giovedì 6 gennaio 2022

IL PRESEPE GREMITO


 

Già Gesù, il 24 dicembre notte, ebbe seri problemi a trovare libero il suo pertugio di competenza; la folla straripava, il distanziamento era utopico, i green pass carta straccia... 



Ora arrivavano i Re Magi, e sarebbe stata davvero dura farsi largo..
ci sarebbe voluto un miracolo.. magari il primo di una lunga serie..



...ma riuscirono a passare da uno scaffale all'altro fino ad arrivare al nuovo nato.

p.s. il prossimo anno dovrò contingentare.. ;)



Buona Befana!!!




martedì 4 gennaio 2022

TOSCANA GANZA

Montefollonico

La Toscana è da tempo la nostra seconda casa. Val di Chiana e Val d'Orcia per la precisione. Terre incredibili dove ogni volta rimaniamo estasiati da scorci e panorami; da un colore, un sapore, un riflesso, un silenzio anche. 

Pienza

Una regione di terre modellate, borghi arrampicati, vicoli a sorreggersi, col basalto sconnesso a dettare Storia e storie.
Salite, archi e strettoie che intrecciano pietra.

Santa Fiora

La nebbia può dipingere quadri, illudere i sensi, attutire lo scorrere del tempo, aggiungere magia e sottrarre ansia, colorare tutto un mondo di pastelli propri.


Val d'orcia


E poi le chiesette, medievali o romaniche, nascoste, fuori dei paesi, timorose, discrete, oscure a volte; silenziose, ad accoglierti, come premio per essere scivolato via dalla frenesia dei viali battuti, dei sentieri affollati.

Pieve di Corsignano 

Le porte, i battenti, i muri a secco; i chiavistelli millenari, le incrostazioni venate dalle intemperie, bruciate dal sole, le voci che sembrano venire da dietro, sibili sottili. 

Montepulciano

Arcate, pilastri e volte a inchiodare lo sguardo; venature che recitano storie incredibili, rimaste in eterno senza risentire di un solo sussulto.

Montalcino

E quella campagna ondulata, dai colori irrequieti, che pure rappacifica, e dilata l'anima; inebetisce di filari, di geometrie, di scollinamenti, di vitigni e gradazioni di ogni arancio e verde di stagione.



Allora capita di affacciarti ad una balaustra, al crepuscolo, e rimanere col fiato sospeso, a perdere lo sguardo e non volerti muovere, incantato, per l'ennesima volta. 
E sai che riaccadrà.


Montepulciano



Sant'Angelo in Colle





Bischero a Montepulciano

giovedì 30 dicembre 2021

COSE CHE VORREI E COSE CHE NO. PENSIERI TRA UN ANNO E L'ALTRO.

 


Cose che immagino non accadano, e ne accadono altre invece, che neanche con una lungimiranza delle più negative. Ma anche no.

Cose che immagino, frullano in testa come pallina di roulette, come asteroidi senza più rotta, di quelli che cercano solo portali magici a proiettarli in altri mondi abitati, forse, ma chissà da chi, e in quale maniera astrusa, pensiamo noi, che invece non abbiamo idea di quanto astruso sia già il nostro mondo.
Mondo di pulcini allevati in batteria, di balene ricondotte a casa, di pietre marziane esaminate a fondo, e di vecchine che risciacquano panni dalle pozzanghere di rara acqua piovana piovuta da quel cielo che arriva proprio fino a Marte, illuminato di luce celeste, ma qui da noi, si riflette solo nelle pozzanghere luride dove i bimbi giocherebbero anche, se non avessero sete.

Cose che, mentre guardo il Cristo Velato alla tv,  dimentico estasiato; e magari le dimentica pure quel cristo crocifisso troppo presto prima di insegnarci a campare davvero, a noi che immaginiamo sempre un mondo gioioso senza pellicce, senza olio di palma, senza odio fasullo, di quello che serve a sentirci importanti, vivi, perché tanti il bene e la riconoscenza la reputano solo un fastidioso accessorio, e mi ci metto sempre anche io, sia chiaro. 

Un difetto.

Cose che scrivo perché i tasti scorrono frenetici come un cartoon ma vorrei fissarle in testa, più che a video.
Vorrei alzarmi e abbracciare mia moglie (e lo faccio) che si prepara frenetica per una giornata da offrire ancora, col sorriso che la veste quando viene a baciarmi.

Cose che esistono ed esisteranno e un giorno non più, sostituite da altri pensieri, altri tasti, altre dita impazzite a strapparsi sensazioni da dentro e ordinarle in righe solo apparentemente ordinate e pronte da leggere come un sugo pronto con scadenza a breve.  

