Ogni volta che metteva la testa fuori, così, anche solo a dare un’occhiata, diventava fuoco. Una sensazione devastante, caldo atroce a bruciare quell’ossigeno che non serviva più per respirare, ma solo a creare fiamma infinita, e sopra la testa sempre piastre, padelle, caffettiere, pentole, acciaio.. nulla che mostrasse il vero volto del mondo. Solo fuoco telecomandato ad illuminarsi bruciando.
Nel tubo buio invece,
lontano da ogni innesco, l’atmosfera era gassosa, ma serena, anche se
opprimente, claustrofobica ma fluida, anche se mai nessuna molecola aveva mai
pensato ad una esistenza alternativa, ad assaggiare l’aria, librarsi in un volo, incontrare nuovi amici meno lugubri e taciturni o, addirittura, un contatto con quello che dicevano poter essere l’unico e solo
papà: il sole.
Poi un giorno, stufo di incendiare energie, decise di tentare la fuga.
Giusto qualche attimo di spettacolosa libertà, a curiosare frenetico..
Ma bastò una scintilla, e se ne accorsero in tutto l’isolato.
Buongiorno Franco.
RispondiEliminaLa genialità di questo scritto sta nella capacità e nella forza di immedesimazione.
Il racconto di un oggetto, un oggetto che si racconta, diventa soggetto. Soggetto di emozioni e sentimenti e sensazioni che sono noti a noi "soggetti" ma che sorprende possano essere propri di un oggetto.
Mi è facile associare questo scritto a Icaro: nella sua ricerca di libertà.... si "brucia" le ali...
Questa è scrittura creativa.
Grazie.
A.
Grazie a te Antonio, spesso alla ricerca di nuova linfa, mi immedesimo in universi paralleli pulsanti, che vivono di loro autonomia. Allora sbircio curioso.
EliminaNon è a me, non è a me...
RispondiElimina..te credevi eh!
EliminaDi 'sti tempi i post spontanei dedicati ad altri blogger vanno piuttosto di moda. 😁
EliminaCi sarà modo..sicuramente.. ;)
EliminaMi meraviglia sempre la tua capacità di creare una storia fra gli oggetti più disparati, una storia nel bene e nel male dello stesso elemento. La tua mente che spazia è la tua peculiarità.
RispondiEliminaGrazie Cri.. la curiosità non va mai chiusa..al contrario del gas!
EliminaIl volo di Icaro finisce sempre male!
RispondiEliminaChe poi voleva solo dare un'occhiata.. povero..
EliminaBellissima, direi che è perfino geniale.
RispondiEliminaTroppo buono.. ;)
EliminaE per tutte le volte che si è sentito fischiare le orecchie: l'ho chiuso o non l'ho chiuso?!
RispondiElimina'na guera tutte le sere.. ahah
EliminaAnche il gas ha una sua rispettabile dignità! 😝
RispondiElimina..e voglia di luce!
Eliminabasta che ce ne sia spempre per il mio caffè, compito eccelso e quasi sovrannaturale
RispondiElimina;-p
Senza saremmo alla canna.. ahah
EliminaOriginale.
RispondiEliminaBravo, bel racconto
I punti di vista ispirano.. ;)
EliminaMi piace come riesci a conferire una personalità alle cose inanimate. Un racconto davvero originale. Buona serata.
RispondiEliminaE' Manganelli che mi ha sempre ispirato a questo riversamento di attribuzioni.. e indegnamente mi diletto.. ;)
EliminaMa che bellissimo racconto, persino il gas mi diventa simpatico.
RispondiEliminasinforosa
Alla fine è indispensabile, a ben pensarci..
Eliminapiacevole e divertente.
RispondiEliminail tipo di racconto che preferisco: breve, concentrato e insieme fantasioso. bravo.
ciao
In effetti breve è megl
Eliminasì :)
Eliminab g
;)
EliminaMi pervade, quasi impercettibile, un moto di bruciante invidia per non averla scritta io una chicca del genere... Ma è una gas-sensazione che evapora presto per ridare aria a più salubri e ossigenati complimenti!
RispondiEliminaGrazie Maria.. sei un tesoro! Invidiato da te?! Uaoo.. mi stò gasando!!
EliminaRacconto davvero suggestivo :)
RispondiEliminaUn saltino nell'imperscrutabile..
EliminaSarà per scongiurare quel "pericolo" che ho scelto l'induzione da un po' di anni;)
RispondiEliminaBravo.
Noi abbiamo evitato proprio perché affezionati al fascino della fiamma..
Elimina.. ma la sera si chiude tutto.. ;)
C'è una storia simile che si racconta a questo proposito (in realtà falsa, ovvero è una leggenda metropolitana) in cui il gas, sempre con effetti esplosivi, è di provenienza bovina.
RispondiEliminaFlatulenze poco vegane..
EliminaDavvero sagace ed originale questo tuo racconto e trovo fantastico questo parallelismo tra uomo e gas con questa voglia sana fi conoscenza e libertà. Forse il gas non ha compreso l'inganno dell'uomo che dpoi la sua prima esplosione gli ha fatto credere che uscire dai ranghi e dslle gabbie imposte da noi sia per lui un errore e sempre per lui pericoloso. Invece è proprio in quella deflagrazione che il gas di kuvers nell'aria è no 8è più nostro servo
RispondiEliminaChe poi magari, vorrebbe solo respirare un po'.. ;)
EliminaIl gas si Libera nell'aria è non è più un nostro servo. ERRATA CORRIGE
RispondiEliminaMeglio non faccia pazzie e se ne stia calmo calmo tra le sue amiche molecole. 😁
RispondiEliminaBacio Franco, una fiaba super. 😘
Come scritto a Maria.. mi sto gasando.. ;)
EliminaOttimo post.
RispondiEliminaCiao Gus!
EliminaUn gas sfruttato e prigioniero, triste per la sua eterna condizione e poi una libertà effimera e una condanna per chi lo ha sfruttato.
RispondiEliminaFranco sei geniale.
Ciao fulvio
Grazie Fulvio.. l'ho pensata mentre facevo il caffé e non mi si accendeva il fornello.. ;)
Eliminaracconto suggestivo e ben condotto con ambiguità dalla parte del gas
RispondiEliminamassimolegnani
Quasi sempre ben condotto, il gas..😉
EliminaDavvero!!
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