Un'amica mi ha confidato che non avrebbe acquistato l'ultimo Barnum di Baricco, preferendo leggerlo in veste di romanziere.
Mi ha fatto riflettere e precisare quanto di seguito:
Carla carissima, mi ha sorpreso che una baricchiana doc come te, possa ritenersi poco rapita dagli scritti del Nostro, quando esulino - o lo si voglia credere - dalla struttura del romanzo.
Baricco, per sua natura,
dissemina diamanti, anche in un aforisma.
I suoi periodi hanno fiato
corto, cortissimo.
Il suo modello di romanzo
non è mai un sipario che spalanca tonnellate di luce, ma infiniti flash a
squarciare il buio, fino a ricamare, col tempo millesimato, una tela compiuta.
Piccoli sorsi, passi
misuratissimi, gesti minimi,
immagini istantanee,
capoversi sospesi.
Da
Seta a La Sposa giovane è sempre stato così. Non si galoppa mai. Parole lente,
dispensate col misurino.
Solo
la punteggiatura spessa e frenetica.
A
mozzare l’emozione, il respiro, la descrizione, la pagina intera.
Addomesticare
l’aspettativa, renderla un turbamento razionale, una suggestione familiare,
riconoscibile. Anche quando si mira ad orizzonti estesi, in realtà si
accartoccia l’infinito in un amen.
Il
mare aperto è in una mano, la strada che torna, la storia che si ripete.
E
nei suoi Barnum non tradisce il passo cadenzato.
Raccolta
di articoli che spaziano in un arco temporale di quindici anni, ma dove anche
nel meno recente, non si avverte affatto la sensazione di “datato”, anche
perché Baricco è sempre una quindicina di anni avanti quando scrive di
attualità, analizzandone ragione e scopi. E lo si riconosce. Stilettate brevi,
ad evidenziare i suoi perché e i suoi percome, tentando, riuscendoci, di
configurarli ai nostri.
Lui
lo narra un articolo. In due pagine riesce a descrivere un’epica.
E
te la fa respirare, quieto.
Pensi
di leggere uno scampolo, ma vivi un piccolo romanzo fiume.
Ciao Franco,
RispondiEliminaquando nella striscia di lettura ho letto il titolo del tuo post, e soprattutto il nome dell'Autore, mi si è accessa quella lampadina del richiamo a qualcosa che fa oparte del proprio bagaglio, il "ritorno a casa", per usare un'espressione nota del Nostro e il contenuto dell'articolo, che condivido pienamente, me lo ha confermato.
Saluti cari
Marilena
Quindi me lo consigli?
RispondiEliminaA me non è che piaccia granché...^^
Moz-
Innanzitutto, lasciami dire che i tuoi post sono sempre originali, frizzanti e mai scontati.
RispondiEliminaPer il resto so che mi relegherai fra la negletta schiera dei somari, ma quel poco che ho letto di Baricco - ovvero "Seta" e "Novecento" - non mi ha entusiasmato.
Non nego che a volte la sua prosa sia sorretta da un'ispirazione felice e frequenti nei suoi romanzi siano pure i passaggi lirici, ma, purtroppo, alla fine dei giochi, non mi rimane niente ;-(
Sempre tuo devoto e rispettoso estimatore.
Nigel Davemport
Potrei essere d'accordo con Seta, ma ad un talentuoso teatrante come te, Novecento dovrebbe istillare sogno e respiro... ;)
EliminaA me non piace Baricco. Leggerlo mi irrita.
RispondiEliminaio non lo capisco. ma sono ignorante, io
RispondiEliminaNon ho dubbi: il tuo e' vero amore...:-)
RispondiEliminaBaricco non mi ha mai attirato quindi non posso esprimermi...
RispondiEliminaMa infatti, Baricco è un romanziere? Bah...
RispondiEliminaAhahah lo sai che mi diverto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSono in accordo su i diamanti che ritrovi in un aforisma e io aggiungo che ti risolvono il senso del suo scritto, a volte contorto ma che costruisce un senso.
RispondiEliminaIo mi dono innamorata di Baricco per le sue particolarità e non per la sua totalità di scrittore.
Secondo me lo stai sopravvalutando. E pure parecchio.
RispondiEliminaQuando ami sopravvaluti sempre... ;)
EliminaCiao Franco,
RispondiEliminaquando tu e il Guardy vi confrontate, sembra di assistere ad uno scontro fra titani.
Ma tu sei il migliore ;-))
Baricco lo digerisco come un peperone crudo!
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