mercoledì 8 luglio 2020

PERCHE' UN BLOG?



Nonostante non sia la prima volta, recenti malintesi, mi hanno portato - di nuovo - a meditare sulla natura del blog.

Se sia frutto di un progetto, di un istinto, fonte di spensieratezza ma anche di riflessione e richiamo al contraddittorio, monotematico e immobilizzato o aperto ad ampissimo raggio.

Ma anche piattaforma di lavoro, impegno sociale, origine di contatti, scambio costruttivo di opinioni e conoscenza, come anche regno del settarismo; oppure compagno inseparabile, palestra di divulgazione, feticcio incontrastato, specchio dell’anima, diario non troppo segreto, vangelo inconfutabile.

Alcuni ci si affacciano come dal loro fortino, con le moderazioni, i blocchi, le approvazioni preventive, richieste di dna e pedigree, lettere di referenze e - ultimamente - anche periodo di quarantena.

Per altri è sfogo vicendevole, message in a bottle, archivio alternativo, memoria esterna.
Richiesta di aiuto, comprensione, solidarietà.
Testimonianza del proprio essere, dei propri capisaldi, o dei tentennamenti.

Ed esistono blog accoglienti, dove anche se entri senza bussare e facendo pure un po’ di - metaforico -  casino, nessuno si strappa i capelli, come anche quelli un po’ abbandonati, in primis dal proprietario, e quelli che devi lasciare le scarpe sull'uscio (in tempo di Covid più che mai..)

Poi ci sono padroni di casa che tu credevi forse di conoscere, probabilmente scottati da altre vicissitudini o con qualche nervetto a fior di pelle, pronti alla recriminazione, alla permalosità, all'offesa anche.

Ma l’errore rimane di chi valuta con troppa leggerezza, attribuendo o ipotizzando per tutti, nella stessa misura, il proprio modo di essere, 
spesso sarcastico, beffardo e caustico,
oppure malinconico e poetico
ma sempre sincero e mai scaxxato.. perché questo è Franco Battaglia.

Me ne rendo conto,
e allora mi accollo i rimbrotti, 
e continuo a fare come mi pare.

Altrimenti scrivevo su word.  ;)




sabato 4 luglio 2020

INTERIEZIONI, SVARIONI E RIEMPITIVI



"Cioè", ecco il mio.
Spesso inizio una frase con un incomprensibile "cioè" che serve praticamente a nulla..

E non dite che non avete il vostro...

Tipo finire una frase col classico "capito?"


I riempitivi sono una costante del dialogo,
dalle semplici esclamazioni, tipo ah, oh, evviva, daje..etc... 

oppure anche nello scrivere,  dove io abuso in maniera folle dei tre puntini di sospensione...
ahahah!!


Bene! (altro riempitivo), ora che ho confessato, tocca a voi!


giovedì 2 luglio 2020

TINOS, L'ISOLA DEL VENTO



(Ovviamente, si parla di agosto 2019)

Dieci di giorni di meltemi costante, inizialmente ad incupire l’umore, poi, mano a mano, 
una volta compresane l’essenza, ed incastrati esattamente i suoi ghirigori tra calette e crepuscoli, 
ecco che l’autentico spirito greco, forte dei sui sapori, dei sentieri, delle asprezze,  
delle chiesine in calce, del mare cristallo e del sole perenne, 
ci avvolge delicatamente e non ci molla più.


L’isola - intesa come universo geografico - realizza il viaggio perfetto: un microcosmo totale e completo, un’immersione dove tutto inizia e tutto si completa, un anello di sensazioni e brividi che finiscono inevitabilmente col contagiarsi.

Il tutto ed il suo contrario.


Tinos poi, custodisce l’archetipo ed il riassunto dello spirito cicladico: dal bianco calce che abbaglia, al mare assoluto, dalle trasparenze maldiviane, al cibo che tracima gusti decisi ed inconfondibili.

Girovagare tra paesini arroccati e scoprire spiagge raggiungibili “esclusivamente” a piedi, incastonate nella costa, è lo sport principale di chi decide di allontanarsi per un po’ dal caos metropolitano, rinunciare alle musiche, ai rumori, alla folla, alle comodità patinate, ai lustrini che nascondono solo confusione.

A Tinos si fatica, le distanze non sono mai proibitive, ma diverse spiagge-perla si raggiungono solo camminando, o con sterrati disegnati per fuoristrada, ed alcuni paesi da sogno, vanno scovati nell'entroterra dove il turista convenzionale non arriverà mai; e sorseggiati per viottoli, tramezzi e scalini, fino a perdersi incantati nel bianco abbacinante e nel silenzio irreale


Tinos ti accoglie allora,
e comprendi quanto sia - esattamente - lontano da te il riverbero delle luci 
della festaiola e dirimpettaia Mykonos

lunedì 29 giugno 2020

PIOGGIA DI MILIONI



Stanno arrivando vagonate di soldi sull'Italia.

