Nonostante non sia la prima volta, recenti malintesi, mi hanno portato - di nuovo - a meditare
sulla natura del blog.
Se
sia frutto di un progetto, di un istinto, fonte di spensieratezza ma anche di
riflessione e richiamo al contraddittorio, monotematico e immobilizzato o
aperto ad ampissimo raggio.
Ma
anche piattaforma di lavoro, impegno sociale, origine di contatti, scambio
costruttivo di opinioni e conoscenza, come anche regno del settarismo; oppure compagno inseparabile, palestra
di divulgazione, feticcio incontrastato, specchio dell’anima, diario non troppo
segreto, vangelo inconfutabile.
Alcuni ci si affacciano come dal loro fortino, con le moderazioni, i blocchi, le approvazioni
preventive, richieste di dna e pedigree, lettere di referenze e - ultimamente -
anche periodo di quarantena.
Per
altri è sfogo vicendevole, message in a bottle, archivio alternativo, memoria
esterna.
Richiesta di aiuto, comprensione, solidarietà.
Testimonianza del proprio essere, dei propri capisaldi, o dei tentennamenti.
Ed
esistono blog accoglienti, dove anche se entri senza bussare e facendo pure un
po’ di - metaforico - casino, nessuno si strappa i capelli, come anche
quelli un po’ abbandonati, in primis dal proprietario, e quelli che devi lasciare le scarpe sull'uscio (in tempo di Covid più che mai..)
Poi
ci sono padroni di casa che tu credevi forse di conoscere, probabilmente
scottati da altre vicissitudini o con qualche nervetto a fior di pelle, pronti
alla recriminazione, alla permalosità, all'offesa anche.
Ma
l’errore rimane di chi valuta con troppa leggerezza, attribuendo o ipotizzando
per tutti, nella stessa misura, il proprio modo di essere,
spesso sarcastico,
beffardo e caustico,
oppure
malinconico e poetico
ma
sempre sincero e mai scaxxato.. perché questo è Franco Battaglia.
Me ne
rendo conto,
e
allora mi accollo i rimbrotti,
e continuo a fare come mi pare.
Altrimenti scrivevo su word. ;)