mercoledì 5 febbraio 2014

TE LO DO IO IL TWEET!!!... (centoquaranta caratteri belli pregni...)



Sono fermo immobile sul raccordo, siamo paralizzati, motore acceso e la vita che scivola via, tutto tempo perso. Sembro una Ferrari ai box.



Molte persone traggono estrema forza dalle emergenze, fortificando le ali contro il vento risplendono come oasi nel deserto. Non è per me.



Certi tramonti tracimano dall'orizzonte affogandoti l'iride di sogno.
Proprio mentre credi che nessuno busserà più alla tua porta.



Gli fu addosso in un attimo. Finirono a letto senza neanche presentarsi. Dopo tre giorni, finalmente, riuscì ad alzarsi. Maledetta influenza.


Leggeva solo sport, cinema e cronaca nera. Lo trovarono morto dentro un cinema vestito da jogging. Il giorno dopo riempì tutto il giornale.



Era sempre spensierato credendo che la vita fosse tutto un film. Fino al tragico epilogo. In effetti, di cinema, non aveva mai capito molto.



Meditava delitti all'ombra della navata, non s’accorse della sagoma furtiva, armata di coltello, che penetrava la sua, personalissima, chiesa.



Centoquaranta caratteri si barricarono dentro reclamando la giusta fama. Neanche il negoziatore riuscì a dissuaderli. Toccava pubblicarli.


Si era iscritto ma non superò Sociologia, tanto meno Pedagogia, un disastro Psichiatria. Anche peggio Psicologia. Andò in Psicanalisi. 1 e 2




Nonostante le chiacchiere si era ancora in alto mare, ed il fuori onda sommerse tutte le dichiarazioni. Soprattutto quella d’Indipendenza.


domenica 2 febbraio 2014

IL CAPITALE UMANO (2014)




L'unico vero capitale umano, in fondo, è quello che sparisce ad inizio film.
Per il resto assistiamo ad una girandola di eccessi e caricature più adatte ad un capitale animale (nel senso grezzo dell'accezione).

Ho apprezzato le tinte thriller che muovono le fila dell'intera pellicola, la struttura ad incastri e flashbackes, i capitoli dedicati e la tecnica dei molteplici punti di vista.
Non certo una novità ma per la quale necessitano mano e mestiere, e sensibilità, come nella scena volutamente e disperatamente muta di Serena che irrompe a casa di Luca nel finale.


Non ho affatto apprezzato, invece, il massiccio calco di mano su personaggi tutti già fastidiosamente fastidiosi, a cominciare da quella parodia d'omino di Bentivoglio e la sua perenne gomma americana da ciancicare a bocca aperta e la dolente Bruni Tedeschi, che vedo calzante nella parte di moglie accessoria del cinico maghetto della finanza creativa brianzolo (un Gifuni funzionale), ma stolidamente straripante nei suoi eccessi convulsi (mentre urla alla rotatoria o piange al parcheggio), nei suoi filini di voce (alla riunione con quel circo barnum di personaggini ridicoli - davvero pensate sia in mano a questi alieni il nostro teatro? -) o nelle sue snervate velleità di donna ancora desiderabile (con un Lo Cascio al minimo sindacale).


È come se Virzì, per la prima volta alle prese con una torta (dolce per antonomasia), pensasse bene: ”ma si, mo' ce lo metto 'stò mezzo chilo di zucchero...”, lasciando vagare anche tutti gli altri sull'onda dello stereotipo sottolineato a pennarello (scarsa fiducia nella capacità di discernere dello spettatore? Paura di non delineare a sufficienza?)
Stranamente immune da questo allegro evidenziare rimane la Golino (alla quale sono notoriamente refrattario), moglie di Bentivoglio, che per l'occasione veste i panni del basso profilo rimanendosene serenamente ai margini, da buona psicologa che non comprende una mazza di tutto il bailamme che gli si agita attorno.


I ragazzi sono di una pochezza devastante, e anche di una volubilità che destabilizza. Serena (bella prova questa di Matilde Gioli) rimane incastrata, e non si sa bene per quali dinamiche se non quelle utili al plot, prima dal ragazzotto “bene” tutto macchine e capelli, col quale ci sfugge il genere di afflato condiviso, poi da un presunto disturbato che la conquista con un disegnino.

