Rezza
è per certi versi rassicurante nei suoi eccessi, nelle sue tiritere
musicali, coi suoi ritmi indiavolati, col suo ingarbugliarsi di
parole.
La
rende musica, la parola.
Senza
uno strumento in scena mette su un concerto di voci e corpi, danze
mentali che scuotono il convenzionale, che tirano giù dal letto il
nostro stantìo approccio al teatro, fanno a fettine le nostre
credenze e pure i nostri armadi ricolmi di scheletri.
Rezza
libera liberandosi.
I
suoi personaggi folleggiano facendo pensare ognuno alle nostre
inutilità quotidiane. Ai nostri falsi miti. Alle nostre necessità
che non si realizzano perché rimaniamo schiavi. Probabilmente
preferiamo rimanere schiavi.
Rezza
ci da una scossa.
Stavolta
con l'aiuto di altri quattro artisti eclettici, in corpo e voce, come
lui, a riempire lo spazio e il vuoto, una scenografia con una sola
parete piena di buchi/finestre (un must tocca ammetterlo..complice
l'eterna collaboratrice Flavia Mastrella) dalle quali appaiono e
scompaiono mille spunti e mille provocazioni.
Ma
non c'è un angolo di palco che non venga coinvolto. Non c'è un
briciolo di cervello che non venga sferzato. Un grammo di
sensibilità che non venga sollecitato.
Assistiamo
allo spettacolo delle nostre assurdità. Quelle che portiamo in scena
ogni giorno convinti di fare bene.
E
invece ossequiamo un diritto d'autore sconosciuto.
Che
dispone di noi come vuole.
e si paga anche per vederlo ? :-)
RispondiElimina(scherzo Franco, sia chiaro !)
..a febbraio è a Milano.. all'Elfo Puccini..
EliminaE' uno che ha capito tutto dell'uomo.
RispondiElimina..se non ha proprio capito tutto... un bel po' sicuramente.. ;)
EliminaRezza... un giullare dei nostri tempi, ancora non allineato col "sistema" e che, pertanto, può fornire utili indicazioni per imparare a farne a meno ^__*
RispondiEliminaA me piace molto il suo distinguersi a tutti i costi.. riesce comunque a fare comicità di altissimo livello rimanendo poi nei consueti canoni... non ricordo chi, ha definito le sue opere "terrorismo teatrale", azzeccandoci in pieno...
EliminaSe dovessi paragonarlo ad una esperienza artistica, ad un genere di pittura, direi che Rezza mi ricorda alcuni dipinti cubisti di Picasso: attraverso il suo corpo - o meglio le deformazioni della sua faccia di gomma - mette a nudo i nostri tormenti, i nostri incubi; svela i nostri sogni più nascosti, rappresenta l'assurdo e l'irrazionale che vive dentro di noi.
RispondiEliminaConcordo Remigio.. ed è un irrazionale che coltiviamo e custodiamo spesso a nostra insaputa... felice che qualcuno, ogni tanto, ce lo presenti..
Elimina