Cose che, però, potrebbero bastare per un intero anno nuovo.

Sereno 2022.

  

                                                                                                                    

  

                                                                                                                              

martedì 28 dicembre 2021

DON'T LOOK UP - LA METAFORA DELLA FINE CHE FAREMO


Nato contro il menefreghismo mondiale dei poteri forti, riguardo la preoccupante allerta verso i cambiamenti climatici; lo ritroviamo come possente metafora oggi - e più attuale che mai - a fare i conti con virus e pandemia; fazioni nate dal nulla, punti di vista folli o visionari, e soprattutto interessi mirati e parzialissimi, a condizionare il bene supremo della collettività: la vita.

McKay mette in scena uno spettacolo di micidiale satira caustica, dove tutte le star si impegnano con grande abilità, dal goffo scienziato (Di Caprio che torna a giganteggiare), alla lucida e rude dottoranda che scopre la cometa che impatterà la terra (brillantissima Jennifer Lawrence), al Presidente degli USA abbarbicato ai suoi interessi (Meryl Streep in gran spolvero).

Un film che spiazza, spaventa, diverte tantissimo anche, ma lasciandoti basito e con l'amaro in bocca, lo stesso che stiamo assaggiando in questi ultimi due anni. La bomba climatica, è evidente, ancora non spaventa chi decide di sospendere emissioni di gas serra solo nel 2050, catapultando l'eventuale rogna sulle generazioni a venire. Il virus invece un po' di sale sulla coda lo sta mettendo, ma troppi ancora giocano al "gomblotto", alla dittatura sanitaria, ai poteri forti che guardano il loro orticello.

Certo non abbiamo date e scadenze, e ancora nessun meteorite pronto a cancellarci esattamente tra sei mesi, ma se anche esistesse una data certificata, saremmo davvero così diversi  e distanti dalle pateticità descritte da Don't look up?

Io credo di no. Faremmo il tifo come sempre. Pregheremmo, ci faremo finalmente una canna, tradiremmo la moglie, compreremmo il sessanta pollici sempre desiderato, ritireremo tutti i soldi in banca per nasconderli nella pentola a pressione in cucina. Saremmo vittime delle nostre piccolezze, delle minuzie, degli egoismi, delle ridicolerie più ridicole. Tutti indistintamente.

Non guardate su! Non guardate troppo in là.. ammonisce il film, non c'è niente oltre il nostro tornaconto a stretto giro, a portata di mano e sguardo concupiscente.

Ho trovato una curiosa analogia con l'ultimo Pif di E noi stronzi rimanemmo a guardare.. anche lì un guru ipertecnologico diventa il sottile padrone del mondo e delle anime, scruta i desideri e grazie a calcoli di controllo sociale impertinenti, riesce a carpire desideri e segreti di ognuno di noi. Finiremo per obbedire ad un algoritmo.

Non prendiamo troppo sottogamba certe premonizioni.



domenica 26 dicembre 2021

ENCANT(AD)O

L'ultimo nato Disney (senza Pixar, ma senza alcun rimpianto) esalta davvero il fantasmagorico e l'eccellenza cartoonistica. Mi sono ritrovato di fronte alla perfezione animata, ad un esplosione di colori e di disegni mirabolanti ed una storia di delicata incomprensione familiare, che si risolverà ovviamente col trionfo della nostra piccola e buffa Mirabel, eroina con gli occhialini, elemento praticamente inedito in casa Disney, mentre un riferimento a Bruno, dopo l'ultimo film Luca, torna prepotente, e con addirittura un pezzo musicale;

ecco, c'è da dire che anche le canzoni di questo cartoon musical - che tanti non riescono a digerire nelle pellicole animate -, sono tutte gradevolissime, frenetiche e riproposte in versione italiana con estrema abilità, splendida resa e capaci di donare ulteriore sfarzo e rapidità ad una pellicola che non si ferma un attimo offrendo vertiginosi virtuosismi e gli iperbolici colori della magica Colombia dove è ambientata la fiaba. 


Mirabel è l'unica componente della eterogenea famiglia Madrigal a NON possedere un talento magico, una supereroina senza poteri, ma la sua normalità sarà fondamentale per salvare le sorti della dinastia. Un omaggio alla risoluzione dei dissapori familiari, una risposta alle gelosie e alle piccole rivalità, un inno all'amore tra consanguinei, troppo spesso minato dal culto dei "parenti serpenti"..

Un film che spazia dall'etnico al dark, dal pop al favolistico, dal magico allo storico con una naturalezza incredibile, senza pause grazie a continue invenzioni creative e alle particolari performances dei nostri doppiatori.

