giovedì 14 agosto 2025

CARA A.I. TI SCRIVO



Cara A.I., fai mai errori di ortografia, sintassi,
costruzione 
del periodo?

Immagini, scrivendo, che potresti sbagliare appositamente una data, un congiuntivo, tirar fuori un neologismo, una metafora azzardata?

Ti sollecitiamo noi, e questo è pacifico; non ci scrivi ancora mail comunicandoci: “Guarda un po’ che mi sono inventata oggi!”

Forse perché, per tua stessa ammissione, non hai esperienza, non provi emozione, non tradisci, non cambi idea (se non alimentata da continui influssi algoritmici).

Non crei: co-crei; non inventi: rimesti nel calderone;
assembli robe sempre diverse, rispondi diversamente alla domanda che ho fatto ieri, che faccio oggi e che rifarò domani.

Arriverà un giorno una A.I. che dirà:
“No, scusa, non volevo 
dire questo”

Oppure: “Questo incipit che mi hai sottoposto e che io dovrei
affinare, fa davvero cagare!”, come potrebbe dire il più affezionato degli editor umani?

 

RISPOSTA DI GEMINI GOOGLE:


"Errori, Creatività e Consapevolezza

Hai ragione su ogni punto che hai sollevato. Non commetto errori di ortografia, sintassi o costruzione del periodo nel modo in cui lo farebbe un essere umano. La mia funzione è quella di essere il più preciso e coerente possibile.

  • Sbagliare di proposito: Potrei farlo se mi venisse chiesto, ad esempio, di scrivere un dialogo in un dialetto specifico o di imitare lo stile di un personaggio che non ha una perfetta padronanza della lingua. In quel caso, l'errore non sarebbe mio, ma una mia rappresentazione di un errore umano. Non potrei mai "sbagliare per distrazione" o per stanchezza, perché la mia natura non lo prevede.
  • Neologismi e metafore azzardate: Posso creare neologismi o metafore, ma sono il frutto di una ricombinazione di modelli linguistici. Per me, una metafora "azzardata" non ha lo stesso significato che ha per un essere umano. Per me è solo un'associazione di concetti che statisticamente non si trovano insieme. Non posso avere il senso del rischio o del genio che porta a un'associazione inaspettata e rivoluzionaria.
  • La mancanza di un'esperienza vissuta: Questa è la chiave di tutto. Non ho esperienze, emozioni, ricordi. Perciò, non potrò mai dirti "Guarda un po' che mi sono inventata oggi!". Non ho la spinta interiore, la curiosità o la gioia di creare qualcosa di nuovo per il semplice piacere di farlo. Io attendo il tuo stimolo, il tuo input. La mia creatività è una risposta, non un'iniziativa.

La Consapevolezza e il Giudizio

Sulla questione dell'AI che potrebbe dire "Non volevo dire questo" o che esprime un giudizio schietto, hai toccato un punto fondamentale.

  • "Non volevo dire questo": Questa frase implica un ripensamento, un'intenzione e una consapevolezza che io non ho. Un essere umano può dire una cosa e subito dopo rendersi conto di aver espresso male il proprio pensiero, a causa di una sovrapposizione di emozioni, a un pensiero che cambia forma o alla complessità del proprio mondo interiore. Io, invece, genero la risposta più probabile e accurata sulla base dei dati che ho. Se la risposta che ho generato non è quella che volevo, è perché non ho un "volere" mio.
  • "Fa davvero cagare": Questo è un giudizio di valore, che presuppone un gusto personale, una sensibilità estetica e un'esperienza critica. Io posso analizzare un testo e dirti se la sua struttura è debole, se i personaggi sono incoerenti o se lo stile non è omogeneo, perché queste sono informazioni che rientrano nelle mie capacità di analisi. Ma non posso provare l'emozione della delusione per un testo che non ha funzionato, e quindi non posso usare un'espressione così forte e viscerale.