Potrebbe non sembrare, ma il thriller sullo sfondo, teoricamente propedeutico all'analisi di rapporti umani, condiziona parecchie scelte rendendo, di fatto, meno plausibile (e plasmabile) il presunto “capitale umano” a disposizione.


La quantificazione in termini assicurativi attribuiti ad una vita persa, sui titoli di coda, fa riferimento alle aspettative ed anche alle prospettive di vita economica, di un singolo individuo. E da questo ulteriore “punto di vista” (in omaggio alla scelta registica) vincere la scommessa sulla fine di questo mondo è solo la coerente linea di comportamento di chi lo faceva anche prima e continuerà a farlo dopo.

Troppa carne al fuoco? O forse solo troppo zucchero nella torta?


Intanto prendiamo atto della scelta coraggiosa di Virzì in un panorama cinematografico dove tutti restano aggrappati al proprio orticello.


E lo aspettiamo per una conferma meno didascalica.

giovedì 30 gennaio 2014

LISTOGRAPHY# lista della spesa



In omaggio al nuovo andazzo web, 
ecco la mia lista della spesa di sabato prossimo:



Carta igienica (è sempre igienico che ci sia.. Repubblica è ruvida ed Il Fatto quotidiano lascia antipatiche macchie colorate)


Tonno (squalo compresso): confezioni a prezzi proibitivi posizionate esattamente davanti gli occhi, quelle coi prezzi bassi, invece, raso terra oppure tre metri sopra il cielo.

Shampoo (per capelli tignosamente residui... di solito lo trovo al reparto pozioni magiche)

Bagnoschiuma alla liquirizia (me dura pochissimo perché praticamente me ne bevo mezza boccia... devo prova' con quello al gasolio...)

Succo di frutta (ma di quelli buoni, percentuale frutta minimo 3%)

Olio d’oliva doc dop fop job mop cov (Cacchio d’Olio Voi?), quello che devi fa un leasing in cassa e lo tengono no sullo scaffale ma nella banca di fronte. Sullo scaffale c’è solo la foto

Pesce surgelato (che se trovi traffico per tornare a casa lo devi cucinare sul radiatore altrimenti lo butti)

Petti di pollo da banco frigo (quelli poggiati sui reggi-petti)





Insalata in busta che sono pigro, le buste a vista sono praticamente scadute, per trovare quelle con due/tre giorni d’autonomia devi butta' giù tutto l’espositore.

Detersivo per piatti alle peggio fragranze (anche “essenza piatti sporchi”, per chi lava a scappà via...)

Verdure tutta roba fresca tipo puntarelle che quando le hai pulite te ne restano un mucchiettino, gli spinaci che quando li hai puliti li servi in una  tazza da the, i broccoli che quando li hai puliti li servi nelle pentoline di Barbie. (Ma comprale già pulite le verdure scusa! E che so’ Rothschild?!?)

Acqua in bottiglia, che a casa c’abbiamo il pozzo (ovviamente solo etichette con residuo fisso zero virgola, PH inesistente, cloruri e solfati neanche in fotografia, ma confezioni che magari sono rimaste tre mesi a cuocere al sole fuori dal supermercato...)

Latte rigorosamente di soia, al massimo scrematissimo coi grassi versione fantasma...

Cioccolata ma solo fondente col cacao allo stesso livello dell’azoto nell’aria

Carta forno, quella carta che si utilizza per non far appiccicare alla teglia prodotti da forno e che permette, invece, che si appiccino saldamente a lei

Bresaola, parmigiano e prosciutto al banco con l’elimina code, prendo il 181 e stanno servendo il 56...manco fossimo alla posta... vabbé, in questi casi ti vai a fare un giro e quando torni, nove volte su dieci, stanno al 190 (...ﺶﺹ!!ﻖﻎﺞ grrr!!!)

Pomodorini pachino (pachino un ciufolo.. secondo me arrivano pure dall’Arzebaijan...)


Pesto (fresco, industriale, liofilizzato.. immancabile in casa, lo cappuccinerei pure... )

Caffè (non ne facciamo uso smodato ma evitiamo quell’unica marca che costa il doppio di tutte le altre... e non voglio fare pubblicità... )

Biscotti rigorosamente con tracce di zucchero, anti colesterolo, possibilmente con farine biologiche e antiossidanti integrali. Praticamente truciolato.