Un consiglio cinematografico a tutto tondo..e mi raccomando!! Occhio a nominare Bruno!!



venerdì 24 dicembre 2021

BUON NATALE!!!

 


Avrei tante cose da chiedere a Babbo Natale, ma forse dovrei essere conscio dei regali immensi che mi ha già portato da agosto in poi.

Quindi mi limiterò a cose normali, tipo far passare questa pandemia, infondere buon senso in quelli ammucchiati in fila fuori dai negozi dei centri commerciali con la mascherina sotto il naso (e non sono sempre vecchietti rincoglioniti, ma spesso solo giovani rincoglioniti - li immagino ad una certa età, sempre ammesso ci arrivino -); augurarmi che i politici spariscano dall'universo, che le armi si sciolgano come cioccolatini al sole, che le coltivazioni intensive nutrano solo bimbi affamati, che i confini di filo spinato si tramutino in zucchero filato, che le malattie più brutte si possano miracolosamente curare  e che la poesia entri in tutte le case, assieme ai sogni ed ai sorrisi.

Poche e precise pretese, tutto sommato, animate dalla speranza e dalla immutata voglia di vivere e fantasticare, che non deve abbandonarci mai.

Intanto Buon Natale a tutti voi che animate la blogosfera con la vostra voglia di comunicare, leggere e scrivere, e l'augurio che non venga mai a mancare, come passione e curiosità, autentico concime del buon vivere.. un abbraccio virtuale!!

mercoledì 22 dicembre 2021

DIABOLIK AL CINEMA

 

Che succede quando un non amante del Diabolik fumetto cerca di trovare nel film dei Manetti Bros qualche stimolo diverso per magari appassionarsi anche alle tavole disegnate? Nel mio caso accade che boccia pure il tentativo cinematografico, anzi, vede svaporare anche quel poco di buono che Diabolik rappresenta in un iconico immaginario: l’uomo feroce e tutto d’un pezzo che non teme nulla e si mostra nella sua glaciale impassibilità.. giusto davanti la figurina di contorno Elizabeth, fidanzata di comodo. Una pellicola che omaggia gli anni sessanta, con certosine ricostruzioni,  ambienti desaturati, il vintage ad ogni occasione (anche con le poltroncine nel rifugio altrimenti grigio e disadorno). E che ovviamente si arrampica su quello che ho sempre e fondamentalmente osteggiato nelle storie di Diabolik, vale a dire l’uscirne vincente sempre e comunque con gli stratagemmi più assurdi e le trovate buone giusto per un cartone animato. Ma tant’è, il fascino non ammette critiche né retro pensiero, come quando si torna a casa in auto non dal cancello principale, ma da un’entrata poco distante occultata nella roccia, però poi si sale da una botola a vista in pieno giardino, che farebbe ridere anche se il nostro abitasse da solo, ma qui ha anche la fidanzata ufficiale all’oscuro della sua attività ufficiale. Un altro rifugio invece, sempre con anta basculante in simil ambiente boschivo/cespuglioso, che occulta l’entrata a vista sulla statale, prosegue col traforo del Brennero fino alla solita stanza grigia e spoglia. 

Ma a prescindere dalle rampe sempre pronte, i pulsanti di cui dissemina i suoi luoghi, le catenelle da tirare per accecare i nemici proprio nel punto esatto dove si ferma, i piani, anche fantasiosi, che lo vedono penetrare comunque sempre e dovunque, ciò che lascia ancor più perplesso rispetto all’indubbio fascino del cartaceo, perlomeno veloce, incisivo, preciso, coinvolgente; è la lentezza quasi esasperata trasmessa dalla visione. Questa catatonicità narrata dai protagonisti, Marinelli e Mastandrea, e in parte anche dalla bella Miriam Leone, in qualche movenza più vicina a Jessica Rabbit che ad Eva Kant. Lentezza che tanti hanno dichiarato voluta, e che posso tollerare, ad esempio, nel tentativo di creare ambiente da parte del vice ministro della Giustizia (Alessandro Roja)  che tenta di conquistare Eva, con il lento scegliere dischi e collocarne uno sul piatto di Selezione dal Reader’s Digest e la giacchetta strappata direttamente dal divano della nonna; eccolo un omaggio agli ambienti e alla mentalità gretta, ma poi vogliamo perderci nel retrò, nel fumetto da riporto, in certa comunque soporifera ricercatezza che non si addice alle letture originali, pensate e costruite - a ben guardare - per i pendolari dell’epoca. Giusto mezz’oretta senza andare troppo per il sottile. Diabolik in fondo nasce rustico e sbrigativo, i camerieri si ammazzano e via nel tombino, mancano solo tre fermate.