martedì 12 novembre 2024

SIMULAZIONE

 


Secondo alcune teorie l’evoluzione della tecnologia permetterebbe, già oggi, la possibilità che noi tutti si esista in versione simulata.

Parlo di quotidianità corrente, esperienze sensoriali, pratiche emozionali, probabilità ed imprevisti (chi non ha mai giocato a Monopoli?) programmati da un’entità super partes.

Ma anche una simulazione della simulazione, estrema sintesi di una realtà originaria magari peggiore di qualsiasi scenario, quindi non clonata e replicata, ma autonoma e sintetica.

Come individuarla? Forse ci è concesso concepirne appena l’ipotesi.
Come queste semplici e innocue righe tentano di illustrare.
Sarebbe un’idea contro intuitiva, che tenta di superare la ragionevolezza convenzionale, che aiuterebbe a rilevare dei bug di sistema, ammesso esistano errori di programmazione, o magari anche questa è una concessione ammessa dal Sistema, del resto tutto l’Universo sembra una macchina perfetta architettata senza margini di errore.
Forse noi l’unica variabile capace di generare bellezza e caos al contempo.

Una sbavatura dei programmi, un pixel fuori posto, un virus impertinente.

Insomma siamo noi oppure no? Pirandellianamente, siamo - potenzialmente - realtà o finzione?

Forse basterebbe anche solo accettare tutti i cookies per adeguarci allo standard che qualcun altro ingegnò, magari un giorno lontano. Senza troppe altre domande.

Ma se un giorno venisse alla luce la prova provata del nostro essere una realtà simulata? Come reagiremmo? Potremo sacrificare la sospensione dell’incredulità e prendere atto che la finzione ci governi da chissà quanto?
E se uscire da questa condizione ci portasse solo danno? Se fosse stata artatamente deliberata per migliorare la nostra vita e permettere la persistenza della specie?
Ve la sentite di scovare la sbavatura, il difetto di sistema?

Potreste giocare a “dio”
senza il terrore di giungere a saperne troppo?


41 commenti:

  1. ma noi, caro Franco, SIAMO una realtà simulata: con i tuoi iperrealismi, con i miei racconti "farneticanti", col nostro spacciarci altri dal reale, non abbiamo bisogno di Intelligenza Artificiale o di altre diavolerie per simulare una realtà alternativa.
    sempre simpatiche le tue provocazioni
    ml

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    1. Che io faccia di tutto per (iper)realizzarmi in piena autonomia, ci sta.. ma ci sta a tal punto che mi chiedo, davvero, quanto del fuori dai canoni potrebbe davvero esistere. E fino a che grado di "inesistenza" potremmo concepire, senza sapere di esserci dentro davvero? Mi piace svalvolare ogni tanto.. ;)

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  2. Vorrei simulare un commento.

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    1. ahah.. simula pure un'identità fittizia già che ci sei.. ;)

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  3. Caro Franco, fantasticare ogni tanto sull'esistenza simulata di ciascuno di noi non sembra essere una idea peregrina in un tempo in cui ci si accontenta a malapena di quello che si è e ci si immagina persone diverse e migliori di quelle che attualmente siamo. Serve per far pace con noi stessi e sbalordire chi magari ancora non crede in noi; serve per dare un'impronta meglio definita e compiuta alla nostra idea di presente guardando al futuro. Dedicare qualche istante ai sogni non fa certo male, dunque, purchè poi si scenda dalla nostra navicella spaziale immaginaria e si torni tra le umane e terrene cose dove c'è tanto bisogno del nostro contributo. Tra clonazioni, robot che si sostituiscono all'uomo, macchine avveniristiche, intelligenze dedicate alla guerra e intelligenza artificiale siamo già abbondantemente oltre i bonus consentiti per straripare in lungo e in largo alla ricerca pirandelliana di ciò che davvero siamo e vorremmo continuare ad essere ed abbandonare finalmente gli abiti del personaggio in cerca d'Autore. Fossimo tutti quanti più sereni, soddisfatti, realizzati anche sentimentalmente ed interiormente meno aggressivi indosseremmo meglio gli abiti di questo nostro tempo senza immaginare palcoscenici lontani, iperbolici e non meglio ipotizzabili.

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    1. A volte è proprio quella serenità del nostro essere che auspichi a permetterci di "spaziare" oltre in identità anche solo ipotizzabili. Un parco giochi che guidi all'evasione anche solo parziale da tormenti, guai, rogne quotidiane, e ci aiuti anche ad affrontarle al meglio, sapendo che possiamo anche solo sognare ;)

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  4. Questa domanda se la sono posta in tanti. Lovecraft ci ha raccontato che l'universo intero può essere il sogno di un'entità divina che dorme nello spazio tra i mondi possibili, Philip K.Dick ha immaginato una realtà senziente in grado di condizionare l'esperienza umana (V.A.L.I.S.), la trama base di Matrix la conosciamo tutti. Non solo fantascienza però ma anche post-modernismo: lo "scherzo-inifinito" di David Foster Wallace richiama proprio il concetto di realtà simulata e ti costringe a scegliere quanto farne parte.
    Argomento sicuramente interessante.
    Se l'universo è una macchina perfetta allora la vita biologica, per esteso noi esseri umani, siamo la variabile impazzita.

