giovedì 10 luglio 2025

COSE STRANE ACCADONO

 


A Roma ricca Conferenza sulla ricostruzione in Ucraina mentre quelli bombardano senza sosta.

Sarò io asincrono. 

63 commenti:

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    1. Fare soldi ricostruendo dopo avwer distrutto, un classico dell'ipocrisia umana travestita da generosità.
      Pianificare ricostruzioni mentre stanno ancora distruggendo, diabolico. :(

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  2. ma la" ricca conferenza" è sulla ricostruzione mica sul cessate il fuoco? Tutto normale.
    un abbraccio
    eos

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    1. Ecco. Tutto normale. Mi fa quasi più paura questo atteggiamento. Pensiamo a ricostruire che sennò poi ci facciamo trovare impreparati e ci fregano gli appalti.

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  3. Temo che "ricostruire" non si faccia più con quello spirito di rinascita, ma come modalità di vita sulla pelle dei propri simili.

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    1. Mi piacerebbe un grad sul palazzo di vetro di Fuksas mentre sorseggiano un prosecchino, così ci mettono pure la Nuvola nel piano di ricostruzione..

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  4. Credo che ci siamo affrettati a prendere la decisione; come quando Spagna e l'Eurocamera ha riconosciuto l'autoproclamato presidente venezolano Guaidó oppure Edmundo González e anche lo Stato Palestinese...

    podi-.

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    1. Questi devono partire in pole position. Motori caldi aspettando il verde. Ora è rosso ma perché c'è un'altra gara in corso: quella rimanere vivi, ma non si guadagna niente. E' la prossima quella con ricchi premi e cotillons.

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  5. Parlano di ricostruzione come se bastasse rimettere in piedi un muro per ridare vita a chi ci è rimasto sotto. Ma i morti non si ricostruiscono, non hanno appalti, non portano profitto. Rimangono lì, sotto le macerie o sotto terra, a ricordarci che l’unica cosa davvero irreversibile di questa guerra è la morte. Forse è per questo che, prima o poi, troveranno il modo di quotare anche loro in borsa.

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    1. Questi neanche parlano dei morti, delle bombe..a questi interessa il dopo, il guadagno, il soldo. Ti offro dieci e ricaverò cento. Il Papa dice venite a Castelgandolfo a parlare di pace, fa fresco e c'è il buffet all'aperto. Di andare lui a Kiev non se ne parla proprio.

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    2. Il "bello" che si è abbattuto un muro per pensare ad una non piu' guerra (Berlino)

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  6. Bisognerebbe scrivere un ' " Ode all' insensatezza umana " e poi inserirla tra i libri di scuola.
    Per quel che mi riguarda provo un vero malessere fisico oltre me mentale nel vedere tanta distruzione e tante vite perdute.
    E tanta rabbia verso quelle menti malate che progettano, inseguono e realizzano tutto ciò.

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    1. Non un incontro per negoziare pace, ma per negoziare lavori e appalti.
      Ma non si fanno schifo nemmeno un po'?

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  7. E’ il teatro dell’assurdo, ricostruire senza smettere di distruggere.
    massimolegnani

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    1. Ben detto.. Beckett e Pinter arrossirebbero per la loro ordinarietà..

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  8. Ci sono delle persone che maltrattano gli uomini, uccidono e distruggono e poi si inginocchiano e pregano Dio: sono i potenti della terra.

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    1. La cosa che mi fa paura è questa serenità di progettazione mentre fischiano i missili e la gente, semplicemente, muore. "Odessa la ricostuiamo noi!" grida Meloni in questo monopoli impazzito dove chi perde la vita è solo una carta da gioco.

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  9. Mi infastidisce la profonda ipocrisia. Che dirti di più. Ciao Franco.

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    1. Mi irrita. E ha ragione Andrea, dovremmo almeno andare sotto la Nuvola di Fuksas a tirare uova sulle vetrate dove duemila aziende si stanno spartendo profitti futuri. Con guerra in corso però. ("Io vorrei ricostruire questo quartiere" "Ma è perfettamente a posto!" "Aspetta domani mattina..")

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  10. questo per mantenersi attivi nelle braccia ma non nel cervello

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  11. Ormai non mi meraviglia più niente:-(((

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    1. Apatia e indolenza. Ne siamo colpevoli anche noi. Vorrei manifestare e qui sul blog è davvero poca roba..

