venerdì 2 giugno 2017

ANCORA PARATE...


Sapete già quanto sia insofferente ai militari, all'esercito, alle spese assurde che ci succhia questo apparato che per fortuna serve, almeno, nei casi di calamità.

Ma neanche abbastanza, come il terremoto del 24 agosto in centro italia ha vergognosamente testimoniato.

Pochissime parole oggi.. una Festa della Repubblica che diviene omaggio a questo ostentare una roba fuori dal tempo.

Speravo piovesse almeno, invece c'è pure il sole.  Almeno suderanno un po'.

mercoledì 31 maggio 2017

MA QUALE MASTERCHEF!! ..C'E' UNTI E BISUNTI


Sulla Nove del digitale terrestre (prima ancora su Dmax) impazza Chef Rubio col suo Unti e bisunti, sbragatissimo cuoco romano (di Frascati per la precisione), che con i suoi ultra buzzurri modi di fare e i tatuaggi che tracimano, “sfida” le migliori cucine locali d'Italia, girando con una cucina da campo stile militare, sulla quale ripropone i piatti più selvaggi che incontra strada facendo, quella cucina spesso povera, messa su da pastori e contadini, che lui ama definire streetfood..


Chef Rubio ti affascina all'istante, assaggia tutto con le mani, s'ingozza come un maiale, comprende al volo l'anima dei piatti che vuole sfidare e li clona spesso e volentieri ancor meglio degli originali.


Piatti tipici di una cucina grassa e succulenta, lontana dai manicaretti della guida Michelin, ma testimoni della reale ruspantezza di una cucina locale realmente casareccia che tracima sugna da ogni poro e, purtroppo, sulla via dell'estinzione.


Chef Rubio ci fa conoscere questa originalità culinaria spesso sconosciuta ai più.
Condite il tutto con un taglio originale e divertente messo in atto per queste preparazioni culinarie, coadiuvate da riprese ravvicinate, un montaggio frizzante condite da un ritmo vivace e frenetico che esalta anche luoghi e tradizioni e ovviamente il rutilante Chef Rubio che se la diverte un mondo...





venerdì 26 maggio 2017

TORINO A MODO NOSTRO


A Torino essenzialmente per il Salone del Libro, sogno nel cassetto da anni ormai. Arriviamo nel primo pomeriggio di domenica, dalla Stazione Porta Nuova all'hotel, vicino La Mole, una passeggiata di quindici minuti, tra strade ben delineate, palazzi austeri, comodissimi portici e pochissime persone in giro.. il tempo di marcare il territorio in hotel e ripartiamo al volo: visita prenotata al Museo Egizio, per fortuna tutte le maggiori attrazioni sono concentrate in un fazzoletto, e mentre andiamo, anche il tempo di assaporare un primo, meraviglioso, gelato che ci lascia subito estasiati.


Il Museo ci ubriaca da par suo di bellezza e storia palpabile.. la guida ci coinvolge con passione e competenza.. all'uscita becchiamo pure i festeggiamenti della Juve Campione d'Italia.. ma una cosa che è l'equivalente di un festeggiamento a Roma quando Totti segna col cucchiaio... tutto misurato, pacato e  gioioso ma anche discreto e senza inutili deliri.. giriamo serenamente tutto il centro, tra Piazza Castello e dintorni, vialoni alberati, piazze enormi, un'idea di gestione dello spazio soltanto chimerica per noi indigeni romani.. e attorno tutta gente sorridente e paciosa.

Anche se non ci credete... questa foto è in "pieno centro"..
E' singolare pensare che la toponomastica cittadina ricalchi la struttura a scacchiera delle antiche città romane: lunghe strade dritte che si incrociano tra di loro in un reticolato ordinato e preciso. Paradossalmente, l'esatto contrario della demenza urbanistica della città romana per eccellenza: Roma, appunto.

Portici, portici, portici... ;)
Lo spettacolare "bicerin".. esplosivo mix di panna, caffè e cioccolato.. 
E qualcuno potrebbe pensare che era domenica, facile trovare tutto piacevolmente vivibile. Sbagliato: lunedì usciamo e sembra un agosto romano, automobili col contagocce, nonostante il giorno lavorativo ci si muove distesi e rilassati.

La Mole dal Palazzo Reale

Dalla Mole prendiamo un autobus che si fa attendere pochissimo, imbocca un rettilineo attraversando praticamente tutta Torino fino al Lingotto Fiera, dove impazza il Salone del Libro: sedici fermate con una sola svolta in tutto il tragitto.. ovvio che ne guadagni la circolazione, la viabilità, l'orientarsi; e tutto assume un senso di ben disposto, di comodità che rasserena il visitatore. 


Anche il Salone, immenso, rende la visita piacevole, spazio tra gli stand, non come a Roma, a Più libri più liberi dove sei stritolato tra espositori, libri e visitatori.. vero anche che è giorno feriale e che mi raccontano di scene apocalittiche nel weekend.. ma noi siamo “fubbi”, e abbiamo evitato i giorni di punta... 


ora ci godiamo anche le vette della Mole e il Museo del Cinema, agnolotti ai tre ragù bianchi e brasato al Barolo,  e ce ne passeggiamo in una serata che ci incarta tiepida tra luci, portici e il Po che bisbiglia quieto.






giovedì 25 maggio 2017

CAMBIO DI STAGIONE


Devo fare cambio di stagione.

Dentro me.

