Interessante l'articolo su un libro, L'arte delle lettere, pubblicato da
Feltrinelli a cura di Shaun Usher, dove vengono raccolte 125 missive
tra le più curiose e imprevedibili della storia... uno spassionato
omaggio all'arte della corrispondenza per via tradizionale, scrittura
su carta e spedizione in cassetta della posta con busta classica e
regolare affrancatura.
Un
omaggio ad un tempo che sembra perduto e che vuole salvaguardare il
fascino di uno scambio che appare, nell'epoca delle mail e del
baratto epistolare virtuale, destinato a scomparire.
Ma
voglio difenderla la cosiddetta “evoluzione della scrittura”,
voglio difendere il nuovo scrivere, quello sfogo che utilizza
cellulari al semaforo, uozzap densi di poesia, pagine word intrise di
lacrime e blog intimisti che gridano alle vette del mondo pur dal
perfetto e traslucido piano di un display.
In
realtà, voglio credere quanto sia moltiplicata la possibilità di
inondarsi di lettere dell'alfabeto più o meno armoniosamente
combinate, a testimoniare travagli interiori o tradurre uno stato
d'animo.
Di
carta e inchiostro ne ho consumate a vagonate. Ed è pur vero che
queste parole, irradiate da piattaforme evolutissime, e che giungeranno ad amici, conosciuti e confidenziali, come
potenzialmente a mille occhi sconosciuti, attraverso modem, fibre
ottiche o bande più o meno estese, ebbene - dicevo (o meglio
scrivevo) -, stanno uscendo da una biro nera che imbratta semplice
carta, e pure riciclata.
Ma
come amo affermare, mi sto scrivendo io per primo, dal cuore
all'occhio. Anche se scriviamo decisamente di più.
E
abbiamo ritrovato la chiave del “romanzo nel cassetto”.
Era una
USB.
Ho scritto quintali di lettere un tempo.
RispondiEliminaDavvero troppe, forse.
Ora mi limito a post di dodici righe.
Come si cambia eh...
Dodici splendide righe al giorno. Benvenuti i cambiamenti..
EliminaNon al giorno... quando mi va.
EliminaE fortunatamente ti va spesso... ;)
EliminaSono figlia della rivoluzione ict, per me carta e penna sono ricordo dei pacchi di appunti scolastici/universitari. E la pessima grafia non aiuta.
RispondiEliminaLa lettere scritte con grafia fluente e armoniosa su carta profumata le ho viste solo nei vecchi film...
Il tuo blog è uno di quelli che la evolve la rivoluzione, con scambi e "chiacchiera" evoluta che favoriscono un ottimo livello di interazione anche disinibente (nel senso di partecipazione non lesinata, altrove anch'io mi sento meno sciolto). E' corrispondenza anche quella. Accorcia i tempi, favorisce le valutazioni e, in parecchia casi, svela gli imbecilli con tempistiche molto più veloci.
EliminaLa lettera vera ha il suo fascino particolare. Nel blog non si scrive, si chiacchiera e si risponde solo come scambio di voti.
RispondiEliminaSei spietato Gus, anche nei tuoi confronti e del tuo blog che spesso è fonte di riflessione e di interessanti dibattiti. C'è si lo scambio di voti, ma alzi la mano chi ha mai spedito una lettera senza attendersi una risposta? ;)
EliminaIo scrivo ancora molto con carta e penna, tutti i miei progetti nascono ancora in quel modo... Che ci vuoi fare, sono stato ben abituato :p
RispondiEliminaLe lettere però no, una e-mail è più comoda :)
Moz-
Io pacchi di carta e penne, le colleziono anche (le penne, non la carta..), eppoi sul comodino accanto al letto bloc notes con matita è anche più salutare di un tablet acceso, e vuoi mettere le correzioni, le righe a cancellare, gli asterischi a richiamare, quei caratteri alla wannabe che dopo giorni manco l'Fbi riesce più a dirti che cacchio avevi scritto.. concepire su carta è un gioco meraviglioso e, se un giorno mancasse per sempre la corrente, a noi scribacchini ante litteram non ci ferma nessuno...
EliminaTi sei ricordato il post sulla mia pessima grafia :)
EliminaNo! ..solo il tuo commento quattro righe sopra.. ahahah!
EliminaE' che senza modem, bande e rete i nostri scritti non avrebbero una risposta!
