giovedì 23 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
IL GIOVANE (PIU' CHE) FAVOLOSO
Ed
ecco servita la vita di Leopardi come perenne conflitto di
aspirazioni irrisolte.
Quanti i luoghi comuni realmente capovolti? |
Martone
opta per una scelta forse furbetta affidandosi a versi
immarcescibili, a un Germano loffio, a tre capitoli di esistenza che
calcano la mano sul padre autoritario, sulla talvolta equivoca amicizia con
Ranieri, sul carattere utopista ma costretto a penare infelicità
terrene.
Una
fotografia eccezionale coadiuvata da indovinate scelte musicali che
spaziano dal classico più convenzionale fino all'elettronica di
Sascha Ring, rendono tempi, patimenti e scenografia arditamente
lirici, pur sottraendo spazio al Leopardi che amo di più, quello
ironico e tagliente delle Operette Morali (che pure sono state rese a
teatro dalla sceneggiatrice del film, Ippolita di Majo), quel lato
feroce, sarcastico, visionario - tarpato dalla pretaglia fiorentina - che probabilmente stride con la
facile ambiguità del rapporto con l'amico Ranieri, con l'invidia di
un corpo sano e bello (“non attribuite alle mie pene fisiche ciò
che è solo frutto del mio intelletto”), col semplice desiderio di
evasione dal rapporto amore/odio con la prigione di Recanati, o il folcloristico vagare
per brindisi e bordelli napoletani.
Leopardi
è troppo avanti per tutti, soffre, ancor più che fisicamente, di
questa lucidità pazzesca che lo sovraespone come in una macchina che
viaggia oltre nel tempo e lo rende folle di fronte all'arretratezza
di chi non dovrebbe giudicarlo con quel diritto alla verità che si
arroga:
“La nostra ragione non può trovare il vero se non
dubitando. Si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza.
Chi dubita sa, e sa più che si possa”.
Cerchiamo
di comprenderlo Giacomo, afferrando il concetto in brevi lampi,
mentre prega il padre dopo il suo fallito tentativo di fuga, o scrive
di fronte alle molteplici lune dalle finestre intrise di notte che
gli ispirano frenetiche righe, o con la testa riversa all'indietro su
prati e cigli di fiumi, alla ricerca di un infinito cosi a portata di
mano, almeno per lui.
![]() |
"Chi dubita sa, e sa più che si possa" |
Ma
troppo spesso Martone ci costringe al “quant'è bravo Germano!”
(che poi c'avrei visto meglio un più espressivo Filippo Timi) o al
“certo, poveretto, come deve aver sofferto”; mentre Leopardi se
li godeva vorace quegli anni curiosi, i sogni assaggiati e la mente
spalancata a una Visione Totale che, a noi altri, non ci sfiorerebbe
neanche se campassimo cent'anni alle Maldive.
giovedì 16 ottobre 2014
LA MIA POESIA
La mia poesia mi sveglia di notte
mentre non capisco se è alba o tenebra,
e mi lascia col pensiero sospeso,
pensiero da tramutare in inchiostro o pixel,
o grezza memoria.
La mia poesia è appesa a tutti i marosi,
ad ogni oceano immobile,
alle nubi che strappano le cime,
a tutti i tramonti, anche quelli inutili,
fotocopiati dalla noia,
alle pozzanghere che riflettono e a quelle precipitose.
La mia poesia è respiro da regolare,
occhio socchiuso.
Mi segue, per quanto ombra disunita,
distratta, assente.
La mia poesia mi chiama lei,
spesso quando non ci sarei neanche io.
Ed è allora che mi torno in mente
da chissà quali pertugi
inseguendo un cursore che lampeggia.
Chissà se è mia, poi.
martedì 14 ottobre 2014
FINE LIVING!!! quando il digitale serve a qualcosa...
Pubblicità pura , lo ammetto. Alla faccia della crisi.
