Il
classico pellegrinaggio romano delle sette Chiese, in teoria, sarebbe
previsto solo in funzione di una nobile causa, ma stavolta,
l'esasperazione ha scacciato ogni perplessità.
Simo
e Mario sono una coppia affiatata, una storia d'amore giunta
all'azimut della felicità dopo esperienze, per entrambi,
diversamente travagliate.
Alle
storie di Mario s'accompagna, comunque, un ricorrente incubo dai
contorni inquietanti: ogni volta che si è trovato sul punto di
cambiare armadio, o acquistarne uno nuovo, la storia d'amore del
momento è naufragata inesorabilmente.
“Ma
fatte 'na serie de settimini!”, è l'obiezione più naturale, ma
Mario no, è tenace e vuole spezzare il predominio del fato.
Ed
ora, al culmine della sua nuova e definitiva felicità di coppia, con
panni, lenzuola, camicie e cappotti ammonticchiati alla belle meglio,
e
proprio nel preciso momento in cui Simo tira fuori la fatidica ed
agghiacciante domanda:
“Amore, compriamo un
armadio nuovo?!”
Mario
ha guardato dritto negli occhi il destino baro ed ha deciso.
Stavolta
la sconfiggo questa leggenda dell'armadio “portajella”
ma
voglio dalla mia tutte le forze del Bene.
E
cosa meglio del classico giro delle sette Chiese?
Detto
fatto.
Fissiamo
una data e via all'impresa: scaricato da internet il percorso doc, ci
s'imbarca con due amici fidati (Luisa e Franco, manco a dirlo...), mentori, fra l'altro, ed “artefici”
dell'incontro della coppia e relativa scintilla d'amore.
Li
presentarono, l’un l’altra, anni or sono creando i presupposti
per l'esatta unione,
volete che abbiano paura di un semplice armadio,
proprio ora?
Giammai!
Ore
13,00 Pronti, partenza, via!
La
prima basilica è San Paolo, bianca abbacinante e densa di fede ed
entusiasmo. L'esordio è in punta di piedi, foto di rito, candela di
rito, scaramanzia di rito: a Simo si è rotto anche un tacco, e
proprio in partenza!
Il caso sembra giocare scherzetti malefici,
una
ragione di più per perseverare nell'impresa.
Oltretutto
siamo in macchina e di sabato pomeriggio, c'è da sfidare anche il
traffico romano e la manifestazione del popolo viola, viola come il
porporato che agghinda le sette basiliche.
Ma
Roma si dipana al tepore d'ottobre, e noi mettiamo in fila la nostra
scommessa, fioretto sincero come l'aria che ci accompagna.
Svirgolando
frenetici sull'Appia Antica, ricreiamo misteri ed attese, San
Sebastiano sommersa tra le mura sembra, curiosa analogia, un austero
armadio a muro.
Santa
Croce odora di legno, palissandro inchiodato, ma sprigiona anche, più
profanamente, e forse solo nell'immaginario,
aroma di guardaroba a
sei ante. Ed intanto Mario con la fedele Canon sembra voler
immortalare stati d'animo
più che architetture.
San
Giovanni si presenta blindata, le manifestazioni del sabato,
praticamente perenni qui a Roma, consigliano prudenza, ma noi
entriamo dal retro, forza ragazzi! Il destino propizia gli audaci.
Ennesima preghiera, cero votivo, foto artistica tra giochi di luce e
penombre scolpite.
San
Lorenzo civettuola dispensa eco di antichi bombardamenti a chi cerca
sollievo e conforto come noi, quieti ma determinati, sempre più
fiduciosi, preghiera dopo preghiera, candela dopo candela, santa dopo
santo.
E
Santa Maria Maggiore, frenetica di turisti e, nel contempo, incupita
di rosari sottovoce, ci accoglie grave e sontuosa, c'avviamo esausti
ma silenziosamente estasiati.
Iniziato
quasi per gioco il percorso ci si sta disegnando addosso e negli
occhi.
Il
fitto reticolo di vie e piazze ci appare magico trait d'union tra
i palazzi seriosi, un Tevere pacioso, attraversato e riattraversato
ancora, riflette le prime avvisaglie dell'imbrunire.
Ci
attende ormai solo San Pietro in questo fine pomeriggio
di
caleidoscopico rosa accecante,
come solo un tramonto capitolino
riesce ad elargire.
E
siamo praticamente gli ultimi ad entrare,
vivido segno del destino
benevolo.
L'orario
è ormai quello invernale,
e noi arriviamo sul filo di lana.
L'ultima
basilica ci accoglie col respiro cortissimo ed una grande pace nel
cuore, sereni ammiriamo quanta Chiesa in quest'ultima chiesa,
storditi dal cammino, ammoniti dalle opere d'arte, fiduciosi nel voto
dedicato,
e già col pensiero
alla prossima, decisiva, tappa:
Un
mobilificio tutto per Simo e Mario a sfatare una volta per tutte la
sorte nefasta ;))