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  12. Parliamo, parliamo sempre, come se le parole potessero fermare le bombe. Ma i nostri commenti, se non accompagnati dall’azione, hanno il peso di un granello di sabbia, non in una spiaggia ma nel deserto, dove il vento li disperde senza lasciare traccia. I nostri antenati hanno lottato per la libertà e l’uguaglianza: Spartaco che si ribellò pur sapendo di morire crocifisso lungo la via Appia, gli schiavi neri che spezzarono le catene cantando inni di dolore e di riscatto, i martiri di ogni tempo che scelsero la verità invece della menzogna, da Socrate al Cristo crocifisso perché aveva osato dire che l’uomo non vive di solo pane. E noi oggi? Parole. Parole senza sangue, senza sudore, senza sacrificio. È scritto nei Salmi che “la bocca dei giusti medita sapienza, e la loro lingua parla giustizia”; ma qui non basta più meditare o parlare, bisogna agire. È ora di lottare davvero, come i profeti che gridavano contro i potenti, come i partigiani che scelsero i monti invece del silenzio. Iniziamo con gli under 70.000 di Fracatz, perché servono giuristi, economisti, strateghi, uomini e donne che sappiano non solo scrivere ma anche colpire dove serve. Perché la verità è questa: se non lottiamo, se non mettiamo a rischio la nostra pace apparente, siamo già morti pure noi, anime essiccate come ossa nel deserto di Ezechiele, e non basterà nessun soffio di parole a ridarci vita se non siamo noi i primi a scegliere di risorgere.

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    1. Vedi Andrea (che oltretutto si addice ogni sesso), anche un post nel nulla diventa minima azione, infinitesimale granello nell'occhio di chi vuole leggere di viaggi, sport o cinema, è vero che dovremo fare di più, tutti noi, ma almeno non far finta di nulla, segnalare che ci stanno prendendo per i fondelli.. poi magari ce ne torniamo in vacanza, assieme ai 70mila di Fracatz, ammucchiati in spiaggette riminesi che credono di bagnare un mare.
      Poi ripeto, un conto è bloggheggiare, un altro è che ti arriva un grad nel salotto mentre tenti di loggarti su WordPress..

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    2. Hai ragione Franco, anche un post è un’azione, un granello che infastidisce l’occhio di chi preferirebbe dormire sereno leggendo viaggi e cinema. Ma un granello da solo non basta. Serve un sasso lanciato nello stagno, qualcosa che crei onde capaci di smuovere l’acqua ferma e puzzolente della nostra indifferenza. Perché è vero, qui bloggheggiamo, scriviamo, commentiamo, poi torniamo alle nostre vite come se bastasse dire “io l’ho scritto” per salvarci l’anima. Ma intanto, chi vive sotto i Grad non ha nemmeno più un salotto dove loggarsi, né parole da dire. Noi sì, e finché possiamo, le nostre parole devono diventare azione, un’onda che si propaga e rompe la pace marcia di chi fa finta di nulla. Altrimenti, restiamo solo granelli dispersi nel deserto, inutili anche al vento.

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  13. "Niente di ciò che si distrugge non può essere ricostruito", più o meno è quello che ha detto la premier, tranne le vite, che non possono essere ricostruite e/o sostituite, mai.
    Che dire? Mah!
    sinforosa

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    1. Questi vedono l'affare ovunque e percepiscono il guadagno sulla disgrazia avvenuta. Ops.. c'è un dettaglio: la disgrazia sta avvenendo ancora. :(

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  14. Tante parole, ma il mondo continua ad andare a rotoli.

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  15. Viviamo in un mondo in cui, anche con una guerra in corso, non si può prescindere da affari, contratti, appalti...

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    1. Uno scimmiotttamento di piano Marshall mentre la gente muore. Magari pure con buffet.

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  16. Caro Franco, grazie: leggendo le tue parole indignate (e tutti i commenti, che condivido) almeno mi sento un granello forse inutile, ma meno solo e disperato... Vorrei dire ad Andrea che ci sono alcune cose minime da fare: il Movimento nonviolento da due anni ha lanciato la campagna "Obiezione alla guerra" e si stanno progettando anche azioni più concrete...

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    1. Andrea ha ragione da vendere. Scrivere su un blog smuove aria fresca e neanche. Ci sarebbe almeno da andare a gridarglielo in faccia che li si sta morendo mentre loro si dividono i lotti.
      E io la nuvola ce l'ho anche a portata di mano. Colpa mia.

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  17. più bombe tirano e più c'è da ricostruire e diventar ricchi

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  18. Prima si deve porre fine alla guerra e poi si penserà alla ricostruzione. Trovo questa conferenza totalmente fuori luogo specialmente questo interesse da parte dell'Italia.

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    1. Eppure.. a leggere in giro.. tutto normale.. devo aver sbagliato mondo..