Come non esaltare, del resto, quella fetta di golosa piacevolezza per il gusto estetico che Fine Living riesce a stuzzicare combinando location favolose con simpatiche rubriche acchiappascolti: i più bei luoghi del mondo, le case più strambe, i ristoranti extralusso, le vacanze nababbe; ma anche uno sguardo scanzonato su hotel e taverne in culo al mondo tutte da scoprire, sul restyling di vecchie abitazioni, design che non immaginereste mai, e cibi più astrusi (che artusi) senza rinunciare a ricette arzigogolate ma anche ai più rozzi paninazzi da sturbo.
Neanche Moz saprebbe fare di meglio!!... |
Ogni tanto un tuffo nell'irraggiungibile fa piacere.. e giustappunto, anche una rubrica sulle piscine più belle del mondo!!
Su Fine living impazza la rivisitazione, il restyling, la restaurazione ma anche l'invenzione pura e l'andare a ficcare il naso dove solitamente regna la privacy: e allora tutti a scoprire come si cucina una merenda folle o come si può abitare in una casa alta 50 metri e stretta 3, oppure via di vacanze irrequietissime in posti da super sogno o ad aiutare una coppia a scegliere ed arredare la casa del proprio futuro.. vogliamo impicciarci del mondo dorato?
Basta coi tg devastanti e rifocilliamoci con un salto su Fine Living !!..
Su Fine living impazza la rivisitazione, il restyling, la restaurazione ma anche l'invenzione pura e l'andare a ficcare il naso dove solitamente regna la privacy: e allora tutti a scoprire come si cucina una merenda folle o come si può abitare in una casa alta 50 metri e stretta 3, oppure via di vacanze irrequietissime in posti da super sogno o ad aiutare una coppia a scegliere ed arredare la casa del proprio futuro.. vogliamo impicciarci del mondo dorato?
Basta coi tg devastanti e rifocilliamoci con un salto su Fine Living !!..
mercoledì 8 ottobre 2014
LA CONFIDENTE
E'
semplice rigettarle tutto addosso, è forse l'unica che possa
comprendere gli sfoghi di quell'ufficio.
Quell'ufficio
che all'occasione è confessionale, sfogo segreto delle apatie
casalinghe, di ingorghi sentimentali dall'esito incerto.
Ed
allora vitale diventa individuare chi è disposto a farsi carico
delle insensibilità altrui, dei disagi, dei nervi a fior di pelle.
Quanti
pianti, quante ammissioni sommesse, sfoghi e insulti anche.
E
lei paziente, ad ascoltare tutto e tutti, con una parola sempre
pronta, a volte più decisa, marcata, altre quasi sfumata,
indecifrabile, ma sempre tesa a stemperare, magari ripetendo mille
volte lo stesso concetto, fino a farlo diventare una copia sbiadita,
davanti alla nostra cieca cocciutaggine.
Il
lavoro come Grande Fratello che assorbe e rigenera, o calpesta,
anche, quel minuscolo residuo d'umanità che indossi ogni santa
mattina che Dio manda in terra.
Ma
lei è là, ogni santa mattina, china al suo posto, con una parola
per tutti, e ad ognuno restituisce ciò che ognuno vuole ascoltare,
esattamente ciò che si desidera venga reso, con garbo e precisione,
ingrandendo concetti invisibili o rimpicciolendo le ansie sottoposte.
Un
meccanismo che s'inceppa raramente.
Probabilmente
questo è il trucco, adattarsi all'interlocutore, non spiazzarlo mai,
lasciarlo in sospeso con le sue sventure irrisolvibili o le sue
incontrovertibili certezze, guai ad adagiarsi sulle presunte
soddisfazioni lavorative: esistono davvero o sono una cortina
fumogena per attraversare il guado che reca a fine turno?
Il
Lavoro catalizza intere esistenze lasciando briciole di vita residua
che spesso gestiamo in affanno.
Ma
tutto questo alla nostra fotocopiatrice, non interessa.
Lei
macina e rimugina, mentre noi le parliamo, inconsci, e certi di non
essere contraddetti. Mai.
Il
mobbing non la inquieta, nessun richiamo dal Personale, neanche una
richiesta di aumento di stipendio, mai una malattia seria.
Giusto
qualche periodico, fugace, esaurimento: carta.
lunedì 29 settembre 2014
a LUCY spente
Besson
s'invola sulle ali dell'action fantasy con mezz'ora di film di gran
classe e sicuro acchiappo.
