Mai sentita l’espressione del titolo? Il dito nella diga fa da contraltare al prosciugare il mare con un secchiello.
Ma se il secondo celebra innocente incoscienza, il primo rivela astuzia e geniale arroganza, la
lucida volontà di metterci una pezza (tanto per non smettere di
metaforeggiare); un istinto protoingegneristico, una foga che strizza l’occhio
all’onnipotenza da banco, all’entusiasmo del neofita.
Ci crolla il mondo addosso e noi non fuggiamo,
offriamo l’alt seppur a nessuna ragion veduta, tentiamo l’intentato sperando di
cogliere di sorpresa l’inevitabile.
Eppure esiste un bimbo olandese -
eroe leggendario - che la diga la tenne davvero a bada con un dito, ormai
sinonimo di resilienza, efficienza, carattere, tenacia.
Ma esiste l’altro punto di vista, quello al di qua
della diga crepata, del muro fragile.
Quante volte tentiamo di ergerci noi a diga, invece? Ci chiudiamo dentro e facciamo in modo che un solo minuscolo dito all'esterno mantenga tutto invariato.
Temerari a chiacchiere.
Spesso basta davvero un ditino a spaventarci, a renderlo eterno quell’argine,
quella barriera che raccoglie (difende?) emozioni, voglie, passioni, curiosità.
Tutte paludate al di qua del muro, muro senza crepe apparenti, a difesa della
nostra incolumità, della torre d’avorio, del nostro piccolo io corazzato.
Una diga tutt’attorno a noi, non solo ad impedire che
fuoriesca il nostro io, ma anche che un solo, minuscolo dito, impedisca alla
luce di entrare nel nostro buio in custodia.
Troppo spesso siamo diga e siamo dito.
Curiosità che non esce,
luce che non entra.
Se ho compreso bene, il mio ricordo va ai Dpcm... Atti amministrativi, non leggi, che ci hanno fatto diventare diga ma poche dita... ❤️👋
RispondiEliminaSi sarebbe potuto gestire meglio? Abbiamo una controprova? Chissà..
Eliminaoggi non ho puntato solo un dito per sorreggere la diga ma entrambe le mani...e se aggiungo altre due mani sono quattro 2 mie e due tue...un giaguaro poi è più forte di una farfalla....ma una farfalla prende la stessa forza che hanno le mani di chi le unisce alle sue.... al massimo ci bagnamo! Ciao giaguaro
RispondiEliminaDici che a diga rotta possiamo sempre imparare a nuotare? Giusto..
Eliminatutti a guardare il dito, tutti a parlar del dito, ma della diga èh, della meravigliosa possente diga?
RispondiEliminaChe se poi ci fosse stata una f al posto della g, te saluto dito
Pure secondo me l'olandesino potrebbe aver capito male.. ;)
EliminaA volte si fa quel che si può. E a volte per fronteggiare i guai ci resta sul serio solo un dito.
RispondiEliminaSappiamo che non sarà sufficiente ma ce lo mettiamo lo stesso, sarà l'istinto, il non volersi arrendere nonostante i venti contrari.
L'istinto di sopravvivenza esiste davvero, e tira fuori risorse che neanche un mago certi conigli dal cilindro.. ;)
EliminaOggi si vede bene quel che hanno prodotto anni di malgoverno per cui si è modificata, di conseguenza, l'intera società guastando i rapporti fra cittadini. Abbiamo paura, timore di perdere quel che ancora custodiamo. Ci sentiamo indifesi perchè senza ascolto e nessuna mediazione fra noi e la soluzione di problemi, personali e collettivi. Dove non c'è cinismo e menefreghismo, direi che il nostro rinchiuderci sta tutto qui e occorre essere ben abituati al controcorrente per mettere dita in una diga che qualcuno vorrebbe far crollare o per tentare di svuotare il mare con un secchiello che, per come la penso, è gesto altrettanto meritorio.
RispondiEliminaChe stanchezza...
Ciao Franco
Stanchezza sicuro ma lanciamo segnali morse come nello spazio, e per fortuna non sono pochi a coglierli..
EliminaPer il tipo: Basta poco(d'inconscenza) per risolvere un problema appena nato
RispondiEliminaA volte incoscienza, altre intuito, indole.. solo affrontare a volte già basta, dare del tu al problema.
EliminaMi hai fatto venire in mente l'episodio di sant’Agostino che in riva al mare meditava sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione. Vide allora un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall'operazione interrogò il bambino chiedendogli: «Che fai?» La risposta del fanciullo lo sorprese: «Voglio travasare il mare in questa mia buca». Sorridendo Sant'Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l'immensità del Mistero trinitario». E detto questo sparì.
RispondiEliminaArriva sempre un momento nella vita in cui dobbiamo far riposare la mente ed abbandonarci al mistero!!!