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    1. Un enorme mercato 'sto mondo, dove strano non abbiano ancora messo il cartellino col prezzo al sorriso.

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  20. Le case si potranno anche ricostruire (ma bastava non distruggerle prima ), le vite perse, che sono ciò che conta, non si ricostruiranno mai. Saluti.

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    1. Le persone accettano di essere manovrate donando (gettando via) spesso senza neanche capire per cosa, o chi, stanno uccidendosi. Vero anche che uccidere accade ogni giorno per motivi inifinitamente più futili, senza neanche una fasulla nobile causa.. :(

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  21. Non sei asincrono tu, siamo tutti noi che viviamo dentro una distopia.

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  22. cosa vuoi che cambi ad un mortodifame lavorare per puttin o per zeleski? Eppure i caporioni riescono a mandarli a morire al fronte

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    1. Finisci 'ste vacanze e mettiamo su un fronte reale, tangibile, decisivo.

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  23. Risposta Maria D'Asaro.

    La Terra ogni tanto accelera la sua rotazione, come se volesse ricordarci che il movimento è vita. E noi? Fermi. Gli attivisti nonviolenti, che pure ammiro, sono lo 0,001% della popolazione italiana. Il nulla, se pensiamo che la Terra gira a 1.600 km/h all’equatore mentre noi sembriamo inchiodati alle nostre poltrone, ai nostri smartphone, ai nostri alibi. Forse madre natura ci sta dando l’esempio: accelerare, scuoterci, muoverci. Perché se restiamo immobili, non siamo altro che polvere sotto le sue unghie. Magari fossimo granelli, Maria… almeno saremmo qualcosa che graffia. Invece siamo polvere, e non quella di stelle, ma polvere e basta. Quella che si posa ovunque, che non lascia traccia e che basta un soffio per spazzarla via. Fracatz aspetta le vostre email per un nuovo fronte: almeno stavolta, muoviamo un dito prima che sia la Terra a scrollarci di dosso.

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    1. Fracatz alle prossime politiche lo voterei.. prima che Pier Silvio si accatti lui il malcontento che monta

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    2. Hai ragione Franco, prima che Pier Silvio ci confezioni il malcontento in versione prime time, meglio Fracatz nudo e crudo, almeno non mente. Intanto però la casta continua a premere sull'acceleratore: all’ACI di Milano hanno piazzato Giulio La Russa, classe 1990, figlio di cotanto Ignazio. Un altro giro di giostra per la dinastia. Meritocrazia? No, genealogia. In Italia la mobilità è garantita solo ai figli di qualcuno: gli altri possono al massimo fare la revisione alla propria rassegnazione.

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    3. Geronimo? Inutile protestare.. faranno tutti gli indiani.. :(

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    4. È proprio per questo che servono i giuristi, Franco. Perché se continuiamo a fare tutti gli indiani, ci stermineranno con la legge in mano. Trump, con tutto il suo potere e la sua arroganza, è stato arginato solo da qualche giudice che ha avuto il coraggio di dire “no”. Non bastano più i poeti, i blogger o i profeti disarmati: ci vogliono anche quelli che conoscono le pieghe della legge meglio di chi la usa per dominare. Il nuovo fronte non si vince solo a colpi di post, ma col diritto rovesciato contro il potere. Altro che fare l’indiano: adesso serve chi conosce la mappa del territorio.

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    5. Intanto convincere la massa di non votanti (antidestra ) che se non votano è proprio quella destra che fniscono per favorire. E già qua impresa improba. Poi assicurarsi che altri al potere non se la giostrino comunque come i precedenti. Altra mezza utopia.

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    6. Franco, forse non è utopia: forse è solo che noi europei siamo stati viziati a tal punto da dimenticare come si lotta. Ci hanno dato tutto, casa, elettrodomestici, comodità, persino l’illusione della scelta, e in cambio ci hanno tolto la fame di giustizia. Narendra Modi, in una conferenza, chiese: "Mi volete dire perché 600 milioni di indiani non dovrebbero desiderare un frigorifero?" e lì ho capito che il problema non è il desiderio di avere, ma la rassegnazione di chi ha già tutto e non sente più il bisogno di cambiare niente. Quelli che non votano non sono solo sfiduciati: sono anestetizzati. Ed è proprio questo che favorisce sempre chi comanda, destra o sinistra che sia. Non servono miracoli, ma memoria: ricordare cosa vuol dire combattere per qualcosa di più alto del proprio comfort. Se risvegliamo quella coscienza, allora sì, tutto il resto smette di sembrare un’utopia.

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