domenica 7 maggio 2017

SPERLONGA RIVIERA DI ULISSE


Sperlonga irrompe in mare come ultimo terminale degli Aurunci, a dominare la mitica e mitologica riviera di Ulisse.
Paesino arroccato che trabocca di vicoli e casette in calce bianca.


Un prolungamento di Ponza sulla terraferma e raro esempio, nel Lazio, di architettura urbana legata alle ripetute invasioni turche e saracene, ma che forgia arte e design con gli stretti passaggi e le ripide scale a creare disagio agli invasori, 


un labirinto di delicate tinte pastello dove il bianco impazza, e dove nasconderci e perderci anche noi, lasciando la fiumana di visitatori che non schioda dal percorso principale, invade bar e negozietti di souvenirs, e di rado imbocca un vicolo deserto, 
un'oasi di silenzio, una piazzetta dove anche il sole alto fatica a penetrare, 
vicoli e pertugi divenuti col tempo marchio di fabbrica e stile inconfondibile.




Un dedalo di viuzze tra architravi e pareti arrotondate, ad aprirsi all'improvviso come squarci sul quel mare turchese che all'epoca non riservava sogni,
 ma soprattutto pericoli.






venerdì 5 maggio 2017

FARFALLE


Esistono pensieri che vagano alla rinfusa.

Nascono con una meta precisa
e difficilmente giungono a destinazione.

Fluttuano come farfalle,
ma il loro peso è aleatorio,
distrae le traiettorie,
sospira su un fiore, divaga al crepuscolo,
un refolo lo svia, come vela in tempesta.

E può vegliare a lungo, infine,
su una stella di San Lorenzo
che forse cadrà.

Arrivando molto tardi magari,
o affatto.

Ma viaggiandoti comunque accanto
senza che tu ne abbia sfiorato
una sola idea, sfogliato una sola pagina,
indovinato un solo desiderio
avvertito un solo, frenetico, battito d'ala.

Ti legge nel cuore oltre la distanza
e si fa leggere mentre il suo peso,
destinato forse a scardinarlo, quel Tempo,

incuriosisce appena il sentiero d'aria.

mercoledì 3 maggio 2017

INSURREZIONE A COLORI





Quel 26 luglio la calura si era impadronita completamente della città.
La circolazione, comunque considerevole, permetteva ancora un agile manovrare nel reticolo cittadino, rispetto alla stagione invernale.
Ma quando tutti i semafori, in piena autonomia, decisero loro i colori da esporre...

il delirio si rivelò improvviso.

Banditi il rosso, il giallo e il verde, completamente svalvolata ogni sincronizzazione, il libero arbitrio aveva preso il posto della noiosa routine.


I primi incidenti avvennero tra chi cercava di capire se davvero era un rosa shocking quello che vedeva, e chi era rimasto abbagliato da un blu elettrico indicibile.

Il malva e il marrone invece stavano creando disastri, soprattutto tra le automobiliste donne, più portate a cogliere le minime sfumature, ma erano il seppiato e il turchese acceso a far impazzire di più.

Tamponamenti a catena e frontali irrimediabili in gran parte dei casi.
Gli incroci “semaforati” stavano diventando snodi pericolosissimi quando non decisamente fatali.


E se pure si rimediava all'incidente, in ogni caso si creavano capannelli di curiosi che crocicchiavano in strada cercando di analizzare il fenomeno.. i centralini del Comune stavano impazzendo ovviamente
Il sindaco, daltonico da sempre, non riusciva a capacitarsi della problematica.
Forse anche per questo era un convinto fautore delle rotatorie ad oltranza
Era fuori dai gangheri ora, e stava aspettando il capo dei Vigili Urbani che si occupava anche della Direzione tecnica, convocato d’urgenza.

Avrebbe atteso invano però.

Si era appena schiantato contro un tir, abbagliato da un semaforo color giada olivastra, mentre sfrecciava dal Sindaco, immaginando che quel pistacchio anticato (che gli era sembrato di scorgere), fosse realmente un verde pieno, solo vagamente sbiadito dal solleone estivo.




domenica 30 aprile 2017

IL CENACOLO. UN MIRAGGIO SULLA PARETE

Un refettorio rettangolare. Due dipinti sui lati corti. Dello stesso periodo.

Praticamente contemporanei.

