Finalmente
confermato. Sarò custode del museo. Il mio sogno. Un po’ perché li ho sempre
amati, i musei, un po’ perché ho sempre voluto fare un lavoro che mi lasciasse
estraniare tra i miei pensieri, dove servisse presenza, anche autorevole, ma
certo non concentrazione esasperata.
I
visitatori sono irrequieti e spesso indisciplinati, si, ma spesso basta che
avvertano la sola presenza del custode, perché rinuncino a fare foto, ad
avvicinarsi troppo ai cavi dell’allarme, a commentare a voce alta disturbando
gli altri.
Il
custode come uno spaventapasseri.
Ma
non immaginavo, non credevo proprio, che il custode del museo dovesse custodire
anche le visite notturne. A porte chiuse.
E
non dei visitatori. Ma degli altri musei.
Che
la notte, a turno, organizzano escursioni per vedere come ci si allestisce -
tra musei - come si predispongono le sale, l’accoglienza, come si espone, come
si illumina, l’esatta collocazione dei disimpegni, come si gestiscono gli spazi
tra le opere, il coordinamento dei fruitori, in modo da non creare ingorghi e
disagevoli attese, favorire una sosta pacata.
Eppoi
mettere a frutto, una volta tornati in sede, i migliori suggerimenti, le
proposte più innovative, spunti e ispirazioni atti a fornire una visita proficua, interessante e che crei trasporto e
curiosità, il rapporto con l’artista, una sorta di dialogo intimo.
E
non immaginavo, neanche, di dover accompagnare io, il mio museo, in visite
notturne di orientamento presso altre esposizioni, a studiare gallerie e
strategie altrui. A provare la medesima ebbrezza del visitatore di tutti i
giorni.
Prendere
per mano le mie opere, custodite come bimbi, e stare attento affinché ora,
curiose, e finalmente libere di scorazzare, non si mischiassero tra loro, e a
qualche dipinto non venisse lo schiribizzo di cambiar di posto, cornice e museo,
tanto per provare l’ebbrezza di una nuova collocazione, di nuove luci e nuovi
punti di vista, e l’amicizia solidale con autori magari sconosciuti, e loro
opere mai viste.
Quindi
appelli e contrappelli. Controlli all’entrata e all’uscita. Liste da spuntare.
Roba snervante davvero.
Ragazzi,
e io che pensavo fosse una passeggiata rilassante fare il guardiano del museo,
almeno di uno come il mio, meno smanioso
di altri, con opere un po’ barbose e senza troppe velleità di variare la
loro sede abituale...
Se
rinasco, voglio lavora’ in banca.