Era in classe e nessuno se lo filava.
Il destino del
supplente.
Lo aveva fatto tutta la vita in fondo.
Suppliva con sagacia e senso della misura alla mancanza di cattedra fissa, ma anche di un amore definitivo, di
viaggi imperdibili, di tempo da dedicarsi.
Questa particolare predisposizione lo elevò, un giorno, a supplente di ruolo.
Ovviava ad ogni tipo di assenza: ritardi cronici, voli cancellati, carenze di requisiti,
pizze esaurite, vuoti sia di solitudine che di memoria.
Partecipò ad un corso di specializzazione universitaria
su Supplenza Estrema, e il giorno dell’esame su “Turnover e conseguenze” supplì
al ritardo della commissione d’esame interrogandosi da solo ma, genialmente,
tra lo stupore degli astanti, si bocciò, per non farsi sfuggire l’opportunità
del poter supplire al mancato superamento dell’esame.
Gli riuscì alla perfezione. Laurea ad honorem.
Opportunità di lavoro multiple.
Qualificato nel sostituire financo la propria, personale, assenza.
In pochi riuscivano, in realtà la maggioranza dei
candidati si eclissava ineluttabilmente senza colmare alcuna inconsistenza, sottolineando
semmai, una palpabile manchevolezza.
Giuseppe però veniva da anni di gavetta, un supplire
pacato e silenzioso che tappava buchi con discrezione e pazienza.
Anni di scuola e precariato costante a forgiarne
abilità e doveri.
Non sarebbero stati pochi gli studenti a poter
serenamente giurare di averlo avuto in cattedra nel medesimo istante, ma in
classi e scuole diverse.
quanti supplenti abbiamo fatto impazzire in quelle aule
RispondiEliminaC'erano davvero dei mestieranti di gran.. classe!
EliminaQuanti supplenti ancora oggi corrono km e km per insegnare per qualche ora in una classe, poi si spostano in un altra e poi in altre ancora...Insegnante da ammirare questo signor Giuseppe. Ciao Valeria
RispondiEliminaLo ammiro infatti. E neanche deve correre troppo.
EliminaNon dobbiamo vedere il supplente come uno che ha fallito. È solo in attesa di qualche leggina che lo immetterà in ruolo.
RispondiEliminaSupplente di ruolo. E freghi tutti.
EliminaChe vitaccia, altroché.
RispondiEliminaCi si specializza, col tempo..
EliminaA me servirebbe un supplente che supplisca alla mia incapacità di fare i supplì ;-)
RispondiEliminaMa sai che volevo infilarceli i supplì?!.. poi mi sembrava troppo e ho supplito con altro.. ahah
EliminaSono stata una supplente anch'io e nessuno mi filava!! Quante mattine ad aspettare la telefonata per sapere chi sostituire !! E, se la telefonata non arrivava, era ancora peggio, quel giorno niente lavoro !! Tempi lontani, poi sono entrata in ruolo e ora in pensione. Bellissimo il tuo racconto !!Saluti.
RispondiEliminaLa supplenza finisce col fortificare, e magari ovviare a tanti disagi; ci si aggrappa alla creatività, e invertire i rapporti di forza. Im uffico sono stato massa manovara per diverso tempo. Ero indispensabile. ;)
EliminaOggi come oggi il ruolo di insegnante è veramente un mestieraccio, ma sarebbe e dovrebbe essere un ruolo importante per la società, nonché bello e culturalmente di rilievo. Nelle mie esperienze (ma parliamo di anni fa) i supplenti erano molto bravi. Ne ho conosciuti parecchi perché ho avuto alcuni parenti e amici che hanno fatto l'insegnante e il supplente. Una vita di sacrifici, viaggi, spostamenti da una città all'altra, stipendi malpagati, considerati come delle "ruote di scorta". Capisco il commento qui sopra di Mirtillo 14...
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
Negli uffici o nelle scuole si suol dire, da certa dirigenza becera: tutti siamo utili, nessuno indispensabile. Ma sono proprio certe "ultime ruote del carro", a rendere davvero possibile il cammino. E lo sappiamo tutti. Senza il Direttore Generale, la filiale bancaria apre, senza il cassiere, la filiale bancaria resta chiusa.
EliminaSono stata supplente per qualche anno, ma ho avuto la fortuna di fare quasi sempre supplenze lunghe per cui mi sentivo quasi la tritolare di sezione.
RispondiEliminaIl lavoro del supplente è molto difficile, ci si deve adattare a un'infinità di variabili: classi diverse, età degli alunni diverse, metodologie e didattica differenti, insomma un lavoro impegnativo. Auguro a tutti i supplenti di entrare in ruolo il prima possibile e a te Franco complimenti, come sempre sai scrivere racconti molto belli.
sinforosa
Un lavoro che può rivelare lati incredibili e soddisfazioni particolari, spcie se ci si dedica come supeeroi!