Li guardi entrambi, dopo esserti scrollato un attimo dalla meraviglia cenacolare.
Perché è per il Cenacolo che sei entrato, hai fatto la fila, hai attraversato camere di decompressione per fare in modo di scongiurare deleterie alterazioni climatiche. 
E non si entra che in gruppi limitati, e se potessero non ti farebbero respirare.

E allora pensi.

E’ come vedere in un autosalone dei tempi nostri, una Fiat 127 nuova di zecca a fianco di una BMW ultimo modello.


Come immaginare di poterle mettere a confronto?

Questo deve aver pensato Montorfano col suo Cristo crocifisso di fronte al Cenacolo leonardesco.
Come se contemporaneamente uno (Montorfano) mettesse dentro un mangiadischi un 45 giri, e di fronte, l’altro (Leonardo) un cd a lettura laser.

Leonardo cento anni avanti al collega artista.


Un genio che ricama sogni sulla parete (dipinge sul muro come su una tela, una scommessa folle..), e di fronte un bimbo talentuoso magari, ma che scarabocchia come può. Gli sarà venuta voglia di cambiare mestiere, a Montorfano ..povero…

E comunque ha il suo bel significato anche la presenza di un quadro quasi concorrente, mette in evidenza la potenza inarrivabile di un incantatore di pittura, a fianco del convenzionale dipingere dell'epoca.


Il tutto in quel refettorio brullo, dove si è mangiato e cucinato per decenni al cospetto di un raggio di sole che emanava dalla parete.
Dove non si è compresa immediatamente la portata dell’evento, dell’emozione, dell’incanto.
Dove se c'era bisogno di un passaggio diretto alle cucine, non si è esitato un secondo a creare una porta cancellando i piedi del Cristo.
Dove si è guerreggiato e bombardato, lasciando tutto a cielo aperto.



E dove ora si entra in punta di piedi, con la luce bassa, senza disturbare questi ultimi colori che piano piano si stanno sciogliendo, fino a sparire.

Ci si riempie di meraviglia e via. Tempo scaduto. 
Avanti il prossimo gruppo. 


giovedì 27 aprile 2017

PLURI MARCHE






Ponte della Liberazione a spasso per le Marche, borghi e declivi irregolari, una campagna esuberante e ricca di sfumature, paesaggi irregolari, che ammaliano tra un paesino fortificato e l'altro.


 Non è dolce e docile come la Toscana, qui le cime imponenti del Gran Sasso sono a vista mare, le coltivazioni avvertono il rapido discendere verso la costa, sfruttano pendenze e depressioni, e vi si adattano con grazia e perizia, così come le roccaforti medievali a custodirne i dintorni.


E muoversi per minimi agglomerati urbani con il navigatore - che di solito non amo - acquisisce indiscussi vantaggi, incanala su percorsi minimali, a volte con qualche tratto sterrato, che permettono di calarsi appieno sul territorio, riuscendo a viverlo, e ad ascoltarlo.


Infiniti paesini nel raggio di una cinquantina di chilometri, ma ne nomino solo quattro, oltre a Fermo ovviamente, da poco provincia, ma cristallizzata nella sua essenza di roccaforte medievale: Monterubbiano e Moresco, uno attaccato all'altro. Montefalcone Appennino, il più distante verso l'entroterra, Torre di Palme, affacciato sul mare e conosciuto, appunto, come “balcone sull'Adriatico”.





Tutti medievali e arroccati, incastro di case e vicoli, scorci a suggestionare il visitatore, affreschi di storia a resistere nel tempo, chiese severe a custodirsi e custodire, oasi di quiete irreale, 
bellezza da stordire.


sabato 22 aprile 2017

HARDCORE! X-MEN... FATEVI DA PARTE...

a molti di voi... basterà il trailer poco più sotto...
Avete mai giocato a Doom, lo sparatutto in prima persona? Il sanguinario reginetto dei videogiochi in modalità ultrasplatter?
Ecco.. ora c'hanno fatto un film - completamente in soggettiva -. 

Genialata trasposta direttamente dal mondo videofumettistico. 

