venerdì 13 dicembre 2013

BLUE JASMINE (2013) .. RIECCO WOODY IL GENIO!



Lo avevamo lasciato, Woody, a compiacersi sulle ceneri del suo cinema che fu. Lo ritroviamo devastante oggi, complice una mostruosa Blanchett, che catalizza e permea di se l'intera pellicola, in una storia accartocciata su se stessa, labirinto senza uscita, dove anche il lieve bagliore di fine tunnel si rivela gioco di specchi ad infrangere di nuovo ogni speranza.
Woody abbandona le camilleristiche velleità di giallista alla buona e si adagia nell'ecletticità del dramma che solo un grande umorista può elevare ad icona.


E frega due volte lo spettatore che, in perenne attesa della svolta sarcastica, si vede man mano immerso nel calco tragico di una vicenda volutamente a cul de sac.
Sullo sfondo, il contrasto tra classi, il distacco di sentimenti, il solco che sempre più avvertiamo anche noi, tra ricchi e poveri, semplicità e spocchiosità, onestà e cinismo.
Allen, su questa ragnatela sociale, cala, anche se talvolta con prevedibili conseguenze, l'asso della contaminazione rifiutata, facendo emergere magistralmente attriti ed incongruenze in maniera molto più realistica ed efficace di tanti venerati maestri del dramma.
Le montagne russe della diversa scala sociale vengono abilmente percorse coinvolgendo a strappi lo spettatore, anche con l'ausilio di esatti flasbacks.

Certo di peli nell'uovo ce ne sarebbero, ma siamo talmente oltre le ultime, supponenti, prove che la soddisfazione traspare lampante e perdoniamo tutto.
La nostra Jasmine, che ha preso una strada “diversa dalla sorella” non ci si trova proprio a combattere in un’altra dimensione.. un po’ come la Lazio a lottare per la retrocessione.. ma Woody ce la disegna molto estrema, amante dei capi “firmati” e con la testa tra le nuvole riguardo i magheggi del marito, ma anche fredda e cinica quando si tratterà di abbandonare i deliri sognati e di rivelarsi di nuovo donna e disponibile “sul mercato”.. rimaniamo dell’idea che la stratosfericità della Blanchett supplisca da sola a qualsiasi stortura sceneggiatoriale; una Cate in stato di grazia che istrioneggia e gigiona come non mai sfruttando tutta la gamma degli stati d’animo, delle incomprensioni, degli imbarazzi, delle sbavature, dei tipici tic alleniani, delle ribellioni, ben coadiuvata dai chirurgici flashbacks che la vedono, in alternanza, ora vittima e ora carnefice.


L’impressione monella è che Woody, una volta in partita, voglia strafare, allentare ogni tanto il solido guinzaglio di una belva ormai ridotta in deturpante cattività senza permettere mai che il volo ri(spicchi), ma su questa falsariga, alla fine spina dorsale del film, deve rinunciare anche lui al minimo sprazzo che, come accennato prima, lo spettatore attende fin quasi alla fine, come a smascherare questo tormento denso.
Al termine non si sottrarrà all'ultimo, melodrammatico, atto - sfida definitiva di chi non depone le armi neanche a guerra terminata - utile se non altro a sottolineare nuovamente le differenze di destino, aspettative e casta che separano inesorabilmente Jasmine da quel tesoro di sua sorella

Giusto un ultimo interrogativo: avremmo ottenuto lo stesso risultato senza questa mastodontica Cate?


12 commenti:

  1. Io Woody lo adoro sempre e comunque: è una di quelle 30-40 persone al mondo a cui perdono volentieri anche l'eventuale supponenza... :)
    Questo devo ancora vederlo, ma naturalmente è in cima alla lista.

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    1. Vai sereno Nico'.. spiazzante ma con garbo e cognizione di causa...

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  2. Io Woody lo odio sempre e comunque :)

    Moz-

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  3. Certo i trascorsi vacanzinatalieri non t'aiutano .. ;-) ;-)

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  4. mmmh Lampur..... questa potrebbe essere una trappola per me... convincermi con questa recensione che un po' di woody allen sia risorto giusto per natale e mandarmi al cinema a vederlo. che faccio? ce casco?

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    1. .. dopo Molière in bici.. sicuramente un bel cascare...

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    2. Lampur, io e te proprio non ci azzecchiamo con i film ..a me questo woody non ha convinto, si salva solo per una straordinaria Blanchett.
      Mi sorge un dubbio: Molière in bici, che puntavo a vedere nel week end ...vado o non vado?

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  5. Dopo aver letto la tua recensione è inutile andare a vedere il film. Hai già detto tutto.
    :)

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  6. ... oh ma c'è di più.. dettagli inenarrabili... ;)

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  7. L'ho visto! Dalle stelle alle stalle! Il non riuscire ad adattarsi ai cambiamenti che diventa poi malattia. Woody non mi piace, la protagonista merita l'oscar.
    Ottima recensione,la tua capacità espressiva somiglia molto al "cabbibale", lo conosci? ;)))

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    1. Se intendi "pensieri cannibali" è nel mo blogroll e regolarmente seguito.. ;)

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  8. I giochi di specchi, i processi ricorsivi, di cui il moltiplicarsi all’infinito dell’immagine di un oggetto tra due specchi piani paralleli è un esempio. Sono alla base dell’intelligenza, del genio. Woody Allen in questo è un maestro. Così come in Gesù di Nazaret, Leonardo da Vini e Michelangelo Buonarroti. I loro stessi volti nella maturità erano simili, come in una camera degli specchi. Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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