Basterebbe
specificare che sarò in vacanza.
Ferie
programmate quando ancora la legge elettorale era in altissimo mare…
e
quindi assolutamente in buona fede…
Ma
ammetto anche che, a tutt’oggi, sono assolutamente felice dal
potermi sottrarre a quello che si suol definire, notoriamente, come
un obbligo.. etico.
Tempo
fa Michele Serra, discutendo dell’opzione voto / non voto,
giustificava il suo si, al voto, facendo appello soprattutto ad una
motivazione base:
“Se
io non voto, saranno altri a decidere per me”
Nel
senso che alle sorti del Paese non avrò contribuito con una mia
precisa scelta.
Ma
in quest’ottica, sarà solo chi ha votato la forza politica che
risulterà vincente, ad aver realmente deciso.
E nel caso specifico, dove nessuno raggiungerà la soglia del 40% prevista
dalla Legge Elettorale, a quali alleanze post voto potremmo dover
assistere (oltre all’ennesimo Gentiloni d’ufficio)?
A
quali giochi inediti, inauditi
e
neanche ipotizzati mai fino al 4 marzo sera,
dovremo sottostare?
Si
parla sempre con maggior insistenza di possibili patti PD - Forza
Italia oppure Lega - M5S… e gli interessati non smentiscono con la
necessaria fermezza la reale possibilità di questi “incroci
magici”, spesso ibridi da paura… ecco, in questo caso, il nostro
voto “etico”, la nostra volontà pre elettorale di scelta
cosciente, non sarà forse calpestata in malo modo?
Ed
a quale risposta etica risponderebbe, poi, il famoso “voto per il
meno peggio”, al quale si appellano in tanti, tantissimi, proprio
per tacitare una manifesta ripugnanza al sistema.
Quale
risposta morale solletica - vorrei sapere - il votare “tappandosi il naso”?
Al
contrario, un capo di governo, che dovesse trovarsi di fronte ad una
ribellione di rilievo, vale a dire un’astensione dalle notevoli
proporzioni - a prescindere dalle singole motivazioni del non voto -
non sarebbe costretto a richiedere una revisione sistema elettorale e
politico, prendendo atto e coscienza del malcontento popolare?
NON
RECARSI ALLE URNE
diventa quindi una scelta cosciente e legittima.
Un
reale ed efficace “togliere” il potere
a
persone e forze politiche che ne fanno un utilizzo improprio
Una
presa di posizione,
e non una “non scelta” come si accorano nel
definirla, guarda caso all'unanimità,
tutti i rappresentanti di
partitoni e partitini.
Una
“non scelta” che, purtroppo (per ora),
è
destinata a rimanere ancora arma spuntata,
ma
che di fronte al panorama di ingovernabilità che si prepara dal 5
marzo…
inizierà - voglio sperare - a godere di nuova e diversa considerazione.