Rovisto tra i sensi, cerco sorrisi dismessi,
alla finestra nubi affamate,
all'interno gorgoglii
percettibilmente fastidiosi,
polvere e penombra.

Scosto delicato le architetture del caos.
Come un mite vagare
senza reale voglia di mettere a posto
ne' voglia di riesumare.

Cambia la stagione, fuori,
e dentro paura di donarsi.

Ora la tiro fuori,
magari quest'anno
- un paio di volte -

riesco pure ad indossarla.


sabato 20 maggio 2017

GIARDINO DI NINFA


Esistono in Italia luoghi incredibili, cristallizzati in un tempo immobile, fuori dal mondo già all'epoca del loro concepimento. 
Il Giardino di Ninfa appartiene a questa categoria, cresciuto ai margini di acquitrini inospitali, sfruttando l'unica oasi di microclima ideale, tra montagna e palude.


Un miracolo custodito e preservato con cura, con visite solo saltuarie e per pochi weekend l'anno, da programmare in tempo utile (offrendo meno spunti e occasioni possibile ai batteri esterni trasportati dalle scarpe dei visitatori)


Un salto indietro, circondati da rovine medievali di una città fantastica ricoperta ora dalla vegetazione, con numerosi corsi d'acqua ad alimentare una flora incredibile, curata nel tempo soprattutto dalla famiglia Caetani, che bonificò l'area e la rese miracolo nel nulla.


Ci aggiriamo come in un mondo di favole, circondati da un rigoglioso fiorire di luci e profumi. L'occhio fatica a districarsi. Il tempo ci vola attorno, e anche l'acqua del corso d'acqua principale, di una trasparenza quasi prepotente, rivela e riflette tutta una fantasmagoria di colori, che col sole diventano ancor più vividi.



mercoledì 17 maggio 2017

ACCUMULATORE SERIALE


Si, sono un ammucchiatore compulsivo. 
In teoria. 
In pratica non è che faccia troppi danni perché non accumulo navi da crociera, oppure autovetture o mobili antichi, e neanche ombrelloni da mare o macchine da cucire, ma roba molto meno ingombrante, tipo biglietti di teatri e cinema, fotografie, libri, vhs, cd, magliette e sciarpe, penne e matite, ricevute di hotel, business card di ristoranti, piantine di città visitate, biglietti della metro di mezzo mondo, lettere ricevute, copie di lettere inviate, articoli di giornali ritagliati...
insomma..
che differenza passa tra un fine collezionista ricercato e un accumulatore incasinante seriale compulsivo?


Ve lo dico io:


lo 

 spazio

 a 

 disposizione.




Ad esempio io consumo le pareti di quadri, foto, quadretti, impicci, tele pastrocchiate, disegni, manifesti, cornici vuote.

Ogni cosa alla quale possa essere apposto sul retro un chiodo e, tramite quello, appesa al muro, mi attizza oltre un lecito e comune buon senso.

Poi mi chiedo se questo accumulare, all'esterno, rifletta un gemello accumulare interiore, nello stesso scompiglio ma, anche, con la stessa, intensa, voglia di tenere tutto, seppur disordinatamente, a portata di mano, d'occhio, di respiro, di fruscio.


Ora mi chiedo: lo spazio dentro è sempre un po' di più di quello fuori?

O quando ti operano, ad esempio, perdi fascicoli? Quando vomiti ti si disintegrano i rimpianti? Quando sudi cacci via i desideri assieme alle tossine?


Quando lanci un'occhiata scappa. di straforo, anche un ricordo che una volta avresti custodito geloso, come un quadro in camera? 


lunedì 15 maggio 2017

PIATTAFORME


Tra Wordpress e Blogspot sempre qualche problema, specialmente se si intersecano e si ibridano commenti e interventi tra una piattaforma e l'altra.



Gelosia? Invidia? Antagonismo? Senso d'appartenenza? Rivalità estrema?
Voglio credere di si.



Se arrivi su wordpress da blogspot (e non riesco ad immaginare il contrario) sei peggio di un profugo ripescato da una ong non riconosciuta sul bagnasciuga libico.
In soldoni tutti diffidenti e sospettosi. Devi dichiarare mail, nome e cognome, che blog c'hai, come te chiami, riclassificarti tre volte, fare un giro su te stesso e dire buongiorno ad alta voce, e soprattutto cosa vieni a rompere su una piattaforma che non ti riguarda... ;)

ma tra di loro, poi, si conosceranno?!?

Ciao io sono Wordpress, celebre piattaforma strafighetta per incontri tra bloggers di livello elevato”

Io sono Blogspot invece, non sono tanto piatta, come forma intendo, si forse dovrei essere meno cicciottella, ma ai miei bloggers, più ruspanti e meno pretenziosi, piaccio così”

W – Be' dovresti tenerteli più al guinzaglio perché spesso vengono a rompere la scatole ai miei affiliati..

B – Mica è colpa mia, non sono gelosa, loro vanno dove vogliono.. anche se entrare da te è diventato un casino.. tra un po' chiederai pure un visto..

W – Senti cara, i miei blog sono privilegiati del web, non è che mo' cani e porci arrivano così.. anzi stavo pensando ad un embargo stile Trump.. chi arriva paga tipo una tassetta di soggiorno, un tot a commento, meno se dai un'occhiata e te ne torni da dove sei venuto...


B – Eccerto.. anzi mo' t'avverto pure prima.. anvedi questa ao! Ce mancava la piattaforma esclusiva.. guarda che nel web.. un post vale l'altro.. ahah