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    1. Ma sarà una macchina poi perfetta? E il gioco scoprire dove non lo è? E noi nati comunque già impazziti.. viste le magagne già in fase Eden.. ahah

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  5. Ti consiglio la lettura di "Tutto è uno" diTalbot dove oltre alla teoria dell'universo oligrafico, ci sono anche tante osservazioni sulla "realtà"....

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  6. Scusa dopo tutta la procedura di registrazione non è uscito il nome, Marzia
    Cinefilante.blogspot.com

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    1. Che strano..visto che sei titolare Blogspot.. pensa se venivi da Wordpress.. la galassia a fianco.. ahahah

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  7. Una versione artificiale (simulata) di Valeria ...
    Penso che sia meglio ricordare Valeria come era in vita, nella realtà di ogni giorno...
    Una me stessa virtuale non so a cosa servirebbe e per chi.
    Spero di donare gli organi, almeno questo è il mio volere e già pensare che una parte di me vivrà o sarà utile a qulcuno mi basta....
    Ma è interessante leggere i commenti a questo post e sapere cosa ne pensa Franco di queta domanda.
    Un abbraccio grande :)

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    1. Io ho già sottoscritto la donazione degli organi. E preferisco questa versione di Valeria a quella cui avevano fatto credere di essere felice.. ;)

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    2. Valeria è felice di "quello" che ogni giorno ha dalla vita, ed è tantissimo :)

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  8. Penso che l’intelligenza artificiale sia l’ultimo colpo dato all’umanità con la quale essa si cancella del tutto , non vedo quale sia l’utilità di avere 1000 vite tutte false , non vissute sulla propria pelle , sarebbero comunque vite create dalla propria mente e generalmente modellate su esempi in genere negativi e privi di vita . Una sola vita è già difficile perché moltiplicarla ?
    “uno nessuno e centomila “ era comunque derivante da una vita interiore…questa ni sembrano dei violenti cartoni animati senza vita dello spirito .
    Ti abbraccio
    eos

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    1. L'utilità non sarebbe nostra, ma di chi avrebbe creato il marchingegno.. un super partes del quale non abbiamo idea, nonostante tanti fedeli pensino di saperne vita, morte, miracoli e ogni azione attuale e successiva.. che poi se le viviamo, anche tutte false, e comunque con infiniti sliding doors a nostra esclusiva scelta, sarebbero comunque nostre, ad ognuno la sua.

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  9. abile nel proporre ipotesi e domande.
    mi piace questo gioco.
    però sono tutt'uno con il mio spirito.
    e non credo nella perfezione.
    ciao

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    1. Infatti la sfida è nello scovarla, l'imperfezione. ;)

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    2. difficile ma emozionante disfida :)
      lieto giorno

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  10. Mi sono persa, ma adoro il tuo acume...

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    1. Se ti perdi tra i miei post sei al sicuro, e lo sono anche io.. ;)

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  11. Accipicchia, nella mia semplicità l'idea di un'altra me stessa autonoma ed indipendente mi fa un po' paura. Se non sarò io a controllarne i comportamenti, chissà mai cosa potrebbe combinare, dominata dalla mente di chissà chi. E se un giorno mi ci ritrovassi faccia a faccia, cosa direi al mio alter ego? Ma! Preferisco non pensarci!

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    1. Intanto parti dalla base di accettarti non clone, ma unicità artificiale. Non un'altra Kathe in giro autonoma, ma tu stessa, solo tu, creata appositamente da qualcuno che sciorina i tuoi dati in un database, come quando metti gli ingredienti nel Bimby. ;)

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  12. Credo che su noi stessi non bisogna troppo ragionarci. Agiamo sempre col cuore, questo dovremmo fare. Con educazione e rispetto, sempre. Il resto non ha importanza. La perfezione non esiste e noi siamo esseri imperfetti, inutile illuderci. Ma se agiamo col cuore sbagliamo quasi mai.
    Ciao Franco e grazie per questa tua interessante proposta di riflessione.

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    1. Mi piace valicare i limiti, per quanto possibile, anche si rimane, alla fine, nel campo delle ipotesi, affascinanti o inquietanti, perché no.. aiutano a scoprire scenari altrimenti inesplorati, cui si rinuncia perché possono far paura.. altro che horror.. ;)

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  13. Credo sia davvero impossibile programmare una più complicata di me!

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  14. Sai Franco un pochino mi ha fatto sorridere quell' interrogativo finale ,ma mi ha fatto anche riflettere su una forma di collegamento tra il dio in basso e la simulazione in alto ,poiché entrambe le — forme di entità — se così vogliamo chiamarle ,non possono essere dimostrate scientificamente.

