sabato 12 aprile 2025

ADOLESCENCE (OR NOT ADOLESCENCE)

Potevo non dedicare qualche riga alla serie TV del momento? Sia mai.. anche  se l’evoluzione  mi ha lasciato perplesso, nonostante  riprenda un episodio avvenuto realmente, concentrando dinamiche, reazioni e punti di vista differenti; oltretutto interamente in piano sequenza, tecnica virtuosa e coinvolgente ma non sempre efficace quando eletta a risorsa di ripresa esclusiva.

Abbiamo un dato di fatto: Jamie, studente tredicenne, che accoltella a morte una coetanea, quindi un colpevole già individuato e quattro episodi a cercare di sviscerarne il perché.
Siamo di fronte a dinamiche di bullismo, insofferenza, frustrazione, inadeguatezza, tutta una serie di crescite, evoluzioni, degenerazioni e comportamenti adolescenziali portate agli estremi, ed intorno una famiglia che fatica ad interpretare e comprendere.
 
Un lato debole: puntare decisi all’apice della degradazione e tralasciare le sfumature del substrato, quella sorta di palude dove si vive comunque male ma non si arriva per forza al gesto insensato, al titolo di giornale.

Prima puntata: irruzione a casa del tredicenne, arresto, trasporto in centrale e accusa di omicidio sostenuto da videocamera di sorveglianza; di supporto al ragazzino avvocato d’ufficio e tutore legale (lui sceglie il padre), ma si rifiuta di comunicare il codice d’accesso del cellulare (a quel punto, fossi stato il padre, due pizze gliele avrei date, in piano sequenza naturalmente).

Seconda puntata: sopralluogo nella scuola del ragazzo, dove serpeggia irrequietudine,  menefreghismo, boria e sprezzo per le autorità (insegnanti e polizia), come un misto tra solidarietà e derisione, neanche troppo sotterranee, verso l’autore del crimine, reo, più che altro, di essersi fatto beccare.
Nell’episodio anche un inutile inseguimento (pretesto per un mirabolante piano sequenza palesemente arricchito di post produzione ) oltre all’accenno alle teorie Incel (movimento misogino alla base di azioni e reazioni di Jamie)
Poi diverse note stonate: si cerca l’arma del delitto chiedendo agli studenti; il poliziotto che segue da tempo crimini legati ad abusi minorili, sembra inconsapevole che il figlio venga bullizzato; la descrizione della scuola come luogo inadeguato ad educare; la scena dell’allarme con evacuazione della scuola, tutti riuniti all’aperto e fatti rientrare dopo un nulla, giusto il tempo di una colluttazione tra studenti dove altri riprendono col cellulare mentre i due poliziotti, poco distanti, non sembrano neanche accorgersene. 

Terza puntata: sette mesi dopo, colloquio con psicologa che evidenzia l’instabilità del ragazzo messo di fronte a prove del suo rapporto malato con l’universo femminile. Non mancando di sottolineare ancor più la rissosità e l'aggressività del ragazzino (certo acuita da mesi di struttura psichiatrica minorile) che sembra voler indirizzare l'opinione verso un verdetto che non tenga troppo conto di cause e concause.
Mi chiedo: sette mesi dopo? Solo alla fine del percorso la psicologa tira fuori le prove instagram dei suoi eccessi? E le reazioni isteriche e arroganti davanti all’analista non lo disegnano certo meglio. Emblematico poi il “buh” improvviso a spaventarla, poteva riservarlo alla ragazzina uccisa.. ma certo tutti bravi a ipotizzarlo dopo..

Quarta puntata: tredici mesi dopo, esili equilibri tengono unito il resto della famiglia che sta attraversando un pessimo periodo, oltretutto affrontando episodi di irrisione e cattiveria, col figlio adolescente ormai alla vigilia di un processo che quasi sicuramente lo vedrà condannato. Indicativo poi non dire a Jamie, all’ascolto in auto mentre telefona al papà per gli auguri di compleanno, che in vivavoce ci sono anche mamma e sorella.
Cosa abbiamo fatto di male, lecito interrogativo dei genitori,  ma anche inutile, dopo che la situazione ti è sfuggita di mano.

Certo si poteva fare di più, come si chiede alla fine il padre nella cameretta di Jamie, e sono sicuro se lo sia chiesto anche il regista alla fine dell’ennesimo, ultimo, piano sequenza.




38 commenti:

  1. Una serie che rispecchia la nostra società, attendevo una tua recensione.

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    1. Forse sottolineando gli eccessi ma può servire a metterli a fuoco, a sensibilizzare.