Frenetico, trucido acrobatico e acchiappante quanto basta per chiunque sia comunque stanco delle versioni viste e straviste dei soliti scannamenti feroci con  overdose di ammazzamenti.
In questo Hardcore!, in versione sovietica, opera prima del musicista Ilya Viktorovich Naishuller, il cyborg Henry, rimesso in piedi ma con i circuiti vocali ancora incompleti, ci porta a spasso per una Mosca piena di imboscate di livello in livello, a caccia di un pazzoide telecinetico, coadiuvato da un tizio che se la scampa da tutti gli agguati (ma non vi dico il perché) e lo indirizza verso la sarabanda finale che farà concorrenza ai Tarantino più trucidi.


Alcune peripezie del nostro eroe muto sono altamente spettacolari, e proprio perché in soggettiva ci godiamo con l'adrenalina che pompa, le spericolatezze, gli inseguimenti in auto, moto, elicottero, le arrampicate, i tuffi, le esecuzioni, il sangue che zampilla come nei migliori Romero, le fughe e le evasioni, e la storia rasenta anche una sua - seppur contorta e tracimante litri di plasma fasullo - logica finale.

Le critiche maggiori, nonostante l'indiscussa novità della full immersion in soggettiva, riguardano proprio il limite effettivo di questa visuale - comunque obbligata - che può risultare vagamente tediosa malgrado si insista, sempre e continuamente, nel sorprendere lo spettatore, non appena il ritmo tenda ..come dire, a montalbanizzarsi.


Io l'ho trovato comunque rivoluzionario e mi ha disorientato anche l'epilogo che aspira sia a mischiare le carte che a chiarire gli evoluti camuffamenti del compagno di bisbocce del nostro eroico Henry, un cyborg provvisto di sentimenti e cuore, anche se non sarà mai specificato di quale particolare fibra tecnologica sia composto... 

..tra le scene meno cruente..

giovedì 20 aprile 2017

SE SI VOLESSE...


Parafrasando un celebre paradosso di internet, che riduceva la popolazione virtualmente ad un villaggio di 100 persone così da poter capire in termini molto più crudi, chiari e toccanti le differenze di ceto, religione, razza e modalità di vita sulla terra... io, solito farabutto, ho tratto spunto dalla medesima iperbole per farvi capire meglio come si vive a Roma...  

Raggi fotonici... 

Se si volesse ridurre la popolazione di Roma a 100 persone mantenendo le proporzioni con la reale vita metropolitana otterremmo una composizione simile:

50 lavoratori
50 che girano a vuoto

60 dentro il raccordo
40 sopra.. il raccordo
(e altri 100 che vengono da fuori la mattina
e tornano fuori la sera)



20 che cercano di fregarti
40 che ti fregano
40 fregati

20 politici
20 che cercano lavoro
20 inattivi
20 pensionati
20 malati
20 minorenni
Dite che fa 120?
Avete ragione.. è che inattivi e politici sono, in effetti, doppioni


40 sono della Roma
15 della Juve (ma dicono che sono laziali)
10 del Milan (ma dicono che sono della Juve)
10 dell'Inter (ma dicono che il calcio non gli interessa)
25 della Lazio (ma solo quando vince)

30 stanno su facebook
40 al cellulare
10 con le cuffiette
5 leggono un libro
5 vedono Il segreto
5 Beautiful
5 Amici


30 parcheggiati in doppia fila
30 non riescono a uscire perché qualcuno gli ha parcheggiato davanti
20 cercano di scendere dalla metropolitana
20 cercano di salire sulla metro prima che quelli della riga sopra scendano


30 fanno colazione al bar
40 fanno colazione a casa
30 rifanno colazione al bar dopo averla fatta a casa



30 comprano il giornale
30 non lo leggono
40 leggono il giornale di chi lo compra

30 fanno la raccolta differenziata
30 fanno la raccolta indifferenziata
20 buttano i materiali ingombranti su strade poco frequentate
10 se ne fregano
5 frugano nei cassonetti
5 sono dell'Ama


20 romani non sono mai entrati nel Colosseo
10 non sono mai entrati dentro San Pietro
20 non conoscono l'Appia Antica
20 non hanno mai navigato il Tevere
30 non conoscono i vicini di casa


40 a pranzo mangiano pizza e chattano
30 panino da casa e chattano
20 pasta primo secondo contorno frutta ma non chattano
5 pasto sostitutivo proteinico e chattano
5 chattano e basta

30 in fila alla Posta
20 lavorano al Comune
20 lavorano alla Posta
20 vanno alla Posta mentre lavorano al Comune
10 vanno al Comune mentre lavorano alla Posta