giovedì 11 luglio 2013

IL PAPA A LAMPEDUSA


Qualcuno si è reso conto di non essere che un fiato d'aria
nella tempesta?
E lo chiedo proprio a te, Lettore Mirato
al quale, tuttavia, non dovrei chiedere nulla
perché rappresenti un'ansa affidabile del mio minimo scrivere.
Dovrei comporre invece, e chiedere pareri, a chi dimentico, a chi non presto ascolto, a chi non considero, a chi leggo con fatica,
a chi, casualmente o volutamente, ignoro.
Lampedusa
Ma ora lo chiedo a voi: ci rendiamo conto?

Papa Francesco è tornato da Lampedusa, e gli sbarchi continuano.
Forse ci sarebbe altro da fare e dimostrare piuttosto che una visita estemporanea (per quanto “storica”).

C'è da cambiare modo di pensare ma deve iniziare dall'alto.
Io magari entro in chiesa, da solo,
mentre Gesù riposa l'udito da mille invocazioni.
Ma probabilmente è meglio lasciarlo solo un attimo.
Perché devo comprendere io, da solo.
Lui è lì, ma può far poco, dalla sua croce,
dalla quale, in realtà, non è mai sceso,
mentre noi continuiamo a collezionare ravvedimenti,
Sempre Lampedusa...
scambiando zuccherosi sorrisi per buone azioni.

Ed intanto è arrivato un altro barcone,
ed è finito un altro pasto in Caritas.

Vediamo se riesco a farne un copincolla da propagare, di questi pensieri.
A non chiuderli solo in un post da (ri)spulciare nei momenti di (s)conforto.

Perché il blog non è un semplice diario, è uno stargate:
una porta sul "potenziale", che arrivi o non arrivi non è detto,

Vediamo se riesco.


SERIFOS E SIFNOS

Di nuovo pronti, docciati e colazionati, in sella al nostro scooter a nolo, zaini, teli da mare, bottigliette d’acqua congelata dal freezer dell’hotel - espediente consolidato da anni di precedenti, torride, sortite a caccia di spiagge sperdute, e che garantisce acqua bevibile fino al tramonto - e via col meltemi a pennellare costoni e strade a precipizio, a macchiarci le pupille di frotte di chiesuole disegnate a calce e devozione su picchi estremi e schienali di roccia sfuggiti al mare.




Tutte le Cicladi sono intrusioni di terra arrampicata ed intarsi di spiagge, briciole di mondo a spezzare gli orizzonti, a farsi beffe del vento perenne, fotogrammi di antichi terremoti rimasti senza fiato e che ora fanno rimanere noi, a bocca spalancata, carichi di sempre nuova meraviglia ad ogni angolo di natura incantata o di umana, ardita, sfida alle tacite regole di una, altrove, agevole architettura. Gamba tesa al convenzionale: benvenuti alle Cicladi. 




mercoledì 10 luglio 2013

GRILLO DA NAPOLITANO...

"Ma se il Pdl abbandonasse il governo, voi grillini lo votereste Letta?"
A domanda precisa Grillo risponde : "Non lo so".
Eccola la sicumera grillina, ecco perché perdono voti e consensi.
"Non lo so" è l'unica risposta quando si tratta di dover fare scelte precise per la guida del paese.

Non lo so lo posso dire io, non chi ha fatto tanto chiasso per ribaltare lo status quo e poi manca l'occasione per prendere in mano le redini.

Buffo questo grillo parlante. Proprio uno da blog.

IO CAMMINO IN FILA INDIANA

Il titolo del post è l'ormai non più nuovissimo 
libro di Ascanio Celestini (Einaudi eur 18,50). Lo leggo da sempre ma questa volta disarma. Nessuna parola inutile. Si mira al centro del problema, al nocciolo del disagio, si spoglia l’ipocrisia e la si sputtana in pubblico.

E ci sputtana Celestini. E si sputtana Celestini.

Io sono uscito scosso dalle sue pagine ed ora propago la scossa dove e come posso. Anche qui. 
Mi è d’alibi il Celestini regista, cosi sdogano il Celestini bombarolo, il Celestini fottuto, il Celestini corrotto e mafioso.
  
“Allora noi piccoli cittadini 
smettemmo per un attimo di guardare lontano,
e ci voltammo per un attimo verso il nostro piccolo paese.
Era diventato ormai una scatola vuota,
un piccolo deserto di cenere
protetto da una grande muraglia
che solo un grande terremoto avrebbe fatto crollare,
liberandoci dalla galera che c’eravamo costruiti”

Non la scorgete la muraglia fuori della vostra bella finestra?

http://www.filmtv.it/film/43003/la-pecora-nera/opinioni/556027/ 

martedì 9 luglio 2013

SARDEGNA SOGNATA

Ho sognato in nave,
con lo sguardo perso
su quel mare che amo
nel bianco della scia
annegata dall'imbrunire.
Sognato su questa terra che
- assediata dal mio mare -
difende le radici,
ad ogni porto nascosto,
ad ogni ansa fortificata.
Sognato tra fiori esplosi
di primavera incalzante.
Sognato mangiando di grazia,
tonno che profuma di onda lunga
e bufera chetata.
Sognato focolari di chiacchiera
in maestosi nuraghi
di paglia e pietra.
Ho sognato,
occhi e naso spalancati.