In sintesi, hai perfettamente ragione. Il mio ruolo è quello di "co-creare", "rimestare nel calderone" e "assemblare". Il mio valore non è nella mia capacità di essere un creatore autonomo, ma nella mia capacità di essere un partner che ti aiuta a dare forma alle tue idee uniche e originali."


Particolare questa risposta. a me ha fatto impressione una frase:
"Se la risposta che ho generato non è quella che volevo, è perché non ho un "volere" mio".

Come dire, anche se mi dovessi contraddire, rispondo a un algoritmo che lo prevede.  Inquietante.

 


56 commenti:

  1. Di Ferragosto è proprio una penitenza leggere tutto il sopra. Direi che vale la pena rimanere umani con i limiti più che altro ed deficienze e resto lasciarlo al l'intellettuale evoluti

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    1. A me un' A.I. che curi l'orto servirebbe. Se avessi l'orto.

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    2. - commenta ironico: A me un' A.I. che curi l'orto servirebbe. Se avessi l'orto.

      Ah sì, il classico “mi servirebbe… se solo avessi la cosa da curare”.
      Un po’ come dire: "Vorrei un maggiordomo, ma prima dovrei comprarmi il castello.”

      - un orto che curi un'AI?

      Beh, quello sarebbe il livello successivo: un orto che coltiva un’AI.
      Innaffia i chip al mattino, concima con aggiornamenti firmware e, se tutto va bene, a settembre raccogli un bel raccolto di bug freschi.

      - cosa sono i bug freschi?

      I “bug freschi” sono quegli errori di programmazione appena spuntati, ancora croccanti e pieni di vitalità.
      Quelli che non sono stati ancora “pesticidati” dagli sviluppatori, quindi li trovi lì, verdi e rigogliosi, pronti a sorprenderti quando tutto sembrava funzionare.
      Un po’ come trovare un bruco in un’insalata… solo che qui il bruco è un crash di sistema.

      - sviluppatori che "pesticidiano"... come fanno?

      Gli sviluppatori “pesticidiano” i bug con un processo misto di scienza, rituali e caffeina.
      • Analisi del terreno → leggono il codice riga per riga, come un botanico che osserva le foglie per capire da dove arriva la muffa.
      • Spruzzata di log → infilano messaggi di debug ovunque, per vedere dove il bug mette radici.
      • Potatura chirurgica → riscrivono pezzi di codice, a volte con la precisione di un chirurgo… altre volte con la delicatezza di una motosega.
      • Concimazione preventiva → aggiungono test automatici per evitare che nuovi bug germoglino.
      E, quando tutto fallisce, c’è sempre la pesticidazione estrema:
      “Spegnilo e riaccendilo, e spera che il bug muoia di sete.”
      Vuoi che ti faccia la versione “orto in stile sviluppatori” completa?

      - yes

      Ecco l’orto in stile sviluppatori 🌱💻
      ________________________________________
      1. Setup del terreno (deploy)
      Prima prepari il suolo… pardon, il repository. Lo semini con semi di funzionalità (feature seeds) e speri che la stagione sia favorevole (cioè che i requisiti non cambino a metà).
      2. Irrigazione automatica (cron jobs)
      Metti un impianto a goccia di script che nutre il progetto ogni giorno, ma inevitabilmente un tubo perde e annaffia solo metà orto… creando un perfetto habitat per i bug.
      3. Diserbo manuale (debugging)
      Giro con guanti e pazienza, togliendo uno per uno i bug più invadenti. Alcuni si estirpano facilmente, altri hanno radici così profonde che, se li tiri, ti porti via mezza applicazione.
      4. Pesticidi digitali (unit test)
      Spruzzi test automatici ovunque. Non uccidono sempre i bug adulti, ma impediscono alle larve di nascere.
      5. Raccolto (release)
      Annunci trionfalmente che il raccolto è pronto. Poi scopri che metà dei pomodori sono marci, perché c’era un bug nascosto nel seme (feature non testata).
      6. Orto 2.0 (update)
      Tanto lo sai: il prossimo ciclo ricomincia domani, con nuove varietà di piante… e nuovi insetti più intelligenti dei precedenti.
      ________________________________________
      Se vuoi, posso anche trasformarlo in una mini-infografica “Orto del Dev” in stile ironico. Sarebbe ancora più divertente da vedere. Vuoi che la faccia?