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  2. "due pizze gliele avrei date" ecco che lo spettatore comune prende per un istante il posto del critico distaccato e questo, anzichè disturbare, rende la tua seria analisi più credibile.
    massimolegnani

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    1. Recensendo mi coinvolgo sempre, la recensione seria è un plateale punto di vista. Poi ci può essere più o meno perizia, più o meno esperienza, ma l'onestà non deve mancare mai ;)

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  3. Non avendolo visto non posso esprimere opinioni attendibili, comunque certamente uno di quei casi in cui una fiction va a scavare in un episodio di cronaca così oscuro e "disturbing" che è davvero difficile riuscire a raccontarlo. Credo che in questo tipo di fatti estremi a volte sia solo questione di un attimo, un attimo in più di riflessione del ragazzo, un attimo in meno prima di lasciarsi trascinare dall'impeto, e magari non ci sarebbe stato nessun omicidio.

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    1. Tu scrivi e disegni ottimamente di gioventù spesso deviata o al limite, ha la percezione di quell'attimo in più o im ,emo, che capovolge un'intera panoramica.

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  4. A me è piaciuta molto, diciamo più tecnicamente (la trovata del piano sequenza, che specie nel secondo episodio dev'essere stata complicatissima) e per la bravura immensa degli attori.
    La storia, realizzata proprio oggigiorno, rischia di essere letta solo in un modo visto il trend; e purtroppo rischia di far passare in secondo piano altri argomenti ugualmente importanti.
    Per fortuna, l'ultimo episodio fa interrogare tutti sull'avere dei potenziali matti in famiglia (qui il matto è maschio e fa gioco, ripeto).

    Moz-

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    1. Fin troppo sottolineata la rissosità e lo squilibrio (dopo comunque sette mesi di struttura psichiatrica, e alle prese con analisti strani pure loro..)

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  5. oggi per i genitori si tratta solo di fortuna o sfortuna
    in questo caso un gran colpo di fortuna: se so levati dai cojoni un'anima malata che li avrebbe fatti morire assai giovani tra violenze, droghe e dispiaceri

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    1. E si però manco 'na latta de vernice in pace da Leroy Merlin te poi più anna' a compra'.. e considera che non c'erano ancora i dazi!!

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  6. Ciao Franco
    non conosco e non ho visto la serie, ma avendo due figli ora grandi, l'adolescenza è un mondo difficile per loro (figli) e per noi (genitori) che non sappevamo come muoverci. Fortunatamente è andato tutto bene, ma che fatica e i cellulari erano ancora antidiluviani!!! Non invidio i genitori di ragazzi di oggi.
    Un abbraccio 🥰
    Chiara

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    1. Probabilmente molte sollecitazioni in più ora; condizionamenti, influenze, invenzioni.. (la storia dell'incel al limite del fantasy, eppure esiste.. )

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  7. Non ho visto pa serie, ma ne parlano in tanti. A molti, come a te, non ha convinto. So che ne faranno anche una seconda. Trattare un tema così difficile e sfaccettato e distribuirlo lungo un'intera serie è insidioso, sicuramente è una sfida non da poco.

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  8. Non ho visto la serie, ma basta sentire i telegiornali. Ormai di casi simili se ne sente già parlare e non si tratta di fiction, ma purtroppo di realtà. Non oso nemmeno pensare a quel che proverei se fossi nei panni di quei genitori. Anch'io ho provato un po' di ansia quando mio figlio era adolescente. Non sicuramente temendo fatti simili, ( salvava tutti gli animaletti del giardino, persino i lombrichi, mi sembrava impossibile potesse far male a qualcuno) ma ai pericoli di cattive compagnie confesso di averci pensato. Non si può mai essere sicuri di quel che ci riserva il destino. Comunque dialogo ed esempi non sono mai mancati e tutto è andato bene, per fortuna.

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    1. Fortuna senz'altro ma scuola e famiglia indispensabili e fondamentali sempre, e comunque un dna che badi a se stesso, credo elemento principale..

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  9. Una serie che mi respinge. Non riesco a iniziarla.

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    1. Eppure dovresti. forse anche scopo didattico/informativo..

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  10. Non conosco la serie, ma è chiaro che tratta di temi molto, molto attuali.
    sinforosa

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    1. Bullismo, omofobia, atteggiamenti discriminanti, fake news.. tutto un mondo da tenere a bada.. credo che la vita "facile" porti a tante deviazioni..

