mercoledì 23 marzo 2022

DRIVE MY CAR - LA CANDIDATURA ALL'OSCAR CHE NON COMPRENDO

 


Timidamente, ma non troppo, sembra sia l’unico cui questo film non abbia suscitato tutti questi clamori. Allergico alla lentezza? Refrattario ai dialoghi centellinati? Ostile verso atteggiamenti irreali? Probabilmente un po’ tutto, nonostante una predisposizione iniziale scevra da preconcetti. Questo spottone Saab mi ha lasciato perplesso a cominciare da alcune scelte di base, come il silenzio del protagonista sul tradimento della moglie o l’uscire tranquillamente di casa con lei che dice in tono grave: “Stasera ti devo parlare”, quando hai appena scoperto che ti tradisce. No ma dico: immaginatevici.
Ovviamente tutto necessario per lo sviluppo della pellicola e dei richiami a Checov e Beckett, dove i personaggi attendono a basta, spesso incapaci di (re)agire.
Oltretutto in una messa in scena d’avanguardia, una rappresentazione futurista dello Zio Vanja con linguaggi misti (anche dei gesti) e attori che non si comprendono l’un l’altro. Un film che scorre un po’ a teatro e un po’ (molto)  a bordo di questa Saab che impareremo a conoscere da tutte le angolazioni in riprese (notte, giorno, gallerie, sorpassi, traffico, andata, ritorno) al limite dell’estenuante (mi aspettavo, anche nell’intermezzo sul traghetto, una decina di minuti di onde fisse a susseguirsi..); un’autista carica di rimorsi che sfogheranno assieme ai rimpianti del regista protagonista solo al termine di 179 minuti di peregrinazioni mute e soluzioni visive spesso accessorie. Sicuramente il pathos non ha tracimato e mi sono soffermato sul dito perdendomi la luna indicata, ma comunque ho trovato rudimentali anche i presunti dialoghi chiave e tutto il costruito per accendere emozione, ma attraverso terreno ovvio e visto mille volte, ma stavolta al ralenty.
Lui che non vuole l’autista perché abituato e felice di guidare la sua macchina, accetta quasi per forza e si siede sul sedile ..posteriore! Oltretutto di una macchina a due sportelli? Scomodissimo e teatrale (i richiami si accavallano) ma elementare espediente narrativo per descrivere l’evolversi del formale rapporto passeggero/autista  fino alla complicità  del sedersi accanto, dopo  un paio d’ore e qualche stramigliaio di kilometri, infrangendo una sorta di divisione emotiva che sorprenderà giusto chi vuole farsi sorprendere.
Ma ce ne sarebbero di altri inceppi: dall’attore/amante della moglie scelto quasi masochisticamente dal regista e i suoi comportamenti grotteschi (il ridicolo non voler essere fotografato dai fans che lo porterà a scelte deliranti), il continuare a studiare una parte che, guarda caso, si rivelerà provvidenziale, fino alla giovane autista tormentata che d’incanto passerà dalla maschera imperturbabile al completo aprirsi (come col fumare nella Saab, vietatissimo fino ad un fotogramma prima).
Mi si dirà che è proprio l'inceppo la chiave di volta.
Soluzioni spesso ingenue che vorrebbero stupire, dialoghi scarni e al limite del grottesco, titoli del film dopo una mezz’ora solo per illustrarci una sofferenza covata nel profondo e uno stacco emozionale da non voler/saper gestire, ed un finale sibillino sempre con la Saab turbo protagonista (gliel’ha regalata lui o vivono insieme una nuova esistenza?) e la giovane autista che guida in mascherina anche da sola (siamo arrivati ai nostri giorni - da Checov a Covid -), finalmente pettinata e senza più cicatrice sulla guancia (ma forse è solo una mia impressione), quasi a sottolineare che in questo film tutto avverrà, ma con calma, maledetta calma, aspettando Godot o chi per lui.    