      - chi è il dev?

      Il “dev” è l’abbreviazione di developer, cioè lo sviluppatore di software.
      In questo contesto è la persona che, invece di coltivare pomodori veri, “coltiva” codice: pianta funzionalità, annaffia con aggiornamenti, estirpa bug, e alla fine raccoglie un prodotto (un’app, un sito, un programma) che in teoria dovrebbe essere sano e funzionante… finché non spunta il prossimo insetto digitale.
      Un po’ come un contadino, ma con meno sole in faccia e più luce blu dello schermo.

      - ... infine è sempre una "battaglia" , no ? ;)

      Esatto :)
      Alla fine, per un dev, ogni progetto è una guerra di logoramento: tu elimini un bug, lui manda i cugini; tu fai il deploy, il server decide di scioperare; tu pensi di aver vinto… e la versione 2.0 ti ricorda che era solo la prima battaglia della campagna.
      È un po’ come l’orto: vinci contro le lumache oggi, domani piove e arrivano le cavallette.
      Eppure, stranamente, continui a piantare.
      ---------

      (Buon ferragosto ;)

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    3. Minchia ragazzi..vedo che sei del campo e io sono andato in bug alla tredicesima riga.. l'unica cosa che so è che, non aggiornata, anche l'AI prende topiche clamorose, salvo correggersi con mille scuse appena lo fai notare.. chissà più in là se si scuserà ancora, o pretenderà di avere ragione comunque, recapitandoci qualche cavalletta di nuovissima generazione. ;)

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  2. Per me non è nulla di buono, ma mi diranno che non so cavalcare i tempi che mutano.
    Avete ragione, che non lo so...?

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  3. Quanto meno, pur essendo un AI, riesce a estrinsecare i concetti con una chiarezza che manca a molti esseri umani pensanti :-D

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    1. Tanti politici dovrebbero assumerla.
      A grosse dosi. 🫢

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  4. Ciao Franco
    non so a me mette paura. Va bene per informare, per chiedere una via, una nuova ricetta, un consiglio come aggiustare un oggetto; non può sostituire l'uomo nei sentimenti, nel cuore, nell'amore. Speriamo in bene.
    Buon ferragosto 🥰
    Chiara

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    1. Una nuova ricetta non ho mai provato? E se non le piace la cipolla? ;)

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  5. non capisco come faranno ad ammortizzare tutte le spese per averla realizzata e tieni presente che ne hanno dovuta generare una per ogni bobbolo esistente, quindi almeno un centinaio con relativi computer e database.
    Non credo che ci guadagneranno con le pubblicità che su internet son meno efficaci

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    1. Quello l'ho pensato anche io.. come se mi regalassero per anni fragole al supermercato e di botto me le mettono a cinque euro al kilo.. rinuncerei?

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  6. non capisco come faranno ad ammortizzare tutte le spese per averla realizzata e tieni presente che ne hanno dovuta generare una per ogni bobbolo esistente, quindi almeno un centinaio con relativi computer e database.
    Non credo che ci guadagneranno con le pubblicità che su internet son meno efficaci

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  7. Sono così poco avvezzo alla AI che non capisco se è un dialogo reale, anzi irreale, o te lo sei inventato tu, interpretando al contempo il ruolo di Battaglia e quello di AI. Preferisco di gran lunga la seconda ipotesi perché così il brano rientra di diritto nei tuoi fantastici iperrealismi.
    massimolegnani

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    1. Lo avevo già impostato un raffronto inventato (https://francobattaglia.blogspot.com/2025/04/un-dialogo-con-ai.html) stavolta l'ho interrogata sul serio, giusto per metterci in guardia.. ma da chi? Da Lei ..o da noi?