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  11. non ho netflix per cui... però se n'è parlato ovunque e tutti sono almeno d'accordo che la prova degli attori è stata magistrale. Tu che ne pensi ?

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    1. Attori e doppiatori, tutti bravissimi, e lavorare in piano sequenza diventa stressante..sembra abbiano girato ogni episodio una decina di volte tenendo poi il migliore.. comunque tanta post produzione anche nei piano sequenza, per chi ha occhio allenato e conosce molti trucchi..

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  12. Ho visionato il film e avendo un nipote di 15 anni, ho riflettuto molto. Quando viene a pranzare da noi e gli domando come è andata la scuola? ( 1° liceo classico) lui risponde... non lo so! Pazzesco. Ero abituata a mia figlia, che arrivava a casa e mi raccontava la sua vita, senza fermarsi un momento. Pietro è stato sempre aperto al dialogo ma ora per tirargli fuori due parole ci vuole tutta la mia pazienza. Sarà anche la malattia del padre ad averlo cambiato ma l'adolescenza lo ha trasformato. Speriamo che torni il ragazzo di una volta che non si limitava a guardarti ma partecipava attivamente al dialogo.

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    1. E' già difficile in condizioni ideali, poi certe straordinarietà possono influire certamente e rendere meno pacata visione e soluzioni. La famiglia diventa indispensabile..

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  13. Ammetto che all'inizio avevo creduto all'estraneità del ragazzo al crimine violento. 13 anni sono davvero pochi, ma la cronaca mi smentisce. Un cocktail micidiale di isolamento, modelli sbagliati, famiglia assente e internet, con condimento di bullismo, rendono possibile l'inimmaginabile. Potrebbe essere il figlio di chiunque, oggi.

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    1. Le condizioni purtroppo ci sono tutte, poi basta un attimo per passare dalla vita ordinaria all'inconcepibile, si viaggia molto sull'orlo del burrone, e la cronaca di oggi testimonia come stia diventando fin troppo facile non tenersi in equilibrio e scivolare nell'irreparabile. Come dicevi contribuisce un cocktail di vita facile, permissiva, "annoiata".. :(

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  14. Quattro puntate a svicerare singole sezioni: arresto, scuola, istituto, quadro di famiglia; forse poco e troppo settorizzate, ma il piano sequenza, oltre ad affascinare, monopolizza anche. Per il seguito spero si passi a riprese tradizionali.

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  15. Mi pare una serie di gran moda, che non ho visto né guarderò, però il tema mi sembra molto centrale di questi tempi. O meglio: il tema sarebbe la violenza crescente che sta permeando la nostra società così social (socials che fungono da magnifica e facile cassa di risonanza). I ragazzi sono spugne e come spugne assorbono, la società si autodiscolpa altrettanto facilmente dando tutta la colpa a famiglia o al più alla scuola. Questo viene valutato nella serie nefflics? Da come scrivi non sembra, per cui forse è meritevole per parlare di un argomento del genere, ma un' occasione tutto sommato sprecata. Ma del resto si sa che la facilità è la prima regola da perseguire nella nostra società di mercato

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    1. Prima di tutto il mercato, è Netflix e non Caritas, ci mancherebbe.. poi se esce qualcosa di utile va bene.. ma come già detto, troppo poco tempo, poche soluzioni, necessità di spettacolarizzare. Il termine "sprecato" ci sta.

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  16. Non ho visto la serie TV ma di ragazzi difficili ce ne sono molti se non quasi la totalità
    C’era un mio amico che diceva: vedi il figlio, vedi il genitore .intendendo che spesso dall’ambiente familiare derivano tanti atteggiamenti sbagliati . Fare i genitori è un mestiere complicato, il genitore perfetto non esiste ma secondo me in molti casi esiste lo schiaffo terapeutico. Mia figlia, per esempio, da piccola aveva il vizio di vomitare ad ogni stordir di fronda, e in questo modo teneva in scacco noi genitori continuamente che evitavamo qualunque cosa che potesse farla piangere che per lei era il preambolo del vomito .Stanca di pulire , di fare le nottate e non farla piangere, dopo un paio di anni, esasperata alla fine le diedi due schiaffi sul sedere e le dissi ‘’ora ti do un buon motivo per piangere ! Miracolosamente si tolse il vizio, non istantaneamente ma capì che non funzionava più’’. Con questo non voglio fare la saputa ma spesso siamo noi genitori a rendere i figli capricciosi ed esasperanti , viziati, ecc…E se, come adesso, le famiglie sono sempre più assenti non in grado di educare è ovvio che ne escano fuori tanti ‘’piccoli principì’’ abituati a fare il bello e cattivo tempo . Ti dò pienamente ragione ‘’due pizze ‘’ a volte sono importanti! ^-^
    Buona domenica delle palme,Franco
    Eos

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    1. Io non ho figli cui dare "due pizze", ma l'averle prese, in determinate circostanze, mi fa credere siano state educative, a giudicare (non obiettivamente lo ammetto) dall'adulto che sono. Poi si può dissentire, sia chiaro. Ma in quel frangente volevo entrare nello schermo a dargliele io.
      Buona settimana!

