A
volte mi chiedo quanto sia difficile rapportarsi con le persone specie se,
paradossalmente, più cerchi di scavare, venire loro incontro, più ti creano
ostacoli: tanti perché vogliono il rapporto di superficie: “tanto ti do, e più
di tanto non devi carpirmi”, dove è proprio il pensiero di essere violati,
carpiti, sfrucugliati che intimorisce e infastidisce.
Ovvio
che non siamo perfetti, spesso sbagliamo approccio, o passiamo per rompiballe
tormentatori. Ma credo che tentare il dialogo, specie su un blog (dove in
teoria ti poni in pasto ai leoni più o meno coscientemente), sia fondamentale,
altrimenti - come spesso sottolineo - tanto vale scrivere su word quello che ci
passa per la testa, evitando che la gente legga e - udite udite! - si permetta
di interferire, commentare, suggerire, giudicare addirittura!
Che
il blog coincida spesso con il nostro diario, ci sta’, ci mancherebbe pure.
Ma
che il nostro diario messo online possa e debba corrispondere esattamente ai
canoni di riservatezza della nostra sensibilità, a mio avviso può risultare
chimerico, perché tanti possono fraintendere le nostre esclusive confidenze private o sfoghi
personali, o scambiarle per una sorta di “liberi
tutti” dove sfogare, a nostra volta, un nostro personalissimo sentire (tanto che chiacchiero io l'ho appena fatto da Pier, e spero non me ne vorrà..)
Poi -
sempre in ritardo - scopri che troppo spesso si debbano misurare le parole, i
concetti, perfino le sfumature.
Tutto
sommato esistono sempre entità diverse, con frequenze sfalsate.
Quindi
un doppio binario interpretativo: io ascolto cose diverse da quelle che dici, e
oltretutto avrei voluto ascoltarne di ancora diverso tenore, magari proprio
quello che l’altro intendeva trasmettere.
Ovvio
quindi che conciliare un esatto spirito comunicativo necessita anche di una
discreta dose di fortuna.
Vale
a dire che tutta una serie di congiunzioni astrali, di affinità elettive e di
predisposizioni emotive devono trovarsi a loro agio: quindi l’aver dormito
bene, non essere nervosi, aver voglia di leggere o ascoltare qualcuno,
sotterrare l’ascia di guerra ben lontano da noi; aggiungiamoci il sole - se ci piace - o
qualsiasi manifestazione meteo a noi confacente, nessuna incombenza ad impellere
e nessuna voglia di leggere tra le righe, specie se tra quelle righe non c’è
scritto proprio nulla.
Poi
mettici anche il rapportarsi coi genitori, con la propria mamma, che se ne è
andata proprio l’ultimo giorno del mio mese preferito, a ricordarmi che le cose
belle e quelle meno, viaggiano insieme, spesso sedute accanto.
Tanto
vale scambiare due chiacchiere con entrambe.