Siamo circondati di misteri in fondo, ma ci piace confenzionarne sempre di nuovi. Di quelli irrisolvibili a metterci l'anima in pace. Guardiamo le stelle e ci arrendiamo all'infinito che nasconde il buio, potremmo applicare questa rassegnata e tuttavia paciosa serenità a mille altre dettagli che riguardano Dio. E invece no. Tosti...
EliminaRabbia
RispondiEliminaDisillusione
Frustrazione
Forse semplice scoramento
Una (poetica) richiesta d'aiuto
Sapremo coglierla?
A.
La richiesta d'aiuto si legge. Scrivere lo è di per se. Scrivere pubblicamente ancora di più, le emozioni con gli stati d'animo tremolanti se non da cogliere, almeno pronte a mostrare crepe e nuove ferite. Terapia a costi sostenibili.
EliminaIo sono più "porta blindata": se sto chiuso è perché voglio stare chiuso, se incontro qualcuno con cui decido di aprirmi gli concedo la combinazione per farlo ;-)
RispondiEliminaBisogna sentirsi a proprio agio, su questo non ci piove proprio.. ;)
EliminaChe altre possibilità abbiamo, oggi, se non quella di tenerci al sicuro dentro gli argini che ci siamo eretti attorno a difesa di quella serenità che proviamo, contro tutto e tutti, a difendere?
RispondiEliminaSventoliamo bandierine bianche dalle nostri torri d'avorio, dai blog, dai versi di una poesia, dai sorrisi tenuti su a stento, dai commenti accorti su blog distanti anni luce.. siamo truci ma con un lato accogliente tutto da decifrare. Enigmisti del cuore.
Elimina"Una diga tutt’attorno a noi, non solo ad impedire che fuoriesca il nostro io, ma anche che un solo, minuscolo dito, impedisca alla luce di entrare nel nostro buio in custodia."
RispondiEliminaBeh, il fatto che si riesca a prenderne atto, che ci si renda conto di esserci chiusi in noi stessi e che ci sia un solo minuscolo dito ad impedire che la luce ci raggiunga, potrebbe spingerci a trovare il modo di far spostare quel dito per cambiare le cose.
Concordo - e spero - che il prenderne atto sia già grandissimo passo avanti, un portarsi dietro il portone e almeno origliare che dall'altro lato non vogliano infliggerci ulteriori ferite. Comprendere che possa entrare anche luce oltre tutto il negativo che temiamo. Rendersi disponibili alla faccia di certi post a negare la possibilità, o a puntellare antiche prese di posizione.
EliminaCi vuole maggiore aprtura.
RispondiEliminaDobbiamo trovare sempre una soluzione, magari di riserva.
Eliminaspesso non sappiamo se farci diga o dito, se stare di qua o di là dalla diga.
RispondiEliminame lo ricordo nel mio sussidiario il bambino olandese che con un dito tamponava la diga!)
massimolegnani
Un sacco di volte giochiamo a fare la diga, e dalla cima guardiamo in basso: acqua buia da una parte, valle tersa dall'altra. Troppo scuro di qua, troppa luce di là, ma se le facessimo di vetro, 'ste benedette dighe?
EliminaTante volte con quel dito, tutti insieme ,possiamo risolvere grandi problemi e superare enormi difficoltà.
RispondiEliminaUn carissimo saluto
La minima volontà di ognuno di noi, volta in unica direzione, diventa forza, sono d'accordo. Già in una coppia, veleggiare assieme, dona immense prospettive e scenari..
EliminaA volte facciamo la diga, cerchiamo di tappare buchi e altro. Ma poi quando l'acqua straripa c'è poco da fare, esce con forza e invade ogni spazio perché l'acqua è così si infila ovunque per sua natura. È come cercare di arginare qualcosa di travolgente, come si fa? Diciamo che ognuno fa quel che può e quando non ne può più dovrà poi raccogliersi col cucchiaino, ma penso anche al fatto che in certe occasioni simili si esce rigenerati.
RispondiEliminaDiciamo che l'importante sarebbe non far accumulare troppo le acque, lasciar defluire quando richiesto e preservare quando necessario.
Un salutone e buon fine settimana
Lasciar defluire a tempo debito, con ordine e saggezza, ben detto.. prendiamoci almeno il rigenerarsi, l'iniziare ogni volta daccapo quando pensavi che l'avevi svangata.
EliminaMettendoci nuovo entusiasmo.
Mi sdogani un ricordo sommerso (da sussidiario delle scuole elementari): la leggenda del bimbetto olandese che salvava la sua terra dall'inondazione turando il buco con il suo dito! E poni problemi seri... Personalmente quella letturina delle elementari forse l'ho presa troppo sul serio. E comunque un mio amico dice che sono le minoranze attive e consapevoli che salvano il mondo. O almeno ci provano.