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  17. Non ho visto la serie e di conseguenza non posso dare alcun giudizio, l'unica cosa che mi lascia perplesso è l'unica giustificazione che molti "recensori" utilizzano per definirla un capolavoro, il famigerato "piano sequenza" (presentata come una rivoluzionaria novità anche se ha più di 70 anni) questo penso sia sufficiente per prendere con le pinze l'ondata di entusiasmo che l'accompagna.
    Non mi permetto di contraddire la tua critica cosi come quelle di chi ha commentato, positivamente o meno, in fondo, al di là di quello che ne pensano gli altri, dobbiamo sempre vedere con i nostri occhi e valutare con la nostra testa (trovo infatti le serie e i film più belli là dove la critica è stata spietata).
    Grazie Franco, buona serata.

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    1. Ognuno esprime contenuti e giudizi, poi magari su certe oggettività se ne può sapere di più o di meno, come per certi trucchi di piano sequenza sicuramente sfuggiti ai profani, ma comunque ben venga tutto ciò che porta a discussione e confronto.

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  18. Sto ancora decidendo se guardarla o meno. Magari più in là, quando l'interesse generale si sarà smorzato.

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    1. Magari utile leggerne e sviscerare opinioni, farsi un'idea propria, poi, ovvio, tutto è soggettivo.

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  19. Non è certo il guardare o meno una serie televisiva ad influire su una certa presa di coscienza di una realtà che viviamo . Pare che uccidere sia diventato un "gioco da ragazzi" al quale lentamente ci si abitua, è colpa della scuola, è colpa della famiglia ma anche della società e la società siamo tutti noi.Concordo con il commento di Alberto. Ci è sfuggito di mano qualcosa pare ovvio no e le" due pizze " non bastano più ,ci vorrebbero tutte le pizzerie del mondo forse (scusate la battuta),praticamente uno stravolgimento educativo di massa fatto di botte che sostituiscono il dialogo , la presenza,l'ascolto e la dedizione su ciò che dovrebbe esserci più caro:i propri figli, perché da loro si formano e si formeranno le nuove generazioni e qui dovremmo sentirci tirati in causa un pochino tutti, perché ognuno di noi contribuisce anche in minima parte in un effetto concatenato.
    Invece di questa serie,opterei per la visione di un bel documentario sulla natura nelle scuole e nelle famiglie,cambiare visione non vuole dire sfuggire all'evidenza ma rivedere i percorsi dove ci siamo potuti smarrire perdendo la retta via.
    Grazie Franco e buona giornata

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  20. Visto e apprezzato. Molto bravi gli attori: il ragazzo straordinario davvero, incredibile come riesca a passare dall'espressione angelica dell'innocenza a quella spregiudicata della malizia (durante il colloquio con la psicologa). Forse, devo ammettere, un tantino noioso, le riprese in piano sequenza stancano un po', ma tutto risulta efficace e il messaggio arriva forte e chiaro: ormai gli episodi di violenza sembrano giochi finiti male, nella vita di taluni adolescenti. Sai cosa mi ha colpito fin dall'inizio? Quando il ragazzo dice al padre in lacrime: "io non ho fatto nulla di sbagliato". Non dice "io non ho ammazzato nessuno", il che sarebbe una menzogna detta in piena coscienza. Dicendo "non ho fatto nulla di sbagliato" sta affermando la verità: ho ucciso, okay, ma era giusto, in quell'azione non c'era nulla di sbagliato. Andava fatta! Sconvolgente: quanti ragazzi trovano dei falsi pretesti per giustificare se stessi anche di fronte al gesto estremo di togliere la vita a qualcuno?

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  21. Il vero peccato, forse, è proprio quella tendenza a estremizzare senza esplorare davvero la complessità di ciò che accade “prima del gesto".

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  22. un tempo guardavo gli sceneggiati della rai.
    le serie (che pare abbiano tanto successo) non le ho mai viste e non mi attirano per niente.
    forse perché amo la fantasia e non mi aspetto di trovarne.
    ciao

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