Adoro
il mare, inutile nasconderlo, ma queste esperienze montanare, ogni
tanto, diventano necessarie.
L'inerpicarsi
per sentieri contorti e azzardati,
che tengono insieme valli e cime
impervie,
come un nuotare in quota
ed anziché percepirli sotto di
te,
abissi inaccessibili,
avvertirli - tangibili - sopra e attorno;
come
in un costante saliscendi che inebria vista e sensi, affaticando i
polmoni,
irrigidendo i polpacci, e sciolgono il cuore su panorami che
vengono a cercarti loro,
e che variano in continuazione,
a dispetto
delle immensità che affrontiamo.
E'
incredibile e curioso come ogni dieci, anche minuscoli, passi, la
prospettiva attorno a te si riveli ogni volta diversa,
ad ogni svolta
di tracciolino,
ad ogni dosso superato,
si spalanchino visuali
totalmente difformi,
ed anche un esiguo scorcio di nube riesca a
plasmare i colori attorno come su una tavolozza impazzita.
Fiori
e declivi, macchie di verde acceso,
rampe di sentiero e ghiaioni a
precipizio,
vie gentili e falsopiani che rompono il fiato..
anelli a
ricongiungersi, peripli impulsivi
e malghe lontane..
niente
orologi, nessun traguardo, nessuna corsa...
solo noi e il nostro
respirarci dentro
e stupire di sguardo mai colmo, mai esausto...
questo
il potere di certe montagne..
e sicuramente quello delle Dolomiti.
Irrequiete, ingiudicabili, dispettose, indomabili, magiche.
...e anche terribili.