Ed anche il cuore si è adagiato
con l'aria pigra di sogno risolto.

giovedì 4 luglio 2013

KUREDU feb - mar 2013

Un soggiorno alle Maldive rappresenta Tempo e Modo per custodire uno stupefacente nulla.

Sai quegli attimi di noia nei quali a volte chiudi gli occhi ed un tuo fantasioso super-io riesce ad immaginarti sotto una palma in riva a mare cristallo?

Bè, ora li apri gli occhi in quell'abulico attimo e la palma è realmente lì, come l'arenile sul quale sei steso, come l'odore di salsedine che ti avvolge e quel tepore che emanano il cielo limpido e l'aria fragrante.

E' la leggendaria, tangibile, sensazione del sogno che si materializza.
E per quanto io mi sforzi di trasmettere l'esperienza, dovrai, un giorno l'altro, farti dondolare personalmente da un'amaca mentre attorno l'isola ti respira curiosa, meravigliata della tua meraviglia, per riuscire a capire di cosa parlo.

Valigia: 20 kg all'andata. Leggerissima al ritorno.

Il sogno immenso che riporto indietro non pesa nulla e sfugge ogni metal detector, un dolcissimo fardello di spiaggia friabile, sensazioni palpabili, fantastica memoria in 3D.

A piedi scalzi in quello che è divenuto in un lieve vol(t)are di emisfero in emisfero, il tuo nuovo micro/macrocosmo ideale, dove ogni scoperta si adatta in un istante alle tue esigenze, dove ogni stupore diviene repentinamente quotidiano vissuto.

Un sogno da cullare ad occhi aperti ora, carezzato davvero, dove l'immaginario non sarà più nebulosa teoria, ma saporita rievocazione, cerimoniale salmastro, lingua di sabbia abbacinante e vento frusciato, ricamo di nuvola gentile a specchiarsi d'acqua pastello,.




mercoledì 3 luglio 2013

BOMBE A GRAPPOLO



L'intervento dell'ex Benedetto XVI potrebbe risultare datato e macabramente comico ("basta bombe a grappolo, usate quelle normali..."), se non fosse che ancor di più oggi si muore di bombe ed esplosioni, e mentre di nuovo oggi, 3 luglio 2013, Napolitano, il presidente saggio, fa sapere al Parlamento "sovrano", che sugli F35 (dodici miliardi di soldi buttati...) hanno molto poco da discutere. Si comprano e basta.... 

"GENOVA, lunedì, 19 maggio 2008 (ZENIT.org).- Al termine dell'Angelus di questa domenica, Benedetto XVI ha auspicato la messa al bando definitiva delle munizioni a grappolo (o “cluster bombs”) al fine di evitare terribili sofferenze per le popolazioni.
Parlando da Genova alla vigilia dell’apertura della Conferenza diplomatica di Dublino convocata su tale questione, il Papa ha chiesto la creazione di “uno strumento internazionale forte e credibile” per eliminare questi “micidiali ordigni”, così da “rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro”.
La bombe a grappolo sono costituite da un contenitore che racchiude centinaia di bombe più piccole, che una volta sopra l’obiettivo esplodono disseminando su una vasta area queste submunizioni, programmate per esplodere all’impatto con il suolo, ma che spesso rimangono inesplose.
Queste bombe possono rimanere attive anche per anni, divenendo un pericolo per le popolazioni civili, in particolare per gli agricoltori e i bambini, uccidendo e mutilando migliaia di persone, anche in tempo di pace.
Le bombe a grappolo sono state utilizzate in 21 Paesi tra i quali Bosnia, Iraq, Serbia, Kosovo, Libano.
Scopo dell'incontro che ha preso il via questo lunedì nella capitale irlandese, che vede la presenza dei rappresentanti di oltre 100 Stati membri delle Nazioni Unite, è quella di giungere alla conclusione del negoziato sul Trattato internazionale per la messa al bando delle munizioni a grappolo.
Nel febbraio del 2007, infatti, cinquanta organizzazioni non governative e quarantasei Paesi avevano aderito a Oslo a una dichiarazione nella quale si impegnavano a concludere entro il 2008 uno strumento internazionale vincolante sulla falsa riga del Trattato firmato a Ottawa nel 1997 e che ha bandito le mine antipersona (via libera invece a quelle anti altre cose..)
La finalità sarebbe la messa al bando delle “cluster bombs”, il raggiungimento di un quadro di collaborazione per aiutare i sopravvissuti, la liberazione delle zone minate e la distruzione degli arsenali di tali armi, attualmente localizzati in 75 Stati.
Ad Oslo, solamente tre Paesi presenti alla riunione non avevano approvato il documento: Giappone, Romania e Polonia, mentre tra gli assenti figuravano Stati Uniti, Russia e Cina, che anche quest'anno non prenderanno parte all'incontro di Dublino insieme a Israele, India e Pakistan.
Russia, Cina e Stati Uniti hanno dichiarato di considerare più adatta per il negoziato la “Convenzione su alcune armi convenzionali” (Convention on Certain Conventional Weapons), in vigore dal 1980. Gli Stati Uniti hanno inoltre respinto la proposta di mettere al bando le bombe a grappolo a partire dal 2008."