sabato 16 luglio 2016

IL CANTIERE



Il cantiere del tempo
cataloga macerie,
immagazzina progetti,
recide memorie,

Sorride quasi isterico
al disordine moltiplicato,
forgia pazienze
che si sgretolano
nell'attesa,
spia i silenzi,
architetta
desideri
strappandoli
a
sogni
famelici.



Il cantiere
del tempo
non si ferma
mai,
macina istanti
- e per quanto
questi
sfuggano -
insisterà sempre
nell'unico futuro
possibile.

Quello
che
accadrà.



giovedì 14 luglio 2016

TELEPASS SPAZIO TEMPORALE



Ti chiama la banca e già ti preoccupi, ma di rovente luglio romano, una mezz'oretta con l'aria condizionata a palla, vista la cappa umida che c'è  fuori, non ti pare proprio niente male...
l'impiegato al commerciale, dopo le solite quattro chiacchiere di routine, mi guarda sornione e, quasi abbassando la voce, accenna:
“A lei gliela posso offrire l'opportunità, mi sembra il tipo che possa apprezzare...” 

- e di che si tratta? - sbiascico.. - la solita nuova trappola finanziaria in offerta? -

“Il Telepass spaziotemporale”.. certo costa duecento euro l'anno.. ma è una promozione pazzesca e mirata a un target di clientela ben preciso, gente spigliata che sa il fatto suo..

 - Telepass spaziotemporale? -

“Le spiego, lei passa al casello e viene catapultato in un'altra autostrada a caso nel mondo, margine di distanza e luoghi indefiniti, e anche un arco temporale che va da oggi a venti anni fa. Tipo entra a Barberino di Mugello ora, e mi sbuca a Sidney nel 2001. Certo ci vuole spirito di adattamento perché rischia il giro del mondo e salti temporali da capogiro. Può rivivere eventi di qualsiasi genere e andarsene quando vuole. E ogni dieci “entrate” poi, si ritrova al casello di origine, ma può rimanere in un luogo intermedio e in un anno di suo gradimento tutto il tempo che vuole, rifarsi una vita a Oslo ad esempio, o risposarsi in Cambogia. Che ne dice? Affascinante vero?!”


- Oddio devo pensarci su... -  però la cosa mi intriga, lo ammetto..
e mentre esco dalla banca con questa idea di cambiare vita.. mi prende quasi un colpo! fuori c'è neve, vento tagliente e un freddo cane… e io sto in maglietta!! ... e sullo sfondo…si.. la torre Eiffel tutta illuminata per Natale!!!

Caxxarola  hanno messo pure la bussola spaziotemporale!!

martedì 12 luglio 2016

PAGINE BIANCHE


Me ne accorsi spostando Cent’anni di solitudine di Marquez da uno scaffale ad un altro. Si era aperto involontariamente e quella decina di pagine bianche erano saltate all'occhio come un abbaglio sinistro.
Torno a sfogliarlo ..e mi accorgo che da pagina cento in poi ogni carattere di stampa completamente cancellato…
Un libro iniziato due volte ed entrambe abbandonato a pagina cento… un virus? Un baco vorace di inchiostro?

Una congettura folle si affaccia in testa… prendo a casaccio altri libri.. Calvino, Hugo, Queneau… tutto normale… poi.. il sospetto.. ecco un Murakami mai iniziato… lo apro quasi timoroso... duecento pagine di completo di bianco immacolato… e poi ancora un Soriano sempre rimandato..   fogli di una lattescenza inquietante…
come se le parole - quelle parole NON lette - avessero deciso di abbandonare il campo, l’attesa, l’indugio.. offese dall'indolenza …dal disinteresse palese, anche dall'assenza di un solo briciolo di curiosità..


Righe mai lette in ordinato ritiro.. 
un rivolgersi altrove, a cercare occhi famelici .. 
una cosa che potrebbe accadere anche i nostri rac ont ,  i  gior o ch   ne s  un  li   leg e ss  p ù 



..e grazie a diamanta e al suo post ispiratore...

domenica 10 luglio 2016

PALAMEDE L'EROE CANCELLATO










Baricco ricorda come Omero, riferendosi alla splendida arte oratoria di Ulisse, paragonasse le sue parole a “fiocchi di neve d’inverno”.

Ecco, stasera 9 luglio 2016, Teatro Palatino, tra folate improvvise di suoni e luci che riportano indietro nella Storia, quasi a rendere palpabile l’epica tumultuosa, Baricco sommerge la platea silenziosa dei suoi “fiocchi di neve”



Smolecola la leggenda di un eroe, Ulisse (“proprio una brutta persona”),
e impartisce una Lectio Magistralis di finissimo e poetico revisionismo.

Palamede, l’eroe che non c’è, del cui nome non v’è traccia nell’Iliade, ne’ nell’Odissea, viene ora celebrato e ripristinato, glorificato ed esaltato.



E’ una partita difficile: astuzia contro intelligenza.

L’intelligenza di Palamede, l’uomo che ha reinventato la scrittura per i greci, le unità di misura, le parole d’ordine, i messaggi con i segnali di fuoco..
Contro l’astuzia di Ulisse:
l’uomo che passa la vita a covare vendette.

