poi crescende alle superioriori guarda caso, erano collegate con un palazzetto sportivo e un bellissimo campo da Baseball. Anche se i giocatori erano misti, femmine solo due, lei giocava con passione pur essendo gare tra vari istituti scolastici...
    Ma la sua prima mazza, quella fatta da lei, la sua mamma la tiene dietro laa porta della camera da letto: "se entrano i ladri li sorprendo e gliela do' in testa) il suo commento...
    Ma i tempi dei giochi semplici da bambina non esistono più....
    Con poco ci sentivamo dei campioni o lo sognavamo eheh.
    Ciao Giaguro

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  29. Ricordi che riaffiorano, in una dimensione di tempo completamente diversa con osservazioni del profondo di gran riflessione.

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  30. Eh, che tempi! Ma dalle parti mie la minaccia delle minacce era un'altra, coltello in mano: "Ve lo buco" E ce l'hanno bucato. Sapessi quante volte ce l'hanno bucato...

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