    Come se vi sia qualcosa che al contrario per data natura renda inafferrabile quel mistero , per quanto ci si voglia spingere a livello mentale e conseguentemente tecnologico /scientifico.

    "Ma se un giorno venisse alla luce la prova provata del nostro essere una realtà simulata? Come reagiremmo? Potremo sacrificare la sospensione dell’incredulità e prendere atto che la finzione ci governi da chissà quanto?

    Penso di essere stata programmata per tornare indietro ,quindi non credo di esserci quel giorno futuro;)

    Grazie come sempre e buona serata

    L.

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    1. Quel "se un giorno venisse alla luce" vale sia per il Dio ad epilogo che per la simulazione ad incipit. Siamo fragili e portati - grazie a Dio o allla simulazione - al lieto e arzigogolato fantasticare. Ne trae sollievo la nostra minima vita altrimenti ricolma di mistero insopportabile.
      Tornare indietro come sabbia di deserto intendi? ..diciamo un po' tutti.. ;)

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    2. L’immensa distesa di sabbia costringe chiunque a scrollarsi di dosso quella parte di superficialità che è in ciascuno di noi per assumere un atteggiamento di sfida e di cambiamento. Non vi sono altre possibilità per scoprire veramente il fascino del deserto, tutto il resto può essere soltanto un viaggio o una semplice vacanza, ma non la vera esperienza del Sahara che entra nello spirito e non l’abbandona per tutta la vita. La grande solitudine ci porta a lunghe riflessioni.Romano Battaglia

      ..non a caso scopro che ha qualcosa in comune con te Franco:)

      Tutto ci sembrerà più bello quando smetteremo di pretendere di più dalla vita per qualcosa di meglio che già possediamo in frammenti, ma che non siamo capaci di ricomporre armonicamente.R.B.

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    3. A mia mamma piaceva molto Romano Battaglia (solo omonimo), io ho adorato le sue Lettere al Direttore, meno filosofiche e più profane, ma dal genio tracimante.. ;)

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  15. Caro Franco ti leggo sempre con grande interesse perché stuzzichi e allieti la mia curiosità. Io sono portata più ad una visione della realtà, non oso pensare altro, non riesco a vedere il mio clone e ho paura della manipolazione... Il futuro con tutti i marchingegni come l'intelligenza artificiale mi spaventa, preferisco farmi stupire dall'intelligenza umana come la tua 😊. Ti abbraccio ❤️.

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    1. Sempre un tesoro mia cara! Stupire uno dei maggiori regali concessi.. peccato che tanti, troppi non se ne facciano più concupire, viaggiando in un'amorfa indifferenza..

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  16. Penso che ognuno di noi ci metta del suo a incasinare la propria vita e quella altrui. A rendere vario e imprevedibile questo gioco in cui non si sa mai quale è la scelta giusta o quella sbagliata. L'importante è che tutti possano sempre essere sè stessi e dire la loro in libertà. Che non ci sia mai uno che pretenda di essere il solo a dare le carte perché allora il gioco, oltre che monotono, sarebbe pure pericoloso.

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    1. Credo che le carte vengano date all'inizio, magari qualcuno ci gioca male, altri se la cavano alla grande, ma con certe brutte carte difficile arrampicarsi comunque.. poi purtroppo sì, c'è chi vuole fare il mazziere a tutti i costi, e allora verrebbe voglia di abbandonare il tavolo.. ;)

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  17. Un argomento affascinante e ricco di spunti! Se fossimo davvero in una simulazione, cambierebbe qualcosa nel modo in cui viviamo e sentiamo? Forse il vero punto non è scoprire la verità, ma dare valore a ciò che proviamo e creiamo, indipendentemente dalla natura della realtà. Siamo noi, con la nostra capacità di immaginare e generare bellezza, a rendere unico il "gioco" della vita.

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    1. E' che sono di un curioso esasperato, grazie a Dio o al simulatore, e sicuro di essere pronto a quell'eventuale "saperne troppo", proprio per la leggerezza con cui affronto il "gioco"..

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  18. Partendo dal presupposto che tutto può essere e che ormai non mi stupisco più di niente, posso anche provare a pensare a questa eventualità. Riflettendo però penso che il concetto stesso di "Simulazione" implica la presenza di un creatore o un programmatore che opera in una realtà più "vera", il che non risolve il problema dell'origine ultima dell'esistenza. Inoltre la complessità e la coerenza delle leggi naturali nel nostro universo suggeriscono che esso non sia frutto di una semplice simulazione artificiale ma di qualcosa di più autentico e profondo. :)

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    1. Che qualcuno abbia dato inizio al "gioco", non l'ho mai messo in dubbio.. però fantasticare su regole e modalità.. perchè no? ..in fondo "complessità e coerenza" del mondo sono fuori della nostra portata.. non ci resta che supporre.. ;)

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