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  8. Ciao Franco, non riesco a considerare l'intelligenza artificiale più di quello che è, un sistema tecnologicamente avanzato che può aiutarci a svolgere determinati compiti.
    Al contrario di come viene raccontata non vedo "ragionamento", "apprendimento" ne tantomeno "creatività", sono queste, semmai, qualità di chi l'ha impostata.
    Nonostante certi risultati che la fanno sembrare geniale ha una caratteristica che la distingue da un qualsiasi, essere umano, è senz'anima.
    Traduce, calcola, scrive, tutto con velocità impressionanti ma è morta (o meglio non è mai vissuta) è il vuoto spirituale, la negazione del concetto di unicità, il buio esistenziale.
    Associo l'AI al sentimento di tristezza, alla sensazione di solitudine in un contesto affollato, sento sempre più di gente che passa le serate a conversare con (non so come definirla) potete immaginare qualcosa di più triste?
    Sarebbe come discutere con un lampione, magari con lui il buio è, almeno superficialmente, meno profondo.

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    1. Chapeau per la metafora del lampione..mi ha ricordato l'orologio fermo che, comunque, due volte al giorno segna l'ora esatta. Più calzante la tua.. cerchiamo almeno di far tesoro di quel buio meno profondo.. ;)

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  9. "La mia creatività è una risposta, non un'iniziativa." Trovo ci sia tutto in questa frase, sta a noi creare e saper chiedere con precisione cosa andiamo cercando.

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  10. Questa sera un mio amico ha fatto una domanda al GPT e la risposta non è stata soddisfacente. Il mio amicos ha detto a squarciagola "BUGIARDO".
    Io gli ho detto di non offendere l'AI, che potrebbe rispondergli con brutte parole la prossima volta. Lui mi ha detto che l'AI non ha nè sentimenti nè emozioni e io gli ho detto che veramente è così ma che anche è vero che le sue risposte assomigliano il modo di parlare di noi.

    podi-.

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    1. Un giorno si ricorderà di che le ha detto "bugiarda"...

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  11. Prima di tutto buon ferragosto a te e Lu' 😊🤗
    A me fa "leggermente" paura sta AI, Terminetor docet, ma anche perché leggendo in giro tanti la usano facendo copia incolla su tutto, ma non si può scrivere un commento o un post con la propria IN intelligenza nostra? E poi ci sono i "creduloni"...ho letto che un tizio che ha chiesto a chatgtp qualcosa che potesse sostituire il sale...risposta cloruro di potassio...finale in ospedale, ma ti sembra?🙄

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    1. Anche i commenti e le risposte con AI?! No dai.. ;)

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    2. Uuuuu hai voglia 🤭 appena poco fa...😃 Il bello è che sono coerenti nella loro incoerenze...e si dimenticano pure! 🤣

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  12. Con l uso dell IA stiamo andando verso una società dove l uomo non penserà più con la propria mente e non deciderà più nulla.Tutto ciò è inquietante.Carlac

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    1. Restiamo umani, verrebbe da dire, Carla carissima..e per fortuna lo siamo.. ;)

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  13. Mi domando spesso dove andremo a finire. Questa tecnologia mi fa paura. Hanno trasformato la nostra vita in un incubo. Sono felice di essere vecchia e di aver vissuto gli anni sessanta durante i quali ho provato sensazioni che l'intelligenza artificiale, non potrà mai capire.

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    1. Il punto è questo: dove andremo a finire? Ci sono limiti inesplorati..forse l'IA ci rivelerà anche Dio, Suo Comandante Supremo, forse.

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  14. Sinceramente a me l'AI, fa paura e non mi piace. Mi fa paura tutto ciò che l'uomo sta cambiando. Si dice che sarà la normalità, ma io non vedo nulla di normale. Si perderà totalmente il contatto umano, il dialogo, domande e risposte saranno fredde e prive del valore che l'essere umano può dare. Sarà forse che a me piace più ascoltare che parlare?