30 commenti:

  1. Io non sono refrattario ai film lenti se sanno supportare la lentezza con i contenuti e le emozioni. Io questo film l'ho visto su Sky, l'ho retto fino a 30 minuiti dalla fine (per chi non lo sapesse il film dura la bellezza di 2h e 59 minuti) poi mi sono arreso. È una palla mostruosa si abbia il coraggio di dirlo 😇

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  2. Il film richiede una partecipazione emotiva notevole. Se ci riesci dirai che è bellissimo, se durante il film schiacci un pisolino, tutto diventerà noioso.

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    1. Pensa uscire di casa con qualcuno che ami che ti dice "Stasera ti devo parlare". E tu esci.

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  3. Non mi ricordo che pittore, forse Monet, ha detto che la tela deve "sempre essere piena". Accosto il commento ai film veloci. Una volta ho fatto una gita a Venezia con amici. Ho filmato tutto col telefono. Poi ho montato. Su un'ora e mezza di 'girato' sono rimasti 15 minuti utilizzabili. Bisogna saper scegliere, non tutto il materiale è interessante.

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  4. Non è il genere di film su cui mi soffermerei. La trama non m'ispira, quindi non avendolo visto non posso giudicarlo.

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  5. La penso come te, non sei solo. Ho molto apprezzato le parentesi teatrali, metafora dell'incomunicabilità, e il parallelo con Checov, ma avrei dimezzato il metraggio senza problemi.

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  6. Carino e niente più.
    Mezz'ora di meno sarebbe stato molto meglio

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  7. Non l'ho visto e non lo guarderò di sicuro, dopo aver letto la tua recensione e i commenti. Mi è capitato spesso di non gradire affatto i film da Oscar. A volte sono proprio pesanti!

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  8. Figuriamoci... io non sopporto i film francesi. Cancellato

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  9. Non ho visto il film quindi non posso giudicare ma mi fido della tua opinione considerando che vedi sicuramente più film di me e hai quindi un punto di vista più ampio. In passato ho trovato spesso delle candidature agli Oscar per me assurde e immeritate... ma sai, l'arte non provoca le stesse reazioni in tutti!
    Buona giornata.

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    1. Il cinema rimane arte soggettiva, direi anche per fortuna, ma splendidi film mettono sempre tutti d'accordo.. agli Oscar è capitato con Birdman, Capolavoro assoluto.

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  10. Questo film non lo vedrò, non vedo il senso di sprecare il mio tempo. Invece CODE l'ho guardato e lo rivedrei.

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    1. CODA l'avevo già visto.. cinque anni fa.. incredibile l'Oscar ad una fotocopia!!.. allora molto meglio Don't look up!

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    2. Copia o non copia è un gran bel film. L'originale aveva vinto qualcosa?

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  11. Finalmente ho letto anche il tuo pensiero al riguardo. Come avrai già capito, mi trovi perfettamente d'accordo. Film noioso e pretenzioso, a mio parere non meritava neanche l'Oscar come miglior film straniero. Avrei preferito "Flee" (anche se oltre a quello di Sorrentino, gli altri non li ho visti, quindi il mio è un giudizio incompleto). E ti dirò: nonostante non mi abbia entusiasmato neanche "È stata la mano di Dio", lo preferisco comunque di gran lunga a questo.

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    1. Si guarda, nonostante le mie critiche a E' stata la mano di Dio (a dare una pizza a Chris Rock..), molto meglio di Drive my Saab.. ;)

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  12. non ho visto il film ma apprezzo la tua dotta stroncatura.
    Noto solo che per una volta non c'è un furbesco ritorno economico dietro lo "spottone Saab": il modello non esiste più e la casa svedese ha chiuso i battenti da anni.
    ml

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    1. Uno spottone vintage più che altro, per amanti del demodé. Con un Qashqai veniva male (e c'ha pure quattro porte..) ;)

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  13. A volte pensiamo troppo che un film sia o non sia il nostro genere..ma quante volte rimaniamo sorpresi? Il cinema fa di questi scherzi..

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