E conosciamo tutti il nostro Belpaese.

Ricordate gli imprenditori che si sfregavano le mani dopo il terremoto de L'Aquila?!
Ecco.. immagino che a questa notizia si siano organizzate Feste da paura da parte dei soliti profittatori...

Io sarei per una vigilanza serratissima euro by euro da parte dell'Europa.

Faremmo anche più bella figura.
Dando loro tutta la responsabilità e risolvendo, probabilmente "davvero", i nostri problemi:

Scuola, lavoro, infrastrutture.
Tutte robe necessarie, ma necessarie anche di sapiente responsabilità.

Nell'ultimo anno da noi siamo riusciti a ricostruire solo il ponte di Genova.

E solo perché il 95% dei lacci e lacciuoli burocratici che incastrano ed infettano ogni iniziativa,
sono stati temporaneamente accantonati.
Si è definito un budget ed è stato destinato senza ma e senza se alla risoluzione.

La burocrazia ci uccide.
Lo stillicidio di uffici, ufficetti, consulenze, subappalti...
siamo davvero ridicoli.

Dobbiamo sfruttare davvero questa pioggia di soldi.
Senza che i soliti noti ne facciano scempio.

Ma capisco che sto sforando nell'utopia...







TENERA SMOBILITAZIONE



Scauri  (Riviera d'Ulisse)

Stamane avvertivo come aria di Settembre.
Atmosfera pulita, fresca, silenziosa.
Una sensazione amata, di tenera smobilitazione,
come  riva di quieto mare,
con gli ultimi ombrelloni chiusi,
le scie lente di pescatori,
rade bancarelle di mercato
con l’uva e i fichi a farla da padroni.

E io a passeggio controsole, a godermi il tepore,
l’aroma di caffè e di ciambelle calde e fragranti,
in quell'aria.
A Scauri.

Qui ed ora, invece, silenzio inodore e basta.
Insapore.
Non quel silenzio pronto a svelarsi brusio,
ma un tacere timoroso.
Quanto basta ad ordinare memorie e pensieri.
Quanto basta a comprenderne valore ed essenza.
Quanto basta a misurare la nostra inconsistenza.


sabato 27 giugno 2020

I PRIMI QUARANT'ANNI... DI VERGOGNA!


Siamo tutti rabbiosi ed in ansia per la scomparsa di Regeni.
Per le reticenze del governo egiziano, per le nostre istanze deluse.

Ma vorrei vedere la medesima rabbia, lo stesso fervore,
per i morti di Ustica, e a cascata,
per gli innocenti della strage di Piazza Bologna,
che io collego da anni alla prima,
in un inquietante scenario di complottismo totale.

Del resto cosa meglio di un’altra strage
per distogliere l’attenzione dal disastro politico e militare di Ustica?

Credete davvero che questi politici, i loro mandanti e complici mondiali
si spaventino dinanzi a rimedi estremi?

Io no.


A molti di voi sembrerà che stia parlando di cose lontanissime.
I giovani sanno poco o nulla di Ustica, di Gheddafi, di ciò che rappresentava il mediterraneo all'epoca, delle frizioni tra grandi potenze: francesi, inglesi, americani, libici, egiziani...
si stavano spostando equilibri che potevano valere molteplici vite.

E di vite se ne sono perse da allora, almeno quindici morti tra incidenti e suicidi, tutte persone coinvolte all'epoca dei fatti.. per non parlare di prove materiali, bollettini di bordo, tracce radar.. una vera selva di omissioni, negazioni e ritrattazioni da parte di tutti.

Un vero schifo.

E intanto siamo qui dopo quarant'anni, senza aver cavato un ragno dal buco.

Ma a scandalizzarci per Regeni…


giovedì 25 giugno 2020

CORONAVIRUS ...FASE DUE


Cosa ci ha lasciato, e cosa ci sta lasciando, questo Covid 19?

Un po’ di intimità?
Con abbracci  finalmente da dedicarci?

Una lenta, cauta, riapertura? Senza strette di mano, incontri formali
e distacco anche mentale, oltre che sociale?

La possibilità di ristabilire dei rapporti mai approfonditi con i conviventi?
Una marea di guanti in lattice che non useremo mai più (si spera)?
L'attribuire una dimensione più slow alla nostra frenetica e schizzata esistenza?

Un odio spropositato (che non immaginavamo) per la casa?
O il constatare che il sabato ci si può fantasticamente sopravvivere tra le pareti domestiche?

La sconosciuta tendenza a farsi pure tre quarti d’ora di fila al supermercato
per comprare un litro di latte?

O un tangibile rischio di depressione?
O anche la coscienza e l’orgoglio di saper fare un pane che Cracco scansate?


A molti di noi ha permesso di terminare infinite serie su Netflix che mai e poi mai,
con una vita normale,
avremmo mai potuto vedere..

E comunque, il 27 giugno, arriva la terza serie di Dark.


E che sia lockdown o meno…

Non me la perdo!!