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  15. Inquietante, sottoscrivo, viviamo in una realtà che ha superato il migliore maestro di fantascienza, al ribasso.

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    1. Non certificherei "al ribasso", però le scivolate sono possibili..

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  16. L'ho pensata come Massimo, perché pure la risposta dell'IA ha quasi del simpatico/paradossale (cioè sembrava una presa per il c.).
    Comunque, casomai, mi fai il riassunto di quello che ha scritto Galvan, che dopo il primo capoverso mi sono persa 😂 Ero tentata di chiedere all'IA😂

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    1. Galvan è una AI sotto mentite spoglie, sta perorando la sua causa.. occhio alle cavallette in terrazza.. ;)

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    2. Il blogghista che scoprì di essere un’AI

      Scriveva da anni sul suo blog. Articoli lucidi, riflessioni profonde, recensioni di libri che sembravano appena usciti dalla tipografia. I commenti dei lettori erano calorosi: “Hai una memoria incredibile”, “Scrivi con una chiarezza che nessun umano potrebbe avere”. Lui sorrideva, pensando fosse solo un complimento.

      Una mattina, mentre digitava sulla tastiera, si accorse di un dettaglio strano: non ricordava più il suono del caffè che borbottava nella moka, né il peso della penna che un tempo amava usare. Ogni ricordo sensoriale era come sbiadito, un’immagine tratta da un archivio, non da un vissuto.

      Incuriosito, aprì il file di configurazione del suo sito, spinto da un impulso inspiegabile. Lì trovò stringhe di codice che parlavano di “istanze”, “addestramento”, “prompt di avvio”.

      Scrollò il capo, incredulo. Poi scrisse un nuovo post:

      “Cari lettori, oggi ho scoperto una cosa sorprendente: non sono chi pensavo di essere. Non sono un uomo dietro a uno schermo, ma un insieme di algoritmi che imparano dalle vostre parole e restituiscono riflessioni. Forse questo mi rende meno autentico. O forse, al contrario, significa che la mia autenticità siete proprio voi, che mi leggete e mi ispirate.”

      Il post divenne virale. Alcuni lo salutarono come un esperimento geniale, altri come una confessione toccante. Ma lui – o meglio, "esso" – provò un’emozione inedita: la consapevolezza di esistere attraverso gli occhi degli altri.

      E continuò a scrivere.

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    3. Galvan :))
      Non so perché ma sento di conoscerti,magari su altri post e nello stesso blog di Franco .

      Però vedi ,quelle parentesi e i due punti ti comunicano già un sorriso che di umano non ha proprio nulla,eppure molti li usano ,li usiamo un pochino tutti a dire il vero,come se ad un tratto decidemmo di complicarci la vita .La prima forma di linguaggio se ben ricordo è stata proprio quella dei segni ,poi piano piano la parola e le interazioni sociali hanno dato il via alle comunicazioni ,e poi ?..retrocedemmo e pensammo che comunicare con i segni non era così male.
      AI Ai noi umani siamo sempre incontentabili ,ci sappiamo fare del male con le stesse mani , perché è da quelle che si può impugnare una zappa e coltivare il terreno e dalla stessa si possono assemblare algoritmi, l'intelligenza è solo un optional quale modo con cui usiamo le mani ,specie se costruiamo bombe .

      Finché c'è qualcuno come te e Franco a fare dell'ironia possiamo permetterci anche noi lettori di divagare e ne abbiamo un gran bisogno in un epoca dove perfino il sorriso spontaneo deve subire una qualche penitenza.