RispondiEliminaIo ho scritto prettamente lettere o pensieri sui post it, ma la tecnologia non mi spiace!
E il mio è anche un tributo alla tecnologia, all'aver provocato in tantissimi una facilitazione all'espressività, una spallatina all'ozio e alla pigrizia. Voglio immaginare che davvero, quella "chiavetta" USB che cito, abbia aperto milioni di cassetti traboccanti di romanzerie altrimenti nascoste per sempre.
EliminaNon scrivo quasi più nulla a mano e la cosa è apparentemente molto triste, ne sono consapevole. Mi sto disabituando ad impugnare una penna e mi trovo molto più a mio agio con una tastiera sotto i polpastrelli. Ancora più triste.
RispondiEliminaPerò, ecco, penso che in fondo la storia de "il mezzo è il messaggio" non è del tutto vera. L'importante non è il mezzo ma il contenuto. No?
Ecco, sono contento che sia passata. Tu non scrivi quasi più nulla a mano e con una decisione che ha lasciato basito il web che ti è affezionato, hai da poco annunciato che non scriverai più sul tuo blog-diario. Hai fatto fuori tutti i "mezzi" e spero che quel contenuto che valorizzi contini, comunque, a riprodursi intelligente ed eccentrico sotto i tuo polpastrelli... privarcene però non è carino, sappilo ;) un abbraccio
EliminaUn articolo (come sempre) interessante, in cui si riconosce il dono dell'originalità, del non banale, della parola che sgorga liberamente, si combina con altre e diventa "racconto".
RispondiEliminaSono un sostenitore della comunicazione telematica, credo che abbia rimpiazzato degnamente la vecchia e cara missiva, con tanto di foglio e busta, a volte persino profumati.
Solo mi chiedo: a fronte di tutta quest'abbondanza di messaggi, riusciamo a comunicare, o meglio, a capirci veramente?!
Grazie intanto della sempre puntale cortesia e - stop alle smancerie - provo a risponderti: si sono decisamente accorciati quei tempi di studio per comprendere con chi abbiamo a che fare, su internet nascono passioni e simpatie e ci vuole un amen telematico a svelare altarini e fasullerie, va da se che certo fascino lo si perde per strada. Oggi apriamo caselle elettroniche e nella vecchia cassetta della posta ci sono solo bollette da pagare e pubblicità a rotta di collo. Già pescarci rare cartoline smuove il cuore, una lettera cartacea - è una vita che non ce la trovo - sarebbe vera emozione... ;)
EliminaDurante l'infanzia e l'adolescenza ho avuto moltissimi amici e amiche di penna. Ho sempre amato scrivere lettere, impaginarle, imbustarle e naturalmente riceverle. Ho sempre scritto lettere per i compleanni, da dedicare agli amici, ai miei genitori e a chi amo. Ancora oggi, ogni regalo di compleanno al mio fidanzato è accompagnato da una lettera (che sia lunga o di poche righe) scritta a mano. Mi sono adattata benissimo alle nuove tecnologie e per me e-mail e sms non sono altro che un nuovo veicolo per esprimermi e non solo per mettermi d'accordo sull'ora di un appuntamento.
RispondiEliminaTi immagino anche lasciare bigliettini sparsi per casa, dentro le ante, sotto i piatti a tavola, sullo specchietto retrovisore dell'auto.. dai, dimmi che immagino bene!.. ;)
EliminaLa parola scritta è lo strumento che emoziona, commuove, ci distingue o ci uniforma. E’ l’espressione della nostra appartenenza a una determinata epoca. A mio parere certi pensieri, riportati sulla carta, acquistano un sapore particolare, un modo diverso di ascolto, perché quando si scrive siamo molto più attenti a studiare le parole, a limarle, a trovare quelle che meglio si adattano alla discussione ed alla comprensione. La comunicazione verbale è più immediata, quella invece che avviene attraverso una lettera è più meditata, più elaborata, permette di leggere tra le righe anche ciò che non viene detto esplicitamente e ci consente anche di verificare le capacità letterarie e di scrittura di ognuno di noi.
RispondiEliminaMi viene da dire che quando comunichiamo verbalmente siamo un po’ “stupidi”, quando invece scriviamo, ci sforziamo di essere più intelligenti.
