Dovevo controllare se le lucine a led sulla tomba di famiglia assolvessero al loro compito. Quindi passeggiavo per i viali deserti del cimitero mentre il crepuscolo si accomodava tra lapidi e silenzio. Finché l’oscurità non avesse iniziato, davvero, a tracimare allagando tutto, le mie nuove piccole lampadine a energia solare non si sarebbero accese, ma dovevano farlo prima delle diciotto, orario di chiusura definitiva, e allora io avrei saputo di una lucina in più, in mezzo a tutto quello scintillio.
Quei due li ravvisai a malapena, camminavano lentamente venendomi incontro, salutai informando, chissà perché poi, che il cimitero stava per chiudere.
“Grazie!” disse lei, una signora elegante dall’età indefinibile, “ma noi abitiamo qui”.
- Siete i custodi? -
Chiesi precisando anche che stavo per uscire, avevo solo atteso che il buio sopraggiunto mi permettesse di constatare il buon funzionamento delle mie lucine a energia solare..
“No, non si preoccupi, non siamo i custodi.. ma lei ..non è di qui?”
- Be’ si, sono di Roma, non abito lontano..
vengo per la mia mamma -
“No scusi, intendevo: non abita nel cimitero?”
Gelo. Chi erano questi due? Ora cercavo di metterli a fuoco nell’oscurità palpabile..
- Ma voi chi.. sareste? -
“In effetti.. siamo.. diciamo non come voi.. visitatori. Di solito usciamo quando il cimitero è deserto, dopo le diciotto, e ci incontriamo con gli altri.. quelli che vogliono fare due passi..”
- Gli altri.. chi? -
A questo punto intervenne lui, voce pacata, tono confidenziale, rassicurante.
“Voi ci chiamate fantasmi di solito, anime, spettri.. noi siamo semplicemente oltre, anche se relegati dove veniamo sepolti.. le ceneri di tanti di noi se ne stanno a casa propria almeno, a noi è concesso vederci dopo l’orario di chiusura, e neanche tutti..solo quelli che non ricevono visite da fuori, e magari vengono dimenticati. Quindi tua mamma no, se è questo che ti è passato per la mente.. non ha bisogno di andare a spasso la sera, lei è costantemente fuori, nella memoria di chi la ricorda, prende il sole di giorno, e riposa di notte. Noi altri invece andiamo in giro, siamo trascurati per sempre dai vivi, occupiamo tombe abbandonate, lapidi polverose, fiori seccati da secoli di incuria, coi ragni che intessono tane e trame invisibili.
Ci è concesso un giro a notte, senza angeli a custodirci, senza occhi indiscreti a fare domande.
Siamo anime malinconiche forse ma serenamente rassegnate, molte altre invece proprio non ne vogliono sapere, non accettano il nuovo, come dire, status, cercano di distinguersi e si arrampicano sulle memorie, tra i ricordi, le necessità e le speranze dei vivi, frugano aspettative di una vita serena che ora non c’è più, come un non volersi arrendere mentre proprio non c’è più da combattere.”
Dovevo uscire prima di impazzire, perdere il controllo.. stava davvero per chiudere il cimitero e non potevo, non volevo proprio rimanere lì.. ed eccolo il giro di sorveglianza, la Sicurezza che controlla che alcuno si attardi per tombe e viali.. un fascio di luce e un motore stanco che ci rallenta a fianco, guarda nella semioscurità, ci punta gli occhi addosso e prosegue tranquillo, senza scorgere proprio nessuno di noi tre.