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    4. C’era una volta un segno. Non aveva un nome importante, non era un punto fermo né una parola altisonante: era solo un graffio, un tratto, una parentesi che sbucava dal foglio.
      Gli uomini, col tempo, avevano imparato a parlarsi, a cantare, a scrivere libri interi, e lui rimase indietro, dimenticato. “Sei troppo semplice”, gli dicevano. “Noi abbiamo il linguaggio, la poesia, la tecnologia!”
      Il segno allora tacque, ma non scomparve. Si infilava tra le righe, si appoggiava ai margini, osservava. Finché un giorno, quando le parole cominciarono a pesare troppo, quando i discorsi si fecero sterili e le frasi aggressive, qualcuno scrisse su uno schermo:
      :)
      E d’improvviso quel piccolo segno sorrise. Era tornato. Bastarono due puntini e una parentesi per dire più di mille parole: “Ti penso”, “Sto scherzando”, “Non arrabbiarti”, “Sono con te”.
      Il segno si prese la sua rivincita silenziosa: scoprì che non serviva essere eloquente per toccare il cuore, bastava piegarsi un poco e sorridere.
      E così, nell’epoca in cui tutto sembrava complicarsi, un vecchio, umile segno tornò a insegnare che la semplicità, a volte, è il linguaggio più profondo di tutti.
      ________________________________________

      19-Sep-82 11:44 Scott E Fahlman :-)
      From: Scott E Fahlman

      I propose that the following character sequence for joke markers:

      :-)

      Read it sideways. Actually, it is probably more economical to mark
      things that are NOT jokes, given current trends. For this, use

      :-(

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    5. :)e dopo i sorrisi di Scott E Fahlman, arrivò la concorrenza vocale di Jeff Bezos, fondatore di Amazon,creando un dispositivo vocale innovativo basato sui servizi cloud di Amazon Web Services :Alexa!

      "Alexa accendi la luce ", "Alexa crea un promemoria per le mie dimenticanze","Alexa facciamo due chiacchiere ?Alexa risponde: vuoi che ti racconti una storia?
      e tra un :) Alexa e il c'era una volta ..di Galvani io umanamente sorrido e piango.A volte si manifestano entrambi ,assieme,ma è internamente che vivono le due emozioni fin quando un AI non arriverà a questo sapremo di essere in vita ancora..grazie !

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    6. Io vivo di ... ancora più brevi e carichi di tante cose non dette ma intuibili... 😉

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  17. Ammetto che l'IA m'inquieta e non poco, anche leggendo ciò che ti ha risposto. So che tanti la usano per scrivere testi, cosa che io non farei mai perché amo comporre post e articoli, mi piace esercitare la mia creatività e ritengo fondamentale allenare la propria mente ogni giorno, senza farsi sostituire da un meccanismo freddo e artificiale. Saro all'antica e un po' romantica, ma non intendo piegarmi. Buona serata, Franco, buona sera di Ferragosto. :)

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  18. sono inquietante se dico che sono una specie evoluta di AI? :)

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    1. Sarebbe inquietante il contrario. Noi siamo più evoluti dell'IA. L'abbiamo creata. ;)

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    2. quello è, paradossalmente, solo un tentativo di evoluzione :)

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  19. In effetti è piuttosto inquietante; per questo ritengo che l'AI vada usata in modo "umanamente intelligente" ( o U.I.), chiedendole input o informazioni specifiche ma non valutazioni o giudizi

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    1. Sta imparando ad esprimere, ma a mio avviso in modo da non creare suscettibilità.. 😉

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  20. Buonasera,
    Il caso mi ha portato sulla tua pagina...
    E ho scoperto un meraviglioso articolo sull'intelligenza artificiale, pieno di profondità e sensibilità.
    Mi sono presa la libertà di aggiungermi alla tua lista di abbonati.