EliminaMia moglie ha fatto supplenze per una decina di anni, prima di passare di ruolo: praticamente ha girato, in lungo e in largo, tutte le scuole di Roma
RispondiEliminaE' capitato anche alla mia, poi è entrata come dirigente scolastica e fine dei giri..
EliminaIo sono stata fortunata. Ho fatto la supplente solo una volta, per una quindicina di giorni. Avevo diciotto anni ed è stata molto dura. Poi sono stata "precaria", nel senso che non ero di ruolo, ma avevo la cattedra per tutto l'anno, pertanto i ragazzi non mi riconoscevano come supplente. Ho cominciato a 21 anni. Ero in una scuola superiore e i ragazzi di quinta avevano pochi anni meno di me. Eravamo quasi coetanei. Venivo dopo una insegnante che non piaceva a nessuno, pertanto il cambiamento fu gradito e non ebbi particolari problemi. Seppi poi che mi avevano soprannominata "la timida", ma mi volevano bene. A 28 anni entrai in ruolo ed ebbi ufficialmente la cattedra che rimase mia fino alla pensione. L'età dei preadolescenti della scuola media credo sia la più difficile da gestire. Non sono più bambini e cercano di mantenere le distanze dagli adulti, ma non sono né carne, né pesce, come si suol dire. E' stato faticoso, ma ho avuto anche tante soddisfazioni e affetto.
RispondiEliminaIl supplente del tuo racconto ha dovuto veramente fare i salti mortali e l'impossibile per farsi accettare. Tanto di cappello!
Sei stata davvero fortunata.. Giuseppe si è specializzato, ormai fa salti mortali, ma in assoluta scioltezza.. ;)
EliminaIn realtà, metre leggevo, pensavo a un supplente così standard che fosse sempre lo stesso viso, lo stesso corpo, la stessa voce e anche lo sguardo, un supplente per il professore, un altro per la presidente del condominio, per il poliziotto del quartiere quando il principale avesse l'influenza, per il supplente del tecnico per riparare la lavatrice,... Sempre la stessa persona, no... un'altra ma uguale, come se tutti i supplenti fossero cloni.
RispondiEliminapodi-.
Una delle interpretazioni che mi piace di più.. un supplente clone così discretamente clone da tappare buchi quasi ancor prima che si avverta che si avverta il buco.. ;)
EliminaSi può avere il numero di Giuseppe? Chiedo per me. Comunque essere supplenti è proprio una bella fregatura. Bella perché avere la libertà di muoversi è sempre positivo, fregatura perché dover essere libero di muoversi mette sempre un po' in difficoltà. C'è stato un supplente alle superiori che mi è rimasto nel cuore. Non ricordo il nome ma ho il suo viso e le sue poche lezioni stampate nella mente. Rimproverava la mia compagna di non avere musicalità nella lettura. Mi sono innamorata del suo modo di intendere le cose in quel momento. Chissà dov'è... (non si chiamava Giuseppe però)
RispondiEliminaIl numero di Giuseppe è qualcosa di molto labile ma anche esposto..potresti trovarlo anche nell'agendina della tua migliore amica.. ;)
EliminaTra i supplenti che ho avuto ricordo un tipo, diplomato Isef, che a noi insegnava elettronica e ti dirò era pure preparato. I supplenti devono essere proprio pronti a tutto.
RispondiEliminaCerti supplenti danno una pista a tutti, e non li sprecano mai con un compito solo.
EliminaIn anni in cui il precariato va di gran moda e viene pure proposto come modello per il futuro (da chi non lo subisce, naturalmente) specializzarsi in supplenza non è mica cosa da buttare, eh?
RispondiEliminaInfatti lo trovo modello di particolare eccellenza, una tuttologia molto meno arruffona di quella dispregiativa..
EliminaSupplente di ruolo... solo tu potevi inventartelo! Mi piacciono i suoi esercizi di dissolvenza!
RispondiEliminaQui tentano di "condensare" anche.. ;)
EliminaSono tanti i supplenti di ruolo che vagano per i corridoi, senza stabilità e senza quel minimo di autorevolezza che ne deriva; un po' filosofi devono diventarlo davvero per non ammattire!
RispondiEliminaArrampicarsi su tanti specchi ricercando un "ruolo" differente..
EliminaEffettivamente molti precari hanno avuto un inversione di "ruolo" più che immissione.
RispondiEliminaUn argomento spinoso che fiorisce in un posto di blog(o):)
Grazie e buona giornata a te e a tutti i tuoi fedeli lettori.
L.
Un adeguamento di ruolo anomalo, il "non ruolo" che finisce coll'esaltarti..