Avrà la meglio Ulisse, e a Palamede, oltre la morte, verrà inferta la condanna peggiore, quella all'oblio.
Assenza e mistificazione.


Ma Baricco è curioso. A lui interessano i personaggi fuori dalle righe.
A margine libro, quelli che aprono una marea di parentesi senza che nessuno si preoccupi di richiuderle, quelli che, in silenzio, fanno la storia davvero,
quelli che portano la Grecia nell'anima.





E questa storia “incredibile”, di eroe cancellato dagli uomini, 
e dagli Dei anche,
ora lui la decodifica e la rende possibile, palpitante, 
la disseppellisce
e ci riveste a nuovo Storia e Leggenda.



Una mission possible.




Ha studiato, ha scavato tra righe polverose, ha chiesto aiuto a insigni grecisti  -  che prima gli hanno infilato la pulce nell'istinto e poi hanno continuato per la loro strada convenzionale -,
ma lui adora il fascino delle storie emarginate, tenute nascoste, ha scartabellato testi apocrifi, autori minori, ha rivissuto  i  respiri e i sogni e i disincanti degli eroi, e riletto gli accampamenti,
le attese, le navi buie, l’eco dei clangori.


Le arringhe accorate ma esatte, degli ingiustamente condannati, come Palamede.
Ridisegnandogli la Storia addosso.

Vince Baricco stasera.  Lui è astuto e intelligente.
E lo sa.



 Non poteva che vincere.










mercoledì 6 luglio 2016

PASTETTE



Non importa se rubi, corrompi, intrallazzi.

Il problema è solo come escano fuori queste notizie.
Chi se ne frega poi se siano veritiere o meno.
Intanto nessuno smentisce (pazzesco!), ci si scandalizza solo di mosse poco conformi per sottrarre "dati riservati".

Il problema principale diviene esclusivamente come siano state reperite certe notizie, se con l'inganno e il furto, o con una interpretazione fittizia e parziale.

Che siano vere o false è un insignificante dettaglio accessorio.

In questi giorni Vaticano e Alfano non hanno dato il benché minimo peso alla sostanza delle rivelazioni, ma solo ai "raggiri" che ne hanno permesso la conoscenza.


Ora passi per Alfano...

ma in Vaticano dovrebbero vergognarsi a vita.

martedì 5 luglio 2016

TRASIMENO MAGICO











Il silenzio del lago, anche la sera, quando giusto uno scorcio di risacca impegna i moli lungo la riva, è la risorsa da invidiare.


Un silenzio complice di tempi dilatati, dei canneti da accarezzare, delle folaghe che ti spiano, delle nubi che colano dall'orizzonte, basse come i fondali, dei crepuscoli che si adagiano - copertine di trapunta -, dei borghi arricciati a riva, dedalo di viuzze a ritrovarsi sul lungolago, dove le vecchine si raccontano al riparo di tramontane che le sfiorano.

Torricella















E anche noi scattiamo foto in silenzio, nascondiamo il sole tra i rami protesi, dietro barche arenate, dentro chiese che trasudano un medioevo di arte sontuosa, nelle fortezze che dominano l’intero specchio d’acqua, e nelle sue ancor più intime isole, isole di lago. 


Oasi naturalistica La valle


Minuscoli fazzoletti, e perle di ancor più quieta armonia, gocce di terra sfuggita alla frenesia. 
Non isole alla mercé di mare irrequieto, ma rifugi di vela ammainata, oasi incastonate nella lucentezza dell’aria pulita, dell’orizzonte terso, dell'approdo gentile.




Castiglione del lago




Isola Maggiore e i suoi merletti: una leggenda

venerdì 1 luglio 2016

SEI MESI DI PROVE



 Conoscenza dello spazio scenico e degli altri attori, grado di adattamento e iniziativa che ognuno di noi riesce a generare e provocare, attività di laboratorio, fare “officina” e conoscenza per poi iniziare a lavorare su un canovaccio acquisito.


Il teatro è tutto questo, unito a quella sensazione prodigiosa dello scricchiolio delle tavole di palcoscenico, una percezione che misura la tua presenza e l’essere circondato da una struttura magica, permeata di pignoleria e dolcezza, di copioni vissuti e nervosamente spiegazzati, dell’odore del buio, della quinta che ti protegge e poi ti ribalta in scena.


Sarai tu sul palco, eppure avverti come un distacco, un altro da te, che conosci, sia chiaro, ma che impersona, assieme al personaggio di turno, le tue personalità che vengono a trovarti mentre reciti, mentre impersoni sogni di altre esistenze, movimenti e vita.

E finalmente eccoci, il teatro è colmo, luci accese, brusio sempre più forte che inquieta il silenzio gonfio di adrenalina al di qua del sipario, tra quinte esaminate mille volte, oggetti di scena ricatalogati all'esasperazione, entrate e uscite numerate, dissezionate.


Manca un nulla. Il teatro è pieno, le luci in sala affievoliscono.
Mi accomodo in poltrona curioso.

Il mio alter ego esordisce oggi.