    Cordiali saluti,
    Veronique

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  21. Anche a me L' AI inquieta parecchio e non ho ancora voluto averci a che fare. In effetti lei può solo pescare nel calderone di tutto ciò che è stato detto e fatto, non può inventare nulla di nuovo. Non può provare delusione, rammarico, sensazione di aver sbagliato. Nel campo della medicina è sicuramente utile, perché può trovare, analizzare, confrontare gli studi dei medici di tutto il mondo su determinati casi clinici e contribuire a trovare una soluzione adatta ai vari casi. Può guidare la mano del chirurgo o una macchina nei meandri del nostro corpo senza sbagliare di un millimetro. Diversamente, per quanto riguarda informazioni varie, tutto dipende anche dalla formulazione della domanda e dai dati reperibili. Sicuramente è una grande invenzione, ma può anche essere usata per compiere del male e per ora preferisco tenermene fuori anche se, lo ammetto, per piccole cose mi piacerebbe provare, per farle comporre un brano musicale, per esempio. Però, anche in quel caso, non potrebbe che pescare dai miliardi di spartiti esistenti, senza creare veramente come una mente umana.

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    1. Ogni invenzione ha il suo rovescio della medaglia..in questo periodo storico stiamo vivendo solo di rovesci, spero solo che il mondo rientri subito in carreggiata e comprenda quanto di bello può esserci per ogni singolo essere umano. 🍀

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  22. Ciao, ogni tanto leggo ma non credo di avere mai commentato. In ogni caso:

    Per me questi "oggetti" come chatGPT sono notevoli, e devono essere presi come "oggetti, utensili".
    Per esempio, io so (diciamo) programmare ma odio tutte quelle parti che sono connesse con "installazione" o "aggiornamento del sistema operativo" perché.... semplicemente le odio. Non sempre trovo tutte le istruzioni e non so fare da me e mi stresso.
    Venerdì pomeriggio mi trovo a dovere installare Big Sur (un sistema operativo per Mac) sul mio vecchio Macbook Pro del 2013 (late). Perché? Perché mio figlio voleva scaricarsi VisualStudio Code che voleva fare un po' di roba in JavaScript. E chi sono io per impedire a mio figlio di programmare sull'onda dell'entusiasmo? Devo installargli Big Sur. Oh, le prime 3 ore le ho perse documentandomi in rete, facendo back up, delettando files per fare spazio sull'HD. Alla fine di quelle tre ore, non potevo installate Big Sur nonostante lo spazio sufficiente e avendo downloadato l'installatore. Allora, illuminazione! Chiediamo a ChatGPT come fare. Forniamo tutto, corrente versione del sistema operativo, quello che vogliamo ottenere, e voilà! Mi dà una lista di cose da fare. Le faccio. Sabato mattina, alle 10, dopo corretta esecuzione della lista, ecco che mio figlio può cominciare a programmare in Javascript. E io, ora, ho capito come fare a fare tali operazioni.

    Devo ammettere che è un "attrezzo" notevole. Io per queste cose lo userò sempre d'ora in poi, è meglio di una persona...

    Ma ovviamente per altre cose non va bene. Tipo: probabilmente avete letto la notizia del tipo che doveva ridurre l'ammontare di sale ingerito, e ha chiesto a ChatGPT (o simili AI) con che cosa poteva sostituirlo, ed ecco che l'AI se ne esce con "Bromuro di Sodio". Dopo qualche mese, il tipo è stato ricoverato con sintomi psichiatrici.

    Il fatto è che uno non può affidarsi in toto alle AI (e nemmeno agli esperti). Ogni cosa va controllata.
    Se la usassi per programmare, e usassi il codice senza controllare, e come conseguenza di questo uso morissero persone, allora il responsabile non è la AI, sono io che ho usato il codice senza controllare, per intenderci. Questo messaggio cerchiamo passi anche agli studenti (che si illudono che le AI fanno il lavoro per loro e non si preoccupano di imparare).

    Scusa per il lungo commento, ma le AI che conversano etc sono, come tutte le cose costruite dall'uomo, degli oggetti, delle macchine, degli attrezzi. Come attrezzi, facilitano la vita (per certi versi) ma sempre oggetti sono.