Eliminapiù precisamente ...finisce coll'esaltarci:)
EliminaBuon fine settimana
L.
Si, scrittori e lettori.. buon weekend a te!
Eliminadai il meglio di te in questa vocazione del precario, viaggi in scioltezza sul filo (del) surreale.
RispondiEliminaml
lo trovo nelle mie corde, già.. per sfuggire al convenzionale si sogna facile..
EliminaRicordo solo supplenti poco presenti, nel senso che più che altro facevano da guardia a noi ragazzi, ma niente di più
RispondiEliminaSpesso non riescono ad andare oltre, quel fare da guardia, come le bestiole ammansiscono un attimo, eccoli gettati in un'altra gabbia..
Eliminamagistrale (in tema :)
RispondiElimina..magistralmente, in tema ;)
Eliminail ruolo di supplente esprime bene il senso del precario della vita , la mancanza di certezze su cui basare un programma di vita...in fondo siamo tutti o quasi tutti "signor Giuseppe".
RispondiEliminabella , vedo una lettura molto piaciuta
eos
Grazie.. volevo riscattarlo Giuseppe, ma lui mi ha preso letteralmente la mano.. ;)
EliminaConosco bene i disagi di non essere insegnanti di ruolo. Purtroppo è una realtà molto difficile, piena di ostacoli, ma la grande passione aiuta. Ricordo anche io supplenti davvero in gamba, quando andavo al liceo. :)
RispondiEliminaMagari supplenti che hanno ricoperto le crepe con l'oro della passione..
EliminaOgnuno segue la propria strada, con disagi, e qualche obiettivo raggiunto a malapena...
RispondiEliminaC'è da cogliere opportunità, crearle possibilmente, e supplire alla loro mancanza, in caso.
EliminaNon sapevo dei supplenti che prendono treni e devono affittare stanze per poter lavorare lontano dalla loro città e dalla loro famiglia... non si dovrebbe fare per troppi anni. Troppi sacrifici
RispondiEliminaIl supplente esatto può duplicarsi all'infinito.
EliminaHai ben descritto la vita precaria del supplente, è un viatico che quasi tutti gli insegnanti hanno dovuto fare per acquistare punteggio...io non ho voluto fare neanche un giorno di supplenza nel mio preruolo, ho preferito prepararmi per i concorsi...Ciao
RispondiEliminaMa come tento di descrivere, anche la supplenza può presumere un'eccellenza - come va tanto di moda sottolineare adesso -, una modalità di sfogo, di riciclaggio - altro trend in voga -, un'alternativa al disagio opprimente..
EliminaGran fatica fare il supplente, inesistente, in un mondo dove la gente vuole essere sempre al centro dell'attenzione.
RispondiEliminaIn un nuovo mondo di intelligenza artificiale (e ne sai qualcosa) e di mondi paralleli, il supplente può creare il punto di vista vincente.. ;)
EliminaBello la "prontezza al volgere", ciò che indicavo di più infatti ;)
RispondiEliminaMi hai ricordato Julio Cortazar di "Un certo Lucas", quasi fosse uno dei suoi racconti nel cui paradosso si intrecciano molte verità.
RispondiEliminaDi paradossi scrivo parecchio, tentare di scriverne bene, il primo. ;)
EliminaStare in panchina può comportare frustrazione ma, quando entri in gioco, a volte ne hai più degli altri e segni pure il goal della vittoria. Capita un po' a tutti d'esser supplenti. Solo non bisogna scoraggiarsi.
RispondiEliminaGlielo dico sempre a Okafor.. ;)
EliminaTra realtà e ironia la descrizione di una serie di paradossi che mi riporta a Chi è sempre secondo. Non contano capacità, abnegazione, volontà.
RispondiEliminaDel resto sai che tristezza e problemi se non ci fossero i supplenti?
Franco, invece Tu non sei mai sarai secondo a nessuno. Complimenti anche per questo post.
Mary che tesoro, mi fai arrossire.. magari cerco di riscattare chi non riesce ad emergere dall'ombra e alla fine ci si adagia anche.. ;)
Eliminaspammato come un lombrico sull'asfalto :)
RispondiEliminaciao
Ti ho recuperato perché trenta centimetri saltano comuque all'occhio.. ;)
Eliminagrazie e ciao
EliminaQuando ho letto il titolo, ho immaginato che tu avessi intrapreso questo percorso. Come ti vedi nelle vesti del professore?
RispondiEliminaSarei stato uno distrattissimo a scrivere le mie cose in cattedra ..ahah ..pessimo
EliminaChe poi chi è in ruolo se ne approfitta delle competenze di chi non lo è prendedosene tutti i meriti.
RispondiEliminaMondo barbino! 😒
Fantastico come sempre. Abbraccio Franco!