Buongiorno, sono la “cappelliera”, il vano bagagli che trovate in ogni aereo, sopra le vostre teste, l’apposito spazio dove mettere il trolley autorizzato a seguirvi fino al posto assegnato, e se non trovate posto proprio sopra di voi, magari qualche metro più in là, perché facile che chi arrivi prima mi riempia di tutt’altro: bottiglie, zaini, borse, pacchi e pacchetti..
Però saranno più di trent’anni che non vedo
né cappelli né cappelliere.. eppure, ad ogni inizio volo, l’impeccabile
steward, donna o uomo che sia, annuncia il fatidico: “Assicuratevi che tutte le
cappelliere siano chiuse”.
Ma cappelliere de che, vorrei sapere?
Quando la gente girava coi cappelli e le apposite cappelliere, per inserire quelle specie di torte che mettevano in testa signore e signorine,
c’erano giusto i fratelli Wright a svolazzare per i cieli!
Chissà come mai certi (c)appellativi restano in voga
nonostante l’evoluzione dei tempi e degli usi.. bah! ..vallo a sapere.. intanto
provate a metterci un borsalino, un
panama o un copricapo da donna di quelli a tesa larga che occupano da soli
mezza fusoliera, nelle “apposite cappelliere”, che al primo trolley infilato a
forza, vi diventano una focaccia genovese..
E a questo punto perché non potrei pretendere delle
sedie Luigi XIV sotto di me, invece dei normalissimi sedili che non fanno per
nulla pendant con la mia signorilità di cappelliera?