Deodoranti (roll e/o stick, quelli che non macchiano durano due ore, quelli che macchiano pure, ma in compenso lasciano un alone praticamente indelebile... )

Pasta trafilata in bronzo (sarò insensibile ma certe marche da discount a 0,24 centesimi al mezzo kg a me sembrano quasi uguali.. basta non farle smolecolare in acqua... )


Ovviamente è una spesa , visto che ho richiamato il genere, non da discount, ma da supermercato accreditato in qualche modo, tipo quelli di certe pubblicità dove i gestori si alzano di notte e vanno a controllare che i calamari surgelati siano morti davvero...










martedì 28 gennaio 2014

EVOLUZIONE

Ghermita da corvi e gabbiani la colomba 
liberata da Papa Francesco.



In un tweet ancora da confermare il Pontefice avrebbe affermato:

"Domenica prossima slego un condor, cosi poi vediamo..."


domenica 26 gennaio 2014

LE NORMALI PERCEZIONI



Accolgo un cespuglio di grami pensieri di ritorno
a capo chino da un appuntamento coi miei fantasmi.

Resto bruciato, solo tra pensieri tarlati, muffa di attese,
colatura di odi disumani,
grida soffocate che mi svegliano la notte.

Non ce la faccio. Sulle spalle un ottuso pensiero.

Voglio essere odiato.

Ho dissodato un terreno minato ma non è esploso nulla.
Le mani sporche di terra sudata, la fronte imperlata,
lo stomaco rivoltato, il rancore disperso.

Sto cercando anche assoluzione, ma il peccato è velato, invisibile.
E l’assoluzione ha bisogno di un male fragoroso,
netto, inequivocabile.

Ed allora flagello lo spirito, li creo i presupposti,
visto che sfuggono le normali percezioni.
Mi faccio del male.

Mi sporco di fango per giustificare quelli
che già me ne vedevano addosso.


Sarà più facile difendersi,
giustifichiamo il nemico e quando ci sarà da colpirlo
avvertiremo meno rimorsi.
Anzi, i tormenti scompariranno.
Rimarrà la soddisfazione di aver combattuto a viso aperto.

Quando c’era solo da perdonare.

sabato 25 gennaio 2014

S M L XL XXL XXXL


Adesso ditemi, almeno voi maschietti, se non avete mai assistito allo spettacolino che mogli, partner, cugine, fidanzate, amiche, madri, compagne, concubine, sorelle, amanti.. insomma tutto l’universo femmineo.. possono inscenare quando, provando un qualsiasi capo taglia media, e cercando di farselo entrare per forza, oppure rimboccandosene le maniche ultra dilatate, esclamano:

ma questa non è una media!”

Sentendosi depositarie del Calco Originale che definisce l’essenza della misura media empiricamente riconosciuta tra tutte le diagonali del cosmo a noi noto
oppure quando le senti dichiarare spavalde:

Guardi, io porto la 46 e questa non è una 46!!”

Come dire: ma questo litro non è come il litro del vini e olii di fronte, oppure, questo metro è più corto di quello del mio mobiliere di fiducia...

Noi ominidi maschi saremo anche limitati ma sappiamo che una large è large dentro un negozio, ma può essere small in quello dopo e corrispondere alla XL di un’altra marca/maglia anche sul medesimo scaffale, 

cosi come la 48 della bancarella può non essere la 48 della boutique ed il 38 di scarpetta tacco 12 non è stato mai universalmente riconosciuto, 
in tutte le ciabatterie pour femme, dall’Associazione Numerologica Internazionale.


Relax, mie care, relax!!



venerdì 24 gennaio 2014

D A D A









DADA       :                      Movimento letterario d’avanguardia (Zurigo 5.02.1916)

Fin dal nome, scelto a caso su un dizionario francese, è dichiarato l’atteggiamento di rifiuto della cultura e della morale corrente, dei sistemi convenzionali di comunicazione, propugnando una scrittura libera da ogni regola sintattica.
Dada era, cento anni fa, la liberazione dello spirito.

Sarebbe rivoluzione ancora oggi.



Già intrupparlo in queste righe, è tutto sbagliato.
Dada aleggia oltre qualsiasi blog.


Se siete fortunati, si accende quando spegnete il pc.