RispondiEliminaSono le minoranze a mandare avanti il mondo, è sempre stato così. Un re si prende la memoria di una piramide, e infiniti schiavi muoiono sotto quelle pietre destinate a glorificarne uno solo.
Eliminaper me si tratta solo di predilezioni.
RispondiEliminama son disponibile al cambiamento.
moderatamente :)
ciao
A volte basta appena quella disponibilità appena negata un post prima..
EliminaCredo la cosa più bella letta. Grazie Filippo!
RispondiEliminaChe altro aggiungere. Grazie Franco. 😘
RispondiEliminaUn abbraccio? Grazie a te..
EliminaSempre difficile trovare il giusto equilibrio tra essere e farsi diga e il farsi permeare. Il giusto, naturalmente, è nel mezzo, ma trovare il giusto mezzo non è mai facile. D'altronde di dighe semipermeabili non ne ho mai sentite parlare, ma chissà poi...
RispondiEliminaTraspiranti e idrorepellenti.. magari da Decathlon hanno qualcosa.. più facile da Leroy Merlin però..
EliminaVerrebbe da rispondere come Bertow ma questo è giusto se ipotizzassimo il dito e la diga come due casse di un compatto equilibrate ma se per una qualunque ragione il suono regolandole nel mezzo fosse più intenso a destra, il modo per regolarle bene sarebbe dare più potenza a quella opposta per controbilanciare fatto salvo il principio che bisognerebbe poi riparare il problema. Sul fatto di essere diga a parole e dito nei fatti, molti sono così e purtroppo molti lo sono stati(dito) anche a parole e sempre più è così ai giorni nostri. Io non so se riesco, quando ci provo, ad ergermi bene a diga ma so di non essere mai stato "dito"
RispondiEliminaDiga un talento, dito un sogno, e tu sei anche un Maestro di sogni, ed è bellezza che ti sto attribuendo, sia chiaro, non illusione.. ;)
EliminaGrazie sono commosso.
EliminaEd è brutto essere diga, essere chiusi in noi stessi . Ricordo una frase di Sepulveda che diceva : "Non serve a niente una porta chiusa, la tristezza non può uscire, l'allegria non può entrare " Più o meno, ci siamo ! Saluti.
RispondiEliminaEsattamente questo il concetto ;)
EliminaEccomi qui a riflettere su questo tuo spunto. La potenza di un piccolo dito e la grandiosità di una diga che...però dici bene, potrebbe anche essere minata da una minima, impercettibile crepa.
RispondiEliminaNo, non conoscevo la storia del bimbo olandese. Non si finisce mai d'imparare.
Grazie Franco, a presto Susanna
Ciao Susanna! Crepe ne avvertiamo ovunque e in mille situazioni.. a volte facciamo fronte con cieca veemenza, altre basterebbe il sollievo di un dito. Forse. Va tutto valutato.. é la misura unica e universale da evitare..
Eliminase la crepa si forma su una diga è perché quello che c'è dentro preme per uscire e non c'è dito o tappo che possa fermarlo ,alla prima occasione uscirà,malgrado tutto .D'altra parte le crepe nella diga sono mostrate dallo sguardo che ne rivela la presenza .
RispondiEliminaNon conoscevo la storia del bambino olandese ,grazie ,è stato interessante il tuo post
Eos
Il paradosso è riferito anche a qualcosa che entri, oltre a ciò che non dovrebbe uscire.. un utile e vicendevole scambio impedito da mura, sinonimo anche di cecità, pregiudizio, impedimento di dialogo, di scambio, di reciprocità..
Eliminaperò lo devo dire :il dito nella diga è a protezione di qualcosa ,mentre il dito nella piaga è tutto altro dire .....Scusa è passato dalla crepa ^-^
RispondiEliminaEos
Beh sì.. il dito nella piaga è altra roba.. pure più fastidiosa.. ;)
EliminaMi sono rivista in questo sforzo eroico
RispondiEliminaTutti noi ogni tanto mettiamo un dito, eroici o illusi..
EliminaNon conoscevo il detto e nemmeno la storia del bimbo olandese... forse chiudere quel buco per salvare "il mondo" sta proprio nell'incoscienza di un bambino.
RispondiEliminaInterpretato diversamente penso che tutti cerchino di tappare buchi per non diventare dei colabrodo! :p
Incoscienza sí..a volte salvifica..
EliminaGrazie Franco, non conoscevo questa storia. A volte basta davvero un dito per nasconderci o nascondere qualcosa che può essere grande o piccolo. Ed è così anche per chi, forse, vuole farti capire qualcosa e quel dito lo vieta!
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