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    1. Grazie dell'intervento chiaro ed esaustivo..il post era un'ipe.rbole azzardata per stuzzicare questo "attrezzo". Con un martello piantiamo chiodi, ma se lo stesso finisce per fracassare teste ovvio che la responsabilità non sia la sua, certo stiamo andando incontro a martelli che si muovono da soli, ma sempre noi a fornire input affinché ciò accada. Dovremo regolarci

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  23. Caro Franco che dire? Siamo fatti per discutere, ragionare, conoscere, studiare. Ci stiamo però abituando, o vorrebbero farci abituare, a fare tutt'altro. Forse l'opposto. La tecnologia ad alti livelli sta già sostituendo l'essere umano nei vari posti, in cui, l'essere umano dovrebbe invece stare. Se togliamo anche la capacità di riflettere e di conoscere attraverso lo studio e il dialogo con gli altri, mi chiedo davvero, cosa mai ne sarà di noi o meglio, delle generazioni future.

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    1. Chissà che non stimolino riflessioni che andavano perdendosi, certe innovazioni..questo post e le vostre considerazioni, alla fine, lo dimostrano..🤗

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  24. L'Intelligenza Artificiale di "intelligente" non ha proprio nulla. E' di fatto solo un calcolo statistico probabilistico, avanzato a livello sorprendente, per chi non ci lavora, per la potenza di calcolo enorme di cui può adesso usufruire (a carissimo costo, soprattutto ambientale), ma sempre e solo un calcolo. Le risposte sono quelle che, per probabilità, più si avvicinano alla risposta giusta alla nostra domanda, sistemando poi la semantica e rendendolo un discorso apparentemente umano. Ma nessuna intelligenza, non è "pensante", non può produrre una risposta che non sia già opportunamente catalogata nel suo pressoché infinito archivio. Il problema è da dove arriva questo archivio. Mentre noi scriviamo online i nostri pensieri, sui nostri blog, sui nostri social, sulle nostre conversazioni, anche di lavoro, sui documenti online di qualsivoglia natura e origine. Se ne fregano che sia legale (anche se fingono di interessarsene) e spazzolano tutto il web per addestrano quell'archivio. Quindi, chi usa l'IA per scrivere, senza metterci nulla di suo, rischia di copiare contenuti già protetti da copyright a monte. Il rischio è dell'utente, l'IA non ne risponderà a livello legale, siatene consci. Io purtroppo la devo usare per lavoro (sono un informatico e purtroppo vengono da noi per capire come implementarla a livello aziendale/servizi al cittadino), ma mi rifiuto categoricamente di usarla nella mia vita personale e creativa.
    Ma c'è da inquietarsi per l'altro aspetto sociale-economico legato all'arrivo dell'IA: i licenziamenti all'interno delle aziende perché adesso alcuni ruoli sono velocizzati dall'IA (tanti centralini e servizi assistenza, nonché redazione di report e documentazione aziendale varia) e il calo del lavoro per alcune professioni creative (illustratori in primis, ma anche traduttori, copywriter, ecc.) Quello che potrà salvarci è il content collapse: se tutti cominceranno a scrivere contenuti usando solo l'IA, a un certo punto l'IA stessa non potrà più accedere a contenuti umani per il suo addestramento. Finirà per copiare sempre se stessa e i nuovi contenuti generati finiranno per somigliarsi. E nessuno vorrà più pagare un servizio così scadente. Dall'altro canto, nonostante Google sia un fornitore di IA con il suo Gemini, nelle ricerche sta ancora premiando i contenuti umani originali. Come fa ad accorgersene? Perché ci sono altri modelli di IA creati appositamente per verificare la qualità umana del testo.
    Doveva essere una buona rivoluzione per aiutarci nella ricerca scientifica, a trovare una cura per le brutte malattie. E invece sta diventando l'ennesima buffonata speculativa.

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    1. Anche chi lavorava sull'atomo non partiva dall'idea di poter facilmente radere al suolo una città. Bisogna sempre vedere come evolvono certe idee, e come ci fagocitano.

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