Oggi abbiamo internet e, in quest’epoca super tecnologica, nell’era delle e-mail, della telefonia mobile, non esiste più quel tempo di attesa, con tutto il carico di emozioni che comportava, tra il momento in cui si scriveva la lettera ed il momento successivo in cui si riceveva la risposta; che era pur sempre un momento di piacere. Oggi è tutto più veloce. Non si ha il tempo di pensare, perché nel momento in cui tu stai riflettendo, gli altri vogliono già la risposta. Tutto deve accadere prima ancora che le cose succedano. E’ come rinunciare alla vigilia e saltare immediatamente alla festa. La lettera, quale originario strumento di comunicazione, era un oggetto che si poteva toccare, che si poteva stringere fra le mani, che era possibile scorrere con gli occhi per cogliervi non solo il suono e il senso delle parole, ma anche la personalità e perfino lo stato d’animo di colui che scriveva; oggetto che si conservava e si rileggeva a distanza di tempo, ogni volta rinnovando sentimenti ed evocando ricordi. Le parole volano, soprattutto quelle dette al telefono in maniera distratta, o nelle conversazioni; le parole scritte, invece, sono sempre lì, a portata di mano e dietro ad esse il volto e il carattere di chi le ha scritte. La lettera era pensata, meditata, un messaggio da leggere e rileggere nelle ore di dolce malinconia. Oggi non ci si scrive più come nel passato, si preferisce comunicare con altri mezzi più veloci. Nel passato venivano scritti epistolari famosi, di alto valore letterario, seducenti lettere tra innamorati. Tutto ciò non esiste più. Ma per fortuna c’è la mail: senza questo strumento non avrei potuto scrivere questa riflessione.
Hai centrato una delle problematiche che avverto molto vicina: "Non si ha il tempo di pensare, perché nel momento in cui tu stai riflettendo, gli altri vogliono già la risposta" . Cosi come capita anche a me, sbagliando, di scrivere un commento ad un post di altri e andare più volte, anche a brevi intervalli, a cercare subito una risposta.
Elimina"La lettera era un oggetto che si conservava e si rileggeva a distanza di tempo, ogni volta rinnovando sentimenti ed evocando ricordi".
Oggi è continua evoluzione, bruciamo post su post, velocizziamo le tempistiche e vaporizziamo per strada un bel po' di suggestione. Ma conosciamo anche bellissime persone, forniamo spunti e ci arricchiamo ancora di nuove, infinite vigilie caro Remigio.
Utile e pratico il nuovo modo di comunicare, ma forse un po' dispersivo...
RispondiEliminaComplimenti per l'ottimo brano ;-)
Se mi dai l'indirizzo (lo puoi mandare per mail) ti scrivo una lettera.. ;)
EliminaConsidera la richiesta esaudita e la lettera già ricevuta.
EliminaSolo... perché hai usato in una busta di ferro?!?
;-)
..perché so' un po' arrugginito nella scrittura manuale...
EliminaIo non sono ancora riuscita a smettere di scrivere a mano, nonostante abbia una pessima grafia. Perché mi viene più facile buttare su carta il cuore. Nonostante i miei enne anni di esperienza sui blog, prima di altri e poi i miei, resto ancora ferma un momento prima di partite a scrivere via web. Cosa che non mi capita mai quando prendo carta e penna. Poi, a parte la mia moleskine dove annoto tutto, sempre con me viaggia il mio quadernetto blu. Li' su quelle righe si ferma la vita che mi circonda. Io la chiamo l'essenza. Frasi, piccole poesie, attimi. E scrivo ancora lettere d'amore. Abbraccio Franco grazie per il bel post!
RispondiEliminaSi, gli istanti, le idee, i pensieri, devi poterli incidere al volo sulla superficie dell'emozione, sull'onda spumosa dell'attimo.. e se me metto ad apri' il notebook sullo smartphone 'sto fresco... ;)
Eliminap.s. le lettere sono sempre d'amore..
Fondamentalmente c'è molta verità in quello che scrivi Franco mio, ma da incredibile romantica,adoro ancora scrivere inviando una lettera a mano, così come non riesco a godermi un libro se non in forma cartacea...
RispondiEliminaUn abbraccio forte e piovoso!
Porca miseria ma quando smette di piovere lassù?!? ;) ..invio ancora lettere scritte a mano, tatto e olfatto sono impagabili..