In contemporanea ad una conferenza
- dove l'eterno Morgan
Freeman ci espone la teoria (reale) della storia dell'uomo,
illustrando come il nostro cervello sia utilizzato di media al 10 %
con punte massime del 20, esponendo le eventuali e fantastiche
facoltà potenziali di quell'ottanta percento inesplorato -
assistiamo all'odissea di una povera crista costretta a
improvvisarsi corriere della droga, in questo caso una potentissima
combinazione sintetica, sistemata nel pancino della stralunata e
spaventatissima Scarlett Johansson.
L'accidentale
rottura del “prezioso” plico all'interno della nostra
predestinata provoca una serie di reazioni psico/fisiche che
incrementeranno le potenzialità cerebrali di Scarlett dal suo
anonimo cinque/sei per cento fino a vette che vedremo svilupparsi in
un crescendo pirotecnico ad alto tasso di effetti speciali (e non).
E
qua evolvono anche i problemi.
Finché
Luc produce cinema col suo cervello al dieci/dodici per cento, le
suona di santa ragione a tutti, ed infatti assistiamo a un incipit
coi fiocchi che avvinghia alla poltrona, thriller ben congegnato,
inserzioni evoluzionistiche alla Resnais, metafore, parallelismi tra
predatori umani e animali ad alto impatto scenografico, inserzioni e
citazioni ben calibrate, dialoghi serrati, giuste facce e tensioni
tangibili, oltre a rimandi tarantiniani di pregevole fattura.
Poi
c'è il salto della protagonista (piccole nikite crescono) oltre il
fatidico 20 per cento delle massime attitudini intellettuali umane, e
i suoi killbilleggi ammantati di poteri ultracervellotici che le
permettono di manipolare uomini e oggetti diventano, con l'aumento di
percentuale raggiunta, quasi
patetici, visto l'utilizzo elementare, scombiccherato e sciocchino che
ne fa (“fermami quelli la fuori” chiede al poliziotto
trasecolato che l'accompagna - ma fermateli da sola no?! -).
Il
problema è che chi pretende di illustrare questa escalation verso il
100 per cento dell'utilizzo del nostro caro cervello, lo macina e lo
interpreta (sia chiaro, come anche noi che assistiamo assisi e
sbigottiti) con quel suo appena dieci per cento o poco più,
avvitandosi attorno a una serie di cialtronerie filmiche e di
arzigogoli new age che, di epico, provocano solo imbarazzo.
La
stessa Scarlett, efficace e credibile nella sua iniziale e
accidentale evolution passa da un espressivo visetto molto in
parte (bellissimo il dialogo al telefono con la madre dove le
illustra i suoi progressi, l'illuminazione e la potenza che le sta
fermentando in testa) ad un faccino stampato delle serie “ho visto
la madonna”, che non le si scollerà più fino al the end.
Insomma
siamo mille miglia lontano dal mitico Limitless, dove sogni,
potenzialità e genio, imperversano alla grande lasciandoci attoniti.
Oddio,
pure Besson, a suo modo, ci lascia attoniti.
La
sua teoria finale, abbeverata di visionarietà rubacchiate qua e là
(Kubrick saccheggiato a ripetizione) è che il Tempo regoli il
Tutto.
E
infatti ci trasmette tangibile rammarico per queste belle due orette perse...
mercoledì 24 settembre 2014
BALLARO' 2 - LA VENDETTA
Riparte Ballarò. Giannini lo presenta sulla Rai mentre Floris, il transfuga, trasloca su La7 cambiando nome al programma: Dimartedì (ma dai!), ma soprattutto cambiando stipendio.
Ovviamente entrambi lo stesso giorno e alla stessa ora.
E anche gli interventi satirici, stavolta Paolo Rossi da una parte e Crozza dall'altra,
in chirurgica sovrapposizione.
Chi ci rimette, in questa idiota lotta per l'assalto all'Auditel è solo lo spettatore,
che preso dai nervi va a leggersi i suoi amici bloggers..
Iscriviti a:
Post (Atom)