EliminaNonostante abbia il mio amatissimo blog trovo sempre parole nuove da trascrivere su carta con il mio onnipresente inchiostro nero.
RispondiEliminaCerto, il 'virtuale' ha la sua comodità: salvi tutto su una chiavetta, su un pc; hai la comodità di ricevere tutto istantaneamente ed innegabilmente sei più vicino che con una lettera inviata vecchio stile.
Però, ditemi quel che volete, sentire il profumo della carta e dell'inchiostro; scrutare ogni ghirigoro della grafia; percepire il peso della penna contro il dito...ha qualcosa di magico.
E comunque, io non rinuncerò mai ai miei bellissimi quaderni e diari *.*
... il "ghigirgoro della grafia", lo scarabocchiare l'angolo del foglio, cancellature ed asterischi che riportano ad angoli intonsi di foglio, quello sforzo pazzesco a distanza di magari solo un giorno per decifrare quello che tu stesso avevi scritto (?!) in preda a frenesia emotiva... ahah.. provaci con un foglio word.. se sei capace... ;))
EliminaHo il dito medio della mano destra un po' deformato, da tanto ho scritto a mano.
RispondiEliminaConservo decine di lettere scritte da mio marito, quando viaggiava a lungo, e di mia figlia, quando studiava all'estareo. e decine di buste che appartengono a scambi epistolari che segnano vari periodi della mia vita.
Rinuncerei alle mails, piuttosto che ad una sola di quelle buste capaci di farmi viaggiare nel tempo.
Un caro saluto.
Cristiana
Conservo lettere delle mie fidanzate che la mia adorata consorte un giorno utilizzerà come combustibile alternativo.. lo so..
EliminaTu pensa che io da adolescente avevo un amico di penna, anche lui adolescente.
RispondiEliminaA distanza di 30 km ci si scrivavamo. Tempi lenti, non veloci come ora, ma per questo , di un sapore piacevole e caldo.
Siamo andati avanti per anni. Uno dei ricordi più belli che ho
Si, sono quei "tempi lenti" la cosa perduta, quell'attesa paziente, quell'immaginarla una corrispondenza.. tutti elementi che vanno perdendosi... facci caso.. conserviamo lettere scritte di quarantanni fa... resisteranno i nostri hard disk all'usura? Oppure si ma avremo la voglia e il gusto di spulciarli? Già ora i post passati, per quanto conservati, non se li fila nessuno. Il web è un continuo divenire che non si cura dello storico. I miei post hanno 300 visioni ora ed alcuni, per me bellissimi, di oltre un anno fa restano a sei visioni. Ma è un errore che faccio io per primo. i nuovi mezzi ci fagocitano, ci velocizzano, ci infrettoliscono. Mi piacerebbe un ritorno allo slow reading...
Eliminamamma mia se ripenso alle lettere delle fidanzatine...
RispondiElimina..hai ragione.. che robetta!!
EliminaInteressante post.
RispondiEliminaIo, personalmente, ciò che scrivo nei miei vari blog sparsi nella blogosfera sono prima trascritti su un quaderno di colore arancione (amo i colori caldi) e poi pubblicati. Se un domani cancellerò tutto sul web (anche se mi dispiacerà per i commenti) potrò sempre rileggermi il mio bel quaderno arancione..
Abbraccio e scusami per l'assenza ma ultimamente la mia vita reale prende tutto il mio tempo...
La mia relatrice ha corretto qualcosa come venti volte su Word il mio discorso per la laurea. Poi mi ha detto "Ok, non devo parlare io, ma tu, quindi fai tu". E mentre il mio cuore e il mio orgoglio ferito dicevano "Era ora", avevo già cominciato a scrivere, a matita, cinque pagine fitte fitte, anima e core del chimico che c'è in me, con punti salienti, scritte a margine, oddio, come ho scritto! Sono mancina, la mano è diventata color grigio lucido ma, alla fine, ero molto soddisfatta. Relatrice e correlatrice estasiate, avevo stravolto tutti i loro ragionamenti. Ognuno faccia come vuole, dica ciò che desidera... ma quando si tratta di scrivere qualcosa di importante, la mia povera mano sinistra è il mio unico strumento! Idem per le poesie, le più belle le ho scritte a mano. Lettere... sono un'inguaribile romantica, e le scrivo sempre a mano. Generazione digitale o meno, non si dovrebbe smettere mai di scrivere a mano.
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